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Andrea Agostinelli
Il wrestling come fosse Cechov
20 mar 2020
20 mar 2020
In nessuno sport il coronavirus ha avuto degli effetti così strutturali.
(di)
Andrea Agostinelli
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Il 31 gennaio 1999 Denver Broncos e Atlanta Falcons si affrontano nella 33esima edizione del Super Bowl al Pro Player Stadium di Miami. Le due squadre vanno all’intervallo con i Broncos avanti 17-6 e lasciano spazio all’halftime show: “A Celebration of Soul, Salsa and Swing", uno spettacolo musicale curato da Big Bad Voodoo Daddy, Stevie Wonder e Gloria Estefan.

 

Contemporaneamente la WWE, allora ancora denominata WWF, manda in onda la propria versione dell’halftime show: un No Holds Barred, No Disqualification, Falls Count Anywhere Match tra The Rock e Mankind.

 

È un instant classic, un match che entra immediatamente nell’immaginario collettivo degli appassionati dato che i due wrestler si affrontano in ogni angolo dell’arena: sul ring, nella mensa, negli uffici amministrativi, persino nel parcheggio dell’arena che diventa la cornice del conteggio finale con Mankind che schiena The Rock utilizzando un muletto.

 

https://youtu.be/RsRA67uzzvs

 

La vera peculiarità dell’incontro è che si svolge senza pubblico dato che tecnicamente viene registrato 24 ore prima della messa in onda di Monday Night Raw dal Tucson Convention Center di Tucson, in Arizona. Per 20 anni la WWE ha riproposto questo match come uno dei pochi casi di evento a porte chiuse, sicuramente quello più famoso. Almeno fino al prossimo 5 aprile.

 



Con una decisione senza precedenti, nella serata di lunedì la WWE aveva annunciato che WrestleMania 36 si sarebbe disputato a porte chiuse. L’evento, inizialmente in programma presso il Raymond James Stadium di Tampa in Florida, verrà disputato come da calendario domenica 5 aprile ma verrà trasferito presso il WWE Performance Center di Orlando in Florida e - altra situazione senza precedenti - verrà spalmato su due giorni, il 5 e il 6 aprile.

 

Performance Center che nel corso di questi giorni è diventato la sede anche per gli episodi di Raw e SmackDown, due dei tre show che la WWE trasmette ogni settimana in diretta televisiva nazionale e che in questa situazione di emergenza sanitaria mondiale sono andati in onda senza pubblico. NXT, l’altro show, non si è disputato e l’episodio di questa settimana si è ridotto a un insieme di clip video relativo alle storyline in corso.

 

Si tratta ovviamente di decisioni prese come precauzioni per limitare la diffusione del coronavirus, soluzioni che non hanno investito solamente la WWE.

 

https://youtu.be/HEFixHJsCpI

 

La All Elite Wrestling (AEW), federazione fondata nel novembre 2018 da Toni Khan e con uno show settimanale in onda su TNT ogni mercoledì, ha spostato il suo ultimo evento presso la propria sede di Jacksonville, ma senza la presenza del pubblico. Un’imposizione che varrà anche per i prossimi eventi, per i quali è già stato annunciato che non si terranno nelle sedi originali. Inoltre diverse

sono state costrette a cancellare i propri eventi in programma nel corso dello stesso weekend di WrestleMania, che tradotto significa perdere il più grande incasso dell’anno.

 

Infine, la stagione della XFL, lega di football che Vince McMahon ha rilanciato nel febbraio 2020 dopo il clamoroso fallimento del 2001, è stata sospesa come quella di ogni altra lega professionistica sportiva americana. Una decisione resasi necessaria dopo la positività al tampone di un giocatore dei Seattle Dragons.

 

Nessuna positività, almeno per il momento, tra gli atleti e tutti i dipendenti sotto contratto con la WWE ed è probabilmente questo il motivo per cui l’azienda non ha sospeso i propri eventi cercando di portare avanti tutte le attività in vista dell’evento più importante dell’anno.

 

Quello che abbiamo detto per le federazioni indipendenti vale anche per la WWE, che ha trasformato il weekend di WrestleMania in un carnevale lungo 4 giorni che permette all’azienda di generare un fatturato impossibile da replicare in qualsiasi altro periodo dell’anno. Nel 2020 gli eventi sarebbero dovuti partire il venerdì sera con la cerimonia della Hall of Fame, per poi concludersi il lunedì sera con

, una puntata speciale di Raw in cui accadono grossi avvenimenti come il ritorno di una superstar da tempo fuori per infortunio oppure il cameo di una leggenda del passato.

 

Ovviamente lo spostamento di WrestleMania ha comportato il rinvio di tutte le attività in programma per quel weekend, ma soprattutto la perdita di un grosso incasso. Al momento non ci sono proiezioni ufficiali sui mancati introiti ma per fare un paragone, nella scorsa edizione di WrestleMania, tenutasi presso il MetLife Stadium in New Jersey, sono stati venduti biglietti per un introito lordo di 16,3 milioni di dollari. Una cifra a cui vanno aggiunti gli incassi per le vendite del merchandising e per le iscrizioni al canale tematico della federazione.

