Venuto dal Futuro

Gareth Bale: la storia dell’uomo bionico, dell’alieno, di un nuovo tipo di calciatore, di un prototipo del calcio di domani.

Parole di Daniele Manusia, illustrazioni di Elena Xausa

Vedere al di là dell'enorme, esagerata, assurda, superiorità atletica di Gareth Bale è difficile. Il suo dono lo mette su un piano separato rispetto agli altri calciatori.

Esempio: marzo 2014. Un'amichevole irrilevante tra Galles e Islanda. Oltre a resistere a raddoppi e triplicazioni di marcatura, a cambiare direzione in corsa senza effettivamente rallentare, a muoversi in spazi stretti con il doppio dell'agilità di giocatori grandi la metà di lui, Bale fa l'assist per il primo gol (con una punizione da quaranta metri), causa il secondo (calciando fortissimo contro un difensore sulla linea di porta che rimbalza via come uno stuntman nella scena di un'esplosione) e segna il terzo gol in perfetto “stile Bale”. Allungandosi la palla sulla fascia, cioè, restando in piedi quando un avversario disperato ha tentato di placcarlo riuscendo solo a deviarlo fuori dal campo, infine calciando con forza e precisione sul secondo palo quando in area gli si parano davanti tre avversari (con un quarto poco dietro).

Ashley Williams, capitano del Galles, che giocando nello Swansea ha affrontato tutti i campioni della Premier League di oggi, al termine di quella partita ha detto di non aver mai visto cose del genere in tutta la sua carriera: Bale, ha spiegato, ormai è un super uomo. Ma Williams per descriverlo usa pure l'immagine opposta: il suo compagno più famoso quando gioca sembra un bambino al parco, perché gli riescono facili cose impossibili agli altri; ma più che altro i bambini al parco sembrano gli avversari di Bale, tanto più normali e lenti di lui.

Se si ascolta il commentatore del video della partita finito su YouTube, a un certo punto, su uno dei pochi palloni persi da Bale, lo si sente dire, quasi con sollievo: “Anche lui è umano”. Guardando video tipo questo si può provare la strana sensazione che si tratti di un'ingiustizia. Ci dovrebbe essere un campionato, una Lega a parte, per quelli come lui. Questo è quello che viene da pensare guardando i migliori gol o gli highlights individuali delle migliori partite.

In parte è un problema che chiama in causa la fruizione contemporanea del calcio su YouTube, sempre un po' falsa se non altro perché restano tagliati fuori gli aspetti più noiosi dei calciatori. Privato di quei momenti in cui palleggia nello stretto con un'abilità che acquisita nel tempo, della sua seconda natura da centrocampista, di quei momenti in cui non sa a chi passare la palla e magari taglia il campo con un lancio che cade nel nulla, ridotto esclusivamente ai suoi momenti migliori, Gareth Bale è letteralmente spaventoso. Al confronto di alcune singole giocate di Bale anche l'aura di Cristiano Ronaldo striminzisce un po'.

Non si ferma né con le buone né con le cattive. Finché non ci saranno giocatori con il suo stesso corpo noi saremo costretti ad immedesimarci nel difensore islandese che prova a placcarlo: Sölvi Ottesen, adesso gioca in Cina, nello Jiangsu Guoxin Sainty, fino a pochi anni fa era al Copenhagen.

Per niente umano, troppo umano

Ma è anche un problema che riguarda l'evoluzione del calcio degli ultimi vent'anni e l'idea, a metà tra il luogo comune e il problema vero, che nel selezionare i giocatori si stia privilegiando la parte atletica rispetto a quella tecnica. Bale è diventato immediatamente il simbolo di un calcio non a misura d'uomo, con un rapporto tra muscoli, elasticità e velocità che fa paura. Micah Richards, che al Manchester City ha giocato contro Bale sulla stessa fascia, descrive così la sua esperienza: “Mi faceva sentire piccolo piccolo. Mi ha fatto a pezzi”. Noi ci sentiamo allo stesso modo guardandolo.

Che questo calcio fuori scala ci scandalizza al punto che non sappiamo giudicarlo lo testimonia il fatto che quando il Real Madrid ha speso una cifra record per Bale, non sapevamo come interpretarlo. Quando per Zidane spesero 75 milioni di euro era riconosciuto come il più forte giocatore al mondo e la spesa si collegava alla nostra attualità. Con Bale non possiamo contestualizzare la spesa perché non è chiaro in che senso sia un campione. All'ultima edizione del Pallone d'Oro è arrivato dodicesimo e noi da soli non riusciamo a capirlo. Come pubblico in questo momento siamo in ritardo rispetto all'avanguardia del calcio. Bale, nonostante giochi nel Real Madrid, è a tutti gli effetti l'avanguardia del calcio.

Adesso guardate la prestazione di Bale contro la Scozia di più di due anni fa (valida per le qualificazioni al Mondiale). Anzi, guardate solo il gol del definitivo 2-1, a pochi minuti dalla fine. Bale prende palla a centrocampo, otto giocatori scozzesi sono ordinati a difesa dell'area di rigore, la situazione sembra sotto controllo. Bale punta lo spazio tra l'ala e il centrocampista destro, accelera senza perdere contatto con la palla, accelera con una sensibilità equivalente a quella con cui Messi tocca il pallone. Poi, arrivato a un paio di metri dal vertice sinistro dell'area di rigore, da un punto del campo in cui ci si potrebbe aspettare al massimo un cross, se mettete pausa prima di vedere cosa succede dopo, ci si può immaginare al massimo un cross, in più con un uomo addosso che lo sbilancia, Bale riesce a calciare sotto l'incrocio del secondo palo. Una prova di superiorità ai limiti dell'onnipotenza. Persino il prestigioso, competente, equilibrato blog spagnolo Ecos del Balon ha speso l'aggettivo “supereroico”.

In realtà Gareth Bale è una persona semplice e riservata fino alla banalità. Non fuma e non beve, nonostante abbia vissuto la stragrande maggioranza della propria vita nel Regno Unito (“A Natale e nelle altre occasioni speciale ci ho provato, i miei amici o mia sorella mi chiedono di bere, ma in realtà non mi è mai piaciuto”). Le persone più importanti della sua vita sono quelle della sua famiglia, ancora oggi nelle interviste parla del padre come del suo eroe. È fidanzato con una compagna di scuola di Cardiff con cui ha avuto il primo figlio, una bambina, quando aveva ventitré anni. Gli piace stare a casa, guardare film, giocare ai videogiochi (“So che i ragazzi della mia età vanno in discoteca, ma a me non è mai interessato molto”).

Arrossisce durante le interviste, la notizia più vicina a uno scoop sulla sua vita privata da quando è a Madrid è che ha paura dei ragni (“Se trovo un ragno in camera chiamo qualcuno, chiunque”). L'unica nota di colore che ho trovato risale a quando aveva diciassette anni e divideva la camera con l'esterno dell'Arsenal Theo Walcott, che ricorda: “A Gareth piacciono gli scherzi, quando rientravo in camera sano e salvo mi sentivo fortunato. Dovevo stare attento, faceva cose tipo mettere un bicchiere d'acqua in cima alla porta così da farti bagnare quando entravi”. Un altro suo ex compagno di camera, Chris Gunter, dice che Bale “di certo non è uno di quelli che finiscono sulle prime pagine per i motivi sbagliati”.

La sottile linea che separa la faccia dal corpo di Bale

Il contrasto Gareth Bale calciatore e Gareth Bale con una vita privata normale sta tutto nel contrasto tra la sua faccia e il suo corpo. La cosa bella di Gareth Bale è che guardandolo in faccia sembra il ragazzino che al parco sceglieremmo per ultimo. Non sembra la faccia di un calciatore professionista. O di certo non sembra della stessa generazione di Cristiano Ronaldo. La faccia di Cristiano Ronaldo ringiovanisce invece di invecchiare, ogni sua espressione sembra quella di un'icona.

