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Foto di Odd Andersen/Getty
Calcio Angelo Ricciardi 14 dicembre 2016 5'

Prospettiva terzini: Mitchell Weiser

Abbiamo scelto tre giovani terzini tra i più promettenti del panorama internazionale. Il primo è Mitchell Weiser dell’Hertha Berlino.

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Nelle tappe recenti dell’evoluzione tattica del calcio, il ruolo del terzino è quello che sta guadagnando più spessore e profondità. L’interpretazione del ruolo, da parte di quello che solo formalmente è il giocatore più esterno della linea difensiva, molto spesso è una delle chiavi che contribuisce a definire un sistema di gioco: negli ultimi anni al terzino è richiesto di moltiplicare le dimensioni del suo gioco e differenziare le proprie azioni in un poligono di funzioni sempre più ampio e vario.

 

Indirettamente questo processo ha portato ad una rivalutazione positiva di alcuni calciatori che hanno cavalcato l’onda dei nuovi e differenti requisiti. Possiamo pensare a Marcos Alonso, fondamentale per la fluidità strutturale della Fiorentina l’anno scorso (nel passaggio selettivo della difesa da 4 a 3 durante le fasi di gioco) e altrettanto importante nell’impianto di gioco attuale di Conte al Chelsea. Si può considerare il caso di De Sciglio che sta vivendo una fase molto positiva, molto più a suo agio grazie ai meccanismi implementati da Montella e finalmente importante per il Milan. Anche l’utilizzo che Luis Enrique fa di Sergi Roberto va in questa direzione: viene schierato da terzino destro pur non avendone caratteristiche e attitudini classiche. La stessa zona laterale è oggetto di un approfondimento, soprattutto a causa dei sistemi di pressing, sempre più raffinati, che prevalentemente forzano lo sviluppo del possesso avversario nell’area di influenza dei terzini.

 

Il modello contemporaneo verso il quale il ruolo di terzino converge è quello rappresentato idealmente da Raphaël Guerreiro del Borussia Dortmund. Un giocatore ipercinetico, con una tecnica di base eccellente e con ottime letture: caratteristiche che gli permettono di occupare con cognizione e profitto anche zone di campo diverse da quella specifica.

 

Ho scelto tre terzini che si stanno mettendo in evidenza nelle maggiori leghe europee. Tutti e tre hanno meno di 23 anni e possiedono qualità importanti. Si distinguono sia per stile che per interpretazione del ruolo ma hanno tratti caratteristici complementari alle richieste della traiettoria evolutiva dell’esterno di difesa. Il primo della serie è Mitchell Weiser.

 

 

Mitchell Weiser – Hertha Berlino

 

Il momento più luminoso della carriera di Mitchell Weiser risale al 25 aprile del 2015, quando con la maglia del Bayern trancia di netto la difesa dell’Hertha Berlino sulla fascia destra e serve il pallone al centro a Scheweinsteiger, che scarica in rete consegnando ai bavaresi il secondo Meisterschale dell’era Guardiola.

 

Puntare la linea di fondo, passando attraverso ogni avversario osi mettersi sulla sua strada, è una delle specialità della casa.

 

L’attuale allenatore del City gli aveva concesso minuti importanti nella seconda parte di stagione, soprattutto per la carenza di alternative dettata dai numerosi infortuni. Weiser, però, stava vivendo la stagione quasi da separato in casa: le possibilità di rinnovare il contratto in scadenza erano praticamente nulle nonostante le grandi aspettative al momento della firma per il Bayern e le buone prestazioni. Durante l’esperienza al Bayern Monaco, l’esterno tedesco aveva lanciato segnali particolarmente preoccupanti per indolenza e attitudine negativa, difetti amplificati da un ambiente – quello del Bayern – in cui maturità e disciplina sono requisiti fondamentali. La stessa estate del 2015 rappresenta il punto di svolta, l’Hertha Berlino gli offre contratto e fiducia che Weiser ripaga con una stagione molto solida: è uno dei migliori esterni della scorsa Bundesliga, sempre in crescita e con miglioramenti continui (occupa lo slot di terzino destro nella nostra Top11 compilata escludendo i giocatori di Bayern e Dortmund). Se nella scorsa stagione lo avevamo visto affinare partita dopo partita il bagaglio tecnico, adesso a sorprendere è l’evidente step a livello mentale.

