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Luca Cancellara

Acqua dolce

Gregorio Paltrinieri è una delle punte di diamante della nazionale italiana di nuoto ai mondiali…

 

 

Il suo nome è uno scioglilingua. Soprattutto per chi, come me, ha problemi con la pronuncia della erre, quella veneziana-mestrina-margherotta per intenderci. Lui è Gregorio Paltrinieri  e l’antidoto che ho trovato al suo cospetto è stare in silenzio e osservare il suo dolce nuotare.

 

È quello che ho fatto tra le 18.00 e le 18.10 di mercoledì 5 agosto, durante la finale degli 800 stile libero. La solitudine, certo, ha aiutato l’isolamento comunicativo; l’incredibile gara a cui ho assistito ha fatto il resto. Giorgio Paltrinieri, entrato in vasca con il secondo tempo delle semifinali, ha vinto la medaglia d’argento alle spalle del mostro cinese Yang Sun (campione olimpico in carica), rimanendo in testa fino ai 700 metri, toccando la piastra con 85 centesimi di ritardo sullo spilungone dalle scarpe lucenti. Come se non bastasse Greg ha fissato il nuovo record europeo: 7’40”81.  Per la cronaca al terzo posto, bronzo, l’australiano Mack Horton (segnatevi questo nome), suo compagno di allenamenti l’autunno scorso durante uno stage tecnico a Melbourne.
Paltrinieri medaglia d’argento. Con una conduzione di gara che è sembrata, almeno dalla mia tv appesa al muro, disarmante. Nonostante questa non fosse la sua gara, nonostante la preparazione fosse limata per la lunghezza doppia, i 1500 sl (gare l’8 – batterie – e il 9 agosto, finale). Nonostante nelle gambe e nelle braccia di Greg il ritmo e l’andatura sprint non siano di casa.
Tenere un passo sostenuto per evitare di far scivolare lontano Yang Sun era l’unico modo per rimanere a galla e giocarsi il podio. Paltrinieri ha snaturato in parte la sua tecnica natatoria facendo tremare il cinese fino all’ultima vasca.
Poi Giorgio esce dall’acqua e con il poco fiato in corpo ammette di essere arrivato stremato ma di averci provato fino alla fine.
Va bene l’argento, va bene la bella prestazione e vanno bene le foto ufficiali con la (prima) medaglia al collo. Ma l’occhio di Paltrineri guarda già alla prossima gara, quella dei 1500 metri, la sua specialità: «Vediamo se gli altri mi stanno dietro».


Finale 800 sl mondiali di Kazan 2015.

 

Paltrinieri (classe ’94) negli ultimi quattro-cinque anni è diventato una certezza delle spedizioni azzurre natatorie, facendosi strada fin da ragazzino all’ombra dei big Pellegrini e Magnini. In una fase di cambio generazionale che sta durando più del previsto (e dell’auspicato) Gregorio si è guadagnato la prima fila, soprattutto pensando al ritiro di Super Fede che lascerà l’attività agonistica dopo le Olimpiadi di Rio del 2016.

 

Troppo mingherlino per le discipline veloci, ha fatto di necessità virtù, adattando le preferenze subacquee alla conformazione fisica. Proprio per questi “limiti fisici”, nel passare degli anni, il suo è riconosciuto sempre di più come un “hip driven”, uno stile basato sul movimento dei fianchi attraverso il lavoro dei muscoli del tronco.

 

Sfrontatezza
All’età di 16 anni, nel 2011, quando scoppia il fenomeno Paltrinieri al Sette Colli di Roma, Greg è alto 1,90 per poco più di 70 chili. In quell’occasione sorprende avversari, compagni di squadra, allenatori e addetti ai lavori: vince sulla distanza dei 1500 metri stile libero con il quarto tempo italiano di sempre mettendosi alle spalle perfino Federico “Colbi” Colbertaldo, il “titolare” azzurro sulle distanze lunghe (800 e 1500 sl), nonché recente campione europeo proprio sui 1500 in vasca corta (Eindhoven 2010) e quarto ai mondiali romani del 2009.


Finale 1500 sl Sette Colli, 2011.

