
Juventus e Lazio arrivavano al match dell'Olimpico forti delle vittorie nelle partite di esordio in campionato. I bianconeri avevano sconfitto in casa la Fiorentina mentre i biancocelesti, nonostante i tre gol subiti nel secondo tempo, erano riusciti a vincere in trasferta sul complicato campo dell’Atalanta. La Lazio cercava conferme dell'ottima partenza di campionato, mentre la Juventus provava a continuare la sua marcia senza le esitazioni iniziali della passata stagione.
Le letture di Inzaghi
Nonostante una settimana in più di allenamenti, Allegri riteneva Pjanic ed Higuain ancora in condizioni fisiche non ottimali per scendere in campo dal primo minuto e confermava lo stesso 3-5-2 di sette giorni prima, con l'unica eccezione di Benatia al posto dell'assente Bonucci in difesa.
A differenza di Allegri, Simone Inzaghi cambiava la sua Lazio per contrastare gli avversari. Ha quindi abbandonato il 4-3-3 di Bergamo, schierando i suoi uomini secondo un 3-4-3 che aveva lo scopo di soffocare il gioco della Juventus attraverso un intelligente lavoro in fase di non possesso delle tre punte e una serie di duelli individuali nel resto del campo.
Sulla circolazione bassa della Juventus la Lazio ha disposto le sue tre punte a schermare le possibili ricezioni dei centrocampisti bianconeri, forzando i difensori avversari a fare circolare la palla tra loro, verso gli esterni o, nelle intenzioni di Inzaghi, a cercare il lancio lungo diretto verso le punte.

Felipe Anderson, Immobile e Lulic schermano i passaggi dei difensori bianconeri verso i centrocampisti.
Anche in virtù dell'assenza di Bonucci, capace a, differenza di Barzagli, di orientare in maniera efficace la circolazione della palla e di giocare laser-pass e precisi lanci lunghi, l'idea di Inzaghi si è rivelata piuttosto efficace. I tre difensori della Juventus sono stati i giocatori della squadra a giocare più passaggi, prevalentemente tra di loro, con Chiellini che ha mostrato parecchie imprecisioni tecniche (10 passaggi sbagliati).
In particolare ha dato fastidio la posizione di Immobile a schermare Lemina. Per caratteristiche tattiche il francese non provava con continuità a trovare una posizione che gli permettesse ricevere il passaggio dei difensori, creando superiorità posizionale. In questo modo la Juventus non riusciva superare in palleggio la linea degli attaccanti biancocelesti.
Pochissimi i passaggi dai difensori verso Lemina, quasi inesistenti quelli in avanti di Barzagli. La Lazio concede a Chiellini il maggior volume di gioco. La strategia di Inzaghi e l'assenza di Bonucci pesano sulla qualità della circolazione bassa della Juventus.
Alle spalle dei tre attaccanti Inzaghi ha marcato stretto i centrocampisti bianconeri: se Lemina era semplicemente escluso dalla manovra dall'atteggiamento tattico delle punte, le due mezzali bianconere sono state seguite praticamente a uomo da Parolo sul proprio centro-destra e da Biglia sul lato opposto, mentre sugli esterni Basta e Lukaku si sono contrapposti ad Alex Sandro e Dani Alves. In zona difensiva lo schieramento a tre difensori ha garantito superiorità numerica alla Lazio e la possibilità di intercettare gli inserimenti delle mezzali bianconere che avevano fruttato i due gol contro la Fiorentina.

Alex Sandro si alza e Asamoah prende il suo posto. La Lazio mantiene la struttura dei suoi duelli individuali: Basta segue Alex Sandro, Parolo prende Asamoah anche se largo. Sulla circolazione del pallone verso l'esterno, Immobile è su Lemina.
La compattezza della Juventus
Dall'altro lato del campo la Juventus si è schierata in modo compatto (squadra corta, disposta su 35.1 metri) posizionando il proprio blocco squadra ad altezza media (baricentro: 52 metri). La presenza di tre punte non ha influito sullo schieramento difensivo di Allegri che ha accettato la parità numerica in zona arretrata, forte della velocità dei suoi tre difensori.
Quando la Lazio cominciava l’azione, la Juventus non pareggiava la superiorità numerica dei tre difensori laziali in costruzione bassa, salvo poi alzare una delle due mezzali su uno tra Bastos e Radu. Seguendo questo movimento, Lemina e la mezzala opposta accorciavano su Biglia e Parolo, lasciando i tre difensori in 3 vs 3 con gli attaccanti biancocelesti.

