
L’unica direttiva sensata che possiamo darvi anche noi, in questi giorni, è “restate a casa”. Ce lo stanno dicendo i medici, i governanti, ce l’ha detto perfino “Ciccio” Caputo. Il tempo speso a casa può essere considerato noioso o, al contrario, può essere visto come un’opportunità. Quella di espandere i vostri orizzonti, anche mettendovi in orizzontale sul divano a guardare dei video, nel senso più ampio del termine.
Grazie a internet è possibile accedere a tantissimi video che vi intratterranno, vi sorprenderanno, vi faranno conoscere cose nuove. Attraverso i principali servizi di streaming a pagamento (come Netflix o Amazon Prime) o che paghiamo con il canone (RaiPlay), ma anche semplicemente su YouTube. Noi parlando e lavorando con lo sport ogni giorno, vogliamo consigliarvi video a tema sportivo. Nelle settimane scorse abbiamo pubblicato altri quattro volumi, che trovate qui.
Quattro documentari sportivi
The Dawn Wall | Netflix
Probabilmente avete visto o sentito parlare di Free Solo, il documentario prodotto da National Geographic su Alex Honnold, che nel giugno del 2017 ha scalato in free solo (cioè senza alcuna protezione, che siano corde o imbragature) la parete rocciosa del Capitan, nel parco nazionale di Yosemite (e su cui Daniele Manusia ha scritto una lunga analisi qualche tempo fa). Ma Free Solo non è l’unico grande documentario sull’arrampicata: tra i vari usciti recentemente c’è anche The Dawn Wall, che trovate su Netflix. The Dawn Wall parla della vita dello scalatore americano Tommy Caldwell, idolo proprio di Alex Honnold da bambino, e in particolare della sua personale impresa: quella di scalare la parete rocciosa chiamata Dawn Wall, per l’appunto, in scalata libera. Se pensate che sia semplice, sappiate che ci ha messo sei anni solo per prepararsi. La cosa bella di questo documentario è per Caldwell segna effettivamente un cambiamento esistenziale, il passaggio da una fase di vita autodistruttiva a un’altra in cui scopre che l’amicizia, la solidarietà e la caparbietà contano più del desiderio superomistico di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Almeno questa è la nostra interpretazione.
Cheer | Netflix
Documentario in sei puntate che riscrive completamente quello che pensavate di sapere sul cheerleading. Un mondo che immaginiamo patinato, di supporto allo sport, più che sport stesso, e che invece in Cheer si mostra come fieramente competitivo, spietato, difficile, anche pericoloso. Le telecamere seguono Monica Aldama, Josè Mourinho del cheerleading, e la sua squadra collegiale, il Bulldogs Cheer Team del Navarro College, situato a Corsicana, un paesino sperduto nel Texas. Tra infortuni spaventosi, influencer, giovani che cercano il proprio posto nel mondo e il campionato nazionale da vincere a tutti i costi, Cheer racconta una realtà a noi sconosciuta, ma con tutti i topos del racconto sportivo ben in evidenza.
"Tifare" è l’ultima puntata di una serie realizzata da Rai Cultura dal titolo Gli occhi cambiano. Scritto e diretto da Walter Veltroni, attraverso un sapiente uso degli sterminati archivi RAI, prova a raccontare il sentimento inspiegabile e intenso del tifo. Senza entrare nel dettaglio del risultato, questo documentario riesce ad allargare lo sguardo sul racconto sportivo italiano dagli anni ‘70 in poi. Tante interviste, tanti campioni, diverse chicche notevoli.
Le origini del CUCS | YouTube
Questo documentario della RAI dedicato all’ormai seppellito Commando Ultra Curva Sud è bello per tantissime ragioni diverse. Le immagini della curva, i colori, i fumogeni, i tamburi e un modo di tifare quasi scomparso. Il commento degli ultras di fronte alle scritte violentissime sui muri romani negli anni ‘70, che sembrano quelle dei rapper che sostengono che la violenza dei loro testi è solo simbolica. I giovani col passamontagna che fanno il gesto della P38 di fronte alla telecamera. La genuinità e la passione sincera che traspare dietro anche le dichiarazioni più assurde, dietro cui c’è comunque la violenza poco simbolica e concretissima dell’omicidio Paparelli.
Un documento fondamentale per capire le radici del tifo organizzato, nei suoi aspetti più oscuri e in quelli più luminosi.
