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Emanuele Atturo
6 giocatori sorprendenti in Serie A secondo le statistiche
03 gen 2023
03 gen 2023
Giocatori che spiccano per certe statistiche.
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Emanuele Atturo
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Foto di Alessio Marini / IPA
(foto) Foto di Alessio Marini / IPA
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Tutte le statistiche presenti nel pezzo sono fornite da Statsbomb. IQ Soccer è lo strumento essenziale per gli analisti, i giornalisti e gli scommettitori professionisti di tutto il mondo.La Serie A sta tornando, poco prima dell'epifania, dopo una pausa irrituale, che getta molti dubbi su come le squadre riprenderanno il loro cammino, se l’identità di gioco costruita in questi primi mesi reggerà, come il Mondiale inciderà sullo stato fisico, e se i giocatori più in forma della prima parte di stagione si confermeranno. Nel frattempo, vale la pena fare un piccolo riassunto sulle prestazioni individuali del campionato. Quali sono stati i giocatori più sorprendenti in Serie A finora?Abbiamo guardato le statistiche e compilato una lista. Non abbiamo scelto i migliori in assoluto, ma quelli le cui performance sono passate leggermente sottotraccia. Per questo non troverete nessun giocatore del Napoli, o nessun giocatore già completamente affermato. Abbiamo privilegiato la varietà, e quindi una rosa di giocatori che risaltano per dati diversi. Non abbiamo messo i portieri, che vivono in un mondo statistico diverso, ma vi basterà sapere che Provedel è nell’iperuranio per questa prima parte dell’anno.Questo articolo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di Statsbomb e del suo strumento IQSoccer. Spulciando nei loro archivi, questi i giocatori più sorprendenti in Serie A finora.Nicolò Rovella ha più talento di quanto forse si credeva

Rovella è rimasto alla Juventus fino a pochi giorni dalla fine del calciomercato. Nonostante venisse da due stagioni piene di Serie A, è stato considerato nello stesso gruppo di due quasi esordienti come Nicolò Fagioli (proveniente da un brillante anno di B) e di Fabio Miretti (che aveva ancora pochissime presenze tra i professionisti). Alla fine la Juventus ha scelto di tenerne due, rivestendoli col tempo di un ruolo importante nel suo centrocampo, e ha lasciato andare Rovella. Il più esperto fra i tre è stato considerato forse anche quello meno promettente. Dopo qualche partita passata in panchina Rovella è diventato titolare con la squadra in crisi di gioco e risultati, e ha poi iniziato a brillare con l’arrivo di Palladino in panchina.Il Monza ha trovato un’identità di gioco basata sul 3-4-3, le marcature a uomo e un’esasperazione del gioco sulle catene laterali. Rovella, al centro del campo, ha preso il comando delle operazioni. Spicca in tutte le statistiche avanzate che riguardano la costruzione del gioco. Rovella è secondo in Serie A per Deep Progression, per esempio. La statistica che somma i metri fatti guadagnare alla propria squadra in conduzione o attraverso i passaggi. In questo dato è nel 97esimo percentile nei cinque maggiori campionati europei. In particolare è il secondo in Serie A (dietro Sensi) per conduzioni palla al piede. Un aspetto in cui è esaltato dal gioco del Monza, ma in cui esprime anche il proprio dinamismo. Rovella ha una grande qualità nel gioco di passaggi, sia lunghi che corti, che esegue anche con un certo stile estetico. Come ci disse inun’intervista di un anno fa, il suo giocatore preferito era Snejider. È uno dei passatori più precisi del campionato, con l’89% di passaggi riusciti.Nelle statistiche spicca anche però per il suo stile difensivo cerebrale, fatto di letture. È fra i primi dieci in Serie A, e il secondo fra i centrocampisti, per intercetti aggiustati sul possesso. Rovella ha uno stile di gioco da squadra d’élite, che domina il gioco e in cui lui può comandare col suo vasto repertorio di scelte di passaggio. Si è parlato di un interesse del Manchester City, suona assurdo ma staremo a vedere.Armand Laurienté non è solo molto veloce

