Alen Amedovski è un fighter che ha dovuto aprirsi la strada fra gravi infortuni e ostacoli non comuni nel corso della sua carriera. Personalmente lo seguo da quando il suo record era di due vittorie e nessuna sconfitta, eppure persino per me è difficile classificarlo: Amedovski è un fighter aggressivo dalle mani estremamente pesanti, e questo se non altro lo confermano i suoi ultimi due incontri, in Bellator, durati complessivamente un minuto e cinquantuno secondi.
Amedovski ha ritrovato recentemente la sua strada dopo essere rimasto fuori scena per ben tre anni, per via dei citati gravi infortuni e di contrattempi che ne hanno ritardato l’esplosione definitiva. Non combatteva dal 2015 e da quando è tornato, solo nel 2018, ha già combattuto e vinto tre incontri, un periodo finalmente d’oro coronato con il contratto UFC, in cui arriva con un record di 8 vittorie (tutte arrivate per KO o TKO) su altrettanti incontri.
Adesso Amedovski ha 30 anni e si trova davanti la più grande opportunità della sua vita. Quando lo intervisto parliamo principalmente di questo, ma anche delle difficoltà che ha dovuto superare per arrivare dov’è ora, e di come ha fatto per tenere duro tutto questo tempo.
https://twitter.com/BellatorMMA/status/1068986862415560704
L’ultima presenza di Amedovski nell’ottagono. Come si dice, breve ma intensa.
Arrivi in UFC con un record di 8-0 in carriera. Che effetto fa essere la “next big thing” nei pesi Medi in Italia, la stessa categoria di Di Chirico e Vettori, in cui l’Italia ha più rappresentanti in UFC?
Ok, raccontami l’inizio del viaggio.
Com’è arrivata la chiamata della UFC? E cosa cambia rispetto a Bellator per te?
Sei il primo fighter italiano con alle spalle un’agenzia italiana (ITFM, appunto, di Alex Dandi).
Da quando sei arrivato in Italia? Hai la nazionalità?
Hai avuto a che fare con duri infortuni in carriera, che ti hanno tenuto fuori tre anni quando tu, di anni, ne avevi già 27. Come hai vissuto in quel periodo?
Nelle MMA se non si combatte non si guadagna e non si può neanche essere sicuri del proprio livello. Tu hai parlato di un periodo molto duro in cui vivevi con 5 euro al giorno.
Tornando alla fabbrica, dopo due mesi ho capito che non era il mio posto. Facevo dalle 12 alle 14 ore al giorno, poi tornavo a casa ed ero totalmente insoddisfatto. La mia vita era triste, avrei potuto anche guadagnare diecimila euro al mese, ma stavo pian piano perdendo la mia identità. Una sera ho guardato la mia caporeparto e le ho detto: «Domani io e te ci vediamo, riconsegno i guanti e vado fuori dai coglioni». Lei mi fa: «Sì, sì, come no!». L’indomani torno, ringrazio, consegno i guanti e lei mi dice: «No, non puoi andartene così!».
Il proprietario della fabbrica aveva vinto tre volte il titolo mondiale di triathlon e le fa: «Lascia andare il ragazzo, so cosa sta provando». Mi ha fatto gli auguri per tutto, mi ha detto: «È questo che devi fare». Un altro dirigente mi ha dato dello stronzo, ma mi ha anche dato soddisfazione, l’altro giorno mi ha scritto: «Altro che fare canederli! Tu questo devi fare!».
Perché eri lontano da tua moglie e tuo figlio?
Questo periodo “sfortunato”, come lo hai descritto, ti ha cambiato come fighter?
https://twitter.com/BellatorMMA/status/1062544398880309248
Il primo incontro di Amedovski in Bellator. Vedi alla voce: farsi notare.
E invece fisicamente c’è mai stato il rischio di non tornare in attività? Oppure sapevi che saresti tornato ad alto livello?
Mi è stato proposto di tutto: per fortuna, in questo senso, non ho mai voluto ascoltare nessuno. Se avessi fatto diversamente e preso qualcosa (per aiutarsi a recuperare dagli infortuni, sta parlando di farmaci magari anche illegali, ndr) adesso col cazzo che sarei entrato in UFC. Ho l’USADA che mi chiama praticamente ogni giorno, alle 4 di mattina! Quando mi dissero: «Ti dobbiamo spiegare cosa puoi e non puoi prendere», ho risposto: «Vai tranquillo, io non prendo assolutamente niente, puoi venire anche oggi a casa mia».
Io prendo solo amminoacidi, vitamina C, omega 3. Punto. Nient’altro. Ogni tanto fosforo per la mente. Stop. Non mi sono mai dopato in vita mia e ne vado fiero. Io sono assolutamente contrario al doping. Per me è barare. Sono uno di quelli che non afferra nemmeno il guantino per imbrogliare durante il match.
Adesso che è iniziata la seconda fase della tua carriera, hai 30 anni e stai bene fisicamente, che ambizioni hai?
Che tipo di avversario vorresti ti venisse dato da UFC? Preferiresti uno striker o non fa differenza?
Raggiungi anche il tuo amico Marvin Vettori in UFC, in un’intervista la settimana scorsa ha detto di essere il tuo mentore, di averti aiutato nella lotta.
C’è stato un fighter in particolare che ti ha ispirato o in cui ti rivedi?
In un mondo ideale che 2019 ti aspetta?