Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Alessio Di Chirico, in questo sport non ci sono superstar
30 ago 2022
Intervista a un fighter che non ama la luce dei riflettori.
(articolo)
4 min
(copertina)
Foto di Mike Roach / Zuffa
(copertina) Foto di Mike Roach / Zuffa
Dark mode
(ON)

È molto diverso intervistare un fighter prima o dopo un incontro. Se dopo una vittoria si può parlare più o meno di tutto, nelle settimane che precedono il match il rischio è di trovarsi di fronte una persona chiusa, concentrata, poco disposta a condividere dubbi e preoccupazioni. Temevo, quindi, di faticare a tirar fuori le parole ad Alessio Di Chirico, che già in condizioni normali non è proprio un chiacchierone; e invece l’ho trovato rilassato, ben disposto, direi persino leggero.

Ci siamo incontrati nel bar di Roma dove lavora in cassa quando non si allena, pochi giorni prima che partisse per Parigi dove il 3 settembre combatterà - nella stessa main card di Marvin Vettori - contro il fighter russo Roman Kopylov. L’ultima volta che l’ho intervistato veniva dall’importantissima vittoria con Joaquin Buckley, un KO arrivato dopo due minuti della prima ripresa, con un poderoso calcio alla testa. Qualche mese dopo, però, ad agosto 2021, Di Chirico è andato a sua volta KO (per la prima volta nella sua carriera) contro Abdul Razak Alhassan, per un calcio alla testa molto simile.

Quella con Buckley è la sola vittoria nei suoi ultimi cinque incontri, e negli ultimi quattro anni. A Parigi, Alessio si giocherà la possibilità di rimanere in UFC, anche perché quello con Roman Kopylov sarà l’ultimo incontro nel suo contratto. Kopylov è arrivato in UFC da imbattuto, con 8 vittorie ottenute in promotion russe, ma dal novembre del 2019 ha combattuto solo due volte: è stato sottomesso da Karl Roberson all’esordio e poi ha perso per decisione unanime contro Albert Duraev.

Prima di affrontare Buckley avevi detto che sarebbe stato un incontro spettacolare e lo è stato. Questo con Kopylov che incontro sarà?

Una spremuta di sangue (ride, ndr). Perché io sono all’ultimo incontro nel contratto, ma anche lui viene da due sconfitte, non ha mai vinto in UFC. Entrambi venderemo cara la pelle.

E se tutto andasse come immagini, come vorresti vincere?

Mi piacerebbe vincere il bonus Fight of the night. Contro Buckley ho vinto il Performance of the night, ma il Fight of the night è il più bello a livello sportivo, perché lo vincono entrambi i fighter. Vince lo spettacolo.

Questo però contrasta un po’ con il tuo stile sempre controllato, no?

Se guardi la mia prima vittoria in UFC, contro McLellan, non è stato un incontro molto controllato. Anche con Marquez o negli ultimi round a Copenaghen, con Muradov (con cui ha perso per decisione unanime, ndr)... è vero che mi descrivono come molto razionale, che per me è una qualità, perché l’intelligenza non si può dopare, ma quando c’è da scazzottare non mi tiro indietro.

Kopylov non mi sembra il tipo di fighter con cui scazzottare (online si trovano i suoi incontri in Russia, dove si nota una grande rapidità di braccia, belle combinazioni a due mani chiuse da calci pesanti. Tutte le sue vittorie sono arrivate per finalizzazione, ndr).

Non posso rivelarti la mia strategia, ma un incontro non diventa spettacolare solo scazzottando. Io non ho detto che scazzotterò con Kopylov, lo hai presunto te.

Figurati, mi hai rincuorato. Tu studi sempre a fondo i tuoi avversari, che idea ti sei fatto di Kopylov?

Ha preso tutte short notice in UFC, secondo me non abbiamo visto il vero Kopylov. Stavolta arriverà preparato al 100%, con un vero camp. Magari si sarà preparato meglio nella lotta, anche se con Duraev non ha sfigurato. Per me lì il match è stato cambiato da una svista arbitrale.

Quando l’arbitro ha interrotto l’incontro perché Kopylov si era aggrappato alla gabbia?

Li ha fatti ripartire con un double leg preso, quello ha cambiato tutto. Poi se guardi i match prima dell’UFC, vuoi magari per carenza di controlli, vuoi per differenza di avversari, era proprio un altro atleta. Sono sicuro che quello c’è, che quello che incontrerò tra dieci giorni non è il Kopylov che abbiamo visto in UFC.

Qui il momento in cui cambia il match tra Roman Kopylov e Albert Duraev.

Come ti sei preparato per il fatto che è mancino?

Con due sparring mancini venuti da fuori, Goran Reljic (fighter croato che ha combattuto anche in UFC, con un record 21-10, ndr) e Nikola Dipchikov (peso medio bulgaro, 21-9, al momento al numero 6 del ranking della promotion russa ACA, ndr).

