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Giovanni Bongiorno
13 fighter da tenere d'occhio nel 2024
08 gen 2024
08 gen 2024
I talenti che potrebbero scrivere la storia dell'UFC nell'anno che si è appena aperto.
(di)
Giovanni Bongiorno
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IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
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Come di consueto, all’inizio del nuovo anno stiliamo una lista più o meno breve di fighter che hanno segnato in maniera particolarmente positiva il 2023 e che nel 2024 potrebbero arrivare alla loro definitiva consacrazione. Sono 13 in questo caso, due in più rispetto al nostro pezzo sui prospect (intesi come talenti interessanti in generale, ma magari ancora lontani dalle prime posizioni dei ranking) di poco tempo fa. Sarà un anno pieno di botte, con al centro (14 aprile) un evento potenzialmente storico come la card numero 300 della UFC, per ora ancora senza match comunicati ufficialmente. Quelli che seguono - in ordine alfabetico - sono i fighter di cui, cascasse il mondo, non ci perderemo un pugno. Brendan “All-in” Allen (23-5, statunitense, numero 8 dei pesi Medi, classe 1995)Brendan Allen è uno di quei fighter impossibili da detestare. Combatte in media tre volte all’anno e viene da sei vittorie consecutive che gli hanno permesso di entrare nella top 10 dei pesi medi, portandosi vicino ad un nuovo confronto con il campione in carica Sean Strickland. Già nel 2020 si erano affrontati e il match terminò con la vittoria per TKO in favore di Strickland, ma da allora Allen ha perso solo con Chris Curtis, a fronte di otto vittorie. L’ultima di queste è arrivata nientemeno che con un fighter di altissimo livello come Paul Craig, un fenomeno delle sottomissioni. Ma se tale è Craig, non da meno è Allen che proprio con una rear-naked choke lo ha finalizzato, scioccando nel novembre scorso il pubblico presente all’UFC Apex di Las Vegas e portando a casa il suo secondo main event.Brendan Allen ha 5 vittorie per KO in carriera, ma è al suolo che fa vedere le cose migliori e definirlo “fenomeno” non è certo esagerato. Allen è sì versatile, ma preferisce sempre portare a terra i suoi avversari e tentare di sottometterli, un compito che riesce quasi sempre a portare a termine. Tra le sue vittime, oltre al già citato Paul Craig, figurano nomi di spicco quali Krzysztof Jotko, Tom Breese, Kevin Holland, Karl Roberson e Sam Alvey. Il 2024 sarà l’anno da dentro o fuori il giro che conta e, purtroppo, il primo test che gli ha messo davanti la UFC sarà il “nostro” Marvin Vettori (il prossimo 6 aprile). Per ragioni di affetto speriamo che Vettori riesca a fermare Allen, ma senza nulla togliere alla sua bella scalata fin qui.

Erin “Cold Blooded” Blanchfield (12-1, statunitense, numero 2 dei pesi Mosca, classe 1999)Erin Blanchfield è la next big thing della divisione femminile dei pesi Mosca. Classe 1999, appena 24 anni d’età, Blanchfield è già numero 2 di categoria, una posizione sopra Fiorot (vedi più avanti) ed è pronta a tentare l’assalto alla cintura di Alexa Grasso. A quota 9 vittorie consecutive, 6 delle quali in UFC, è riuscita nell’impresa di battere Jessica Andrade e Taila Santos, due delle più accreditate ed agguerrite contender al titolo e adesso sopra di lei nei ranking rimane solo Valentina Shevchenko, oltre alla campionessa in carica ovviamente. Dopo i due match proprio tra Shevchenko e Grasso (una vittoria per Grasso e un pareggio), quello di Blanchfield potrebbe essere il volto nuovo per un incontro titolato, ma prima dovrà passare per la title eliminator con Fiorot - programmata per marzo. Capace di combattere in piedi, ma forte soprattutto quando si combatte al suolo, Blanchfield è pronta a fare il grande salto per tentare di diventare la nuova regina.