La faccia di Gareth Bale, invece, non è brandizzabile neanche dopo l'operazione con cui ha riavvicinato le orecchie a sventola alla testa, neanche con i capelli corti sui lati e perfettamente piegati all'indietro, o con il cerchietto che mette in risalto i suoi occhioni azzurri. Magari lui ci prova, ma di sicuro non ci riesce. Le sue espressioni sono quelle spontanee di una persona con una vita al di fuori dello star system.

È il corpo di Gareth Bale ad essere della stessa generazione di quello di Cristiano Ronaldo, o addirittura di una generazione successiva: un corpo del futuro. Anzi, un corpo venuto dal futuro. Un corpo per un calcio che non stiamo ancora giocando. Per visualizzare meglio il contrasto tra corpo e faccia di Bale potete immaginare Roberto Baggio con i muscoli di Cristiano Ronaldo.

Il corpo di Bale si è gonfiato anno dopo anno, quasi in timelapse, per poi raggiungere la massima espansione la scorsa estate. Per qualcuno è evidente che abbia preso qualcosa di illecito, lui dice di non aver fatto neanche palestra. Non è importante. Quello che conta è il messaggio che porta: il suo corpo è quello di un androide che va metaforicamente in guerra per il nostro divertimento 1.

Foto di famiglia

Il giorno della presentazione del Real Madrid, quando Bale è salito sul palco con la sua famiglia, le camicie tagliate male dei suoi parenti, i loro sorrisi da persone schiette e le pance gonfie di birra stridevano in quel contesto, vicine ai completi dei dirigenti madridisti e alla gentilezza affettata del presidente Florentino Perez.

Il Daily Mail ha paragonato la presentazione a un matrimonio in cui la famiglia dello sposo non c'entra niente con quella della sposa, ma lo sposo sì. Come se la vera famiglia di Bale fosse stata il Real Madrid.

La verità è che Bale è tutto lì: la sua faccia e la sua vita privata sono come la sua famiglia, il suo corpo è sposato con il Real Madrid.

Come vediamo Bale? Come un androide venuto dal futuro che va metaforicamente in guerra per il nostro divertimento.

Un modello nuovo

Il modello di Gareth Bale potrebbe rimpiazzare quello del calciatore brand di oggi e, se ci pensiamo bene, un futuro tipo quello che sembra annunciare non è poi così brutto. Immaginiamo un'epoca abbastanza remota affinché i calciatori abbiano ognuno la propria dinastia, in cui Gareth Bale XXIII scende in campo per il Real Madrid equivalente di quel futuro e il pubblico è in grado di riconoscerlo come il più forte giocatore al mondo.

Calcisticamente si potrebbe realizzare, finalmente, l'utopia della squadra perfetta senza specialisti. Un calcio in cui non esistono più i ruoli perché sono tutti Gareth Bale. Certo, sarebbe un calcio intensissimo (forse bisognerà allargare il campo o introdurre palloni più pesanti) e nessun calciatore potrebbe controllare il ritmo di una partita come facevano i campioni di una volta, ma di giocatori del genere ce ne sono pochissimi anche oggi.

Anche l'autenticità dei campioni di un tempo ormai è perduta, ma potremmo farcene una ragione se, per dire, Cristiano Ronaldo non cercasse di venderci tutto se stesso anche dopo aver segnato un gol. Il suo è un calcio senza vero piacere, senza momenti di sollievo, sembra sempre affacciato su un burrone. Le sue esultanze sono comunque meno sincere di quelle di Bale, che ha cominciato facendo il cuore in un periodo in cui non segnava molto, perché lo aveva promesso alla fidanzata, e poi quando ha cominciato a segnare molto ha registrato il logo.

Il corpo di Bale non ci farà più spavento perché il resto dei giocatori saranno in scala con lui. Il talento, fisico e tecnico, non sarà più una pistola da brandire in mezzo al campo minacciando (tipo Ibrahimovic), né la pozione magica con cui far sparire i difetti dell'esistenza (CR7), né l'unica forma di esistenza possibile per bambinoni iper-dotati, in una versione da Telefono Azzurro del mito del genio vittima delle proprie capacità (Messi).

Potremo anche smettere di aspettarci che il calcio produca contenuti socialmente e moralmente utili, mandando in tilt il nostro cervello che non riesce a conciliare lo spettacolo creato da un business milionario con il bisogno intimo di dare senso alle nostre vite. Perché saremmo meno interessati alla loro vita privata troppo banale. Calciatori con vite normali: wow, che rivoluzione.

Caparrós

In un pezzo uscito su Internazionale qualche tempo fa, Martin Caparrós si scagliava contro il calcio moderno. Caparrós ce l'ha con la storpiatura di un'idea di calcio elegante ed efficace che lui fa risalire all'invenzione del dribbling da parte degli argentini. Un abbellimento del gioco, sì, ma con un'obiettivo preciso.

Caparrós: “Prima dell’era della televisione, un ragazzo imparava a giocare guardando i suoi compagni di classe, gli scarponi del quartiere: vedere ogni tanto una rabona, un'incrociata, era un miracolo. Adesso la prima cosa che fanno è imitare i video di Neymar: imparano la bicicletta prima di imparare a passare la palla. Quindi conta di più saper fare la bicicletta che i passaggi”.

Bale in campo può compiere scelte sbagliate, calciare la palla e mandarla in curva, ma non compie mai un gesto tecnico superfluo. I suoi dribbling sono essenziali fino alla brutalità e le sue accelerazioni mai fini a se stesse. In alcuni momenti Bale non sfrutta neanche la sua velocità e quando la sfrutta, è semplicemente inimitabile.

Ma se non è fondamentale capire in che percentuale Caparrós avesse ragione 2; piuttosto è interessante immaginare il futuro di Gareth Bale come un'evoluzione del calcio che non piace allo scrittore sudamericano. Un'evoluzione al riparo da quel tipo di critiche a metà sportive e a metà sociologiche.

A meno che un giorno verranno inseriti limiti di velocità, o di peso, o di massa muscolare (o, al contrario, i calciatori verrano obbligati da regolamento ad avere una percentuale standard di massa grassa, in modo che il loro corpi somiglino ai nostri), il corpo di Gareth Bale è un concentrato di tutti gli obiettivi del calcio inteso come gioco e come sport.

Un'infanzia quasi normale

Il padre Frank era custode scolastico, la madre Debbie era impiegata in un ufficio legale di Cardiff. Il loro quartiere di origine, Whitchurch, era un antico borgo inglobato nel tempo dalla città. Bale cita il contesto familiare working class per far capire che è uno con i piedi per terra. Il padre lo descrive come fonte di ispirazione e come “un uomo all'antica”. Racconta di avergli fatto uno scherzo in età adulta, presentandosi a casa con un paio di orecchini finti: “Giuro che pensavo volesse ammazzarmi. Mi ha guardato con un tale disgusto...”.

Bale da piccolo era bravo in quasi tutti gli sport che praticava: rugby, hockey, atletica, corsa campestre. Il rugby era troppo violento per lui (“Non avevo voglia di placcare nessuno”) ma correva i 100 metri in 11.4 secondi 3. Magari avrebbe avuto un futuro nell'atletica leggera, anche se dai suoi racconti sembra che non abbia mai voluto farlo da grande.

Il vicino di casa ricorda di aver offeso il piccolo Gareth ogni volta che gli mandava il pallone nel giardino: “Sopratutto quella sera che ce l'ha mandato quattordici volte. Ma gliel'ho sempre ridato, e in questo modo ha continuato a giocare”.

Aveva anche uno zio calciatore, il fratello della madre, Chris Pike 4 . Quando Gareth era ancora piccolo lo zio giocava nel Cardiff e il padre lo portava alle sue partite. Lo zio ricorda di essere stato sconfitto in una gara a chi prendeva più volte la traversa, quando il nipote aveva otto o nove anni e lui era ancora un professionista: “A dire il vero è stato imbarazzante”. Lo zio poi è andato a dire alla sorella di non far smettere Gareth di giocare a calcio per nessuna ragione al mondo.

