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Working Class Ronaldinho
14 nov 2018
14 nov 2018
Lee Trundle è un calciatore unico.
(articolo)
7 min
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Lee Trundle è diventato un giocatore professionista a 25 anni, quando i dragoni del Wrexham hanno pensato che avesse la faccia tosta per fare il salto di categoria. Dal 1995 al 2001 aveva giocato solo in leghe minori tra Galles e Inghilterra. Alcuni club veri gli ronzavano intorno già all’epoca ma lui non si presentava agli allenamenti ed era restio ad allontanarsi da Liverpool. Voleva giocare solo a modo suo, come quando da piccolo provava i palleggi nel supermercato. Poi a 24 anni gli nasce una figlia. Ad un tratto si accorge che non è una questione di quello che vuole fare lui, ma di quanto lui può fare per le persone che ha attorno. Si allena seriamente per 3 mesi e firma il suo primo contratto.

Siamo all’inizio degli anni Dieci e se sei nato nei sobborghi di Liverpool c’è la possibilità che i tuoi capelli siano meravigliosamente coatti. È il nostro caso. Trundle è poco più di 1.80, robusto, con la faccia simpatica e un taglio a coroncina con le meches bionde, ma non è tutto: le cose che fa in campo sono incredibili. Non dico per forza decisive o particolarmente sagge o che portino tutti a fare un salto di qualità, no, sono incredibili e basta, come un trucco di magia che vedi al mercato e ci pensi tutto il giorno e poi tutta la settimana.

Su YouTube si trovano filmati amatoriali mossi e con la messa a fuoco ballerina che catturano le sue gesta in contesti improbabili, come se fosse l’avvistamento di una bestia rara che gira in città. Durante una partita di calcetto indoor, 6 contro 6, a Kirkby nel Merseyside, Trundle stoppa di petto nel mezzo della palestraccia e ci ricorda che lui - come dichiarò al talk show inglese Soccer AM - non è un attaccante ma un entertainer.

Certo, fare i trick a calcetto non significa nulla (anche se questo qui sopra secondo me non riuscite a farlo), ma ci introduce all’universo di questa leggenda vivente, una leggenda sotterranea e periferica che dietro tutti i trucchetti spesi in campo ne ha organizzato uno più grande e serio per fregare tutti: giocare solo per divertire la gente. Non è un caso che sia l’unico calciatore a non aver mai calcato un campo di Premier (collezionando solo 74 presenze in Championship) che conta ore di filmati e tributi in giro per il web.

Insomma il Wrexham ci crede e lo butta in campo il 24 febbraio 2001 contro il Walsall. Le maglie da gioco sono ancora larghe e il campo è brullo e duro. La partita si mette subito male perché la squadra della periferia di Birmingham si porta sul 2 a 0 in appena mezz’ora. Nel secondo tempo però inizia la rimonta e guarda caso la firma è del fantasista di Liverpool che senza farsi problemi stoppa di petto e la rovescia in porta con una specie di pallonetto. Inizia così il circo di Lee Trundle e sarà una lunga storia d’amore che dura ancora oggi.

The Swans

Per 21 anni lo Swansea City ha fatto schifo. Precisamente dalla stagione 1981/82 a quella del 2002/2003. Immaginate di passare un quarto della vostra vita a guardare una squadra piatta, capace solo di correre, in continuo flirt con la retrocessione. Un bel giorno mister Brian Flynn arriva sulla panchina, portandosi dietro un bellimbusto dall’aria molto poco professionale che ha appena fatto 27 gol in due stagioni, al Wrexham. Nessuno percepisce l’imminente svolta in quel momento, anche perché Lee Trundle ha scelto di non salire di categoria con la sua ex squadra pur di seguire il mister e questo di solito è sintomo di poca ambizione o di pazzia.

Immagino che il suo primo pallone toccato in campionato abbia spazzato via uno spesso strato di polvere dall’ambiente dei cigni bianco-neri. Come se il suo ditone rosa fosse passato allegramente su un vecchio mobile, rivelandone l’antica fattura.

Avevano un giocatore tecnico. Anzi era più che tecnico, era magico, creativo e anticonvenzionale. All’improvviso tutte le ansie cervellotiche e macchinose dei punti in classifica passarono in secondo piano, bisognava andare allo stadio a vedere la partita perché era fico ed eccitante.