Manon “The Beast” Fiorot (11-1, francese, numero 3 dei pesi Mosca, classe 1990)Battuta per decisione non unanime al suo esordio professionistico, subito dopo la francese Manon Fiorot ha messo insieme 11 vittorie consecutive, guadagnandosi l’accesso in UFC ai piani alti (diventando la prima fighter francese a vincere un incontro nell’organizzazione più importante al mondo). Nelle vittorie contro atlete del calibro di Tabatha Ricci e l’ex campionessa dei pesi Paglia Rose Namajunas, Manon Fiorot ha mostrato un concentrato di potenza ed esplosività. Dotata di un discreto footwork, che la aiuta a combattere dalla sua distanza preferita, e di una propensione all’arrembaggio che le consente di demolire le sue avversarie a suon di colpi, Fiorot è stata protagonista di una scalata netta e rapida che l’ha portata in top 3. Completa, concreta, grande fisicamente per la categoria e dotata di grande precisione nei calci - che utilizza non solo per offendere ma anche per mantenere la posizione e le misure - Manon Fiorot è una fighter che nessuno può sottovalutare, probabilmente già all’altezza di quelle sopra di lei in categoria. Ma per avere questa certezza, bisognerà attendere il nuovo anno. Diciamo che finora non ha deluso le aspettative e che tutto quello che verrà di positivo non farà che aumentare l’effetto sorpresa.

Manel “Starboy” Kape (19-6, angolano, numero 6 dei pesi mosca, classe 1993)Per chi non conoscesse Manel Kape, ci ha pensato la conferenza stampa pre UFC 293 in cui, nonostante l’enorme differenza fisica tra i due (a suo svantaggio), non ci ha pensato due volte ad accollarsi un aspro alterco con l’ex campione dei pesi Medi Israel Adesanya. Contesto: Kape avrebbe dovuto affrontare Kai Kara-France, che non ha potuto prendere parte all’incontro a causa di un infortunio dell’ultimo minuto. Kara-France era tra il pubblico alla conferenza stampa e Kape ha avuto parole poco gentili per lui, cosa che ha fatto adirare Adesanya e che ha generato momenti di tensione. Ex campione dei pesi Gallo nella promotion Rizin FF, Kape è un fighter duro ed ostico, dotato sia del colpo da KO che della capacità di demolire a poco a poco i suoi avversari. Anche nel campo delle sottomissioni, Kape ha mostrato nel corso della sua carriera di saper finalizzare avversari difficili ed è stato finalizzato solo due volte in carriera, una delle quali contro il fenomenale Kyoji Horiguchi. In UFC ha perso solo due volte - una volta per decisione unanime contro l’attuale campione Alexandre Pantoja e un’altra volta contro il forte Matheus Nicolau, contro il quale ha già programmato un rematch il 13 gennaio. Qualora dovesse batterlo nel rematch, probabilmente a Kape verrà data la possibilità di riaffrontare Pantoja, stavolta col titolo in palio. Quindi: occhi puntati su di lui.

Roman Kopylov (12-2, russo, peso medio, classe 1991)Noto al pubblico italiano per aver combattuto e vinto contro Alessio Di Chirico, il russo Roman Kopylov aveva iniziato male la sua avventura in UFC, ammassando due sconfitte (le uniche due in carriera, a dire il vero) e bruciando un po’ dell’hype con la quale si era presentato nella promotion più importante al mondo. Dopo le due macchie rosse, il trentaduenne russo ha però inanellato ben quattro vittorie consecutive nella promotion di Dana White, tutte per KO/TKO, mostrando una solidità che era forse rimasta celata fin troppo bene alle prime uscite. Kopylov è un fighter duro ed intelligente, capace di mandare fuori rotta i suoi avversari fingendo spesso cambi di livello prima di scatenare la sua lucida ferocia fatta di combinazioni di braccia e di headkick mortiferi contro i suoi avversari. Non è semplice comprendere quale sia il suo punto d’arrivo, ma per quello che ha dimostrato finora, pare che i suoi margini di miglioramento siano ancora molto ampi ed il 2024 darà prova definitiva del suo valore.