L'infanzia normale di un calciatore non è per forza di cose sana e, ad esempio, Bale non era interessato allo studio: “Non mi sono mai applicato un granché a scuola. Mi piacevano le ricreazioni e la pausa pranzo, ma non sopportavo stare seduto dietro al banco. Guardavo in continuazione fuori dalla finestra, controllavo l'ora, pensavo a quando avrei potuto giocare a calcio”.

Bale non era un bambino prodigio, forse

L'aspetto più interessante della vita di Bale prima che diventasse un calciatore è che non si capisce se è un predestinato oppure no. È lo stesso problema che abbiamo oggi: è un fenomeno o solo uno che corre veloce con la palla?

Quando Bale va alle medie nella sua vita entra il professore di ginnastica che gli impedisce di giocare con il sinistro durante le partite di classe, perché altrimenti è troppo più forte degli altri. “Qualsiasi sia la materia d'insegnamento, l'importante è consolidare i punti forti ed eliminare i punti deboli”.

Gwyn Morris, il professore, in occasione di una premiazione scolastica 5, fa un ritratto del Bale adolescente a suo modo commovente: “Ha una determinazione feroce e le qualità e il carattere per raggiungere tutti i suoi obiettivi. È uno degli individui più altruisti che io abbia avuto il piacere di educare”.

In classe con Bale c'era il futuro capitano della Nazionale gallese di rugby 6, Sam Warburton, che faceva anche il difensore nella squadra di calcio della classe (si faceva chiamare “la roccia”). Lui dice che Bale sarebbe stato un ottimo estremo a rugby e che la tattica della squadra era “dare palla a Gareth: quando lui giocava male, la squadra giocava male”.

Richard Tatham, un altro membro della squadra, ricorda che era raro che Gareth facesse qualcosa di diverso dal giocare a calcio. E che era parecchio competitivo: “Facevamo tutti e due atletica e durante una marcia ci eravamo messi d'accordo per arrivare insieme al traguardo. A un certo punto lui ha accelerato e ha vinto”.

Al tempo stesso, però, Bale in quegli anni era timido e tardava a crescere. La stella della scuola era Liam Palmer7 : “La gente mi diceva che ero più forte di Gareth. Ma uscivo troppo. È difficile diventare calciatore professionista se i tuoi amici ti chiedono di uscire la sera. Per Gareth c'era il calcio e nient'altro”. Palmer adesso vende componenti elettroniche e gioca come semidilettante. Al di là dei confronti tra di loro, ricorda che Bale era piuttosto bravo: “Gli davi la palla e si faceva tutto il campo. I difensori rimanevano a bocca aperta, sembrava uno scherzo. Provavano a placcarlo perché era l'unico modo per fermarlo”.

Gareth Bale non ha alcun interesse a chiarire la sua posizione. Per lui non è importante sapere se era il più forte della scuola oppure no: “Ho sempre pensato di essere piuttosto bravo. Tutti i bambini lo pensano. Ma non mi è mai venuto in mente di essere il migliore”. Allo stesso modo, oggi può giocare nel Real Madrid senza entrare in competizione con Cristiano Ronaldo.

Rod Ruddick, lo scout del Southmapton che ha scoperto Bale quando aveva solo nove anni e che gli resterà vicino per il resto della carriera, ricorda che era in grado di superare in velocità più avversari sulla fascia sinistra. Bale però era più piccolo dei suoi compagni e quando è cresciuto lo ha fatto troppo in fretta. Tra i quindici e i sedici anni è cresciuto di quasi 20 centimetri in 18 mesi, nel processo sembrava aver perso la sua velocità e si diceva avesse problemi alla schiena (Bale minimizza anche in questo caso: “I muscoli dovevano solo abituarsi al cambiamento, capita a tutti gli adolescenti”).

Da adolescente, Bale faceva parte delle giovanili del Southampton ma non aveva una borsa di studio e ogni week end viaggiava in macchina con i genitori e la sorella per raggiungere Bath, dove ha sede l'accademia satellite del club (“Ogni viaggio era divertente. Cantavamo tutti insieme”).

“La prima volta che ho visto Gareth”, ricorda George Burley, l'allenatore della prima squadra che farà esordire Bale dopo non molto tempo, “è caduto di schiena dopo un colpo di testa ed è stato portato fuori dal campo a braccia”.

Malcolm Elias, che aveva l'ultima parola sui nuovi ingressi nel settore giovanile del Southampton, ha raccontato alla BBC: “Non era considerato tra i migliori, abbiamo persistito con lui perché era mancino, sapeva crossare e dribblare. Ma se mi aveste chiesto a quel punto se si trattava di un gran giocatore avrei detto di no. Probabilmente perché non aveva il fisico che ha adesso”.

Rivelazione

Sembra incredibile ma a quindici anni Gareth Bale non aveva il fisico per diventare calciatore. Il talento c'era, ma Elias aveva dubbi così grandi che a un certo punto ha deciso, senza dire niente a Gareth, di dargli un'ultima partita di prova. Avrebbe pazientato altri novanta minuti, ma se lo avesse deluso lo avrebbe cacciato. In caso contrario, avrebbe dato anche a lui una borsa di studio. Era la prima partita di Bale con l'under 18, il Southampton vinse 5-1 giocando bene contro il Norwich, e Gareth per sua fortuna giocò “da sogno”.

Bale è entrato ufficialmente nel settore giovanile del Southampton in questo modo, a inizio 2005. Poi ha accelerato al punto che un anno dopo, nell'aprile del 2006, ha esordito in campionato con la prima squadra 8. A maggio di quello stesso anno ha esordito anche in Nazionale maggiore, in amichevole contro Trinidad e Tobago (con le orecchie a sventola e le basette lunghe entra nel secondo tempo e fa l'assist per il 2-1 del Galles). La stagione successiva, quando Bale ha tra i diciassette e i diciotto anni, è già titolare in Championship.

Elias sintetizza così la trasformazione improvvisa di Bale: “Prima lo spostavano dalla palla. Poi all'improvviso l'unica cosa che riuscivano a vedere era il suo numero di maglia”.

I Superpoteri

Dal blog di calcio The Run of Play del maestro Brian Phillips, novembre 2010: “Che goduria assistere a questi ultimi mesi di Gareth Bale. Una specie di ala veloce vecchio stile in un'epoca in cui non ci sono ali veloci – e un mancino che gioca a sinistra, che è una mossa quasi contro-culturale di questi tempi”.

Quando Phillips scrive, Gareth Bale ha mostrato da poche settimane di cosa è davvero capace. Ha cambiato il senso di una partita diventata inutile dopo poco più di mezz'ora, con il Tottenham sotto 4-0 a San Siro e in 10 contro 11 contro l'Inter campione in carica della Champions League (ma, va detto anche se lo sapete, senza Mourinho), trasformandola in una rimonta impossibile, in uno contro tutti che aveva senso solo per lui. Il secondo e il terzo gol li ha segnati a tempo praticamente scaduto ma, con l'aria di non rendersene neanche bene conto, Bale è entrato nell'immaginario del pubblico come i personaggi di Holly e Benji che bucano i muri e strappano i guanti ai portieri.

Sul primo gol passa tra Maicon e Zanetti disegnando lo zig-zag di un fulmine a centrocampo con due tocchi separati: di sinistro per tagliare al centro, di destro per andare dritto. Poi la porta velocissimo con tocchi rapidi di collo in area, Samuel si getta in scivolata ma è troppo tardi, Bale ha già incrociato rasoterra sul secondo palo, con l'unico angolo che Julio Cesar non poteva coprire. La partita è vinta, ma l'Inter triplica la marcatura su di lui: Biabiany+Maicon+Zanetti (l'unico in grado di andargli dietro sembra Eto'o: ma Bale corre con la palla). Sul secondo gol Zanetti è bravo a restargli vicino ma perde il passo quando Bale si allunga palla per tirare. Sul terzo Aaron Lennon gli passa la palla in area e Bale fa partire un diagonale che non si stacca a più di un millimetro dall'erba e prima di entrare rimbalza come un sasso piatto lanciato su uno stagno.