 

Cuffia verde, cronometro fermato a 15’04”90 e qualificazione per gli imminenti mondiali assoluti di Shangai. Ma Greg ha già in tasca il pass per quelli giovanili di Lima (dove guadagnerà un bronzo negli 800 sl e l’argento nei 1500 sl), oltre che quello per la quarta liceo scientifico del “Fanti” di Carpi.

 

A Roma, grazie all’expolit nel Sette Colli, anche gli occhi meno attenti iniziano a girare attorno a quel ragazzino, tutto studio e piscina, che sale sul blocco di partenza con sicurezza e tranquillità imbarazzanti. Lasciando in camera di chiamata l’andatura ciondolante e lo sguardo esaltato tipici dei colleghi più grandi e quotati, Paltrinieri ha un sorrisino adolescenziale. Come se stesse per stracciarti alla Playstation.

 

Il primo vero appuntamento internazionale è a Debrecen, Ungheria nel 2012 per i 1500 metri. Corsia 5, alla sinistra del compagno di squadra Pizzetti: i due azzurri si qualificano alla finale con i due migliori tempi. Paltrinieri, a fine gara, nell’ordine: vince l’oro europeo, si qualifica alle Olimpiadi di Londra, migliora di 14 secondi il suo record personale grazie ai 14’48″92 finali, sfiora quello italiano di Colbertaldo, firma la terza migliore prestazione mondiale stagionale e il record dei campionati.
A quattro mesi dai 18 anni, guida dall’inizio alla fine la gara, imponendo il suo dolce nuotare ai padroni di casa Kis e Gyurta. A fine gara commenterà: «Verso i mille metri ho cominciato a sentire la fatica ma vedevo che avevo accumulato un certo vantaggio e ho dato tutto senza risparmiarmi». Dare tutto senza farsi notare. Dopo quasi 15 minuti di su-e-giù, di ritmo instancabile. Con quel suo ondulare di fianchi, tanto antiestetico quanto efficace; e con la cuffia nera, quella col tricolore, che nasconde la folta capigliatura di Greg. La rasatura, immancabile rito per gli esordienti in nazionale in gare internazionali, è un lontano ricordo (legato al grigio esordio ai mondiali cinesi di Shangai dell’anno precedente).
Primo al tocco, solito sorriso e occhiolino.


Finale 1500 sl Europei di Debrecen, 2012.

 

La spedizione europea si chiude con un bis: Paltrineri conquista anche l’argento negli 800 sl, distanza non prevista nel programma olimpico, alle spalle dell’ungherese Gergo Kis dopo un duello all’ultima bracciata. Staccato di due secondi, nemmeno il suo personale sarebbe stato sufficiente per vincere il secondo oro alla prima ribalta internazionale. «Ho provato a vincere l’oro, ma va bene lo stesso»: bruciato negli ultimi 100 metri Greg ha mantenuto la sua andatura, difficile vederlo scomposto, anche quando, per il rush finale, aumenta l’intensità della spinta delle gambe. E via così, andare, sul filo dell’acqua. Con l’andatura di bordo alimentata dalla spensieratezza di chi non ha ancora la maggiore età.

 

Banco di prova

Nemmeno tre mesi dopo Paltrinieri esordisce all’Olimpiade, quella di Londra. Primo banco di prova a livello assoluto fuori dai confini europei. Qui, oltre agli ungheresi già battuti, i favoriti si chiamano Cochrane (Canada), Mellouli (Tunisia) e soprattutto il detentore del record mondiale, il cinese Yang Sun. Greg prova a ribaltare i pronostici. È la cosa che gli è riuscita meglio nell’ultimo anno: partire senza i favori della vigilia ed imporre la sua nuotata. Arriva in finale con il quarto tempo assoluto, dietro ai rivali di cui sopra, vincendo la sua batteria ma un mix di emozione da prima volta, disturbi muscolari (un accenno di tendinite durante gli allenamenti pre gara) e strapotere avversario non regalano più di un quinto posto. Yang Sun fissa il nuovo record del mondo (14’31″02) migliorando il suo precedente primato, nonostante una falsa partenza che i giudici graziano.

Finale 1500 sl Olimpiadi di Londra, 2012.

