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Marco D'Ottavi
Breve storia degli acquisti saltati in Serie A
07 set 2023
07 set 2023
Da Luis Figo conteso tra Parma e Juventus fino a Malcom alla Roma.
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Marco D'Ottavi
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Il calciomercato è il regno dei se. E se Messi fosse andato al Como? E se Cristiano Ronaldo avesse firmato per il Parma? Spesso sono retroscena al limite del fiabesco, operazioni di mercato più millantate che possibili, perché dopotutto i DS trattano centinaia e centinaia di calciatori e chissà quante volte sono un buco nell’acqua. A volte però succede: trasferimenti di mercato fatti e finiti saltano all’ultimo per i motivi più disparati aprendo degli universi paralleli in cui non andremo mai. Solo nelle ultime settimane l’abbiamo visto con Samardzic all’Inter, Castrovilli al Bournemouth e Gabri Veiga al Napoli. Giocatori che avevano firmato o quasi e che per tre motivi diversi invece hanno avuto sorte diversa (procuratori, visite mediche, Arabia Saudita). La storia è piena di questi quasi colpi e vale la pena provare a ricostruire i migliori, in senso più narrativo che sportivo e limitandosi alla Serie A, per ricordarci sempre che il calciomercato è prima di tutto un grande gioco e chissà che carta peschi.Luis Figo alla Juventus, no al Parma - saltato per troppi contratti firmati (autunno 1994)Nel 1994 Luis Figo è una delle ali più promettenti d’Europa e soprattutto è in scadenza di contratto. Tutti lo vogliono, ma il più veloce sembra essere Luciano Moggi, che a metà ottobre trova un accordo con lo Sporting Clube per la cessione del talentino portoghese per circa 6 miliardi di lire a partire dal 1 luglio 1995 e un accordo economico col calciatore («Avevo ricevuto forti pressioni e firmai, erano cifre mai viste né sentite, ma quel foglio non aveva nessun valore» dirà poi il portoghese). Tutto ok quindi? No, perché il procuratore di Figo aveva in precedenza firmato un altro pre-contratto ma con il Parma. Due contratti firmati quindi, e con due delle squadre più in competizione in quegli anni.Proprio l’accesa rivalità tra Juventus e Parma - che in quella stagione si giocheranno Scudetto e Coppa UEFA - rende il futuro di Figo una questione di principio tra Agnelli e Tanzi. I bianconeri ignorano la richiesta formale del portoghese di essere lasciato libero (il Parma offre più soldi) e il 23 gennaio 1995 registra il contratto. Il primo febbraio, però, il direttore generale del Parma Pastorello fa firmare a Figo un altro contratto, questa volta vero e proprio visto che gli svincolati sono liberi di firmare un nuovo contratto solo a partire da quella data. Nasce un tira e molla, in cui nessuno dei due club vuole mollare Figo. Chi ne ha diritto è ormai un mistero burocratico. La risposta quindi tocca alla FIGC e qui arriva il colpo di scena: la federazione impone al portoghese un embargo di due stagioni dal calcio italiano “per aver firmato due contratti con club diversi”, rovinando quindi i piani di tutte e due le squadre. Inizialmente sembra che il Parma possa alla fine mettere le mani sul giocatore e mandarlo in prestito per i due anni in cui gli è impedito di giocare in Italia, ma a quel punto arriva un terzo colpo di scena. I contratti con Parma e Juventus vengono dichiarati non validi e dalle retrovie si infila il Barcellona, che fa firmare un terzo contratto al calciatore e se lo porta a casa. Il resto, più o meno, è storia. Giuseppe Signori al Parma - saltato per i tifosi (estate 1995)L’11 giugno 1995 Sergio Cragnotti e Callisto Tanzi si stringono la mano. Il primo ha appena accettato l’offerta da 25 miliardi di lire del secondo per Giuseppe Signori, l’attaccante che segna sempre lui, che in tre stagioni alla Lazio è andato in rete per 76 volte. Se la storia giudicherà i rapporti tra i due presidenti, in quel momento sembra solo uno dei tanti colpi della Serie A di quegli anni, che funziona a suon di miliardi. La notizia scuote una Roma che si sta preparando per l’estate. Non esistono ancora i social e i gruppi Telegram, ma la voce corre inarrestabile da tifoso laziale a tifoso laziale. Il sindaco Francesco Rutelli, tifoso della Lazio, dice: «è una questione di latte». Il giorno successivo fin dalla mattina la sede della società, che in quegli anni è in Prati a Via Novaro, vede accalcarsi un gruppo di tifosi ogni minuto più numeroso. Lanciano pomodori, urlano «Signori non si tocca». Dopo qualche ora un corteo parte verso piazza Barberini, dove si trovano gli uffici di Cragnotti, individuato come il colpevole in questa storia.