Secondo Phillips le discese di Bale hanno qualcosa di fragoroso (“thunderous”) che “paralizza i terzini avversari, facendolo sembrare ancora più veloce”. E l'immagine che meglio lo rappresenta è quella del terzo gol del Tottenham nella partita di ritorno. Quando Bale in campo aperto trasforma Lucio in una statua di sale, facendogli passare la palla a sinistra e sprintando a destra.

La prestazione di Bale al ritorno è ancora più impressionante, anche perché ormai l'Inter sapeva che il Tottenham aveva Marc Lenders in squadra. A fare la figura del bambino al parco è Maicon, nel periodo in cui era il terzino destro più forte del mondo. Bale lo fa sembrare semplicemente incapace di difendere verso l'interno, gli basta spostare la palla al centro per aprire il corridoio in cui allungarsela. Se invece Maicon fa un passo verso l'interno del campo, Bale lo sfida a rubabandiera lungolinea, e arriva sempre primo lui.

Bale ha anche un altro superpotere: crossare la palla in quello spazio tra la difesa e il portiere che si riduce progressivamente mentre si avvicina al fondo. Oltre i difensori che corrono verso la loro porta, ma a una distanza che permetta all'attaccante alle loro spalle, in questo caso il russo Pavlyuchenko, di spingere il pallone in rete, e che impedisca al portiere steso a terra con il braccio alla massima estensione di deviarne la traiettoria. Ecos del Balon dice che i cross di Bale sono “i cross più precisi del calcio mondiale”, “caramelle per gli attaccanti”.

Sfiga

Dopo quella performance il suo allenatore, Harry Redknapp, gli dà qualche giorno di vacanza: “Gli ho detto di andare all'estero. E lui ha fatto come dicevo: è andato a Cardiff a casa della madre”.

Il contraltare dei superpoteri di Bale è la totale assenza di glamour con cui è arrivato a quel punto della sua carriera. Gli anni di sfiga dopo l'ottimo inizio al Southampton (38 presenze a diciassette anni, il premio di Young Player of the Year della Championship e i primi gol, quasi tutti su punizione) e l'acquisto del suo cartellino da parte del Tottenham1. Le sfighe cominciano con il tackle che dopo pochi mesi gli rompe i legamenti della caviglia 2. Poi, quando torna dopo aver saltato quasi tutta la sua prima stagione in Premier League, continua ad infortunarsi. Sulla panchina del Tottenham nel frattempo sono cambiati tre allenatori e quello che c'è quando Bale torna disponibile, Harry Redknapp, non si innamora a prima vista di lui.

Secondo Redknapp, Bale si toccava troppo i capelli (“Se la smetti di sistemarti il ciuffo magari diventi un giocatore quasi decente”, gli dice l'allenatore) e cadeva troppo spesso a terra in allenamento (“Ogni volta che prendeva una botta si metteva a zoppicare. Io pensavo i medici lo prendessero troppo sul serio; ogni mattina la stessa storia: Gareth cadeva e loro correvano a soccorrerlo. Alla fine gli ho detto di lasciarlo dov'era”). Ma sopratutto, per Redknapp Bale non era un buon difensore e, tutto sommato, preferiva far giocare Benoit Assou-Ekotto3.

Ma c'era un tipo di sfiga più rara, che è toccata a Bale e a pochi altri. Nei primi due al Tottenham, quando Bale era in campo, la squadra non ha vinto una sola partita: sono in tutto 24 gare consecutive pareggiate o perse. Una sfiga che si può anche tradurre così: il Tottenham con Bale in campo non ha mai vinto nei primi due anni. Persino la prima sconfitta di Redknapp sulla panchina del Tottenham è coincisa con la prima volta che aveva messo in campo Bale. Il Telegraph l'aveva chiamata: “la maledizione di Bale”.

Redknapp ricorda la partita contro il Manchester United, all'inizio della stagione 2009/10: “Gareth mi ha detto: Non voglio giocare, sono superstizioso. E sono superstizioso anch'io, quindi....” Per spezzare il sortilegio l'allenatore lo ha fatto entrare a partita in corso contro il Burnley, a settembre del 2009, con il Tottenham in vantaggio 4-0. “Ricordo che Harry mi disse: se arrivano a 4-4 ti tolgo 4”.

Dopo l’esplosione Redknapp gli dà qualche giorno di vacanza: “Gli ho detto di andare all'estero. E ha fatto come dicevo: è andato dalla madre”.

Live fast, senza tirartela

Gareth Bale sta introducendo la novità di un corpo nuovo, che viene dal futuro, abbinato a una testa non da megalomane. La sua storia è a metà strada tra la narrazione del successo di un predestinato, con tratti fumettistici tipo il professore che lo aiuta a sviluppare i suoi superpoteri facendolo giocare solo con il piede sbagliato, e la sfortuna di non vincere una partita in due anni, che in uno sport di gruppo non vuol dire niente ma è comunque umiliante. Gareth Bale fa il tiro alla fune con se stesso, senza mai cadere di faccia ma senza neanche vincere facilmente senza impegnarsi come ci si aspetterebbe.

I piedi sono rimasti sempre saldi a terra. Sul problema della fase difensiva diceva: “Sono ancora giovane, sto ancora imparando tutte le componenti del gioco”. Ha compensato allenandosi nell'uno contro uno difensivo e nel gioco di posizione. Bale trova un lato positivo anche alla durezza iniziale di Redknapp: “Mi ha dato un vero calcio nel sedere quando è arrivato. È stato lui a dare la prima spinta alla palla di neve. Se non mi avesse dato quel calcio oggi non sarei qui”.

E queste sono le parole di un ragazzo di diciotto anni che si rompe i legamenti alla caviglia dopo solo 12 partite in Premier League: “Ho imparato molto da quel momento. Credo di essere diventato un giocatore migliore grazie a questo. Quando non giochi puoi osservare gli altri giocatori e pensare a come migliorare. Non puoi fare molto altro a parte questo, ma quando torni in forma poi puoi usarlo nel tuo gioco”.

Doveva trovare ancora la fiducia in se stesso ma la coscienza dei suoi superpoteri ce l'aveva anche in quel periodo: “Le mie statistiche [fisiche] sono sempre state alte, fin da quando ero al Southampton. Credo faccia semplicemente parte del mio gioco. Il che mi dà un leggero vantaggio sui miei avversari”.

Bale non ci tiene a soddisfare la nostra curiosità classificatoria, l'ansia di sapere se è un fenomeno naturale. A 14 anni correva i 100 metri in 11.4 secondi, ma non se la tira e preferisce non rivelare i suoi tempi da adulto: “ti dico solo che vado parecchio più veloce”. Dato che erano compagni di camera, e sono entrambi dei velocisti, gli hanno chiesto chi era più veloce tra lui e Theo Walcott. Ma Bale ha fatto il signore anche in quel caso: “È più veloce lui. Mi basta guardarlo per sapere che è più veloce lui 5”.

Bale non ci dice nulla perché non c'è nulla di eccezionale da dire o perché teme che non lo capiremmo? Cambierebbe qualcosa se Bale fosse ufficialmente il giocatore più veloce al mondo? Durante il Mondiale Arjen Robben pare abbia toccato i 37 km/h. Di Bale invece è stato detto che all'esordio con il Real Madrid fosse arrivato a 40 km/h (Usain Bolt durante la finale del record dei 100m piani di Berlino andava a 44.7 km/h). La scorsa primavera la Fifa ha stilato una lista dei dieci calciatori più veloci in possesso del pallone , e Bale si fermava a 34.7 km/h ed era solo il secondo più veloce . Il più veloce in assoluto era Antonio Valencia, ala del Manchester United, che ha toccato i 35.1 km/h. E Valencia è un giocatore mediocre, per cui forse la velocità non è poi così importante.