 

 

Il computerino spensierato di Paltrinieri va in tilt dall’inizio, il ritmo si fa sostenuto fin dai primi metri, negli ultimi 100 metri prova a raggiungere il coreano Park senza fortuna.

Il 2012 si chiude con due medaglie in vasca corta, sempre sulla lunghezza dei 1500 metri: oro agli Europei di Chartres e argento ai Mondiali di Istanbul, dopo la revoca della squalifica del danese Glæsner a cui era stato tolto l’oro per la positività alla metanfetamina due giorni prima della gara.

Il 2013 si apre con un altro esordio, quello mondiale: Barcellona è l’occasione per vendicare la prestazione olimpica.

Tutti contro il primatista Yang Sun, il copione non cambia. Ma Gregorio, dopo la delusione londinese, ha lavorato per un anno su contromisure, nuovi ritmi e andature. Ha affinato il ciondolio del tronco, a discapito di mani e braccia, che gli permette di stare alto sull’acqua e superare l’onda da lui stesso creata, vedi di nuovo alla voce hip driven style. In finale stacca dal blocco 6 e dopo 14’45″37 (nuovo record italiano, battuto quello di Colbertaldo di circa tre secondi) arriva terzo, vincendo il bronzo. Felicità per la medaglia e per il nuovo primato e per un tempo che definirà “da sogno”. Ha dato tutto sé stesso, fino al limite, oltre il limite, terzo dall’inizio alla fine.

 

Finale 1500 sl Mondiali di Barcellona, 2013.

 

 

Nei 1500 metri le caratteristiche di Paltrinieri trovano la misura ideale per esprimersi.

Nonostante ci sia ancora, a detta di alcuni, qualche perfezionamento stilistico da limare: «In questi giorni ho letto tante critiche nei miei confronti, mi dicono che non so nuotare, che ho una pessima virata, d’accordo, sono il primo a dire che ho tanti difetti, a partire dalla virata, però ho vinto l’oro agli Europei e ai Mondiali in vasca corta, quinto alle Olimpiadi, ora sono qui, terzo, insomma, forse qualcosa la so fare».

 

Verso i record

Gli ultimi 365 giorni sono cosa recente.

Sono gli Europei di Barcellona nell’agosto 2014 dove difende il primato continentale guadagnato a Debrecen due anni prima. E lo fa percorrendo le trenta vasche della finale dei 1500 sl sempre in testa, sempre al di sotto del record europeo, e di tanto: 14’39″93 il crono finale, scippa la miglior prestazione al russo Prilukov datato Pechino 2008. Non contento diventa il primo atleta europeo a scendere sotto il muro dei 14’40’, quarto tempo della storia nella disciplina.

Finale 1500 sl Europei di Berlino, 2014.

 

Un capolavoro, sublimato dall’oro anche negli 800 sl e dai nuovi primati ai Mondiali in vasca corta di Doha (dicembre 2014): oro nei 1500 sl, nuovo record europeo e secondo crono in vasca corta mai nuotato.

 

A neanche 20 anni, il 2014 è stato, in cuor suo, la prima tappa di un nuovo obiettivo: quel record mondiale lontano “solo” 8 secondi detenuto dal cinese Yang Sun (che nel frattempo, tra maggio e agosto ’14, viene fermato per positività alla trimetadizina, uno stimolante appena entrato nella lista delle sostanze proibite).

 

Greg sa che può e deve limare ancora qualcosa. Lo stacco in partenza, la virata e il suo dolce ciondolio che gli e ci piace tanto. Negli ultimi mesi ha lavorato per abbassare di un paio di secondi i ritmi di gara e migliorare le prestazioni in ottica Rio 2016 quando proverà a sferrare il grande attacco all’inarrivabile, per ora, Yang Sun.

 

L’8 e il 9 agosto, nella piscina mondiale di Kazan, Russia, Greg ritroverà il miglior parterre possibile di avversari, per altri 14 minuti di dolce nuotare. Da ammirare in silenzio.

 

 

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Luca Cancellara scrive storie di sport nel web, ne ha raccontate a Radio24 (Dai&Vai) e Deejay TV (Occupy Deejay). Si occupa di radiofonia. Vive a Milano ma ha accento veneziano.