I tifosi sfilano e chiedono di essere ascoltati, rovesciano qualche cassonetto, ammaccano qualche macchina. Una vetrina che espone una maglia della Juventus viene spaccata. Gli Irriducibili, il gruppo organizzato di tifosi della Lazio, viene caricato dalla polizia dietro al Parlamento. Sono circa 4mila e sfilano tutti dietro un unico striscione, un telo raffigurante un Giuseppe Signori incoronato. In serata arriva l’annuncio di Dino Zoff: Giuseppe Signori è stato tolto dal mercato, l’accordo col Parma non si farà. «Non siamo stati capiti» dice l’allenatore. Meno diplomatico Cragnotti, che sbraita: «Vendo, mi dimetto da tutte le cariche. Sono molto amareggiato e non intendo più occuparmi di sport» (non lo farà). Da Parma, invece, Tanzi è più fatalista: «C'è delusione, ma nella vita c'è anche questo».Claudio Taffarel all’Empoli - saltato per un segno del divino (estate 2003)La stagione 2003/2004 è appena cominciata, ma l’Empoli capisce di avere un problema: Luca Bucci, il portiere scelto per affrontare la stagione, non è affidabile. Il mercato è chiuso ma tra gli svincolati c’è Claudio Taffarel. Il portiere brasiliano non più giovanissimo (37 anni) tuttavia è stato pur sempre uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, con oltre duecento presenze in A e una bacheca ricca di trofei. Lo chiamano e Taffarel risponde presente. Abitando a Parma, tutto quello che deve fare è immettersi sulla A1, guidare un paio d’ore tagliando in mezzo agli Appennini per arrivare a Empoli e firmare il contratto. Durante il tragitto, però, la sua automobile ha un problema meccanico che lo costringe a fermarsi. Sarebbe un problema da poco, da quelli che capitano a tutti, ma viene interpretato da Taffarel come un segno del divino. Il portiere fa dietrofront e torna a Parma, niente più Empoli. «Chiedo scusa alla società e perdono a Dio», dirà «ma il guaio alla macchina mi ha fatto pensare. Ho capito di aver chiuso con questo sport».Kakà al Manchester City - saltato perché è troppo un bravo ragazzo (gennaio 2009)L’avevano definito l’affare del secolo, ma è rimasto l’affare saltato del secolo. Lo sceicco Mansour vuole Kakà al City ed è disposto a rompere il salvadanaio: 115 milioni di euro al Milan, 15 all’anno al calciatore, cifre che lo renderebbe il colpo di mercato più costoso di sempre per distacco. Sembra tutto fatto, nonostante le proteste dei tifosi rossoneri che il 20 dicembre durante un Milan-Fiorentina di campionato espongono lo striscione “Kakà non si vende”. Al termine della partita il brasiliano è sull’orlo delle lacrime mentre i compagni lo abbracciano, sembra un addio in incognito. Si aspetta solo l’annuncio, poi però il colpo di scena, che va in onda in diretta televisiva. Intervenendo al telefono al Processo di Biscardi è lo stesso Silvio Berlusconi ad annunciare ai tifosi - con lo stesso tono del famoso discorso della discesa in campo - che Kakà sarebbe rimasto al Milan. «Dobbiamo dire che Kakà è davvero un ragazzo straordinario» aggiunge «e che rimanendo al Milan non chiederà aumenti contrattuali nei prossimi anni». Famosa la reazione del giornalista Tiziano Crudeli, in quel momento in studio.