Dobbiamo fidarci di Bale se vogliamo conoscerlo, e credere alla sua semplicità. Sul passaggio dal fare il panchinaro alle prestazioni della Champions League da star assoluta dice soltanto: “Passare dal non giocare, al giocare, è l'unica cosa importante. In realtà non puoi chiedere molto di più”. Quando parla della capacità del suo corpo di riprendersi dallo stress delle partite dice: “Non so che sensazioni hanno gli altri giocatori, ma io ho l'impressione di recuperare piuttosto velocemente”. Uno leggermente più egocentrico di lui si sarebbe paragonato a Wolverine, il personaggio Marvel che guarisce dalle ferite istantaneamente, immortale 6.

(Ricreazione)

Quella di Bale non è una storia capace di esaltare lo spirito competitivo dei lettori. Competitività e successo sono questioni del tutto separate dal rapporto genuino che Bale ha con gli oggetti sferici.

Ci sono delle persone che sanno giocare a qualsiasi gioco purché ci sia una palla. Bale è uno di questi. Gioca a golf con il padre e il suo handicap è 8. Che, se non ho capito male, significa che è piuttosto bravo. Ma sopratutto sa palleggiare con la mazza prima di colpire al volo la pallina.

Un altro video che lo rappresenta bene è quello in cui palleggia con una pallone da calcio in un campo da basket, in sottofondo si sente Empire State of Mind di Jay Z, una canzone che parla di successo. Ed è perfetto perché l'idea di successo di Bale sembra quella che mostra in quel momento, quando palleggia spensierato e fare canestro con i piedi.

In un altro video in cui il suo corpo non sta cercando di vincere una partita di calcio, e lui può essere pienamente se stesso, Bale fa una gara di punizioni con il giocatore di cricket inglese Jonathan Trott. Lui ha la barriera e Trott no, Trott ne segna una e lui no. Lo prendono in giro ma sulla sua faccia da ragazzo semplice con le guance arrossate dal freddo, con una fascetta in testa, un collare, i guanti, i pantaloni lunghi, Bale non rosica come farebbero molti altri campioni al posto suo.

Immaginate Totti: sì, starebbe al gioco, ma a meno che il suo avversario non fosse stato un bambino ci avrebbe tenuto a calciare almeno una punizione bene.

Bale invece si vuole riscattare tirando un rigore con Trott in porta. Il presentatore gli dice “Sta cercando di ritrovare la sua dignità”, Bale risponde qualcosa ridendo ma non si sente. Poi si fa parare anche il rigore e nell'intervista finale fa la parte dell'imbarazzato: “Fa freddo oggi, che ci posso fare”. “Sei mai stato così sotto pressione?” “Oh, certo. È stato terribile, lo ammetto”.

Giovane mutante

Dal 2007 al 2010, Bale ha segnato con la maglia del Tottenham appena 5 gol, quanti ne aveva fatti alla prima stagione da titolare con il Southampton. Prima del gennaio del 2010, a dieci mesi dalla grande notte in cui avrebbe pietrificato la difesa dell'Inter, cioè, per Redknapp non era un titolare.

Lo snodo della carriera di Gareth Bale, quello che sblocca i suoi superpoteri, arriva quando Redknapp lo sposta a centrocampo. Dopo un anno di panchina Bale ha ricominciato a giocare quando Assou-Ekotto si è infortunato, poi gli è stato cambiato ruolo per far giocare entrambi7. Redknapp dice che lo aveva visto giocare a centrocampo in una delle prime partite di Bale con il Tottenham, quando in panchina c'era l'olandese Martin Jol (“Non possono starmene qui seduto a fare quello intelligente che ha avuto l'idea per primo”)8 e Bale aveva comunque più libertà quando giocava con la Nazionale.

All'inizio della sua metamorfosi dice di sentirsi comunque più a suo agio a terzino ma: “È una nuova sfida, se il Mister decide che questa è la squadra migliore allora io sono contento di adattarmi”. Fatto sta che a settembre del 2009 c'era ancora la “maledizione di Bale”, e lui entrava sul 4-0 contro il Burnley, e ad aprile del 2010 viene eletto Player of The Month dopo che ha segnato in due partite consecutive, contro Arsenal e Chelsea.

La stagione successiva è quella della Champions League e delle partite con l'Inter. Bale adesso è impossibile da fermare in campo aperto con un sinistro sempre più pericoloso. Vince il premio di Player of the Year e il Tottenham arriva fino ai quarti di Champions, lo elimina il Real Madrid (4-0 all'andata) che triplica la marcatura su Bale.

Brian Phillips aveva intuito subito una cosa: “Nei prossimi mesi mi aspetto che le squadre avversarie provino a togliergli il sinistro, spingendo Bale verso il centro del campo”. L'effetto sorpresa non poteva durare molto e il Gareth Bale del 2011 è un giocatore prevedibile anche se eccezionale. Il suo grado di coinvolgimento nel gioco di squadra è simile a quello di uno staffettista in attesa del testimone. È un accentratore di gioco spostato sulla fascia, i compagni lo cercano come ai tempi delle medie ma il campo non è abbastanza grande per lui.

Mutante adulto

La seconda grande metamorfosi di Gareth Bale è quella da centauro di fascia a numero dieci, quando sulla panchina del Tottenham arriva André Villas Boas, che deve rimediare all'assenza di un centrocampista creativo dopo che Luka Modrić era stato acquistato dal Real Madrid. La mossa di AVB magari sarebbe stata meno di rottura in un campionato diverso da quello inglese, la cui tradizione si fonda sui cross, in cui per questa ragione si preferisce far giocare i sinistri a sinistra, i destri a destra. Per le difese avversarie, ritrovarsi con Bale al centro deve essere stato uno shock simile a quello dei cittadini di Tokyo se il sindaco avesse dato le chiavi della città a Godzilla.

Oppure, ecco un modo rapido di considerare gli effetti del cambio di ruolo. Contro il Norwich, fuori casa, il Tottenham sta perdendo a dieci minuti dalla fine. Assou-Ekotto calcia a casaccio una palla in avanti che arriva a Jermain Defoe. La difesa del Norwich non è sbilanciata: ha un uomo in marcatura preventiva e due centrali in copertura alle sue spalle. Defoe fa una sponda a Bale che esce dalla difesa e in una frazione di secondo ha già saltato un avversario a centrocampo. Adesso corre leggermente verso destra puntando la difesa del Norwich, che indietreggia privilegiando la copertura del centro del campo, tanto Bale è mancino. Ha un uomo davanti, un secondo che sta stringendo da sinistra, a massimo due metri di distanza, e un terzo che sta recuperando da dietro, anche lui tagliando sul lato sinistro. Bale sterza proprio verso sinistra, si infila nel collo dell'imbuto della difesa del Norwich ma riesce a tirare prima che il secondo marcatore e il terzo gli finiscano addosso. Il calcolo dei centimetri a disposizione per compiere quella manovra e del tempo che aveva a disposizione è fenomenale. Il tiro di punta/esterno sinistro sul secondo palo avrebbe messo fuori causa il portiere anche se avesse capito prima cosa stava succedendo.

Ecco un modo ancora più rapido. Contro il West Ham, sempre fuori casa, il Tottenham sta pareggiando 2-2. È il novantesimo, Bale accelera nella metà campo avversaria ma non ci sono spazi, allora rallenta e la passa a Sigurdsson. Un giocatore del West Ham entra in ritardo e Bale va a terra. L'arbitro dà il vantaggio, Bale si rialza e gli passano subito palla. Non ci sono spazi, Adebayor unica punta è nascosto dai quattro di difesa e un centrocampista accorcia subito su Bale. È almeno a trenta metri dalla porta avversaria e i difensori sono pronti a scattare se prova a dribblare il suo marcatore. Bale abbassa la schiena e mette la palla sotto l'incrocio opposto.

Mettetevi nei panni del tizio che se lo trova davanti: cosa fareste? Se lo affrontate, vi salta e a quel punto potete salutarlo e chiedergli di mandarvi un messaggio quando arriva dall'altra parte del campo. Se non lo affrontate, e dietro di voi c'è una difesa che aspetta solo che si muova per saltargli addosso, Bale colpisce la palla in modo che si alzi, raggiunga l'altezza desiderata e poi viaggi in assenza di gravità nell'unico angolo che il vostro portiere non può coprire.