Una storica partita dei Mondiali: Brasile-Francia 2006
Ok, il Mondiale del 2006 per noi significa Grosso, Del Piero, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, popopopopooo, ma che ci crediate o meno si sono giocate anche altre partite, alcune delle quali, a modo loro, sono rimaste nella storia. Tra queste c’è uno dei quarti di finale, Brasile-Francia, che trovate disponibile sul canale YouTube della FIFA. Questo significa contemporaneamente: Vieira, Cafu, Makélélé, Roberto Carlos, Henry, Kaká, Thuram, Ronaldo, Ribéry, Ronaldinho, Dida, Juninho Pernambucano e ovviamente Zinedine Zidane, che sfoggia una delle partite individuali più iconiche della storia dei Mondiali. Se non riuscite proprio a superare lo scoglio del patriottismo, comunque, il canale YouTube della FIFA porta avanti in questi giorni l’iniziativa #WorldCupAtHome pubblicando i video completi di alcune delle partite più iconiche dei Mondiali, anche femminili: da Brasile-Francia del 1986 a Argentina-Brasile del 1990, fino ad arrivare a Spagna-Olanda del 2014 e la finale dei Mondiali femminili USA-Cina del 1999. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Un video per capire il rombo cruyffiano
Quale persona migliore per spiegare il celebre 3-4-3 a rombo di Cruyff se non Cruyff stesso? In questo video d’archivio preso dalla TV olandese, Cruyff passa in rassegna alcuni dei più importanti concetti tattici, come le spaziature, i triangoli e l’ampiezza, per arrivare a quello che era il suo modulo ideale. Peccato che la lezione, con tanto di lavagna e gessetti, si interrompa sul più bello per mandare la pubblicità.
Alcuni canali Twitch: Valorant
Se siete tra quelli che non vedono l’ora di mettere le mani sul prossimo videogioco della Riot, Valorant, potete nel frattempo iniziare a seguire qualche streamer per avere un primo assaggio del gameplay. A questo proposito, il sito Valorant Movies mette a disposizione una lista di streamer a cui è stato già concesso l’accesso alla closed beta, che è stata pubblicata proprio oggi, e che hanno già iniziato a streammare mentre ci giocano. Se siete appassionati anche di Fortnite potete iniziare a seguire POACH, mentre se l’inglese rimane una barriera potete seguire uno streamer italiano, come Stermy. La lista completa è disponibile qui.
Una gara di tuffi
È ufficiale da un po’: le Olimpiadi che dovevano tenersi quest’estate a Tokyo sono rinviate alla prossima. Questo vuol dire che per altri 12 mesi metteremo in soffitta tutti quegli sport che una volta ogni 4 anni scopriamo essere spettacolari ed emozionanti, come i tuffi. Allora perché non recuperare una delle finali più spettacolari di sempre? La versione è la più paurosa, la piattaforma da 10 metri; siamo a Londra, per le Olimpiadi del 2012. I migliori atleti del pianeta si sfidano tra tripli carpiati, rotazioni inumane e verticali vertiginose con un finale che vi terrà incollati alla poltrona (o al letto, o in balcone, o mentre fate yoga o la pizza, insomma non vi giudichiamo).
Una partita di cricket del 1913
Com’era andare a un evento sportivo prima della Prima Guerra Mondiale? Una risposta parziale a questa domanda ce la dà il canale YouTube guy jones, che periodicamente pubblica video d’epoca aggiustando la velocità, e a volte aggiungendo colore e sonoro in modo da aumentarne ancora di più il realismo. A vederle a volte si fa quasi fatica a pensare che siano immagini di più di un secolo fa, se non fosse per i vestiti e le automobili. Per quanto riguarda lo sport, la cosa che più crea distanza rispetto alle immagini attuali è la quantità di persone presenti a praticamente qualsiasi evento sportivo, come ad esempio questa partita di cricket tra il Sussex e la contea del Kent giocata il 4 agosto del 1913. Centinaia di uomini in cappello e giacca, e donne in vestito lungo, sono accalcati a bordo campo, alcuni sopra le stesse automobili per avere una visuale migliore. Se siete appassionati del genere, lo stesso canale ha anche un video di una partita di rugby del 1902.
Un video per migliorarvi: come lavorare sul vostro tennis direttamente da casa
Non tutti possono permettersi un campo da tennis in casa, ma magari potete permettervi un giardino, del nastro di gomma con cui avvolgere la racchetta e dei coni. Basta questo per seguire questo semplice allenamento che avrà il problema forse di farvi sentire scemi, ma il merito di farvi degli avambracci bestiali palleggiando per terra con l’impugnatura continental.