Qualche mese dopo Kakà andrà al Real Madrid per circa 65 milioni di euro.Aly Cissokho al Milan - saltato per un problema ai denti (estate 2009)Se cercate “Aly Cissokho” su Google, uno dei primi suggerimenti è “teeth”, denti. Perché? Nell’estate del 2009 è lui il terzino scelto da Galliani per il Milan del futuro. Tutto fatto: 15 milioni al Porto, comunicato del club portoghese uscito, calciatore a Milano per le visite. Già, le visite, misterioso momento di ogni trattativa che può far naufragare tutto. Se però di solito l’attenzione è rivolta a ginocchia e muscoli, a tradire Cissokho sarebbero stati appunto i denti. Secondo lo staff medico del Milan il calciatore avrebbe un problema odontoiatrico che gli dava ripercussioni sulla postura e quindi possibili conseguenze di natura ossea e muscolare, che vuol dire, più o meno, possibili infortuni.Il Milan chiede di avere Cissokho un anno in prestito per risolvere questi problemi per poi pagarlo effettivamente, ma le due squadre non si accordano sulle cifre e tutto salta: Cissokho torna a Porto visibilmente contrariato. Qualche settimana dopo verrà ceduto al Lione e se la prenderà con il Milan accusandolo di aver inventato un problema fisico perché voleva saltare il trasferimento. La sua carriera non decollerà mai e più volte espresse risentimento per il comportamento della società italiana. Per dovere di informazione, la sua cronaca degli infortuni è davvero esigua.Dimitar Berbatov alla Fiorentina o alla Juventus - saltato per una coincidenza (estate 2012)Sta finendo il calciomercato estivo e alla Fiorentina manca disperatamente un centravanti. Pradè si guarda intorno e alla fine sceglie Dimitar Berbatov, eroe di un calcio estetico e decadente. Trova l’accordo col Manchester United e uno verbale col calciatore, che deve solo presentarsi in sede per visite mediche e firma sul contratto. Da Manchester, però, non c’è un volo diretto per Firenze e i biglietti che gli compra la Fiorentina prevedono uno scalo a Monaco di Baviera. Poco male pensano. Tuttavia alle 13, quando l’aereo che dovrebbe portare il bulgaro in Italia atterra, Berbatov non c’è. In compenso c’è Patti Smith, che si vede davanti un nutrito gruppo di tifosi viola con sciarpe e bandiere. Berbatov ha perso l’aereo? No. A quanto pare, durante il tragitto nell’operazione si è inserita la Juventus, anche lei alla ricerca disperata di un centravanti, e il bulgaro si sarebbe fermato a Monaco per raggiungere Torino. In un comunicato la Fiorentina accusa indirettamente la Juventus di «operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell’etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà». Pradè, in diretta su Sky, chiede indietro a Berbatov i soldi del biglietto aereo. È qui però che l’affare diventa complicato, perché Berbatov dà buca pure alla Juventus, non presentandosi a Torino, ma tornando in Inghilterra, con il Fulham che in piena notte annuncia il suo acquisto. Beffato anche lui, Marotta risponde a tono alla Fiorentina: «Noi siamo stati corretti, abbiamo agito con trasparenza contattando il giocatore dopo che aveva rifiutato la squadra viola» e aggiungendo che quello del bulgaro non è «un rifiuto alla Juve, il giocatore