 

Quest’ultima voce è una delle ragioni per cui la WWE non ha fermato il proprio carrozzone. Il numero degli iscritti al Network, infatti, è da sempre uno dei dati più sensibili per la federazione in quanto rappresenta una fonte di entrata consistente tanto che, nel corso degli ultimi mesi, sono state messe in atto alcune direttive per aumentarne il dato, come ritardare sino a poche ore dall’inizio di un evento l’annuncio di alcuni match così da aumentarne l’interesse e quindi provocare un incremento nelle iscrizioni. I dati riportati nel report finanziario relativo all’esercizio finanziario del 2019, però, dipingono un trend negativo.

 

https://youtu.be/L0xQ8CoBHjs

 

I conti generali, grazie ai miliardi di dollari arrivati dall’Arabia Saudita e dai contratti televisivi appena entrati in vigore, sono in ordine ma il numero degli abbonati rispetto al 2018 è calato del 6,6%. In concreto si parla di 1,42 milioni di iscritti attuali ma con la previsione di salire a 1,47 milioni nel primo quadrimestre del 2020, stime che però erano state presentate prima che gli effetti del coronavirus investissero la WWE e portassero alla rilocazione di WrestleMania, la cui cancellazione non è mai stata presa in considerazione dai vertici dell’azienda.

 

C’è poi un secondo aspetto che ha spinto la federazione di Stamford a proseguire le proprie attività ed è l’effetto negativo che ogni rinvio, sospensione o cancellazione può avere sulle quotazioni del titolo WWE al listino di Dow Jones.

 

Anche qui le cose non stanno andando per il meglio dato che il titolo è passato in poco meno di un anno dagli 86$ ad azione ai 32,7$ per azione, dato registrato alla chiusura delle operazioni il 17 marzo 2020.

 

Inutile girarci intorno: proprio come sta accadendo per ogni azienda, a prescindere dal proprio campo d’azione, la WWE sta lottando per difendere i propri ricavi e ha quindi deciso di proseguire le proprie attività per un lecito interesse economico, stando comunque attenta alla salute dei propri dipendenti, che sono liberi di svolgere home office, ma soprattutto dei propri atleti, che hanno sempre l’ultima parola in merito ad una loro partecipazione a spettacoli televisivi.

 



Proseguire con le proprie attività per la WWE, però, significa nel concreto creare contenuti e mandare in onda tre show settimanali che al momento devono essere prodotti in un’arena vuota, senza pubblico e con grosse limitazioni in termini di manodopera (cameraman, addetti alle luci, fonici, etc.).

 

Niente che non abbiamo già visto nel mondo dello sport o dello spettacolo nelle ultime settimane ma il wrestling, essendo sport entertainment, ha per sua stessa natura bisogno della componente del pubblico per tenere fede alla propria definizione. Se non ci sono spettatori, chi si intrattiene?

 

Nel caso della WWE, la risposta è ovviamente il pubblico da casa, ma soprattutto i 56 milioni di utenti iscritti al canale YouTube e i milioni di followers su tutti gli altri social media. Per offrire un’impressione di normalità, la scaletta televisiva per esempio è stata riempita con interi match di alcuni PPV, contenuti solitamente esclusivi, ma dato che WrestleMania 36 si svolgerà regolarmente è necessario che tutte le storyline in essere prima delle nuove misure precauzionali, o almeno le più importanti, proseguano regolarmente.

 

In questo senso, il maggiore elemento di curiosità ha riguardato la gestione dei promo e, ad onor del vero, sino ad ora la WWE è riuscita a portare a termine un ottimo lavoro sfruttando alcuni artifici per aggirare il problema come i monologhi in favore di telecamera, i botta e risposta dal ring verso il backstage oppure le battute che giocano sul fatto che l’arena sia vuota.

 

https://www.youtube.com/watch?v=RTMEK2On_Lo

 

È tutto sommato un prodotto gradevole, a tratti divertente, ma il rovescio della medaglia, da tenere in seria considerazione in previsione di Wrestlemania, è che i pochi match che vengono disputati presso il Performance Center offrono l’impressione di essere allenamenti glorificati.

 

I wrestler, a parte qualche piccolo

, agiscono senza uscire mai dal loro personaggio ma ci sono momenti imbarazzanti. A volte si possono sentire mentre si chiamano a vicenda le proprie mosse e più in generale, dato che gli spalti sono vuoti, l’immagine nuda e cruda che ci arriva dallo schermo è quelli di atleti che si buttano per terra e fanno degli stunt.

 

https://twitter.com/SeanRossSapp/status/1239651111545552900

 

 

Ecco, per tutti gli appassionati questa è la vera sfida. Non è più il wrestling a cui sono abituati. È un nuovo tipo di wrestling. Le arene vuote hanno squarciato il telo che separa la finzione dalla realtà. Ora più che mai le federazioni chiedono loro un esercizio di spirito, un ulteriore atto di fede per mantenere in vita la kayfabe.

 

 

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