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Voglio una vita Lewandowski
23 set 2015
23 set 2015
Ieri sera l'attaccante polacco del Bayern Monaco ha segnato 5 gol in 9 minuti, un record così assurdo che deve spingerci tutti a riflettere sulle nostre scelte di vita.
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5 gol in 9 minuti

Il Bayern Monaco ieri stava perdendo 1-0 in casa con il Wolfsburg, poi è entrato Lewandowski, ha fatto 5 GOL IN 9 MINUTI e il Bayern ha vinto 5 a 1.

È ridondante dire che Lewandowski, facendo 5 RETI IN 9 MINUTI, ha battuto ogni record. Verrebbe da pensare che lo avrebbe battuto anche con solo 3 gol in 9 minuti, o 4, e che quindi quella del polacco sia stata quasi una forma di hybris. In realtà, Ole Gunnar Solskjaer nel 1999 segnò 4 reti in 10 minuti, anche se furono meno belle.

Se guardate il video è quasi impossibile tenere il tabellino di questa partita. Lo United stava già vincendo con 999 reti di scarto e Solskjaer segnò, dall’80' al 90', i gol del 1000, 1001, 10002 e 10003 a… boh… 1?

5 gol in 9 minuti sono meno di un gol ogni 2 minuti, esattamente un gol ogni minuto e 40 secondi. Dopo il quinto gol Lewandowski si è fermato forse per non corrompere la perfezione di un record simile. Se, per dire, avesse segnato un sesto gol al minuto 80 a quest’ora parleremmo di “6 gol in mezz’ora (di cui 5 in 9 minuti)”, e suonerebbe male.

L’altra ipotesi è che Lewandowski abbia smesso di segnare per non dare troppo nell’occhio, per non far vedere cioè a tutti di aver trovato il modo di decriptare i codici della nostra realtà per generare paradossi di possibilità infinite. L’attaccante potrebbe insomma aver capito come piegare la realtà per segnare in qualsiasi momento, e se così fosse Lewandowski avrebbe due possibilità:

1. Potrebbe usare questo suo superpotere con parsimonia, limitandosi a segnare gol quando vuole solo per risolvere situazioni controverse per la propria squadra. Tipo stasera: il Bayern perde > Lewandowski inizia a segnare > il Bayern vince. Stop.

2. Potrebbe decidere di segnare sempre. Se Lewandowski iniziasse a segnare con la stessa media gol verificatasi nello spazio di quel buco nero del cosmo, cioè un gol ogni minuto e 40, Lewandowski segnerebbe appunto 64 gol a partita. Questa tendenza lo porterebbe a realizzare, da qui alla fine della Bundesliga, 1792 gol. Il che porterebbe alla fine del calcio per come lo conosciamo, alla squalifica a vita di Robert Lewandowski e, probabilmente, alla sua deportazione nell'Area 51.

Bug statistico

Lewandowski ha segnato in nove minuti gli stessi gol di quasi tutti i capocannonieri dei maggiori campionati europei. E anche un gol in più del Liverpool in tutto il campionato. Ripeto: LEWANDOWSKI HA SEGNATO IN 9 MINUTI UN GOL IN PIÙ DI QUELLI CHE IL LIVERPOOL HA SEGNATO IN 6 PARTITE.

Dopo ieri sera insomma si è creato una specie di bug che rende possibili infiniti calcoli statistici monstre. Anche per riflesso:

Per continuare l’esercizio, con un po’ di cattiveria potremmo dire che con il gol all’Udinese Balotelli eguaglia, calcolando gli ultimi due campionati, il numero delle reti segnate da Lewandowski tra il 51’ e il 52’ della partita di ieri. Ma anche mettendo semplicemente giù le statistiche individuali, pure e crude, il risultato fa paura.

Forse allora sarebbe meglio trasportare il fenomeno su un piano più esistenziale, come fa l’account Neymarred, che si mette dalla parte di Lewandowski, per cui tutte le esperienze di vita, d’ora in avanti, saranno solo un’imitazione sbiadita dei nove minuti di ieri.

Segnando 5 gol in 9 minuti Lewandowski ci manda un invito alla riflessione sulle nostre vite grosso come una casa. Non è da escludere che un giorno, una volta ritiratosi, Lewandowski inizi a tenere dei seminari ispirazionali: "Se io ho fatto 5 gol in 9 minuti cosa POTRESTE fare voi con le vostre vite se solo lo VOLESTE?!".

Poi però bisognerebbe immedesimarsi anche con chi li prende, quei gol. Con la situazione della Volkswagen non deve essere facile, in questo momento, essere del Wolfsburg. Figuriamoci dover gestire l’account Twitter inglese della squadra ieri sera.

Per rappresentare al meglio il rapporto privilegiato tra Robert Lewandowski e la porta del Wolfsburg possiamo usare uno screenshot grafico di FourFourTwo riguardante i suoi tiri.

Sul sito risultati.it invece il generatore automatico della cronaca della partita non si è accorto di niente, restituendo in modo quasi imbarazzante la differenza tra uomo e macchina.

Rivediamo i gol, uno dopo l’altro.

1° gol, minuto 51. È già chiaro il campo magnetico che si sviluppa sul terreno di gioco per far scivolare inesorabilmente il pallone verso Lewandowski, che può segnare a porta vuota il pareggio del Bayern. È già eccezionale riequilibrare un match così tirato dopo 5 minuti dall’ingresso in campo. Ma Lewandowski si fa ridare subito il pallone con l’arroganza di chi già sa che può segnarne altri quando vuole. Stava pensando: sono tutti contenti adesso che ne ho segnato UNO, pensa cosa faranno quando ne avrò fatti CINQUE.

2° gol, minuto 52. Un minuto dopo Lewandowski ha già segnato di nuovo. Le applicazioni statistiche di FourFourTwo e Squawka sono già in tilt; l’attaccante polacco ha toccato la palla 3 volte e ha fatto 2 gol: 2 tiri e un tocco di palla per aggiustare il tiro da fuori della seconda rete. Nella gif qui sotto si vede come la tv sia ancora impegnata nell’inquadratura celebrativa post-primo gol, intorno si sentono i tifosi del Bayern gridare il suo nome, ma all’interno dell’inquadratura stessa vediamo già Lewandowski girarsi per andare a segnare il 2 a 1.

3° gol, minuto 55. Nei film di fantascienza c’è sempre il dettaglio, l’esca che ti fa capire che quello che stai vedendo non è la realtà. Nello show di Lewandowski il dettaglio è quello del terzo gol, in cui l’attaccante polacco sbaglia la conclusione tre volte, ma la palla assume le traiettorie più assurde pur di tornare sempre sul suo piede. È il segno che ieri Lewandowski avrebbe segnato anche se quella palla a un certo punto fosse diventata da bowling, anche se si fosse rimpicciolita fino alla grandezza di un pinolo, anche se fosse diventata improvvisamente di cristallo: avrebbe toccato il piede di Lewandowski senza rompersi e sarebbe esplosa solo una volta varcata la linea di porta.

Douglas Costa lo abbraccia con un misto di sudditanza e amore incondizionato, vorrebbe che fosse suo padre.

4° gol, minuto 57. Sul cross di Douglas Costa Lewandowski arriva a spingere un piatto sotto la traversa che riesce comunque a far sembrare in qualche modo aggraziato. L’attaccante polacco segna anche i gol più banali facendoli sembrare delle poesie di Verlaine, la forza delle sue conclusioni non è mai sproporzionata o volgare, nessun suo gesto è eccessivo o fuori contesto. Lewandowski ha la stessa particolare eleganza dei film francesi della Nouvelle Vague, dove anche la lettura del giornale assume una certa solennità estetica.

I compagni iniziano ad avere paura di lui e non vanno nemmeno ad abbracciarlo. Lewandowski è elettrico, qualcuno dice di aver visto attorno a lui una luce blu e si crede che le donne presenti allo stadio ieri sera possano essere rimaste gravide.

5° gol, minuto 60. Per questa sua classe naturale Robert Lewandowski è stato da sempre paragonato a Marco van Basten. Massimo Ambrosini lo scorso anno ha dichiarato che è l’attaccante che glielo ricorda di più, come fece anche Jamie Carragher un anno prima. Franco Baresi ha confermato con un tweet proprio ieri sera. D’altronde alcuni gol di Lewandowski sembrano riprendere le sequenze di quelli di van Basten quasi fotogramma per fotogramma, un po’ come quelli di Messi sembrano riprendere quelli di Maradona.

Il quinto gol di Lewandowski è quello più “vanbasteniano” della serata. Innanzitutto nella ricerca del perfetto rapporto tra coordinazione e punto d’impatto, in una ricercatezza del dettaglio che ha più a che fare con le figure della ginnastica artistica che con il calcio.

Ma c’è anche qualcosa di più immateriale che accomuna l’attaccante polacco a van Basten, quell’espressione del punto d’equilibrio sottile tra forza ed eleganza, tra dinamismo e perfezione delle forme, un gusto neoclassico della misura senza eccessi.

I compagni smettono di avere paura e si avvicinano come attirati da una luce paranormale. Lo abbracciano dandogli dei pizzicotti, per accertarsi che sia fatto di carne come loro. La reazione di Guardiola, invece, è un instant classic.

E ora un po’ di tentativi di rendere la meraviglia in 140 caratteri

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