ha preferito rimanere in Inghilterra per motivi familiari».Anche Berbatov confermerà che non c’era nessun accordo con la Fiorentina, ma anche di aver «creato un po’ di confusione con l’agente, e questo è stato un nostro errore». Irretite e poi ripudiate, Fiorentina e Juventus si butteranno rispettivamente su Toni e Bendtner (qui trovate tutta la storia completa). Pajtim Kasami al Pescara - saltato per colpa di internet (inverno 2013)L’ultimo giorno del calciomercato è tutta una corsa. Chiusi in un albergo direttori sportivi e agenti cercano l’affare, l’ultimo colpo di scalpello alla loro opera prima di lasciare tutto al campo. Nel gennaio 2013 l’albergo è l’Ata Hotel dove si aggira Mino Raiola, il re del calciomercato. Dopo aver orchestrato il passaggio di Balotelli al Milan, sta cercando di portare Kasami dal Fulham al Pescara. Sono tutti d’accordo, ma l’affare non fa in tempo a concretizzarsi: alla chiusura della porta non sono arrivati tutti i documenti necessari al completare il trasferimento. Quello che succede dopo è un momento Raiola in purezza. L’agente si infila nella diretta di Sky e sbraita contro l’Ata Hotel e tutta l’organizzazione. «Non c'era connessione, non posso dirlo? Andate aff... Non è possibile fare il calciomercato in questo albergo di m... Problemi? Io dico quel che voglio a chi voglio. Chiaro? Non è possibile che trasferimenti possano saltare perché non vanno gli ascensori o non va internet. Non funzionava! Il regolamento prevede che debbano essere compilati dei moduli per i trasferimenti effettuati via internet».

Il Pescara proverà anche a fare ricorso, ma niente. Qualche giorno dopo Kasami virerà verso il Lucerna, col mercato svizzero aperto più a lungo. Segnerà 1 gol in 16 partite. Mirko Vucinic all’Inter e Freddy Guarin alla Juventus - saltato per il presidente (inverno 2014)Nel gennaio del 2014 a Inter e Juventus viene improvvisamente un’idea: scambiamoci alla pari Mirko Vucinic e Freddy Guarin. È una di quelle idee che ogni tanto il calciomercato partorisce, che sembrano assurde appena escono ma poi vanno a stratificarsi nella realtà. Dopotutto all’Inter serviva un attaccante da mettere accanto a un giovanissimo Icardi e a un non più giovanissimo Palacio, mentre la Juventus aveva bisogno di allungare le rotazioni a centrocampo e - magari - iniziare a vedere se qualcuno poteva sostituire Pogba negli schemi di Conte e nel cuore dei tifosi. Nel giro di una notte è tutto definito: scambio alla pari con i due valutati 13,5 milioni di euro ciascuno. Dirigenti contenti, allenatori contenti, calciatori molto contenti. Non contenti, però, sono i tifosi dell’Inter. Oggi sembra strano dirlo, ma in quel momento Guarin sembrava un centrocampista in rampa di lancio (10 gol l’anno prima) tutto sgroppate e bombe da fuori, mentre Vucinic era già sul viale del tramonto, chiuso da Tevez e Llorente. La protesta esplode prima su Twitter poi scende anche in strada. Arriva anche un comunicato della Curva Nord che entra nel merito della trattativa: «non è accettabile in questo momento storico. Un giocatore giovane e tecnicamente valido per uno meno giovane? Siamo perplessi» e poi se la prende col nuovo padrone dell’Inter, Erick