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Una partita strana e spettacolare
19 apr 2018
19 apr 2018
Lazio e Fiorentina hanno dato vita a una delle gare più divertenti dell'anno, dove Simone Inzaghi ha dimostrato ancora una volta la sua bravura.
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Foto di Jennifer Lorenzini / LaPresse
(copertina) Foto di Jennifer Lorenzini / LaPresse
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Con i 4 gol segnati alla Fiorentina, la Lazio è tornata ad avere il miglior attacco del campionato (79 reti). Quella contro i viola è stata una delle partite più strane e spettacolari del campionato, ricca di colpi di scena, giocate di alto livello, errori grossolani ed episodi discutibili. Dopo circa un quarto d’ora le due squadre si sono trovate ad affrontarsi dieci contro dieci per le espulsioni ravvicinate di Sportiello e Murgia, che hanno ovviamente modificato da subito il contesto. Gli scenari tattici sono cambiati diverse volte ed è stata fondamentale una mossa di Simone Inzaghi, che con coraggio al 25’ ha sostituito de Vrij con Felipe Anderson.

Accettare il rischio

In quel momento la Fiorentina stava già vincendo 1-0: Veretout aveva segnato sulla punizione generata dal fallo che Murgia ha pagato col cartellino rosso. Dopo l’espulsione di Sportiello, Stefano Pioli aveva rinunciato a Eysseric lasciando solo Simeone in avanti e tenendo larghi Chiesa e Gil Dias. Per qualche minuto la Lazio ha continuato a giocare con tre difensori centrali, poi la presenza del solo Simeone ha convinto Simone Inzaghi a rinunciare all’ampia superiorità numerica in zona difensiva per trasmetterla più in alto sul campo. Ha quindi tolto de Vrij, lasciando così il controllo di Simeone a Luiz Felipe e Cáceres, ritenuti probabilmente più affidabili e a proprio agio a difendere in campo aperto, e inserito Felipe Anderson. In una situazione d’emergenza, Simone Inzaghi ha scelto di dispiegare tutto il potenziale offensivo della sua rosa, accettando i rischi generati dalla presenza in contemporanea di Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Felipe Anderson.

All’inizio il brasiliano si è posizionato vicino a Immobile, alzandosi con lui quando la Lazio pressava la costruzione bassa della Fiorentina e muovendosi centralmente tra le linee quando invece erano i biancocelesti ad attaccare.

Felipe Anderson, Milinkovic-Savic e Luis Alberto, i tre giocatori più tecnici della Lazio, sono vicini e creano superiorità numerica e posizionale in mezzo al campo.

La rinuncia a Eysseric aveva significato per la Fiorentina difendersi più bassa, evitando di pressare il primo possesso della Lazio. Era il francese a formare con Chiesa e Simeone la prima linea di pressing dei viola, che avevano impostato la partita per disturbare la costruzione della Lazio con la tipica aggressività che li contraddistingue. L’espulsione di Sportiello e il gol segnato da Veretout avevano però consigliato maggiore prudenza a Pioli, anche perché le scalate previste per controllare il lato più pericoloso della Lazio, quello sinistro, impedivano di alzare il baricentro e di recuperare la palla nella metà campo avversaria. La linea difensiva della Fiorentina passava con fluidità a 4 o a 5, perché fin dall’inizio Gil Dias si è impegnato a coprire tutta la fascia marcando Lukaku, permettendo così a Milenkovic di stringersi al centro e uscire con aggressività sul giocatore della Lazio (Milinkovic-Savic, Luis Alberto o Immobile) che si muoveva nel mezzo spazio di sinistra, considerata evidentemente da Pioli come la zona più importante da controllare.

Senza il supporto di Gil Dias, tenuto basso da Lukaku, per Dabo e Veretout era impossibile coprire il centro del campo. L’inserimento di Felipe Anderson, deciso da Inzaghi proprio per avere un giocatore in più tra le linee, ha reso la situazione ancora più problematica. La Lazio poteva iniziare l’azione dal lato di Cáceres, avanzando nello spazio lasciato da Gil Dias, e creava facilmente superiorità numerica o posizionale dietro Dabo e Veretout grazie ai movimenti di Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Felipe Anderson.

Poco dopo il suo ingresso il brasiliano si è comunque allargato sulla fascia destra, equilibrando la squadra in fase difensiva perché non costringeva più Marusic a uscire alto su Biraghi, e contribuendo con la sua libertà di movimento, con e senza palla, ad avere sia un riferimento a destra che un giocatore in più tra le linee per avanzare centralmente. La facilità con cui la Lazio creava linee di passaggio tra la difesa e il centrocampo della Fiorentina è stata fondamentale nella rimonta. Da questa situazione sono nate le azioni che hanno generato i due calci piazzati con i quali i biancocelesti hanno rimontato lo svantaggio di due gol prima dell’intervallo (Veretout aveva raddoppiato su rigore).

