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Vetrina olimpica
13 ago 2016
13 ago 2016
I calciatori che ci hanno colpito a Rio 2016.
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Eppure l'azione migliore non è un gol: qui sotto, Asano legge con largo anticipo e un'ottima intuizione il giro-palla colombiano, recupera la sfera e scarica un gran sinistro (piede debole) verso la porta: il tiro con un po' di sfortuna finisce sulla traversa.



In attesa di capire dove giocherà la prossima stagione, Asano è fiducioso: «Se dovessi andare in prestito, darò il 100%». A Rio si sta già allenando in questo senso.

 

 





 







 



 

 





 



 



 







 



 

 





 



 







 



 



 

 





 



 



 

Una visione di gioco e una tecnica di passaggio da vero regista, solo 20 metri più indietro.





 



 



 







 



 



 







 



 

 





 

Thiago Maia non viene incontro nella costruzione bassa e la sua posizione allontana il pressing avversario. Non è lui a dettare i tempi: nonostante una buona conduzione nello stretto Thiago Maia non possiede una gran precisione nei lanci lunghi e il Brasile preferisce che a impostare l'azione siano i centrali, assistiti dalle discese di Renato Augusto.



 



 



Essendo da solo in quella posizione, gli capita spesso di dover cambiare uomo di riferimento e per questo concedere un tempo di gioco, ma con la sua bruciante accelerazione recupera subito il tempo perso.

 



 

Il Chelsea lo cerca, forse Conte vorrebbe un'eccellente alternativa a Kanté, cioè un ragazzo di 19 anni estremamente modellabile. Fisicamente, Thiago Maia sembra già pronto per il calcio europeo, suo approdo naturale. Come si dice, remember the name.

 

 





 



 



 





È alto 1,83 ma è dotato di una grande coordinazione che, nonostante le lunghe leve, gli permette di compiere cambi di direzione rapidi e precisi che incrementano esponenzialmente la sua pericolosità nei duelli individuali. Tra l’altro, a 20 anni, non ha ancora completato lo sviluppo fisico e potrebbe diventare anche più veloce ed esplosivo di quello che è già.

 

Possiede un’ottima tecnica individuale, che utilizza sia per combinare con i compagni, che per attaccare la porta in prima persona e mettere in mostra le sue ottime doti da finalizzatore. È un giocatore molto intelligente per la sua età e dà sempre l’impressione di sapere esattamente cosa fare dopo ogni primo controllo. Sotto la guida di Schmidt ha imparato anche a fornire un contributo difensivo importante e ha sviluppato ulteriormente il suo innato senso tattico. Questa incredibile completezza rende Brandt un giocatore realmente unico, con davanti a sé un futuro potenzialmente glorioso.

 

 





 



 







 



 

 





 



 



 



 







 



 



 

 

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