Thohir: «Gli consigliamo di dimenticarsi il baseball, il football americano, l’Nba [...] vorremo vedere meno sorrisi… Vorremmo sentire meno volte la parola “business”… Vorremmo atti concreti…». Per loro non è solo un scambio svantaggioso, ma è uno scambio svantaggioso che avvantaggia il nemico di sempre, la Juventus.Per la spinta dei tifosi o per questioni economiche, comunque lo scambio si incarta. Passano le ore e i giocatori sono bloccati in un limbo. Vucinic ha già salutato i compagni, svuotato l’armadietto e viaggiato verso Milano; Guarin non si è allenato e sta aspettando solo il via libera. Poco prima delle 17, però, da Giacarta arriva lo stop. È proprio Thohir a bloccare lo scambio: «Il presidente Thohir, dopo essersi confrontato con Massimo Moratti, suo figlio Angelomario e con i dirigenti della società, ha ritenuto che non sussistessero le condizioni, tecniche ed economiche, per il raggiungimento dell'accordo» si legge nel comunicato. A Milano tutti felici (tranne Guarin) con i tifosi a osannare Moratti, ritenuto l’uomo ad aver fatto saltare lo scambio, un presidente in pectore mentre quello vero è troppo lontano per adempiere ai suoi doveri. A Torino, invece, la prendono male; «siamo sconcertati» si legge in un lapidario comunicato. A metterci il carico è Marotta: «In trent'anni che tratto i calciatori non ho mai visto niente del genere». Milinkovic-Savic alla Fiorentina, saltato per motivi privati (estate 2015)Il volo che porta Sergej Milinkovic-Savic a Firenze atterra all’aeroporto Peretola intorno alle 12:20. Sembra la fine di un’asta di mercato tra Lazio e Fiorentina, a spuntarla i Viola. Il serbo fa una breve visita della città, poi fa visita ai nuovi compagni e all’allenatore Paulo Sousa, poi dritto in sede per firmare il contratto. Qui però il colpo di scena: al momento di mettere la penna sul foglio, Milinkovic-Savic scoppia in lacrime e chiede più tempo per pensarci, citando non precisati motivi privati. Seguono momenti di tensione, il padre che tenta di convincere il giocatore, telefonate tra intermediari e procuratori, presunte pressioni esterne, ma non c’è niente da fare. Milinkovic-Savic esce dalla porta senza essere un giocatore della Fiorentina. Pochi minuti dopo Pradé andrà davanti ai microfoni per escludere qualunque possibile futuro di Milinkovic-Savic alla Fiorentina, il tutto in tre minuti.

«Non è che cambia la nostra squadra un ragazzo di 20 anni» è una frase che risulterà tremendamente sbagliata. 

Meno di due settimane dopo Milinkovic-Savic diventerà ufficialmente un calciatore della Lazio. Patrik Schick alla Juventus - saltato per motivi di cuore (estate 2017)Nell’estate del 2017 a 21 anni Schick è il giovane più appetibile della Serie A dopo una grande stagione alla Sampdoria. La Premier non è ancora il cannibale che è oggi e i migliori talenti del nostro campionato spesso finiscono alla Juventus. Va così anche per Schick con le due squadre che trovano un accordo sui 30 milioni di euro. Il 22 giugno, prima di partire per gli Europei Under 21, Schick indossa il suo vestito migliore per il grande giorno: visite mediche e poi prime foto in bianconero, come documentato dai canali social della Juventus.