Dopo l’incontro con Buckley dicevi che saresti stato più aggressivo in futuro, però poi è arrivata la sconfitta con Alhassan dopo pochi secondi e l’infortunio che ti ha tenuto fermo. Abbiamo visto molto poco di una tua possibile evoluzione. Un anno e mezzo e dopo l’ultimo incontro vero e proprio come è cambiato il tuo stile?

Guarda mi sento un atleta completamente diverso. Sono successe tante cose, mi sono lasciato molte cose alle spalle. Ho preso il primo KO, ho finalmente operato il ginocchio che andava operato. Il match con Dolidze è saltato per l’infortunio al ginocchio (avrebbero dovuto combattere il 5 giugno 2021, ndr). Poi ho fatto terapia conservativa, invece avrei dovuto operarmi subito.

Con Alhassan hai combattuto con i legamenti del ginocchio rotti o danneggiati?

Non voglio che sia una scusa. Però, sì. Ho cambiato guardia anche per quello (al contrario del suo solito ha combattuto in guardia mancina, cioè, con la gamba destra, quella infortunata, davanti, ndr). Credo che il mio modo di combattere con Kopylov sarà molto diverso, in tutto. Se guardi i miei match in realtà cambio spesso, mi adatto molto all’incontro. Vedrai.

Dal punto di vista umano invece quanto sei cambiato negli ultimi anni?

(Ride, guardando verso la compagna che è vicino a noi, ndr). Lei dice che con i figli siamo invecchiati di quattro o cinque anni in un colpo solo.

Vi capisco. A me però sembri sempre uguale, anzi ti trovo quasi ringiovanito. Mi sembri anche più sicuro del solito.

Non sono sicuro, per fortuna. Sembro sicuro…

Diciamo pronto, allora?

Non lo sai mai se sei pronto. È questo il bello, ci sono troppe incognite in questo sport. Puoi studiare quanto ti pare… guarda Usman. Stava stravincendo il match. Quante volte avrà fatto quella schivata in carriera, contro quanti avversari mancini? L’ha fatta al momento sbagliato e ha perso il titolo. (Kamaru Usman ha perso il titolo dei welter con Leon Edwards, che lo ha mandato al tappeto per la sua prima volta in carriera con un calcio sinistro, a cui Usman è andato incontro abbassandosi perché in realtà stava schivando un pugno fintato da Edwards, ndr.)

Come ti sei sentito dopo quel KO, simile al tuo? Voglio dire se capita a Usman può capitare davvero a chiunque.

Sollevato. La prima volta che mi sono sentito dopo il mio KO, e ci tengo a ringraziarlo pubblicamente perché è uno degli atleti italiani che mi ha sempre più ispirato, è quando è andato KO Giorgio Petrosyan (kickboxer ex campione del mondo One Championship, da molti considerato il miglior kickboxer di sempre, ndr). È successo proprio qualche mese dopo il mio, vedere come ha superato questa cosa, come si è rialzato, mi ha aiutato molto. In questo sport non ci sono superstar.

Qualcuno invece usa i momenti di difficoltà dei più grandi per deriderli. Anche altri fighter.

È diventato uno sport di sciacalli, non c’è più onore. A me è una cosa che non piace, ma il pubblico vuole anche questo.

Con Buckley, dopo che lo hai mandato KO, vi siete fatti una bellissima foto insieme, ma è un’eccezione.

Sì, ancora oggi c’è chi mi tagga sui post di Buckley per deriderlo… Ma io con Buckley ho uno splendido rapporto. E lo so bene che c’è una componente di fortuna nella mia vittoria. Anche Duraev (con cui Buckley ha vinto per TKO alla seconda ripresa lo scorso giugno, ndr) ha tirato un calcio uguale al mio, anche se non era veloce o forte come il mio, ma non è andato giù. Sono curioso di vedere se Buckley si lascerà condizionare da questi commenti, se mi saluterà a Parigi…. (Buckley affronterà il francese Nassourdin Imavov nello stesso evento in cui Di Chirico se la vedrà con Kopylov, ndr).

A te non è mai piaciuta la parte mediatica di questo lavoro.

L’ambiente mi ha molto deluso. Ma non solo quello italiano, anche quello internazionale. Io vengo da uno sport di squadra come il football americano, c’è un altro tipo di rispetto, di valori. Quando io ho vinto il bonus Performance of the night, dopo l’incontro un ragazzo mi ha chiesto una foto. Stavamo vicino a un atleta fortissimo, Jan Blachowicz, che poi sarebbe diventato campione dei mediomassimi, e gli ho detto: no fattela con lui la foto che è forte. Qualche tempo dopo, a Praga, ho incontrato Blachowicz e volevo salutarlo ma lui mi fa: no no, niente foto.

Non ti avrà riconosciuto…

Magari quando sei campione del mondo hai altri pensieri…

Te non hai riconosciuto Dana White!