L'ultimo gol di Bale con la maglia degli Spurs. Al novantesimo della partita con il Sunderland, non basta comunque per portare i suoi compagni in Champions League. La mia frazione di secondo preferita è quella in cui tiene la palla incollata al petto, poi la fa scivolare sul collo. Poi mi piace immaginare, anche se non si vede, che abbia guardato negli occhi il suo marcatore.

Numero 3, numero 11, numero 10

Al di là del terrore che fa regnare nelle difese avversarie, Gareth Bale da mezzapunta entra in contatto con aspetti del suo gioco che non conosceva. Ha più spazio e più direzioni a disposizione per correre (si crea anche la novità quasi assoluta della corsa da destra verso il centro, con la possibilità di tirare di interno), di conseguenza più angoli per tirare sfruttando ogni centimetro del suo piede sinistro. Ma scopre anche di essere un palleggiatore.
Abel Rojas, su Ecos del Balon dice che oltre ad essere “inumano, distruttivo e frustrante” per le difese avversarie, Bale ha “la lettura di gioco del vero centrocampista”. Accelera solo quando deve, o quando serve, altrimenti pensa. Non controlla davvero il gioco, non è veramente a suo agio quando non ha spazio e deve venirsi a prendere palla molto indietro. Dribbla meglio quando ha la linea laterale vicina, in generale non è uno di quelli che con la palla tra i piedi può mandare in confusione il sistema operativo dei difensori a forza di finte. Ma sa giocare di prima e rallentare il ritmo del gioco per cercare compagni liberi.
Rojas parla di “pausa”, una caratteristica di gioco che di solito si associa ai trequartisti sudamericani, che consiste nella capacità cioè di congelare il gioco per alzare la testa e guardare gli altri giocatori in campo come se fossero tanti cani al guinzaglio di un dogsitter.
Di certo la “pausa” non era mai stata associata prima a un terzino sinistro diventato prima ala e poi trequartista nell'arco di due stagioni.

Oro Colato

Nonostante il Real Madrid lo abbia pagato 100 milioni, e il suo acquisto sia stato interpretato come una sorta di promozione sociale che lo portava al livello di popolarità e successo del tre volte Pallone d'Oro Cristiano Ronaldo; nonostante, d'altra parte, abbia segnato in tre delle quattro finali che il Real Madrid ha giocato e vinto finora, compreso il gol decisivo per la tanto desiderata décima Champions League della storia (decisivo quanto il pareggio di Sergio Ramos, magari, ma infinitamente più importante del rigore del 4-1 di Cristiano Ronaldo), Gareth Bale non ha l'aria del semidio da coprire d'oro.

Il suo corpo, però, è quello di un semidio. E il crepaccio che separa i successi sportivi ed economici di Bale dalla sua mancanza di fascino commerciale, ci spinge a pensare di nuovo al suo strapotere fisico. Primo, perché magari il suo corpo può giustificare le cifre spostate da un conto all'altro e la sua ascesa nell'Olimpo del calcio mondiale; secondo, perché la velocità, la potenza e l'elasticità sono le sue qualità più facili da osservare: se sei il giocatore più costoso al mondo devi essere anche il migliore in qualcosa.

Quando Bale ha segnato alla sua prima partita ufficiale con la maglia del Real Madrid, a metà settembre del 2013, il quotidiano madridista Marca ha usato subito il gioco di parole (che avevano pronto magari dal momento della firma) tra Bale e “Vale”, titolando: “Porque lo Bale” (che funziona solo se non si tiene conto dell'esatta pronuncia del cognome1). In questo caso il gol non è importante per l'economia della partita (un 2-1 che nel secondo tempo sarebbe diventato 2-2) ma per come è avvenuto: il Real Madrid stava addensando il gioco sul lato destro con 4 giocatori, Carvajal è arrivato sul fondo e ha crossato quando a centro area c'era solo Cristiano Ronaldo. Bale si è fiondato dal lato debole del campo, quello fuori inquadratura, come le navicelle di Star Wars nei cunicoli della Morte Nera, e ha spinto la palla in rete in scivolata franando sul portiere.

Oltre al gol, in quella stessa partita d'esordio contro il Villareal, Bale ha fatto uno scatto impressionante sulla fascia. A fianco a lui correva Bruno Soriano, capitano del Villareal, che ha provato a fermarlo con una scivolata che gli sarebbe costata sicuramente un cartellino, ma Bale lo ha sorvolato sul suo tappeto volante. Bale fa invecchiare all'istante il detto “o palla o gamba” e Soriano è servito solo a mostrare quanto Bale fosse fuori scala.

Questo tipo di approccio però non protegge Bale da eventuali critiche. Se al primo giorno di scuola fa uno scatto impressionante “li vale”, allora poi quando un mese dopo gioca male nel clásico con il Barcellona significa che “non li vale”. O al contrario: se quattro giorni dopo essere stato criticato fa due gol più due assist in una stessa partita, allora si spiega di nuovo tutto e i giornali lo chiamano “Cannon-Bale” . E così via.

Generalmente

I cento milioni di Bale possono scatenare due tipi di reazioni generali, che riguardano Bale solo perché uno di quelli in cima alla piramide alimentare del regno dei calciatori. La prima è quella di sdegno morale nei confronti del sistema calcio, inteso come parte del mondo in cui vivono tutti, e quindi dell'Europa in recessione. Il calcio non è un vero lavoro e le cifre che manipola sono sproporzionate come il corpo di Bale è sproporzionato rispetto a quello di gente con una vita.

Questa reazione si può avere anche dall'interno. Tata Martino, allenatore del Barcellona all'epoca, interrogato sul caso Bale ha parlato di cifre irrispettose nei confronti “del mondo in generale”. Detto da Martino fa uno strano effetto, visto che in quel periodo il Barcellona aveva sottratto Neymar al Real Madrid, e a conti fatti sembrerebbe che il suo cartellino non sia costato molto di meno. Ma è una questione personale, evidentemente per Martino non c'è contraddizione.

Anche Zinedine Zidane, che allena la primavera del Real Madrid e insieme a Beckham è il simbolo vivente del periodo “galacticos”, può dire: “Dieci anni fa, quando hanno pagato me 75 milioni di euro, ho detto che non li valevo. Io penso che nessun calciatore li valga. Due società si mettono d'accordo, nessuno punta una pistola alla tempia di nessuno. Questo è il calcio. È incomprensibile, considerando il periodo, che si spendano tutti questi soldi2”.

La reazione opposta a quella appena presentata, e altrettanto generica, consiste nel pensare al calcio come un settore tecnologico molto avanzato in cui le innovazioni vanno pagate care. In questo caso i calciatori vanno confrontati agli Amministratori Delegati di grandi aziende, o a investimenti sulle infrastrutture, a un nuovo stadio. I grandi calciatori contribuiscono sia a dare lavoro a chi strappa i biglietti, a chi pulisce le tribune, a chi vende magliette nei negozi; sia a vendere più magliette, più biglietti, ad attirare sponsor e diffondere ancora di più il marchio della squadra.

Di soli ricavi commerciali (non i biglietti venduti, non i diritti tv) il Real Madrid ha guadagnato 211,6 mln di euro nella stagione 2011/12, che sono diventati 231,5 mln nella prima stagione di Bale (su un totale di entrate di 518,9 mln). E poi per calcolare il costo reale di un giocatore bisognerebbe considerare lo stipendio e la durata del contratto, eventuali rate nei pagamenti, e valutare l'operazione all'interno del contesto di squadra, con eventuali cessioni e tagli dei costi. Da questo punto di vista i 100 milioni di Bale sono quasi esclusivamente simbolici.

Cento milioni scatenano sdegno morale nei confronti del sistema calcio: sono cifre sproporzionate, proprio come lo è il corpo di Bale.