Jonathan “Dragon” Martinez (19-4, statunitense, numero 12 dei pesi Gallo, classe 1994)Sei vittorie consecutive, grande propensione all’attacco, accesso in top 10 sempre più vicino. Jonathan Martinez è cresciuto molto nel corso del 2023 e le vittorie su Said Nurmagomedov e Adrian Yanez hanno messo il punto esclamativo su quello che sembrava essere “solo” un ottimo mestierante. Martinez può ambire ad essere più che un gatekeeper, a patto che la sua concentrazione rimanga alta e che non smetta di offrire prestazioni sul livello di quelle che sta offrendo ultimamente. Nella sua categoria non è necessario trovare il KO e Martinez ha dimostrato che la capacità di gestire i match dopo aver fatto punti può portarlo ad agevoli vittorie anche contro fighter molto duri. E se la sua strategia con i leg kick si adatterà bene ai match che lo attendono ai piani alti, il “drago” potrà senz’altro arrivare in top 10. O anche più su. Vedremo.

Michael Morales (16-0, ecuadoriano, peso Welter momentaneamente fuori dai ranking, classe 2000)Michael Morales si è già guadagnato l’inserimento nella lista dei prospect da seguire. A soli 23 anni ha impressionato sin dal suo esordio in UFC grazie alla grande perizia nell’imporre le misure desiderate, grazie anche a movimenti atipici per un peso Welter. Con una tendenza morbida, ma davvero potente, i colpi di Morales fanno male e sono estremamente precisi, per via dell’imponente fisicità ed all’intelligenza di cui è dotato. Morales ha mostrato, oltre agli indiscutibili mezzi fisico-tecnici, anche grande capacità di scelta in gabbia e sembra quasi un veterano levigato nonostante la giovane età. Non è ancora entrato nella top 15, ma dopo aver battuto un fenomeno come Jake Matthews ci aspettiamo grandi cose. A molti Matthews sembrava un ostacolo troppo grande per Morales, ma la sicurezza e la gestione di un match complicato sembrano aver sciolto ogni dubbio circa il valore di questo giovane fenomeno.

Shavkat “Nomad” Rakhmonov (18-0, kazako, numero 5 dei pesi Welter, classe 1994)Otto vittorie per KO, dieci per sottomissione, 100% di finalizzazioni in 18 match, Shavkat Rakhmonov è l’uomo nero della UFC. Si è parlato tanto, tantissimo, del fenomeno ceceno Khamzat Chimaev e forse troppo poco del kazako che, in una scalata incredibile fatta di sei match in UFC, si è sbarazzato di fighter del calibro di Alex Oliveira, Michel Prazeres, Neil Magny e Geoff Neal - col solo Neal a rappresentare quella che pareva una minaccia concreta per lui. Shavkat è un fighter completo e non sono pochi i fighter che tendono ad evitarlo. Ha provato a fermarlo, infine, a UFC 296 il quarantenne più simpatico ed amato della divisione, Stephen Thompson, ma il risultato è stato quello di andare incontro alla prima sconfitta per sottomissione della sua onorevole carriera, nel corso del secondo round. Ad oggi, le possibili strade per Rakhmonov si riducono a due: la title shot diretta contro il formidabile Leon Edwards, oppure una title eliminator contro Belal Muhammad. In entrambi i casi, saremo sicuri di vedere dei match della più alta qualità possibile e della concreta chance di poter assistere alla sorpresa - ma neanche tanto - di vedere il primo kazako in UFC con la corona in testa.