Sulla circolazione palla della Lazio, Khedira si alza su Radu.
Pur non forzando la pressione, le puntuali fasi di pressione alta e la compattezza della Juventus hanno creato difficoltà alla costruzione della manovra biancoceleste. Complici le carenze nella circolazione del pallone dei difensori laziali, i bianconeri sono riusciti a recuperare 18 palloni nella metà campo avversaria e a impedire che gli avversari giungessero nell’ultimo terzo di campo palleggiando dal basso. In questo contesto le chance offensive della Lazio erano affidate alle ripartenze corte seguenti a recuperi alti della palla e ai lanci lunghi verso i movimenti di Immobile dal centro alle spalle di Benatia o Chiellini, perfettamente controllati tuttavia da Barzagli in 1 vs 1.
Sulla pressione di Felipe Anderson Chiellini perde il pallone. La Lazio crea occasioni potenziali solo in questo modo.
Fuori dagli schemi
All'interno di uno scenario piuttosto bloccato tatticamente, sono stati i movimenti e la tecnica di Dybala a sparigliare l’equilibrio. Come suo solito l’argentino si è abbassato per fare da raccordo tra centrocampo e zona avanzata, mai seguito dai difensori della Lazio. Tra i 22 giocatori iniziali, Dybala è stato quello ad aver sbagliato meno passaggi (solo 3 su 39, un dato notevole considerando la tipologia di passaggi effettuata), ad aver realizzato più lanci (7, come Alex Sandro e Biglia) e ad aver dribblato più volte (4). La relativa libertà in campo, unita alla capacità di superare in dribbling gli avversari, ha creato i presupposti per disordinare la linea difensiva della Lazio. Tuttavia, almeno nel primo tempo, il possesso palla della Juve, e di conseguenza le ricezioni del numero 21 bianconero, sono state troppo lontane dalla porta avversaria.
Dybala si abbassa e rompe il pressing avversario, per poi lanciare Dani Alves.
L’inerzia
All’inizio della ripresa il canovaccio tattico della sfida non è cambiato. La Juventus ha però via via migliorato la propria circolazione di palla, grazie a un atteggiamento più paziente dei propri giocatori e a un calo atletico, nel caldo umido di Roma, dei giocatori della Lazio, meno precisi nei movimenti senza palla. La Juventus ha guadagnato il dominio del pallone e alzato il proprio baricentro. Le capacità di anticipo e marcatura dei tre difensori in transizione difensiva hanno negato le ripartenze lunghe alla Lazio. In questa fase tattica si è messo in evidenza Benatia, re dei contrasti vinti (4), palloni intercettati (7) e palle recuperate (11).
È bastato l'avanzamento lungo il campo per migliorare la pericolosità della Juventus, che ha trovato il gol sull’asse Dybala-Khedira, sfruttando tendenze tattiche consolidate. L’argentino si è abbassato sul centro destra, e, in un interscambio dinamico di posizioni, Khedira si è inserito nello spazio liberato dal compagno: assist profondo di Dybala e, complice anche un goffo intervento di Radu, ricezione nel cuore dell’area della mezzala tedesca.

Dybala si abbassa e Khedira si inserisce. La linea della Lazio è disordinata, la Juve segna.
La Lazio, che al momento del gol subito aveva già cambiato la propria fascia sinistra, sostituendo la coppia Lukaku-Lucic con quella Patric-Milinkovic Savic, ha provato il tutto per tutto inserendo Djordjevic al posto di Basta e utilizzando Felipe Anderson come esterno a tutta fascia del 3-4-3. La Juventus si è coperta con il suo 3-5-2 basso che si rivelava un muro troppo solido, sia sull’esterno che nel cuore dell’area, per le capacità offensive biancocelesti contro la difesa schierata.
A che punto sono Juventus e Lazio?
La Lazio vista contro la Juventus ha messo in campo una strategia e un modulo di gioco adottati probabilmente solo per contrastare gli avversari. Era infatti la prima volta nella gestione Inzaghi che i biancocelesti adottavano una difesa a 3.
Il piano del tecnico laziale ha avuto parziale successo, impedendo alla Juventus, specie nel primo tempo, una pulita risalita del campo tramite manovra palleggiata. La Lazio ha però mostrato qualche limite nella costruzione del gioco a causa delle limitate abilità nella circolazione del pallone dei suoi difensori e dei suoi esterni. Tali limiti appaiano strutturali e non legati al modulo utilizzato contro i bianconeri. Giocatori offensivi come Immobile e Felipe Anderson, insieme alle peculiari caratteristiche di esterni e centrocampisti, rendono la squadra maggiormente adatta a un gioco di ripartenze in spazi medio-ampi che a un attacco posizionale.
Tra i nuovi acquisti, buone indicazioni sono arrivate dall’angolano Bastos, che ha mostrato doti atletiche e velocità; Lukaku ha evidenziato una grossa fisicità, che ha talvolta messo in difficoltà Dani Alves, ma anche grossi limiti tecnici. Immobile ha confermato ancora una volta la sua ottima capacità di attaccare gli spazi ampi e i suoi limiti tecnici e di comprensione del gioco associativo.
Una volta di più la Juventus si è dimostrata una squadra estremamente solida. Nonostante un calendario iniziale non agevole, nei due match contro Fiorentina e Lazio le squadre avversarie, fatta eccezione per il gol subito su calcio piazzato da Kalinic, non si sono mai rese pericolose dalle parti di Buffon. Una Juve praticamente inattaccabile e capace, come sua abitudine, di difendere aggressivamente o, in maniera posizionale.
A questo proposito va evidenziata la notevole prova difensiva di Benatia, ulteriore rinforzo a un reparto già davvero forte. In attesa di inserire Pjanic e Higuain, in fase d'attacco è bastata la qualità di Dybala e l'intelligenza di Khedira per battere la Lazio. Tuttavia, a far suonare un piccolo campanello d'allarme per Allegri, sono le difficoltà mostrate, specie nel primo tempo, nella costruzione dal basso delle azioni. La contemporanea assenza di Bonucci e di un playmaker in mezzo al campo (non necessariamente in posizione di mediano) ha agevolato le intenzioni in fase di pressione della squadra di Inzaghi. La sostituzione di Marchisio e l'inserimento dei nuovi arrivati sono i temi cui Allegri dovrà maggiormente dedicarsi al ritorno dei suoi giocatori dalla pausa per le nazionali.
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