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4 vacanze a tema calcio
14 lug 2023
14 lug 2023
Idee per chi è a corto di idee.
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Forse avete già organizzato le vostre vacanze estive, oppure, forse, ancora brancolate nel buio (o, magari, siete una uber-versione di una persona organizzata e state già pensando alle vacanze estive del 2024). In ogni caso, anche nel caso non abbiate un euro neanche per andare al cinema all’aperto dietro casa e volete solo togliervi dalle scatole chi vi chiede ogni due per tre «dove vai in vacanza quest’estate?», ho preparato per voi diversi pacchetti di vacanze possibili in base ai miei gusti. È l’ultima sfumatura delle vacanze social: influencer che si vendono come accompagnatori per le loro bolle, agenzie che mettono insieme categorie di persone con interessi e paranoie in comune e li spediscono a fare rafting in Cile, viaggi in posti volutamente brutti o poveri da spammare sui social con ironia.

Occhio però: queste che seguono non sono vacanze per chi ama fare sport, tipo ciclismo sulle strade del tour, arrampicata free solo nello Yosemite o pelota basca nei Paesi Baschi; neanche per chi ama guardare lo sport, tipo seguire il campionato di basket filippino nelle Filippine o farsi gli stadi più hipster della Germania. Sono vacanze per chi ama lo sport e basta, in maniera del tutto passiva. Quindi, per dire, le vacanze per chi adorava l’Avellino 1983/84, il gioco in post di Arvydas Sabonis, la fase subacquea di Phelps, cose così.

Questa volta si parlerà solo di calcio, un po’ perché siamo in Italia e bisogna trovare il proprio target, un po’ perché sono 4 pacchetti che funzionano come esca. Se il progetto funziona, chissà dove possiamo arrivare.

Per chi stava in fissa con l'aeroplanino Vincenzo Montella

Dove: Italia e Turchia

Costo: medio

Divertimento: volante

Prima tappa: Genova e dintorni

Vincenzo Montella si forma a Empoli ma è a Genova che diventa l'aeroplanino e quindi da qui, obbligatoriamente, deve partire il vostro viaggio. Prima di tutto, prima ancora di lasciare le valigie, andate dritti al Museo del Genoa, zona porto antico, a due passi dall’Acquario (ma non siete qui per vedere dei banali pesci). Pagate il biglietto (6 euro intero) e dirigetevi verso la sala dei trofei e mettetevi a fissare la Coppa Anglo-Italiana vinta a Wembley nel 1995 contro il Port Vale, l’unico trofeo internazionale di Montella che quel giorno segnò in mezza rovesciata.

Vi ricordavate di Montella al Genoa? Probabilmente sì, perché voi state in fissa con l'aeroplanino.

Dopo concedetevi un pranzo vista mare in una trattoria della zona. Dove mangiava Montella a Genova? Non lo so e, onestamente, non penso possiate permettervelo. È il 2023, sarete in grado di trovare un posto che vi faccia mangiare del pesce a Genova. Il consiglio è di prendere un pesce bianco alla griglia con qualche verdura di contorno: Montella era uno che teneva alla dieta.

Ora tocca alla sponda sampdoriana. Montella, infatti, dopo un anno al Genoa è passato alla Sampdoria dove in quattro stagioni (tre consecutive, più una a fine carriera) ha segnato 66 gol, quasi tutti bellissimi. Come onorare questo strano tradimento? Potete passare da Marassi, certo, ma è chiuso. Andate allora al campo d’allenamento della Sampdoria, il Centro Sportivo Gloriano Mugnaini a Bogliasco. Quante magie dell’areoplanino sono nate qui? Cercate di entrare sul campo, toccare l’erba, se vi cacciano dite che siete lì per il Montella Tour, vi fanno pure uno sconto sulle nuove maglie della Sampdoria (non è vero).

Seconda tappa: Sebastiano Rossi

Oggi Sebastiano Rossi vive a Cesena, dove fa il preparatore dei portieri. Quindi, in teoria, dal 16 al 31 luglio lo trovate ad Acquapartita, in ritiro con il Cesena. L’idea è di andare da Sebastiano Rossi e chiedergli di alzare il braccio e saltare, per vedere quanto è alto e quanto in alto arriva con la mano. Se non ci riuscite, ve lo dico io: è molto alto. L’idea è di cristallizzare nella vostra mente un po’ meglio questo momento qui.

Non devo neanche spiegarvi cos’è, soprattutto se tifate Roma e avete più di 30 anni.

Terza Tappa: Montella

In provincia di Avellino, tra il Terminio e il Cervialto c’è Montella. Non lui, ma un comune che condivide il nome con l'aeroplanino. Non c’è niente da vedere qui, relativo a Vincenzo Montella, ma potete farvi una foto con il cartello d’ingresso da mettere su Instagram. Vale anche se odiate Montella: potete fare una foto con il cartello di uscita dal paese, quello sbarrato di rosso. Essendo un posto qualunque in Italia, ci sono moltissimi posti per mangiare a Montella e, dopotutto, siamo in una terra in cui si mangia benissimo. Il consiglio è di andare all’Osteria dei Ceres, dove è possibile incontrare i fan di De Rossi, alle prese con un nostro altro tour.

Quarta tappa: Adana

Avevo qualche dubbio, perché mandarvi in un posto distrutto dal terremoto è quantomeno turismo del dolore. Ma, dopotutto, come vogliamo chiamare il turismo per Montella allenatore? Quindi prendete l'aereo (parte integrante dell’esperienza Montella) e volate fino ad Adana, la città in cui l'aeroplanino ha ricostruito la sua carriera in panchina. Il quarto posto della scorsa stagione, infatti, gli ha attirato le attenzioni del Fenerbahce, di cui è appena diventato il nuovo allenatore e chissà cosa gli riserva il futuro. Voi, di certo, non siete sorpresi. Perché allora non vi ho consigliato Istanbul? Perché sarebbe banale e Montella non è mai stato banale.

Ad Adana, al contrario, spira la vera essenza di Montella. La lite con Balotelli, la prima stagione così così, la scelta di continuare nonostante il terremoto e alla fine l’Europa conquistata con un grande finale di stagione, la prima volta nella storia dell’Adana. Insomma, un viaggio che va oltre il piatto più famoso di questa terra, l'Adana Kebab, come dice il nome stesso. Già che ci siete, però, andate a mangiarlo fuori dallo stadio. Il mio consiglio è Kamer Usta, lungo Hekimköy Blv, in quello che sembra un paesaggio davvero lunare. Se fate il gesto dell’areoplanino, la bibita è omaggio.

Per i perversi della Coppa Italia

Dove: Italia

Costo: molto basso

Divertimento: primo turno Coppa Italia

Prima tappa: Brescello

Se amate davvero la Coppa Italia, Brescello non vi suonerà nuova. Il 4 settembre 1997 qui (in realtà a Reggio Emilia) accadde uno dei pochi momenti FA Cup di questa coppa, quando il Brescello, allora in Serie C, fermò la Juventus di Lippi, una delle migliori di sempre, pareggiando 1 a 1 nell’andata dei sedicesimi di finale (al ritorno finirà 4-0, ma poco importa).

Come detto, si giocò in realtà a Reggio Emilia, che è un po' la capitale delle partite che non si sa bene dove si devono giocare. Voi, comunque, andate a Brescello perché lì si trova l'unica cosa di cui tutti parlarono a margine di quella sfida: ovvero Don Camillo e Peppone. Questo perché è proprio in questo piccolo centro dell'Emilia che è stata girata la serie di film dedicata ai due personaggi di Guareschi. A Brescello, ovviamente, non mancano di ricordarvelo: andate a Piazza Matteotti per farvi una foto con le statue, situate ai due lati opposti della piazza, in contrapposizione e magari taggateci Arnaldo Franzini, il marcatore di quella notte, che oggi allena il Lumezzane portato in due anni dall'Eccellenza alla C. Se non avete fretta, c’è anche il museo di Don Camillo e Peppone, ma insomma non è un tour sull’Italia post bellica questo. Per dormire c'è il B&B Don Camillo, per mangiare c'è La Bottega del Paese di Don Camillo, se invece dovete rinnovare la patente, c'è la Agenzia Pratiche Auto E Assicurazioni Peppone e Don Camillo.

Seconda tappa: Vicenza

Ogni viaggio a tema Coppa Italia che si rispetti deve passare da Vicenza. Qui infatti è conservata la Coppa nella sua versione 1996/97, un’edizione storica per voi appassionati. Quella squadra era di vero culto: Guidolin in panchina, Mimmo di Carlo eroe coraggioso del riporto, la Bella Otero, l’inatteso Cornacchini, lo sponsor PAL ZILERI. Soprattutto fu il preludio all’ancora più iconica Coppa delle Coppe del Vicenza dell’anno successivo (per il tour dei malati della Coppa delle Coppe, scrivetemi in privato).

La coppa oggi non ho capito bene dove si trova. Forse negli uffici del Vicenza, all’interno dello stadio Romeo Menti in Largo Paolo Rossi 9. Fateci un salto al tramonto: pochi stadi sono romantici quanto il Menti al tramonto. C’è anche un Museo del Vicenza, ma - credo - al momento sia solo un museo online. È comunque un bellissimo museo: dentro ci trovate non solo le foto di quella stagione, ma assolute chicche come il pass per il parcheggio di Otero, l’autografo di Jeda e quello con dedica di Mimmo Di Carlo.

Terza Tappa: Busan

Ve la ricordate Gangnam Style? Era il 2012 e il mondo sembra un posto migliore, sicuramente più ingenuo. Psy aveva svoltato con una canzoncina orecchiabile e un balletto ridicolo, tanto da arrivare a esibirsi prima della finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio del 2013 per il Cubomusica Live Show. Che idea era? Canzonette prima di una delle partite più sentite del calcio italiano, con la città di Roma che era in un baratro da settimane.

Psy riuscì nell’incredibile onore di unire le due tifoserie assolutamente avulse l'una dall'altra, strette in un’unica bordata di fischi con un messaggio chiarissimo: lasciateci soli nel nostro dolore per la Coppa Italia, queste americanate non le vogliamo.

Quest’estate Psy è in tour in tutta la Corea del Sud con il suo “Summer Swag 2023”. Perché non intercettarlo in una delle tappe per celebrare il decennale di quei fischi? Il mio consiglio è la doppia data di Busan del 26 e 27 agosto. Busan è infatti sul mare e potete approfittarne per farvi anche un paio di giorni in spiaggia.

Quarta Tappa: Felice Evacuo

Sapete chi ha la miglior media gol nella storia della Coppa Italia? Felice Evacuo. Incredibile no? 22 gol in 24 presenze, 0,92 ogni 90 minuti. Gol spalmati su vent’anni e 5 squadre diverse, con il picco di una quintipletta in Benevento-Este 5 a 1 che diciamo ha aiutato questa statistica. Dopo una carriera da attaccante giramondo in Italia, che lo ha visto diventare il miglior marcatore della storia della C (si potrebbe fare un bellissimo e lunghissimo tour Felice Evacuo: Turris, Lazio, Florentia Viola, Viterbese, Avellino, Torres, Frosinone, Benevento, Spezia, Nocerina, Novara, Parma, Alessandria, Trapani, Catanzaro, Juve Stabia) a quarant'anni Evacuo ha appeso gli scarpini al chiodo.

Le ultime notizie lo danno come possibile nuovo direttore sportivo del Lucca e quindi vi invitiamo a cercarlo lì. Doveste fallire, nei giorni scorsi è uscito il tabellone ufficioso della Coppa Italia 2023/24: il primo turno preliminare si gioca tra il 5 e il 6 agosto e magari trovate la partita che fa per voi.

Per i patiti del gol Olimpico

Dove: Italia e Argentina

Costo: alto

Divertimento: a giro

Prima tappa: Buenos Aires

Andare a Buenos Aires per un amante del calcio è come andare in Paradiso, ma noi non siamo qui per la Bombonera, Maradona o la statua di Martin Palermo. Siamo qui perché nel 1924 allo Stadio Iriarte e Luzuriaga è stato segnato il primo gol direttamente da calcio d’angolo della storia (anche se la leggenda parla di un gol segnato qualche settimana prima nella seconda divisione scozzese, ma voi tra Inverness e Buenos Aires, dove andreste?). A segnarlo era stato Cesáreo Onzari, in un’amichevole poi persa contro l’Uruguay che aveva vinto le Olimpiadi poche settimane prima. Da qui il nome di gol olimpico.