Sì ma lì ero in un momento diverso… quando vinci subito non ti sei sfogato, ero in un altro stato, ero ancora nel combattimento. (È successo sempre dopo la vittoria con Buckley, lo ha raccontato il presidente UFC in conferenza stampa e Alessio si è poi scusato, ndr).

Senti come lo spieghi il triangolo: Di Chirico batte Buckley, Alhassan batte Di Chirico, Buckley batte Alhassan? Non c’è la proprietà transitiva nelle MMA?

No questo sport non funziona così. È più tipo carta-forbice-sasso, è una questione di stile. I ranking sono utili, lo capisco, ma non funzionano. È il motivo per cui per me Adesanya batterà anche Pereira. Penso che Adesanya lo possa battere solo un lottatore molto forte.

Vettori è stato quello che lo ha messo più in difficoltà nella lotta, nel loro primo incontro. Poi nel secondo anche Adesanya era molto migliorato.

Sì ma secondo me Marvin ha un po’ trascurato la parte di lotta, nell’ultimo incontro. È vero che Adesanya è migliorato ma Marvin dalla schiena se l’è lasciato sfuggire, per trovare la finalizzazione invece di tenere la posizione… poi i ranking parlano chiaro, Marvin è uno dei migliori al mondo. Adesso lo vedo molto concentrato nella lotta, per me porterà a terra Whittaker.

Il momento di cui parla Di Chirico arriva al minuto 4.15 di questo video.

Il fighter ideale che base ha?

Deve fare la cosa giusta al momento giusto. I fondamentali li devi avere in tutto. Il problema è che non devi dimenticarli, devi essere completo su tutto e saper cogliere l’occasione al momento giusto. Senza mai essere troppo emotivo.

In un’altra intervista hai detto che ti piacerebbe ritrovare l’istinto di quando hai iniziato a combattere. Non eri anche più emotivo?

Sono sempre stato poco emotivo nel combattimento. L’istintività è una cosa, l’emotività un’altra. L’istinto significa tenere gli occhi sbarrati, reagire a tutto, combattere senza esitazione, senza pensare, capisci?

Lo hai riguardato il KO con Alhassan?

Molte volte. Mi sembra meno peggio di come l’ho vissuto. Non mi ricordo niente, dal calcio a quando mi hanno portato nella stanza dove ti mettono dopo che sei andato KO. Come è andata, sono inciampato e mi hanno messo seduto?

Non ricordi di essere uscito dall’ottagono?

No. Non ci stavo proprio.

Dopo l’operazione non hai avuto altri infortuni? Sei in forma oggi?

Sto in formissima. Così in forma non sono mai stato.

Hai voglia di tornare nell’ottagono?

Eh sì, è passato un anno. Un fighter ha bisogno di combattere almeno due volte l’anno.

Il fatto che Kopylov è russo, l’invasione all’Ucraina, ti motiva in qualche modo?

Non ci voglio pensare. Anche perché per come sono fatto io penserei nel modo opposto, che magari tutti lo giudicano perché è russo e invece magari lui è contro la guerra. Non è che tutti i russi sono colpevoli. Lungi da me giustificare la Russia, odio la guerra, sono preoccupato per il futuro dei miei figli e trovo assurdo che l’uomo non si sia evoluto al punto tale da superare la componente emotiva del conflitto…

Come ti hanno cambiato i tuoi figli? Per molti sono una distrazione.

Mi hanno dato talmente tanta gioia, serenità, amore, che pensare a quanto sono stato male in passato mi ha fatto ridere di me stesso. Se un lavoro non mi permette di stare con i miei figli, non ne vale la pena.

Non c’è una contraddizione, tra il fatto che adesso nella tua vita c’è molto amore e il fatto che per guadagnarti da vivere prendi a pugni le persone?

Quando fai questo lavoro separi il gesto tecnico da quello etico. Anche con Holland (l’avversario che più gli è entrato sottopelle, ndr) non è che volevo ammazzarlo. Volevo batterlo, fargli vedere che ero superiore. Alla fine diventa un lavoro come un altro, se lo fai tutti i giorni. Se ci sei dentro dieci anni come me, se ci sei cresciuto dentro.

Da romanista come hai vissuto la Conference lo scorso anno?

Eh… Io Mourinho lo vorrei proprio conoscere. La sua capacità di rimanere se stesso, coerente, stoico, di fronte a tutte le radio e le pressioni di Roma. Ha creato lo spogliatoio, ha unito il pubblico. Non è facile.

E un giocatore che vorresti allenare?

Zaniolo, per me è un diamante grezzo.

Nelle MMA italiani invece ci sono nuovi talenti che ti piacciono?

[reply]Michele Martignoni, Dylan Hazan (combatteranno entrambi a Roma nell’evento Cage Warriors del prossimo 7 ottobre, Martignoni per il titolo welterweight, ndr) e non sottovaluterei Michelangelo Lupoli. Forse il più cristallino è Federico Pasquali, secondo me merita tanto.[reply]

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura