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Videogiochi di basket assurdi
25 gen 2018
25 gen 2018
Da Shaquille O'Neal a Pat Riley fino a J.R. Smith senza maglietta, 10 videogiochi surreali dedicati alla palla a spicchi.
(articolo)
8 min
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Secondo me i videogiochi di basket sono tutti assurdi. Sarò esagerato, ma credo che questo sport sia troppo innaturale, sincronico e legato ai movimenti e alla sensibilità di tante parti del corpo contemporaneamente per essere reso in modo minimamente fluido e realistico. Non dico che il calcio sia un gioco più semplice, ma nei videogiochi fila di più. No?

Per fortuna la storia dei videogiochi non è fatta solo di realismo e di NBA 2K. Nella seguente antologia ho elencato i titoli più strani e sorprendenti che hanno lastricato questo mondo. E se riuscirò a farvi riaprire il cassone con il Nintendo o il Sega, allora avrò fatto il mio dovere. Seguitemi!

One on One: Dr. J vs. Larry Bird

Console: Atari ST, Amiga, Commodore 64, Mac OS, Atari 7800, Apple II, PC booter, TRS-80 Color Computer

Anno: 1983

Cose che pensavo fossero pazzesche di questo gioco: si possono effettivamente fare solo uno contro uno tra Julius Erving e Larry Bird.

Cose che in realtà sono pazzesche di questo gioco: è il primo videogame in assoluto con i nomi veri dei giocatori; per l’epoca aveva una fluidità di movimenti e un ventaglio di azioni disponibili (tiro, stoppata, rubata, rimbalzo, schiacciata) elettrizzante; le reazioni del pubblico nella versione Amiga furono registrate a una partita dei Golden State Warriors; c’è la possibilità di schiacciare mandando in frantumi il tabellone e provocando l’intervento di un tipo che pulisce i vetri riempiendovi di improperi (nel video potete vederlo al minuto 3:07).

Jordan vs. Bird: One on One

Console: Commodore 64, MS-DOS, Game Boy, Mega Drive/Genesis, Nintendo

Anno: 1988

L’enorme successo di One on One: Dr. J vs. Larry Bird convinse la Electronic Arts a farne un seguito. Questa volta al fianco dell’eterno Larry appare tale Michael Jordan. Anni fa, in una crisi di retrogaming acuta, me lo sono comprato per il mio vecchio Game Boy, prendendolo a pochi spicci su Ebay. La sorpresona è stata scoprire che oltre alla partita uno contro uno si può fare il Dunk Contest con MJ e il Three-Point Contest con Bird!

(L’altra sorpresa è stata ricordarsi che il Game Boy non ha lo schermo che si illumina e chiedersi come facevo a giocarci in ogni antro della casa).

Comunque mi immagino un ragazzino nel 1988 che finge di avere la febbre per saltare la scuola e spararsi una mattina di Nintendo con annesso Dunk Contest del suo giocatore preferito. Sì, proprio quello che tutti i suoi compagni definiscono overrated perché a 25 anni in NBA non ha ancora vinto niente.

Slam City with Scottie Pippen

Console: Sega CD, Sega 32X, MS-DOS

Anno: 1994

La prima brutta notizia di questo gioco è che non potete essere Scottie Pippen; la seconda è che dovete sfidare uno alla volta dei soggetti palestrati in una modalità ripetitiva e poco fluida, mischiata il più delle volte a sequenze che sembrano estratte da un brutto videoclip anni ‘90. Lo scopo delle partite è guadagnare punti “respect”, che crescono per ogni canestro o azione positiva. L’ultimo avversario è Pippen, ma battendolo non guadagnate il rispetto di nessuno; al contrario tutti vorrebbero menarvi mentre consolano il loro idolo sconfitto (minuto 57:04). In conclusione: questo gioco non ha senso, ma le musiche sono fiche e il brano di apertura è rappato da Pippen in persona.

Shaq Fu

Console: Sega Mega Drive, Super Nintendo, Game Gear, Game Boy, Amiga

Anno: 1994

Il sito www.shaqfu.com è stato creato per riunire le migliaia di persone che odiano questo videogioco. La missione di quello che si fa chiamare Shaq-Fu Liberation Front è la seguente: comprarne tutte le copie e distruggerle. Ma come mai viene considerato uno dei peggiori videogame di sempre? Nel gioco Shaq sta per giocare una partita di beneficenza a Tokyo, ma prima di entrare al palazzetto si imbatte in un dojo di Kung Fu dove un vecchio maestro gli chiede di salvare un ragazzino di nome Nezu, che è stato rapito da una mega mummia malvagia. Shaq ovviamente accetta e viene trasportato in un’altra dimensione dove deve sconfiggere una serie di mostri e di guerrieri fino a raggiungere l’ultimo livello decisivo per risolvere l’avventura. Ok, non si gioca mai a basket, ma a me sembra abbastanza una bomba. Nel video per Super Nintendo che ho messo qui sopra potete notare come Shaq faccia fatica a dare pugni agli avversari perché sono tutti più bassi di lui: se riuscite a comprare questo gioco prima che arrivi l’Inquisizione, nascondetelo e preservatelo dall’estinzione.

Basketball!

Console: Magnavox Odyssey 2

Anno: 1978

Partite dal presupposto che questa è già la versione super evoluta di Basketball, del 1972, il primo videogioco di basket mai prodotto uscito con la Magnavox Odyssey, la prima console domestica di sempre. Se volete provare a immaginarvelo pensate a NBA 2K18, toglietegli tutto e lasciate tre quadratini di luce che si muovono su sfondo nero, poi stendete sullo schermo del vostro televisore una pellicola su cui è disegnato un campo da basket e dei pupazzetti; in trasparenza potrete muovere le tre luci immaginando quella al centro come la palla e le altre due come i giocatori. Lo scopo del gioco sarà mandare la “palla” nell’altro campo senza che l’avversario riesca a ribatterla nel vostro.

Questo titolo del ‘78 invece è molto più sofisticato, come vedete: la palla scende dall’alto, rimbalza un po’ a caso in giro e appena vi capita in mano dovete tirarla nel canestro. In pratica è una partita allenata da Don Nelson.

Bill Laimbeer’s Combat Basketball

Console: Super Nintendo

Anno: 1991

Questo gioco esce nel periodo in cui i Detroit Pistons dei “Bad Boys” sono la squadra più forte e cattiva del pianeta. In questa storica compagine granitica e ultra aggressiva milita il centro Bill Laimbeer, considerato il giocatore più rognoso e sporco del quintetto. È da qui che parte l’idea per il gioco: nel 2030 Laimbeer diventa il capo di una lega di pallacanestro dalla quale licenzia tutti gli arbitri (a lui poco congeniali), dove si gioca senza regole e dove il pubblico può gettare varie armi nel campo. È come se da noi fosse uscito il gioco Materazzi Serie A Wrestling. L’altro dato da considerare è che in questo mondo futuristico e distopico tutti i giocatori sono dei robot tranne Bill. Dal video mi sembra un gioco parecchio confusionario, ma sappiate che è il primo titolo di basket mai uscito per Super Nintendo.

Slam Dunk

Console: Super Nintendo, Game Boy

Anno: 1995

Questo videogioco esiste soltanto in versione giapponese, ma io me lo sono comprato perché ho detto: chissenefrega, tanto devo giocare a basket, mica mi devo leggere un libro. Quanto mi sbagliavo. In effetti la versione per Game Boy del gioco è abbastanza incomprensibile per chi non conosce la lingua: sembra infatti una strana trasposizione dell’anime in cui ogni tanto devi selezionare delle opzioni e dare dei comandi, ma non giochi veramente in tempo reale. Sul Super Nintendo invece ha una giocabilità vagamente più comprensibile, con la possibilità di muovere i giocatori lungo il campo, i momenti in cui si duella singolarmente e i tiri liberi. (Chi non sa cos’è Slam Dunk invece vada a farsi 10 suicidi a tutto campo; chi non sa cos’è un “suicidio” invece vada ad allenarsi con una squadra di basket).

Pat Riley Basketball

Console: Sega Genesis

Anno: 1990

Mi fa molto ridere che un videogioco possa chiamarsi Pat Riley Basketball: è un’operazione di prepotenza e narcisismo che si sposa molto con il coach che all’epoca allenava i Lakers. Altra cosa che mi fa ridere di questo gioco è che la palla è enorme e rimbalza in modo frenetico, come se fosse attaccata a un filo elastico. Poi, leggendo i commenti YouTube del video, mi sono accorto di questo dettaglio pazzesco: le cheerleader sono solo due e fanno avanti e indietro per il campo cambiandosi i colori del vestito a seconda di chi segna. Per tutti questi motivi entra di diritto in questa lista.

Michael Jordan: Chaos in the Windy City

Console: Super Nintendo

Anno: 1994

Il malvagio e pazzo professor Maximus Cranium rapisce le squadre dell’All-Star Game NBA che stanno per scendere in campo (mi chiedo come chiunque possa sequestrare gente come Karl Malone, Charles Barkley, Patrick Ewing e David Robinson, ma vabbè) e indovinate a chi tocca salvare baracca e burattini? Michael si trova ad attraversare mondi assurdi tirando palle infuocate addosso a zombie e ragni giganti, schiacciando in testa a bestie deformi e salvando piano piano tutti i suoi compagni. L’unico rammarico che ho quando vedo questi videogiochi è di non poterli avere per i miei giocatori italiani cult, tipo: Jacopo Giachetti Apocalypse in Virtus Roma o Alex Righetti Firestorm at Pepsi Rimini (ovviamente sempre giochi vintage).

Summer of J.R.: J.R. Smith vs. T-Shirts

Console: The Ringer

Anno: 2016

Ok ho barato, questo non è un vero gioco, ma una creazione di quei matti di The Ringer per omaggiare l’estate post-titolo con Cleveland di J.R. Smith, passata tutta senza maglietta a bere, ridere e ballare. Lo sviluppo della storia è bellissimo: J.R. deve distruggere a calci e pugni le magliette che gli vengono lanciate addosso, fuggire con il suo hoverboard dagli avvocati lanciati da Adam Silver e infine affrontare Benny the Bull, la mascotte evocata dal Presidente Barack Obama, anche lui alterato da questa cosa che J.R. Smith sta sempre senza maglietta. Il finale del gioco coinvolge il fantasma di Abramo Lincoln e fa molto ridere. Chi vorrebbe che questo gioco uscisse per davvero alzi la mano.

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