Oggi quello stadio non c’è più, al suo posto un edificio in mattoni verdini che ospita il Futbol Barracas, un complesso sportivo dove potete affittare un campo all’aperto o al chiuso per provare a riprodurre il vostro gol Olimpico. Tranquilli: non sarete giudicati, credo sia davvero l’unico motivo per arrivare fino a qui.

Alcuni consigli per mangiare nei dintorni:

Tres Esquinas: pareti gialle, tavoli non apparecchiati, sedie tutte diverse, anziani in maniche di camicia che potrebbero essere davvero Cesáreo Onzari. Da provare.

Senor Tango: mangi in un posto che sembra uscito dalla fantasia di Ernest Hemingway e intanto qualcuno balla il tango. Paghi un botto. Praticamente Federico Buffa.

Bar Notable Los Laureles: incredibilmente il preciso incrocio tra i due posti citati sopra. Andateci solo se avete ascoltato almeno una decina di canzoni di Carlos Gardel.

Seconda Tappa: Catanzaro

Se il gol olimpico è argentino, il suo re è di Catanzaro (cioè, in realtà è di Loreto, ma mandarvi in processione lì mi sembrava un filo blasfemo). Massimo Palanca, baffi da sceriffo, piede numero 37 è stato l’assoluto fenomeno del gol direttamente da calcio d’angolo, segnando per 13 volte così. Tredici.

Nella sua biografia ha scritto “Sono un povero diavolo, vivo alla giornata, in provincia, lontano mille chilometri dai grandi centri. Ma la sera, quando me ne vado a casa, Catanzaro diventa Parigi, Roma, New York. Sarò un po' matto ma è così” e quindi non c’è miglior modo che onorarlo che andando a Catanzaro. Non saprei bene dove mandarvi, oltre il Ceravolo ovviamente, però posso dirvi che Palanca è testimonial del caffè Maestria Espresso, i cui stabilimenti si trovano a Caraffa di Catanzaro (no, non è uno scherzo) e magari lo trovate da quelle parti. Altrimenti vi consiglio il bar in cui è girata questa pubblicità.

Terza tappa: la mente di Luis Alberto

Non c’è nessuno che ama il gol Olimpico più di Luis Alberto, neanche voi che vi siete spinti fino alla periferia di Buenos Aires. Lo spagnolo della Lazio ha piegato così tanto questo suo amore da trasformarlo in odio, soprattutto dei tifosi, che per anni l’hanno visto vanificare calci d’angolo su calci d’angolo alla ricerca di qualcosa che, per definizione, è quasi impossibile.

Che io sappia non è mai riuscito a segnare da lì e, mi pare, negli ultimi tempi abbia ridotto i tentativi. Rimane la passione viscerale, qualcosa da indagare. Cercate di entrare nella sua testa o almeno mettervi in contatto con lui. Se doveste fallire, fate un salto all’Olimpico, non solo perché ha - letteralmente - parte del gol olimpico nel nome, ma perché qui ne sono stati segnati diversi. Almeno uno da Palanca, uno bellissimo di Veron e un altro paio.

Quarta tappa: Stadio Dall’Ara

Lo stadio del gol olimpico è però il Dall’Ara di Bologna, dove il 4 febbraio 2018 è successa una delle cose più assurde di sempre, il capodanno per voi patiti del gol olimpico. Due gol olimpici, di Veretout e Pulgar, in una sola partita, addirittura nel giro di tre minuti.

Sulle orme del “De Zerbismo” o “Dezerbismo”, non sono sicuro

Dove: Italia e Inghilterra

Costo: medio

Divertimento: possesso palla al 78%

Prima tappa: Darfo Boario

Darfo Boario è famosa per le terme, ma voi state iniziando una vacanza a tema De Zerbi, non avete uno smart box in scadenza. Qui, nel novembre del 2013, è iniziata la carriera dell’allenatore che tanto amate, curiosamente in una squadra dai colori sociali verdi e neri. Aveva appena preso il patentino da allenatore ed era stato un disastro: con lui alla guida l’Unione Sportiva Darfo Boario era retrocessa dalla D all’Eccellenza. Ma insomma, se volete conoscere Napoleone bisogna visitare inevitabilmente anche Waterloo.

Una foto del primo allenamento in carriera di De Zerbi.

