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Foto di Mike Hewitt/Getty
Calcio Charles Onwuakpa 6 dicembre 2016 7'

Son of Asia

Il giocatore più pagato d’Asia quest’anno sembra definitivamente esploso, ma può crescere ancora?

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Negli ultimi anni il continente asiatico è diventato un centro d’attrazione calcistico, ma se l’import è in netta espansione lo stesso non si può dire dell’export. Il bacino da cui estrarre talenti si limita per lo più al Giappone e alla Corea del Sud, gli unici due paesi in grado di ottenere risultati costanti ad alti livelli in un contesto tradizionalmente più propenso al culto delle arti marziali. Non è un caso, quindi, che i maggiori prodotti del vivaio asiatico si siano formati in queste Nazioni. Ma il caso di Son Heung-Min (o Heung-Min Son se si preferisce all’europea con il nome davanti al cognome) è più particolare.

 

A soli 24 anni, Son è forse il talento più promettente del calcio asiatico: dopo aver dato i suoi primi calci nella prestigiosa accademia dell’ FC Seoul, a 16 anni lasciò gli studi per passare alle giovanili dell’Amburgo, diventando uno delle prime reclute nel programma di formazione di giovani asiatici messa in atto dai club di Bundesliga. A 18 anni, nella stagione 2010-11, ha debuttato nella massima serie tedesca, dopo una preseason con 9 gol. Per lui, alla prima stagione da professionista, un bilancio complessivo di 13 partite e 3 gol, in una stagione tra alti e bassi per il club tedesco che ha chiuso la stagione all’ottavo posto.

 

La classifica della squadra è peggiorata nella stagione successiva, con un soffertissimo quindicesimo posto; tuttavia, con il nuovo tecnico Thorsten Fink, Son ha giocato di più (28 presenze, il primo per minutaggio complessivo) segnando anche leggermente di più (5 gol, terzo migliore marcatore del club alle spalle di Petric e Guerrero). Ma è stata l’annata 2012-13 quella in cui la stella di Son ha cominciato a brillare davvero, e non solo per i 12 gol – molti dei quali cruciali – in 33 presenze. Quell’anno l’Amburgo è arrivato ad un buon settimo posto, e Son ha attirato le attenzioni del Bayer Leverkusen, che sborsò 10 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni sportive del giocatore, designato come sostituto di André Schürrle.

 

 

 

Da Roger Schmidt…

 

Come per Mané, anche il percorso calcistico di Son è stato influenzato dall’incontro con Roger Schimdt, salito alla ribalta con il gegenpressing del suo Red Bull Salisburgo e approdato nel frattempo sulla panchina delle Aspirine. Nel Leverkusen, Son stazionava sull’esterno sinistro in un 4-2-3-1 ad alta intensità: il suo dinamismo in zona palla, unito alla sua grande duttilità e set di scelta tecnica in campo aperto, lo resero un elemento di primaria importanza insieme a Çalhanoglu e Bellarabi nel tridente a supporto della punta. La sua velocità, agilità e tenuta fisica gli hanno permesso di realizzare ben 17 gol in 42 presenze stagionali, di cui 5 in 10 partite di Champions, nella prima stagione sotto la guida del tecnico tedesco (nell’annata precedente lo score complessivo fu di 12).

 

Il suo percorso di crescita è stato notevole, ma Schimdt ha dovuto farne a meno la stagione successiva, quando il Tottenham ha deciso di pagare 22 milioni di euro, rendendolo il giocatore asiatico più costoso di sempre.

 

 

 

… A Pochettino

 

Il Tottenham di Pochettino aveva bisogno di un esterno offensivo capace di giocare su entrambi i lati del campo, sia per dare ampiezza alla manovra (cosa spesso problematica per le posizioni troppo centrali degli altri due esterni a disposizione, esterni adattati, Eriksen e Lamela) che per arrivare al tiro velocemente. Ma soprattutto, a Son era richiesto di svolgere bene le funzioni per il primo pressing fondamentale nel gioco degli Spurs, che per certi versi riutilizza alcuni principi utilizzati da Schmidt, anche se in maniera molto meno estrema.