Khalil “The War Horse” Rountree jr. (13-5, 1 NC, statunitense, numero 8 dei pesi Massimi-Leggeri, classe 1990)Dopo aver perso, nel 2016, la finale della ventitreesima edizione del reality The Ultimate Fighter, nessuno avrebbe avuto l’ardire di puntare i proverbiali due centesimi su Khalil Rountree. Qualche anno dopo, nel 2019, persino le possibilità di rimanere in UFC erano compromesse dalla sconfitta contro Ion Cutelaba, non un mostro di strategia. Rountree è tornato in scena nel 2021 con un’altra sconfitta, stavolta contro Marcin Prachnio, ma è stata pure l’ultima, almeno finora, subita in UFC. Da quel momento, un Rountree più strategico, ma pure più esplosivo, fisico, determinato, si è messo in mostra in 5 vittorie consecutive, quattro delle quali per TKO. L’ultima è arrivata a dicembre, con un’iconica finalizzazione ai danni del veterano Anthony Smith. Rountree jr. è diventato un fighter esperto, conscio dei propri punti di forza e dei propri punti deboli, che tende a sfiancare dallo stand-up i suoi avversari grazie alle ottime combinazioni fatte di pugni e calci violentissimi. Raggiunto il numero 8 della classifica dei massimi-leggeri, ha guadagnato anche il plauso di Alex Pereira, campione di categoria che probabilmente non disdegnerebbe il confronto. Prima però, per Rountree rimane qualche altra tappa ed il 2024 potrebbe offrirgli la possibilità che rincorre ormai da anni.

Benoit “God of War” St. Denis (13-1, 1 NC, francese, numero 12 dei pesi Leggeri, classe 1995)Il fighter che più mi ha impressionato in senso assoluto nel 2023 è senz’altro Benoit St. Denis. Il francese, solo nell’ultimo anno, ha prima sottomesso Ismael Bomfim, poi ha messo KO sia Thiago Moises che Matt Frevola, e la cosa più spaventosa è che ha fatto sembrare tutto fin troppo facile. Sia chiaro, già da ora ritengo che St. Denis appartenga alla top 10 dei Leggeri, ma ogni cosa va guadagnata. St. Denis ha iniziato la sua carriera nei pesi Medi, poi è passato ai Welter, dove ha perso solo contro Elizeu Zaleski dos Santos per decisione, e poi è sceso ancora nei Leggeri, mantenendo una potenza sovrumana e la capacità di annichilire i suoi avversari passando sopra di loro come un uragano. Imbattuto nei Leggeri, nessuno dei suoi avversari è riuscito a superare il secondo round, incontrando la furia controllata del francese, che ha sempre saputo terminare i propri incontri incolume e con un’aura di invincibilità. St. Denis è un fighter completo, ha le mani pesantissime e sa sottomettere i suoi avversari, imponendo una fisicità non comune e sfiancandoli senza possibilità di ritorno. Non mi sorprenderebbe se già durante il 2024 dovessimo vederlo in top 5.

Ilia “El Matador” Topuria (14-0, spagnolo, numero 5 dei pesi Piuma, classe 1997)Lo spagnolo Ilia Topuria non è certo una sorpresa che scopriamo quest’anno. Da quando, nel 2020, è entrato in UFC non ha fatto altro che mietere vittime, trovando 4 finalizzazioni in 6 incontri e scioccando il mondo con il TKO su Ryan Hall, un fighter che veniva evitato come la peste da chiunque a causa dello stile particolarmente ostico votato alle sottomissioni fulminee. Topuria ha accettato di seguire a terra Hall, e l’ha colpito come un ragazzino colpirebbe una piñata, mettendolo a dormire in meno di un round completo. Quando ha affrontato il pericoloso Jai Herbert, è andato in difficoltà, ma anche lì ha dimostrato di saper risalire la china ed ha messo KO il suo avversario con un’incursione verticale che è rimasta negli annali. Il suo stile furioso fatto di colpi pesantissimi, e una boxe adattata alle MMA davvero pericolosa e imprevedibile, lo rendono il fighter più pericoloso in questo momento per il regno di Alex Volkanovski, specie dopo che il campione dei piuma ha subito un KO che ha sicuramente lasciato il segno per mano di Islam Makhachev a UFC 294. Topuria si è meritato la menzione nella lista dei fighter più attesi per due anni di fila, ed il suo stile impetuoso, rapido e pericoloso anche in fase di lotta sarà messo in mostra a UFC 298, a febbraio, proprio contro Volk. Chissà che Topuria non possa essere l’uomo che compirà l’impresa nella quale anche il fenomenale Max Holloway ha fallito più volte.