Lo stadio è il “Comunale” e si trova nella frazione di Montecchio, ma piuttosto che passare di lì, fate un giro per le strade, spingetevi nei passi di montagna che circondano il paese, respirate la stessa aria di De Zerbi: vi farà bene. A Darfo Boario trovate anche cinque diversi barbieri, tutti con ottime recensioni, dove farvi il pizzetto come il mister. Il nostro consiglio è Barbier top, per quel nome da gergo calcistico, ma vedete voi.

Seconda tappa: Sassuolo

Volevo mettere Foggia, ma poi, magari, vi veniva l’istinto di scappare verso il mare. Il “Dezerbismo” però è ripetute nell'umidità della bassa, 4-2-3-1 e piastrelle. Non c’è gioia, se non nel rettangolo verde, e il rettangolo verde si trova pure da un’altra parte, sempre a Reggio Emilia. A Sassuolo, però, l’impronta di De Zerbi è visibile nei muri, per le strade, in Maxime Lopez che passeggia come se fossimo in Costa Azzurra.

Il posto da visitare, per forza, è il Mapei Football Center, lì dove De Zerbi insegnava ad attirare il pressing dalla difesa per poi cercare l’uomo libero dietro alla pressione. Per un’esperienza davvero immersiva vi consigliamo l’Hotel Ca’ Marta, prenotando una delle camere della struttura che dà direttamente sui campi d’allenamento. Secondo un’antica leggenda, nelle notti di luna più chiara, è ancora possibile vedere De Zerbi spiegare a Djuricic come fare un controllo orientato nei mezzi spazi.

Terza tappa (non obbligatoria): Ucraina

Lo so, un tour operator non dovrebbe mandarvi in una zona di guerra, e immagino prendiate questo mio consiglio più come un viaggio dell’anima che non come un viaggio vero, anche perché non siete né un giornalista di guerra né Jorit. In Ucraina, però, De Zerbi sembra aver, all’interno di un percorso sportivo e di vita difficilissimo, sintetizzato la sua proposta di gioco migliorandola ancora e soprattutto rendendola più internazionale.

Il posto da visitare è senza dubbio l’ambasciata italiana a Kiev, quella che aveva consigliato a De Zerbi di lasciare l’Ucraina ancora prima che scoppiasse il conflitto, ricevendo come risposta un «non posso lasciare sola la mia squadra. Io sono un uomo di sport». Quel sabato, infatti, doveva giocare una partita di campionato.

La partita, ovviamente, non si è giocata e De Zerbi è rimasto bloccato a Kiev. Giorni passati chiuso in albergo col suo staff, probabilmente a lavorare sulla proposta di gioco in attesa di un'Ucraina liberata. Dopo una settimana la fuga. Se volete una full immersion De Zerbi ecco le tappe: treno fino a Leopoli, pulmino fino al confine con l’Ungheria, altro pulmino, questa volta del Ferencvaros, fino a Budapest e poi volo per Bergamo.

Quarta tappa: Brighton

La chiusura del tour è necessariamente a Brighton, città costiera che ha accolto il Dezerbismo come un dogma. Nessuno ama De Zerbi più di questo piccolo avamposto riminese nell'East Sussex, un posto che sembra uscito dalla fantasia di un inglese svenuto a Magaluf. Il simbolo della città, e della squadra, è il gabbiano, che potete vedere volteggiare a stormi se camminate sul lungomare. Sono gabbiani Dezerbiani: aggressivi, che puntano al recupero attivo del pallone, come potete vedere in moltivideo suinternet.

https://twitter.com/KingMitoma/status/1678011349132279812

Il Dezerbismo è arrivato anche in Giappone.

Che fate voi allora: andate al Seagull Fish and Chips, prendete del pesce fritto e delle patatine a portar via e andate sulla spiaggia. Una volta qui lavorate su come attirarli e poi resistere alla pressione. Sembra facile, ma non lo è: bisogna essere credibili nel mettere in mostra il cibo e poi, all'ultimo, avere la freddezza per passarlo al compagno giusto. Magari le prime volte vinceranno i gabbiani, ma non fatevi prendere dall'ansia del risultatismo, lo sapete che è il nemico giurato del vostro allenatore preferito. Continuate a provare, provare, lavorate sui dettagli, abbiate fede verso il metodo. Chissà, magari, dopo qualche anno così, potete finire al Sassuolo anche voi.

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