Gli haters di Bale

Nel caso di Bale la situazione è la seguente: anche chi accetta il mercato dei calciatori per quello che è, e quindi accetta che un calciatore possa arrivare a valere 100 milioni, si chiede perché proprio Bale3. I veri nemici di Bale sono quelli che non riconoscono il suo valore innovativo. Il problema dei soldi viene usato contro calciatori che giocano male o sopravvalutati, e Bale può sembrare sopravvalutato solo perché non se la tira, perché tutto il merito del suo successo sembra dipendere dalle sue straordinarie doti atletiche. I 100 milioni ci scandalizzano perché non riusciamo ancora a rappresentarcelo come un campione.

(Consolazione)

Dato che il problema non sono i soldi in sé ma la nostra percezione di Bale, potrebbe liberarci di un peso sapere che Bale, forse, non è il calciatore più costoso di sempre, che invece dei 100 milioni di cui si parlava il Real Madrid potrebbe aver pagato solo 91 milioni per averlo.

In realtà non è chiaro dato che nessuna delle due squadre coinvolte nello scambio è tenuta a dirlo: il Real Madrid non è quotato in borsa (e nei bilanci non c'è una voce specifica per ogni giocatore) e il Tottenham è uscito dalla borsa nel 2012.

Florentino Perez, a ottobre del 2013, si è lasciato scappare in tv che l'assicurazione sulla vita di Bale era di 91 milioni, confermando anche che la cifra era pari al valore d'acquisto. Ma resta il dubbio che Florentino Perez stesse solo cercando di tenere tranquillo Cristiano Ronaldo, che in quel periodo aveva il contratto in scadenza, facendogli credere che i 94 milioni che aveva speso per lui erano ancora la cifra più assurda spesa per un calciatore. E in ogni caso, anche se il Real Madrid avesse speso 100 milioni per Bale, andrebbe calcolata l'inflazione per fare un vero e proprio confronto tra i due...

Qualche settimana dopo l'arrivo di Bale, Cristiano Ronaldo ha rinnovato il contratto con il Real Madrid, guadagnando più di Bale, ovviamente, ma anche di Messi e Ibrahimovich. Così, se non può essere il trasferimento più costoso al mondo, almeno è il calciatore più pagato.

Usain Bale

Alla sua prima stagione in Spagna, Bale ha segnato 15 gol in campionato, a cui vanno aggiunti 12 assist e i gol nelle partite di coppa. Bale ha segnato in tre finali su quattro e prima di firmare con il Real Madrid non aveva mai giocato una finale in vita sua. Il suo unico vantaggio è che è sempre stato in discussione, nessuno lo ha mai trattato da fenomeno: “Non vedo l'ora di cominciare e di far vedere a tutti quello che so fare”, ha detto il giorno della sua presentazione. “Non credo che ci possa essere una pressione maggiore proveniente dall'esterno, rispetto a quella che mi metto da solo”.

La prima delle finali l'ha decisa lui a quattro minuti dalla fine, lo scorso aprile in Copa del Rey contro il Barcellona. Con un'azione così tipicamente sua, per l'idea che noi abbiamo di lui, che anche chi ha guardato la partita in diretta ha avuto l'impressione di averla già vista. Un instant classic: Gareth Bale che si invola sulla fascia, con vicino Marc Bartra, giovane difensore del Barcellona che aveva anche segnato quella stessa sera, e che dovrà lavorare molto per far dimenticare il suo ruolo di vittima sacrificale, per non essere solo quello lasciato indietro da Bale nella più impressionante dimostrazione delle sue capacità che abbia dato finora. Bartra che costringe Bale a fare il giro lungo, che lo segue per una sessantina di metri senza riuscire a prenderlo, Bartra come Wile E. Coyote.

Non credo che questo gol in particolare possa essere tra i preferiti di molte persone. La ragione è la stessa per cui, per Usain Bolt4, è “il gol che tutti gli sprinter sognano di fare”. Gareth Bale conferenziere a fine carriera avrebbe qualche difficoltà a creare un legame con il pubblico cominciando dalla domanda: “Quanti sprinter abbiamo in sala?”.

Il contrario di Beckham

Bale è il contrario di come lo descrive Alex Bilmes, direttore dell'edizione inglese di Esquire che lo ha messo in copertina prima ancora che diventasse ufficiale il passaggio al Real Madrid: “Quando la gente ha iniziato a parlare di Real Madrid per noi è diventato chiaro che si trattava di una vera e propria star. (…) C'è qualcosa in lui, una scintilla, che piace alla gente. Quando il Real Madrid, o una squadra di questo tipo, spende tanti soldi su una persona non lo sta facendo solo per come gioca. Stanno investendo anche in immagine, che vendono come brand in Africa, Asia e il resto del mondo. È così che fanno i calcoli”.

Nel documentario della BBC da cui ho tratto la citazione di Bilmes si passa subito al paragone con David Beckham e alla possibilità che Bale diventi un brand. Il suo agente, Sky Andrews, dice: “Credo che il ragazzo sia un po' più interessato al calcio. Quando la gente comprerà le sue magliette indipendentemente dalla squadra in cui gioca, e a seguirlo dovunque, allora lo inviteranno in Asia, in Australia, in America. E a quel punto il giovane gallese potrà fare quello che vorrà”.

Per la Lucozade Bale ha girato un video in cui spiega come calciare le punizioni. Le sue punizione sono illeggibili ma il suo modo di spiegarle semplicissimo: prima prende il pallone e guarda dov'è la valvola, poi orienta il pallone a seconda della direzione in cui vuole calciare, primo palo o secondo, poi fa quattro passi indietro e uno laterale verso destra, poi colpisce la palla con l'interno collo, dritto per dritto sulla valvola, con il busto eretto per non dare altro effetto che non sia quella fluttuazione innaturale dovuta al fatto che ha colpito sulla valvola. Non solo non c'è nessuna magia, ma il trucco di Bale è conosciuto più o meno da chiunque abbia giocato a calcio, lo insegnano in tutte le scuole calcio insieme a quello con cui si fa sparire una moneta.

I segreti di Bale in realtà sono le cose a cui non pensiamo quando lo guardiamo scattare e disarcionare i suoi marcatori. Bale si esprime pienamente solo adesso che non deve correre sempre e comunque in avanti, lungo la fascia, come se lo stesse guidando un cane per ciechi addestrato per seguire la linea laterale. Per capire Bale bisogna guardarlo quando passa la palla all'indietro, oppure quando la palla è sulla fascia opposta della sua e lui corre piano piano per accentrarsi. Bale è tanto nelle sue corse quanto nelle trasformazioni da terzino ad ala, da ala a centrocampista, poi di nuovo ad ala. Quel movimento che ha impiegato quattro anni a compiere e che è simile a quello di un tergicristallo: dall'angolo in basso a sinistra del campo a quello in alto a destra.

Il peso di Bale

Anche se all'apparenza ha schiacciato in rete una palla da mezzo metro, Bale era lì, nel secondo tempo supplementare di una partita intensissima che stava giocando senza aver recuperato completamente da un infortunio. Aveva seguito l'azione di Di Maria restando qualche passo dietro la linea della palla, arrivando in area e muovendosi sul secondo palo quando Di Maria è riuscito a passare tra il terzino e il centrale di difesa dell'Atletico con un doppio tocco imprevedibile. Era lì nel caso in cui Di Maria fosse venuto in mente di crossare e sulla parata del portiere che ha alzato il pallone sul secondo palo era messo meglio del suo avversario, Alderweireld, che girandosi lo ha trovato già sospeso per aria. Poi Bale ha corso verso la bandierina, dimenticando di fare il cuore, provando a scivolare sull'erba ma finendo con le ginocchia in verticale nel terreno. “Vorrei ricordare di più del gol in finale di Champions League”, dice adesso, “ma se lo riguardo penso solo a quanto mi dovevano far male le ginocchia”.

Il gol dello scorso dicembre, in finale di Coppa del Mondo per Club, contro il San Lorenzo, sarebbe trascurabile se non testimoniasse la sua capacità nella gestione dei tempi d'inserimento. Con Ancelotti, Bale fa l'esterno di centrocampo e al tempo stesso il terzo attaccante insieme a Cristiano Ronaldo e Karim Benzema: “Quando attacchiamo devo dare una mano a Cristiano e Karim, ma poi scivolo indietro a centrocampo. È il mio ruolo”. I movimenti da vero attaccante rappresentano un'ulteriore evoluzione tattica per lui.