Nell’azione che ha portato alla punizione con cui Luis Alberto ha dimezzato lo svantaggio, ad esempio, Felipe Anderson si trova sul centro-sinistra, la Lazio però costruisce a destra, dove ha creato una zona di superiorità numerica e posizionale. Immobile riceve e, avanzando palla al piede, si guadagna la punizione del 2-1. Da notare anche l’uscita di Milenkovic e la posizione bassa di Gil Dias, che segue Lukaku (fuori inquadratura).

Fino al 3 a 2 della Fiorentina

Nel secondo tempo la Lazio si è schierata in maniera più chiara con Luis Alberto a sinistra e Felipe Anderson a destra, affiancando Milinkovic-Savic a Leiva. Raggiunto il pareggio, i biancocelesti hanno inizialmente abbassato il baricentro concedendo una costruzione più pulita alla Fiorentina. I viola, che al contrario della squadra di Simone Inzaghi, cercavano di risalire il campo in maniera più semplice e diretta, con le conduzioni di Chiesa o verticalizzando subito dietro le linee avversarie, hanno approfittato subito dei margini per gestire la palla concessi dalla Lazio. Veretout e Dabo si schieravano in verticale e puntavano ad avanzare velocemente arrivando a sinistra da Chiesa e Simeone, che giocando vicini impegnavano Luiz Felipe e Marusic e creavano spazi l’uno per l’altro.

Poco prima del decimo minuto Veretout ha potuto calibrare una verticalizzazione precisa per Dabo dietro il centrocampo della Lazio, Dabo si è girato e ha allargato a Simeone, scattato nel frattempo nello spazio aperto per lui da Chiesa. L’argentino ha controllato male, ma si è conquistato la rimessa laterale sul cui sviluppo Veretout ha tolto il pallone a Leiva e si è infilato in area segnando il gol del 3-2. Il francese non aveva mai realizzato una tripletta prima di ieri.

La Lazio si schiera con Luis Alberto a sinistra e Felipe Anderson a destra, abbassandosi e dando maggiori margini alla Fiorentina per costruire l’azione. Veretout ne approfitta e trova Dabo dietro il centrocampo biancoceleste.

L’ultimo ribaltamento della Lazio

La posizione più aperta di Luis Alberto e Felipe Anderson ha comunque permesso alla Lazio di attaccare con più efficacia sulle fasce. Entrambi hanno ovviamente continuato ad accentrarsi per creare linee di passaggio dietro il centrocampo della Fiorentina, ma giocando più vicini a Lukaku e Marusic hanno facilitato gli attacchi dai lati, utilizzando soprattutto i due esterni come riferimenti offensivi dopo aver consolidato il possesso al centro. Sono stati proprio due assist di Marusic a Felipe Anderson (che comunque ha tirato fuori un bel coniglio dal cilindro calciando con la solita pulizia tecnica da fuori area) e Luis Alberto a ribaltare il risultato fissando il definitivo 4-3 per la Lazio.

Simone Inzaghi ha accettato di prendersi dei rischi pur di vincere, e in una situazione d’emergenza ha dispiegato tutto il potenziale offensivo di cui dispone, dimostrando ancora una volta di aver letto bene la partita. L’ingresso di Felipe Anderson è stato determinante per approfittare della prudenza della Fiorentina, che si è abbassata appoggiandosi quasi esclusivamente su Chiesa per risalire il campo (Pioli, comunque, ci ha ricavato la punizione e il rigore che hanno mandato la sua squadra sul 2-0). Insieme a Milinkovic-Savic e Luis Alberto, il brasiliano ha reso praticamente illeggibile la manovra biancoceleste, estremamente fluida grazie ai movimenti e alle diverse soluzioni garantite dai tre.

La partita contro la Fiorentina è stata troppo strana per poter essere presa come riferimento: Simone Inzaghi ha accettato di sbilanciarsi per il particolare contesto che si era venuto a creare, e non sempre ci saranno le condizioni per vedere in campo Felipe Anderson insieme a Luis Alberto e Milinkovic-Savic, uno dei temi più discussi alla Lazio. Le prestazioni dei tre hanno comunque evidenziato quanto sia vasto il potenziale dei biancocelesti e quanti strumenti abbiano per raddrizzare anche le partite più complicate.

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