Jalin “The Tarantula” Turner (13-7, statunitense, numero 10 dei pesi Leggeri, classe 1995)Jalin Turner è in UFC dal 2018 e aveva avuto la cattiva idea di esordire nei Welter. Il suo primo avversario è stato nientemeno che Vicente Luque, che lo mise KO nel corso del primo round. Probabilmente per questione di adattamento, visto che comunque dal suo metro e novanta d’altezza non dev’essere proprio la fisicità a mancargli, la divisione dei pesi Leggeri si è rivelata la più adatta, rendendolo uno dei fighter più pericolosi di categoria, specie quando si tratta di venire agli scambi in piedi. Pur non disdegnando la lotta a terra, è dallo stand-up che Turner ha fatto vedere le cose migliori e dopo aver perso di misura, per decisione non unanime, due match - uno contro Mateusz Gamrot ed uno contro Dan Hooker - è finalmente riuscito a tornare sulla cresta dell’onda con una prestazione superlativa contro Bobby Green a UFC on ESPN 52, a dicembre. Dotato di un allungo davvero esagerato per la categoria (196 cm), Turner è potente e sovradimensionato, ma così pareva essere anche James Vick, prima che i suoi limiti venissero esposti. Ora, a differenza di Vick, Turner sembra davvero uno fighter solido, forse l’unico dubbio resta sul reintegro dopo il taglio del peso che risulta sicuramente esagerato, ma il Turner visto contro Green può sicuramente dire la sua nella divisione dei Leggeri e l’ultima vittoria lo conferma. La scalata verso la top 5 è a portata di mano e le qualità di Jalin Turner sono sotto gli occhi di tutti, così come i suoi innegabili miglioramenti.

Sodiq “Super” Yusuff (13-3, statunitense, numero 12 dei pesi piuma, classe 1993)Nonostante l’ultima sconfitta patita contro Edson Barboza, Sadiq Yusuff rimane uno di quei fighter che possono dire la propria nella divisione dei pesi Piuma. Certo, la vetta si è allontanata, ma la scalata che ha portato l’americano d’origine nigeriana dalle Contender’s Series alla UFC con prestazioni altisonanti non è stata certo cancellata. Sconfitto solo da Arnold Allen prima di Barboza, Yusuff è uno di quei fighter completi e concreti capaci sia di mettere KO l’avversario che di condurre un match intelligente da vincere ai punti. Dotato di un ottimo senso delle misure, la sua più grande capacità sta nel punire i suoi avversari con colpi di rientro dopo averli esposti. Dall’indole rilassata, ma sempre pericolosa in gabbia, Yusuff è dotato del colpo da KO, ma non forza quasi mai l’azione, preferendo lavorare dalla sua distanza preferita. Nonostante la non più verde età, Yusuff avrà con tutta probabilità la possibilità di risalire la china e con una vittoria importante rientrare in top 10. E da lì, si sa, l’esito di due match può cambiare lo scorrere di un’intera carriera. Per Yusuff è ormai una questione da dentro o fuori per quanto riguarda l’entrata tra i fighter che contano e “Super” sembra essere dotato delle abilità che servono per farne parte.

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