 

 

 

Questo gol é un manifesto del “Pochettismo” e sottolinea I tre punti chiave della manovra offensiva degli Spurs: lancio lungo di Alderweireld per il trequartista tra linee (ad inizio gif si nota Eriksen sulla destra che porta via Davis per favorire la ricezione del coreano), movimenti esterni-interni (Lamela) e viceversa (Son) per innescare rapide combinazioni veloci grazie alle doti associative dei propri giocatori.

 

Nel gioco di Pochettino al trequartista (Alli) viene richiesto di salire sulla stessa linea della punta (Kane) per mettere pressione ai centrali di difesa avversari (e, se necessario, anche al portiere); mentre i due esterni scivolano negli half-spaces, coprendo le linee di passaggio, impedendo così al pallone di accedere verso il centro del campo. Di fatto costringe i terzini avversari a scendere in basso per aiutare l’uscita del pallone, facendo scattare l’ulteriore pressione dei terzini del Tottenham, che può portare al recupero del pallone e a una transizione offensiva, o semplicemente costringere l’avversario al rinvio lungo dove far valere la fisicità dei mediani e dei centrali per vincere i duelli aerei.

 

Son aveva le caratteristiche richieste, tuttavia ha pagato dazio per una serie di lacune venute fuori poi nell’intero collettivo nelle fasi topiche della stagione, dove alla fine avrà totalizzato  28 presenze (ben 15 volte partendo dalla panchina) e 4 reti in campionato, oltre alle 3 in Europa League per un bilancio complessivo di 8 gol in 42 presenze stagionali. Pochettino non lo ha mai criticato in pubblico, ma non ha neanche mostrato troppa fiducia nei suoi confronti, tanto che in estate fu vicino all’addio. Invece è rimasto e le cose sono nettamente migliorate.

 

 

Plus e minus

 

Dopo 10 presenze stagionali (ha saltato le prime giornate perché impegnato nel torneo olimpico con la propria nazionale) Son ha già messo a segno tanti gol quanti quelli fatti nell’arco del campionato precedente, cioè 4, a cui vanno aggiunti 2 assist. Con 702 minuti all’attivo, è il secondo miglior marcatore della propria squadra dietro a Kane (5 gol) e davanti a Dele Alli (a quota 3) nonché il quarto per occasioni create (16) nella classifica di squadra capeggiata da Eriksen (27).

 

Le sue doti migliori sono la velocità d’esecuzione (non la velocità pura, ma la capacità di scegliere ed effettuare la giocata giusta in poco tempo e spesso in corsa) e la qualità tecnica: un buon primo controllo, unito a un dribbling diretto (2,9 riusciti su 5,8 effettuati ogni 90 minuti) con improvvisi cambi di passo e direzione, con in più un’ottima qualità di tiro (2,9 conclusioni ogni 90 minuti con una precisione del 50%) con entrambi i piedi. Una mina vagante per i terzini avversari: può convergere al centro oppure puntare l’uomo e andare sul fondo con una certa disinvoltura e la sua versatilità gli permette di occupare qualsiasi posizione d’attacco all’occorrenza, anche se gioca prevalentemente a sinistra. Inoltre, quando riceva palla sulla corsa è difficile da fermare, sia per la varietà di soluzioni a sua disposizione, sia per la costituzione fisica.

 

 

Avere Eriksen come assistman rende tutto più semplice.

 

Al Leverkusen, Son era solito convergere al centro per andare al tiro, con il Tottenham sembra preferire le situazioni isolate di uno contro uno. Una sua azione tipo: stop con il sinistro per portarsi la palla sul destro, accenno a due, tre piccoli tocchi col piede destro come se volesse convergere al centro, salvo cambiare improvvisamente passo spostando il pallone con l’esterno collo del sinistro, tornando ad allargarsi, per poi concludere sul primo palo o mettere in mezzo un velenoso pallone a mezz’altezza.

 

Abbastanza alto (183 cm), con un fisico asciutto, vince relativamente pochi duelli aerei (il 33%, ai tempi del Bayer la percentuale era attorno al 43%), soprattutto per la maggiore fisicità che caratterizza il campionato inglese. Non è a suo agio nel giocare spalle alla porta e a volte si perde nelle situazioni più intasate, soprattutto in prossimità delle linee di rimessa laterale e fatica a sfondare il blocco centrale che alcune squadre (Leicester, West Bromwich) costituiscono con la consapevolezza che il Tottenham in generale non ama i cross laterali (gli “Spurs” sono una delle squadre che tira di più in Premier ma al tempo stesso è in fondo nella graduatoria di cross effettuati).