Con gli occhi stretti, le treccine corte stirate all’indietro e il fisico filiforme, come ha scritto qualcuno, Laurienté è la versione più realistica possibile di Castolo, leggenda della squadra base di Winning Eleven. La prima e migliore squadra mai prodotta da un’intelligenza artificiale. Ogni giocatore recuperava l’archetipo di un altro giocatore, e Castolo era palesemente l’archetipo di Thierry Henry: un attaccante alto e tecnico, che partiva da sinistra per finire a concludere col piatto sul secondo palo dopo azioni travolgenti. Le azioni di Castolo erano, per forza, meno veloci, meno travolgenti, meno precise di quelle di Henry. Le evocavano in una forma minore, e possiamo dire che lo stesso fa Armand Laurienté, col suo stile di gioco potente e leggero. Laurienté è uno dei giocatori più veloci del campionato. La sua velocità ha già mandato in crisi diversi terzini della Serie A; la sua velocità, per esempio, ha messo un chiodo forse sulla carriera di Rick Karsdorp a Roma, scappandogli alle spalle a una velocità inattesa.Il nome di Laurienté ha cominciato a circolare, ma il fatto che non abbia ancora segnato un numero esagerato di gol, e nessuno contro una squadra di alto livello, non gli ha ancora acceso tutti i riflettori addosso. Per ora ha segnato 2 gol e servito 3 assist. Sarebbero potuti essere di più, però, visto che Laurienté è quarto per xG serviti e primo per passaggi chiave in Serie A e nel 96esimo percentile in Europa. Le sue corse lunghe tendono ad abbassare le difese avversarie, aprendo lo spazio per i tiri. È uno dei giocatori in Serie A con la più ampia lunghezza delle progressioni, ma è anche molto preciso. Perde pochi palloni, anche rispetto a giocatori che dribblano quanto lui (è terzo in Serie A per dribbling, col 61% di riuscita). È terzo in Serie A per somma di tiri e passaggi chiave, dietro a giocatori come Deulofeu e Dybala. In compenso però calcia spesso ancora troppo lontano dalla porta. Gioca in una posizione ibrida, né vero esterno offensivo, né vero attaccante, e sembra comunque aver bisogno del conforto della riga laterale per esprimersi meglio. 0.06 per tiro è un dato molto basso.Jaka Bijol, fra i migliori colpitori di testa

Nel grande inizio di stagione dell’Udinese è difficile trovare un giocatore che non abbia risaltato per qualche motivo. Se Becao è probabilmente il giocatore chiave, a livello tattico, per permettere alla squadra uno stile difensivo coraggioso, Bijol è quello che ha più spiccato per il gioco aereo nelle due aeree. Pensiamo soprattutto ai due gol consecutivi segnati a Inter e Verona, ma Bijol è stato fondamentale nell’arte difensiva del colpo di testa; per tenere le squadre avversarie nella propria aerea quando provano a risalire con i lanci lunghi, o anche quando c’è da difendere in area di rigore.Bijol è quarto in Serie A per duelli aerei vinti, ne vince il 75%. Nelle interviste gli fanno notare questo aspetto, e lui dice che è qualcosa di allenato: «Salto molto. Andiamo in alto, sia io che Becao. Su questo facciamo un lavoro individuale a parte con lo staff e Sottil». Nonostante l’impressione di una velocità modesta, e di qualche problema negli uno contro uno, pur non essendo Becao (un vero mostro del fondamentale), Bijol è bravo a limitare i danni, calcolando anche quando il sistema dell’Udinese lo esponga a difendere in situazioni al limite.Sofyan Amrabat ovunque