Contro il San Lorenzo, nei pochi secondi precedenti al gol, si è mosso da attaccante purissimo: è entrato in area per colpire di testa, è tornato indietro per puntare di nuovo la profondità quando la palla è uscita dall'area, si è fermato per non andare in fuorigioco e ha ricevuto il passaggio di Isco spalle alla porta sulla linea dei difensori prima di tirare. Il tiro è brutto e il portiere se la fa passare sotto le braccia, ma forse questo è l'unico gol di Gareth Bale in cui c'è stato bisogno dell'errore di un altro giocatore perché la palla entrasse in rete.

Nell'unica finale in cui non ha segnato, quella di agosto del 2014 in Supercoppa Uefa, giocata nella sua Cardiff contro il Siviglia, Bale ha comunque fatto l'assist per il primo gol di Cristiano Ronaldo. Con un cross dalla trequarti di campo sinistra, con la difesa del Siviglia schierata e la palla di Bale che la taglia in due passando davanti al portiere, come nel 2011. Poi nel secondo tempo ha anche fatto impazzire il terzino avversario, Fernando Navarro, che a un certo punto ha smesso di provare ad andargli dietro e lo ha placcato, come nei racconti della sua infanzia (nonostante sia cresciuto muscolarmente nell'ultima estate non ha perso la sua velocità; va detto anche che nella foto che si usa di solito per mostrare la sua crescita, il taglio della luce e la sua abbronzatura lo fanno sembrare particolarmente rotondo).

È così difficile trovare video di Bale in cui non sembra una macchina di Formula 1. Se non vi piace il suo gioco di passaggi, io non voglio neanche conoscervi.

Evil Cristiano Ronaldo

Il motivo per cui Cristiano Ronaldo compare a più riprese come il cattivo di questa storia è perché lui non capisce Gareth Bale, a conferma ulteriore del fatto che è l'avanguardia del calcio. Commentando la partita con il Siviglia in Supercoppa, Cristiano Ronaldo aveva detto che Bale è incredibile, che si capivano a vicenda e che era un piacere giocare con lui. Pochi mesi dopo si è lamentato pubblicamente, allargando le braccia e gridando senza guardarlo, perché Bale non gli ha passato la palla contro il Valencia. Contro l'Espanyol, una settimana dopo, si è lamentato di nuovo.

Il loro rapporto sembra ancora come in uno dei primi video di Gareth Bale con il Real Madrid. Cristiano Ronaldo è al centro di un esercizio chiamato “torello”, in cui deve cercare di rubare la palla agli altri giocatori della squadra messi in cerchio intorno a lui. C'è anche Zidane che partecipa al gioco. Cristiano Ronaldo entra in scivolata su Bale prendendolo sulla caviglia, poco dopo Bale gli fa passare la palla tra le gambe di esterno. In entrambi i casi Cristiano Ronaldo non si gira mai a guardare Bale. Dopo il tunnel fa un segno con le dita per dire che “per pochissimo” non riusciva a prendere la palla.

Cristiano Ronaldo non ce l'ha con Bale perché non gli passa la palla o perché gli fa i tunnel in allenamento, ma perché Bale è troppo semplice, quindi non si merita di essere arrivato così in alto. È troppo semplice e troppo forte. Non fatica come Cristiano Ronaldo per venire bene in ogni foto. Non esulta completamente chiuso in se stesso per trasformarsi in prodotto. Gareth Bale è troppo trasparente, è un insulto vivente all'opacità di Cristiano Ronaldo, lo costringe a vedere la sua stessa artificialità.

Il paradosso è che Ancelotti, dopo averli tenuti per un anno dai lati opposti del campo, in questa stagione sta dando più libertà a Cristiano Ronaldo proprio per farlo combinare con Bale sul lato destro. L'esperimento sta dando dei risultati splendidi e guardandoli giocare insieme rende un po' più comprensibile anche il talento di Bale. Calcisticamente sono una coppia devastante e meravigliosa, i due giocatori più potenti in circolazione, entrambi con un animo da palleggiatori.

Quando Cristiano Ronaldo si è fatto espellere contro il Cordóba è stato Bale a risolvere la partita e durante il periodo in cui Cristiano Ronaldo era squalificato, l'influenza di Bale sul gioco di squadra è cresciuta in maniera sensibile. Cristiano Ronaldo ha quattro anni in più di Gareth Bale e prima o poi comincerà a dare segni di invecchiamento. Come finirà quest'avvincente soap-opera?

L'appartamento spagnolo

Ecco come Gareth Bale ha descritto la sua vita a Madrid alla radio sportiva El larguero. Un'intervista recente a cui risponde quasi sempre con frasi di poche sillabe. Hai fatto le giovanili nel Southampton? “Sì”. A un certo punto gli chiedono: “Ti sta piacendo l'intervista o è come farsi togliere un dente?” “No, sto bene”.

A Gareth Bale piacciono le tapas e il prosciutto spagnolo. Prende lezioni di lingua due o tre volte la settimana, è eccitante imparare una nuova lingua, anche se la scuola non gli mancava. Dice che quest'esperienza lo migliorerà, che lo aiuterà a diventare una persona migliore. È una sfida.

Gli piace Madrid, prova a vivere una vita di basso profilo, quando va in centro si nasconde con un cappellino. Dal Regno Unito si porta dietro bustine di té e cioccolata, l'unica cosa che amava, e che non può fare in Spagna, era mangiare da Nando's. In compenso ha un cuoco personale, è come andare fuori a cena tutte le sere. Il cuoco sta anche attento alla sua dieta: frutta, verdura, il tipo di carne giusta cucinata nel giusto modo.

Non legge molto, sa che Ken Follett è gallese, lo ha sentito nominare, ma non lo ha mai letto. E i giornali li legge? Le critiche se le fa tradurre da qualcuno? “No. Quando sono in campo penso al calcio, a casa parlo delle altre cose che mi interessano. Di golf, di cose in generale. Di calcio preferisco non parlarne”.

Dice che la gente può avere le opinioni che vuole, alcuni sono pagati per questo, è il loro lavoro: “Io quando gioco faccio assist e goal, mi pare. Gioco a calcio come so. Sono fatto così”. Perché non ha passato la palla? “Io ricordo solo che stavo correndo verso la porta e volevo segnare... se avessi segnato nessuno avrebbe protestato. Non l'avevo visto [Ronaldo] e sarebbe stato comunque un passaggio difficile. Fa parte del calcio, tutto qui.” Ne hai parlato con Ronaldo? “No non ne abbiamo parlato dopo. Sono cose che capitano nel calcio. E si lasciano in campo, nessuno ne parla dopo.”

Avanguardia

Gareth Bale è un giocatore del Real Madrid che parla come uno studente Erasmus. Sembrava che dovesse confermare l'evoluzione del calcio come prodotto di marketing, che la sua velocità fosse solamente l'aggiornamento del modello di Cristiano Ronaldo, che il calcio fosse entrato nell'epoca dell'obsolescenza programmata e ogni pochi anni i calciatori più forti andassero sostituiti. E invece potrebbe accorciare le distanze tra il calcio milionario e il pubblico, conciliare le esigenze di uno spettacolo sempre più competitivo e complesso con la possibilità di vivere una vita normale.

La domanda che dobbiamo porci mentre lo guardiamo giocare è se Gareth Bale riuscirà a portarci nel calcio post-Cristiano Ronaldo. Dobbiamo farcela, anche sapendo che a Gareth Bale in realtà non interessa.

Daniele Manusia, direttore e cofondatore dell'Ultimo Uomo. È nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha scritto: "Cantona. Come è diventato leggenda" (Add, 2013), scrive per VICE e Undici, di serie tv e libri su IL. Stili di Gioco è il suo tumblr di appunti tattici.