Questo era il repertorio che poteva offrire l’attaccante durante un solo match:

Inizia qui il cammino che porterà la squadra gallese in League One, in Championship e finalmente in Premier nel 2011, quando Trundle sarà già lontano in qualche piccolo stadio di periferia. Ma come ho detto prima conta poco in quel momento, perché finalmente la squadra ha un attaccante da 20 gol a stagione che quando tocca palla finisce negli highlights televisivi e anche i tifosi della Premier si affacciano a vederlo. Ma il legame con i tifosi non si riduce a questo; Trundle riesce a creare un feeling palpabile ed elettrizzante che porta tutti dalla sua parte, come quando conosci una persona e ti chiedi perché non sia tua amica da sempre.

In un’intervista per i suoi 40 anni racconta che al vecchio Vetch Field (il primo stadio dello Swansea) quando gli capitava di fare un numero vicino alla curva si voltava e faceva un occhiolino al pubblico, come un attore cinematografico che non resiste a guardare in camera. Il suo primo obiettivo era rendere i tifosi parte attiva del gioco, farli partecipare in prima persona. Andando a Swansea lasciava casa sua per la prima volta (anche al Wrexham tornava ogni sera a Liverpool) e quello per lui diventò un luogo speciale. Dopo gli allenamenti scendeva al pub a mangiare e incontrava la gente con cui parlava della partita e di calcio, li intratteneva con il suo carattere espansivo e guascone, con la risata facile e la pinta difficilmente vuota.

Il trick più rappresentativo della sua carriera è sicuramente lo shoulder roll con apertura di esterno (poi avrebbero segnato, secondo un commento YouTube) contro l’Huddersfield Town. La prima cosa che mi viene da pensare è che senza un collo così grosso e senza un po’ di quella che chiameremo “massa” o “ciccia” quel lavoro con la palla non si può fare. Il pallone piomba sull’attaccante come se fosse calamitato e poi rotola docilmente mentre il corpo gira in senso inverso. Poi entrambi si ritrovano proiettati verso la porta e l'azione prosegue fluida come se non fosse accaduto niente. Ma qualcosa è accaduto, tutti lo hanno visto. Era il loro Ronaldinho personale, forse anche meglio.

Nella finale del Torneo di Lega, che al tempo si chiamava Johnstone's Paint Trophy, Trundle segna il primo gol, un grande gol e lo Swansea porterà a casa la coppa. In quel momento gli astri sembrano tutti allineati per l’esplosione definitiva nel calcio inglese. Dall’altro lato il suo post-partita con una maglietta raffigurante un tifoso dello Swansea che orina sulla maglia del Cardiff e una bandiera del Galles con scritto “Fuck off Cardiff”, lo portano dritto dalla polizia, costruendo una sua immagine controversa e instabile.

Nel 2007 il Bristol City acquista Trundle per la cifra record (per lo Swansea) di 1 milione di sterline. L’attaccante ha 31 anni ma la sensazione è che il suo meglio sia già alle spalle e dopo 3 anni tra Bristol, Leeds e un breve ritorno a Swansea, finisce per vagare sempre più in basso nella struttura piramidale del calcio britannico tra Neath Athletic, Preston North End, Chester, Marine, Llanelli Town e ancora oggi, a più di 40 anni nell’Haverfordwest County, nella serie b Gallese.

Oggi, oltre a continuare a giocare e a divertirsi come un ventenne allena nelle giovanili dello Swansea che ormai lo ha adottato come ambasciatore e figura di riferimento per il club. Se fosse rimasto lì probabilmente la sua carriera sarebbe finita in modo diverso, ma lui non ci pensa e più di una volta ha detto che non è così che guarda alle coincidenze della vita.

Il tocco magico o quello che potremmo chiamare “effetto cinema” però non lo ha mai esaurito. Nel 2016 è tornato virale con un rigore impossibile (di cui abbiamo parlato anche qui) in cui finge di allacciarsi lo scarpino prima di colpire la palla, mandando nell’iperspazio il cervello del portiere.

Nello Swansea, dal 2003 al 2007, ha segnato 78 gol, segnando il momento migliore della sua carriera. Nel 2009/10 ci sarebbe tornato per una breve parentesi, più che altro per riprendersi l’abbraccio dei tifosi che non lo hanno mai dimenticato. Un coro per il suo come back home era pronto a riempire il Liberty Stadium, per guardare insieme al futuro e ricordare i vecchi tempi, come sempre.

Lee Trundle!

You were here and you won the cup,

(clap clap)

You were here and you got us up,

(clap clap)

You went to Bristol and you f****d them up,

(clap clap)

And now your back and we’re going up...

(clap clap)

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