Lo abbiamo visto ai Mondiali, Sofyan Ambrabat, correre ovunque, sempre con la massima tempestività, a mettere una pezza a qualsiasi falla si apra in un sistema molto reattivo. In Serie A lo faceva in un sistema ben più sbilanciato di quello del Marocco. Se ai Mondiali abbiamo visto soprattutto la sua intelligenza, in Serie A conoscevamo il suo dinamismo, la sua capacità di coprire porzioni immense di campo. I suoi numeri in Serie A sono semplicemente spaventosi.La premessa da fare è che lo stile di gioco della Fiorentina tende a gonfiare molto i dati, per la quantità di duelli individuali che la squadra porta in campo, e anche per il dominio del gioco che spesso vuole imporre - anche se a volte diventa soltanto autolesionista. Per questa ragione Lucas Martinez Quarta spicca statisticamente come uno dei migliori difensori del campionato, nonostante abbia avuto un inizio di stagione a dire il vero in chiaroscuro. I dati di Amrabat però non possono essere ignorati.Dopo una stagione e mezzo interlocutoria, è tornato a essere il mediano preziosissimo e iper-intenso che avevamo visto con l’Hellas Verona. Grazie a lui la Fiorentina è riuscita a tamponare le conseguenze della perdita di Lucas Torreira. Amrabat ha meno qualità nella distribuzione del gioco, è decisamente più scolastico, e sulla trequarti la sua efficacia diventa molto ridotta. Tuttavia è nettamente il capo di tutte le statistiche che hanno a che fare con la progressione del gioco. È primo in Serie A per deep progression, cioè la statistica che somma passaggi, dribbling e conduzioni verso l’ultimo terzo di campo. Ha una percentuale di passaggi riuscita molto alta, che è anche il risvolto meno positivo dei pochi rischi che si prende. Naturalmente senza palla Amrabat ha dati notevoli. È primo in campionato per riconquiste del pallone entro i cinque secondi dalla perdita, è terzo per pressioni aggiustate per possesso. Ovviamente è anche il primo in Serie A per cartellini gialli per 90 minuti. Per giocatori come Amrabat il campo da calcio sembra semplicemente troppo piccolo.Due specialisti che devono diventare più completi: Banda e Dia [gallery columns="6" ids="86188,86189"] Proveniente da un’oscura squadra israeliana, Banda è l’ultima manifestazione del prodigioso senso di Pantaleo Corvino per il talento calcistico. Del suo gusto eccentrico, che a volte gli fa prendere delle sbandate evitabili, ma che altre volte gli permette delle pesche miracolose. Con Banda siamo ai limiti del magico. Fino a 16 anni lavorava nei cantieri dello zio, si alzava alle 5 del mattino e solo alle 16 andava ad allenarsi. A 18 anni è partito dal Zambia per andare a giocare in Russia. Un anno dopo è finito in Israele, prima in una squadra, poi in un’altra in prestito. Francamente non sembrava poter avere un futuro nel calcio.Oggi è uno dei giocatori più creativi del campionato italiano. In Serie A il dribbling è un’arte quasi controculturale e quando arriva uno specialista brilla di una luce aliena. Banda ha il baricentro basso, i quadricipiti potenti di chi può sterzare e cambiare direzione a una velocità diversa dagli altri. È cresciuto guardando sul telefono i video delle “biciclete” di Robinho, ma il suo stile è molto più essenziale. È secondo per dribbling in Serie A, dietro il mostro Kvaratskhelia. Salta l’uomo poco meno di 3 volte per novanta minuti. Il suo lavoro, però, è anche molto quantitativo: è terzo in Serie A per lunghezza delle conduzioni (carry lenght), dietro Radonjic e Leao.Banda ha ancora molto da migliorare per quanto riguarda scelte e rifiniture, ma in generale per tutto ciò che riguarda l’efficacia negli ultimi metri. L’utilità di Banda per ora è ridotta al dribbling, come mostrano i suoi dati, carenti per tutta la dimensione di definizione dell’azione. Discorso simile, almeno sul piano generale, per quanto riguarda Boulaye Dia, miglior attaccante della Salernitana di questo inizio di stagione con 6 gol, nonostante non abbia giocato proprio sempre da titolare. Dia partecipa davvero molto poco al gioco, e fa pochissime cose dentro una partita. Lavora anche pochissimo senza palla: è nell'uno percentile per pressioni tra i centravanti, siamo ai livelli di Cristiano Ronaldo, e quindi dello sciopero del pressing - in una squadra che, comunque, non ne pratica. Tuttavia Dia ha numeri significativi per quanto riguarda il rapporto con la porta avversaria, soprattutto in termini di precisione. È primo, insieme a Beto, per xG per tiro provato (e senza avere alle spalle grandi rifinitori e una squadra che produce molto come l'Udinese). A livello di conversione dei tiri, solo Barella ha fatto meglio di lui, tra quelli che hanno segnato almeno 5 reti. È di gran lunga il migliore in Serie A per capacità di prendere lo specchio della porta con i suoi tiri: al 63%, nonostante ne tenti quasi 1 e mezzo per novanta minuti. Tutti dati che descrivono un attaccante intelligente, affilato nelle sue scelte di tiro e nella concentrazione sotto porta.

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