 

L’esperienza con Schimdt forse ne ha rallentato lo sviluppo sotto l’aspetto più associativo: in un contesto di gioco in cui la quantità (di tiri) veniva posto prima della qualità, Son non ha sviluppato molta razionalità, diventando un ipercinetico che non sa rallentare, dosare la propria mobilità per sfruttarla quando serve. Non sembra avere piena coscienza di sé e di cosa avviene intorno. Son è un giocatore di indubbio talento, ma che non dà l’impressione di saper valorizzare a pieno la sua vena creativa o di ampliare ulteriormente il suo set di scelte, comunque già piuttosto ampio.

 

 

 

Corsa contro il tempo…

 

Pochettino, recentemente, ha elogiato la fame e la grinta di Son, che da parte sua ha dichiarato di essere rimasto in Inghilterra per conquistarsi il posto da titolare, per migliorarsi e per vincere trofei. Ma quando si considera il futuro di Son bisogna considerare anche la sua situazione personale. In Corea del Sud è in vigore una legge che rende obbligatorio il servizio di leva militare, per una durata di 21 mesi, da svolgersi prima del compimento del 28esimo anno d’età. Solo la vittoria di una competizione internazionale – nel suo caso il Mondiale, le Olimpiadi, la Coppa d’Asia o i Giochi Asiatici – o un risultato di grande prestigio (la semifinale casalinga nel Mondiale 2002 o la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 sono gli esempi più recenti) riuscirebbe a fargli ottenere l’esenzione definitiva (anche se rimarrebbero comunque 4 settimane di volontariato a cui adempiere).

 

Le competizioni a disposizione per Son (che ai tempi del Bayer i tifosi chiamavano “Sonaldo”) si riducono sempre di più: ci andò molto vicino nel 2015 trascinando la sua nazionale fino alla finale di Coppa d’Asia, peraltro segnando il gol del momentaneo 1-1 (l’Australia poi vinse ai tempi supplementari). Nelle recenti Olimpiadi di Rio, invece, la Corea uscì ai quarti di finale. Restano a disposizione di Son, per non interrompere la propria carriera, i Giochi Asiatici del 2018 e la Coppa d’Asia del 2019. Nel frattempo è obbligatorio continuare a crescere, riuscendo, si spera, ad esprimere il suo massimo potenziale. Prima di ritrovarcelo su internet in tenuta militare tra qualche anno.

 

 

Gif parade

 

Per concludere ho raccolto una serie di azioni significative per capire che tipo di giocatore sia. In sostanza ci sono alcune cose più o meno assurde che è grado di fare.

 

 

  1. Mannequin Challenge

 

La parabola è talmente bella e precisa che persino Ter Stegen può solo ammirare.

 

 

  1. Road Runner

    

 

A volte Son Heung sembra nato per correre, fino a che qualcuno lo ferma con un fallo. Nel proseguimento di quest’azione contro il Norimberga si farà 70 metri di campo per poi confezionare un assist al bacio per Spahic.

 

 

  1. Non aprire quelle gambe

 

 

La disinvoltura com cui si gira concedendosi un tunnel ai danni dell’avversario.

 

 

  1. Geometria applicata

 

 

Qui ci illustra il concetto di parallelismo (al terreno) alla sua maniera.

 

 

  1. Sonsazionale

 

 

In questa rapida transizione difensiva si vede Jedvaj ricevere palla dal cambio di gioco di Kießling, il centrale in marcatura su Son riesce a recuperare la posizione ma il primo controllo del coreano è talmente delizioso per permettergli di girarsi subito, concludendo di sinistro in un battito di ciglia.

 

 

  1. False credenze

 

 

Chi ha detto che un ottimo finalizzatore d’area dev’essere per forza un centravanti?

 

 

Tags : bayer leverkusenson heung-minTottenham

Charles Onwuakpa è co-fondatore del podcast Il Terzo Uomo.

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