Poi però ogni riferimento a Schick e al suo trasferimento scompaiono, come se fosse bloccato in uno spazio-tempo diverso. Col passare dei giorni iniziano a circolare voci sempre più insistenti su un presunto problema cardiaco del giocatore emerso durante le visite. Non si capisce bene neanche quanto sia grave, si parla addirittura di carriera a rischio. Massimo Ferrero rassicura tutti, dicendo che i problemi di Schick erano equivalenti a «un raffreddore. Se la Juventus vuole tirarsi indietro lo vendiamo a quattro club che sono pronti a comprarlo...».Secondo il suo agente, Schick sarebbe solo stressato per aver affrontato una lunghissima stagione tra Sampdoria e Nazionali che gli avrebbe procurato questa infiammazione cardiaca, ma solo temporanea. Secondo lui: «Il problema si può risolvere con cinque settimane di riposo. Ho personalmente visto Patrick, è affaticato e svuotato. È per questo che ho detto alla Sampdoria e alla Juventus che Patrick si è preso cinque settimane di vacanza raccomandate dal dottore durante una visita all'ospedale Gemelli di Roma». La Juventus organizza nuove visite per il 13 luglio che però non vanno come dovrebbero e il 18 l’accordo con la Sampdoria viene ufficialmente annullato. Il calciatore si trasferirà il 29 agosto alla Roma. Kostas Manolas allo Zenit San Pietroburgo - saltato per il cambio sfavorevole (estate 2017)Nell’estate del 2017 c’è aria di grandi cambiamenti a Trigoria. È arrivato Monchi, Totti ha salutato, Salah è stato sacrificato sull’altare del Fair Play Finanziario. Nessuno sembra al sicuro, tanto che un’offerta da 35 milioni per Kostas Manolas dello Zenit di Roberto Mancini (già) viene accettata senza battere ciglio, tanto più che il difensore greco ha già trovato un accordo economico col suo nuovo club. Il 28 giugno Manolas è atteso a Villa Stuart, una clinica di Roma, per le visite mediche dello Zenit alle 7 di mattina, ma non si presenta. La causa non è però l’orario effettivamente un po’ cattivo, soprattutto in una città in cui ogni spostamento richiede tempo e pazienza, ma oscuri motivi economici. Il greco infatti ha espresso dubbi riguardo al fatto che il suo stipendio sarebbe stato elargito in rubli e non in dollari. Considerando la moneta russa una moneta debole, Manolas ha paura che nel tempo il suo stipendio possa svalutarsi. Non sarà mai chiaro se il difensore era davvero preoccupato per la fluttuazione del rublo nell’instabile situazione geopolitica o l’abbia usato come scusa dopo un ripensamento, scegliendo di rimanere a Roma. La storia, in parte, gli ha dato ragione. Mancata la cessione del greco, poche settimane dopo la Roma cederà Rudiger al Chelsea. Circa 8 mesi dopo Manolas segnerà l’ultima rete nella storica rimonta ai quarti di Champions League contro il Barcellona. Malcom alla Roma - saltato per ingordigia (estate 2018)La stagione 2017/18 della Roma si chiude con una semifinale in Champions League e un promettente terzo posto. Per fare il salto, Eusebio Di Francesco chiede un esterno d’attacco mancino da schierare a destra che possa saltare l’uomo e fare gol, lui che appena arrivato aveva dovuto rinunciare a Salah. La risposta di Monchi è Malcom, promettente brasiliano del Bordeaux reduce da una stagione da 12 gol. La trattativa va avanti per le lunghe ma alla fine il 23 luglio si arriva all’accordo: 36 milioni al Bordeaux tra parte fissa e bonus, uno degli acquisti più onerosi nella storia della Roma. Le due squadre sono così in sintonia sull’affare che alle 18:23 su Twitter compaiono i comunicati congiunti della buona riuscita della trattativa.

Malcom dovrebbe viaggiare su un’aereo privato e arrivare alle 23 a Roma. A Ciampino è pieno di tifosi romanisti in attesa, ma quell’aereo non arriverà mai, per la sorpresa persino della madre che era stata fatta partire dal Brasile prima di essere fermata in fretta e furia in Portogallo. Nel frattempo infatti è arrivata un’offerta di 42 milioni del Barcellona e un contratto più alto per il calciatore. La Roma nella notte rilancia su indicazione di Pallotta arrivando anche a superare l’offerta dei blaugrana, ma non c’è niente da fare: l’aereo di Malcom - in maniera sia letterale che figurata - vola direzione Barcellona. Monchi, basito, prima minaccerà di fare causa, poi coglierà la palla al balzo per fare di Malcom un mercenario e un nemico di Roma (un nemico che poi si trasformerà in un meme), promettendo che al suo posto ne sarebbe arrivato «uno più forte». La scelta ricadrà su Steve N’Zonzi.

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