 

Tatticamente Weiser è una specie di “tweener”, ma da cui prende solo gli aspetti positivi: ha le doti fisiche, tecniche e di comprensione delle situazioni per giocare indifferentemente da quarto a destra di difesa o di centrocampo, ha già dimostrato di essere efficace nei pressi di entrambe le aree di rigore. In fase di possesso, la posizione per lui è discriminante soltanto dell’altezza della ricezione: il suo gioco si sviluppa praticamente allo stesso modo sia che parta formalmente da terzino che da esterno di centrocampo.

 

Trascurando per un attimo il ruolo, Weiser è già adesso una potente arma tattica: con la stessa efficacia attacca la profondità, sfrutta l’ampiezza o fa entrambe le cose contemporaneamente. Taglia il campo in verticale palla al piede e amplifica le interazioni delle catene laterali, sfrutta traiettorie centrali per entrare dinamicamente negli half-spaces e sviluppare gioco. Tatticamente è un calciatore maturo che senza palla fa scelte tanto logiche quanto brillanti. Ha un innato senso dei tempi della pressione e spesso corregge le uscite dei suoi compagni, permettendosi di dare indicazioni anche a un veterano come Ibiscevic. È un calciatore elettrico, fortemente dinamico e reattivo ma che riesce comunque ad incanalare la sua energia in binari consapevoli e riflessivi. In questa sua doppia natura, azzardando un po’, possiamo leggere tra le righe l’influenza, per quanto magari indiretta, che ha avuto Guardiola, di cui Weiser conserva un ottimo ricordo.

 

In questa stagione Weiser ha dimostrato quanto sia decisiva la sua capacità di creare situazioni pericolose. Quando gioca da terzino realizza 2 key passes ogni 90 minuti, considerando invece tutti i minuti giocati produce 2,2 tiri per i compagni ogni 90 minuti.

 

Galleggiare negli half-spaces con questa capacità di leggere la difesa e con questa sensibilità per servire il taglio dell’attaccante può essere un problema per gli avversari.

 

Le qualità di Weiser sembrano funzionare piuttosto bene in un sistema, come quello dell’Hertha Berlino di Dárdai, che lavora con profitto sui vuoti e sui pieni, forzando la creazione di spazi attraverso la circolazione del pallone e una struttura di pressing molto organizzata soprattutto ad altezze profonde. Spesso Weiser viene servito quando ha molto spazio in avanti da poter attraversare palla al piede, oppure attacca direttamente lo spazio senza palla. Muovendosi in appoggio spesso diventa uno strumento prezioso per concretizzare l’ossessiva ricerca di ampiezza dell’Hertha.

 

Più in generale Weiser sembra essere praticamente sempre in controllo degli spazi, non c’è mai traccia di segni di disorientamento o confusione. Nel controllo del pallone ha sviluppato grande fiducia nella sua agilità e nella coordinazione della corsa, grazie alla quale riesce quasi sistematicamente a toccare il pallone prima del diretto marcatore. Nonostante questo, in nome di un’insospettabile maturità decisionale, la creatività espressa nell’1vs1 è limitata all’ultimo terzo di campo, con preferenza per il corridoio laterale naturalmente.

 

Se da un lato, quando il pallone si trova nella zona di Weiser, si ha sempre la sensazione che attivandolo e coinvolgendolo possa succedere qualcosa di pericoloso , la sua efficacia in un sistema più votato al possesso resta tutta da verificare. La mancata scintilla nel rapporto con Guardiola fa nascere ulteriori dubbi in questo senso. Resta comunque un calciatore da tenere sotto osservazione perché se c’è qualcosa che abbonda in lui quella è la voglia di continuare a crescere, ottimizzando i miglioramenti sia sul piano personale che nel contesto di squadra.

 

 

Tags : bundesligaHerta BerlinoMitchell Weiserterzini

Angelo Ricciardi è nato nel 1992, studia per diventare ingegnere e nel tempo libero scrive di calcio su Fuori dagli Schemi.

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