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(di)
Michele Pettene
Una nuova era
12 apr 2016
12 apr 2016
Presentazione dei playoff di Eurolega, nel probabile anno zero dell’Europa dei canestri.
(di)
Michele Pettene
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Aprile, tempo di Devotion. Forse ancor più delle Final Four, i playoff di Eurolega rappresentano il momento più esaltante della pallacanestro europea. Le migliori otto squadre d’Europa, in uscita dai due gironi infernali delle Top 16 e pronte a darsi battaglia fino all’ultimo sangue in quattro serie, al meglio delle cinque partite.

è la definizione di uno dei sicuri protagonisti, Aleksandar Djordjevic.

 

I famigerati “aggiustamenti” non saranno solo sterile abuso di retorica mediatica, ma modifiche concrete di rotazioni e scelte tattiche, considerati i vecchi e giovani lupi di mare seduti in panchina. Il tutto in un contorno strepitoso, con arene storicamente letali nel ribaltare il fattore campo avverso (state pensando ad Atene e Belgrado?) e un equilibrio esasperato, non usuale, che potrebbe addirittura portare tre serie su quattro alla “bella”, l’apice sportivo del Vecchio Continente prima dell’evento conclusivo di Berlino.

 

Sono tempi strani, questi. La guerra tra Uleb e Fiba di cui abbiamo

ha fatto calare forti ombre sul futuro del basket europeo, e a un certo punto si è temuto addirittura per la scomparsa prematura dell’Eurolega. Le ultime tre grandi leggende viventi del primo decennio di Eurolega sembrano inoltre aver imboccato il glorioso viale del tramonto: per la prima volta dal 2010 Vassilis Spanoulis non è riuscito a passare le Top 16 con il suo Olympiacos, segnando il minor numero di punti a partita della sua carriera biancorossa (11.2 di media); l’Altro Grande Re, Juan Carlos Navarro, seppur presente in questa post-season è stato addirittura costretto a saltare delle partite per far riposare il fisico da un viaggio ormai lunghissimo (per lui minimo carriera assoluto in punti di media, 8.2); e l’inossidabile Dimitris Diamantidis, nonostante un contributo di grande qualità al suo Panathinaikos, è stato utilizzato col contagocce da coach Djordjevic (anche per lui minimi in carriera per punti e recuperi) nel suo ultimo ballo prima della pensione.

 

Infine uno dei più grandi coach d’Europa, Dusan Ivkovic, per la prima volta nella sua carriera non è riuscito a qualificarsi per i playoff con il suo Efes Istanbul, cedendo il posto ad una delle grandi novità di questo secondo decennio, il Lokomotiv Kuban e la nuova superstella d’Europa, Malcolm Delaney. Un ricambio generazionale, oltre che strutturale, degli equilibri geo-sportivi europei: siamo molto curiosi di capire dove potranno portare, e il primo assaggio saranno proprio questi attesissimi playoff 2016. Buona Devotion!

 



 



 

** (su 5)

 



L’Armata Rossa si presenta al penultimo atto stagionale con in saccoccia “solo” i record ogni epoca dell’Eurolega per quanto riguarda l’attacco, salutando “squadrette” come il Maccabi di Jasikevicius e Parker o il Real 2013-14. Non una novità, essendoci riusciti in parte anche la scorsa annata, ma quest’anno il team di general Itoudis ha impressionato per la strapotenza fisica e la capacità di utilizzare al meglio le molteplici armi a disposizione (20 assist a partita). Gran parte del successo nasce dall’alchimia della strana coppia Nando De Colo-Milos Teodosic: primo duo di sempre ad occupare i primi due posti della classifica marcatori (e top-10 negli assist), se girano loro due tutto diventa più facile, comprese le percentuali dei compagni.

 

La Stella Rossa, sorpresona dell’anno insieme a Vitoria, cercherà di rendere arduo il passaggio del turno cavalcando uno dei play più sottovalutati d’Europa, Stefan Jovic, che fisicamente può stare con le due stelle avversarie e metterle in difficoltà in attacco insieme a uno dei nostri giovani preferiti, l’altro play Vasilije Micic, creativo e preciso dall’arco dei 3 punti. Nelle due gare della Kombank Arena di Belgrado coach Radonjic punterà fortissimo sulla difesa per cercare di pareggiare la serie e portarla alla quinta: Maik Zirbes, uno dei nostri

, rischia di essere però troppo solo in area contro la corazzata russa. Il gladiatore Vlado Stimac con la sua reattività nei pick&roll sarà infatti l’unica altra arma tattica per mettere in difficoltà i lunghi moscoviti e riaprire il gioco per Simonovic, gran tiratore, ma il giocatore chiave per i destini della serie sarà l’ala Quincy Miller, contro cui il CSKA non sembra avere il difensore adatto.

 

Il Crvena Zvezda dei giovani senza paura (occhio a Borisa Simanic, alona del ‘98) dopo aver eliminato l’Efes non ha più nulla da perdere e sulle ali dell’entusiasmo casalingo darà tutto per riportare a Mosca una serie che sembra però avere un risultato già scritto.
https://www.youtube.com/watch?v=EgtLOXKUbvA

Uno sprazzo delle qualità della Stella Rossa e di Stefan Jovic nella partita del record storico di 19 assist per il play serbo. Alcuni passaggi sono strepitosi, ma poi ovviamente i tiratori e i taglianti devono pur sempre segnare


 

Quincy Miller & Victor Khryapa. L’americano di Belgrado (l’altro è il veterano Kinsey) è arrivato sulle sponde serbe del Danubio a causa dell’infortunio di capitan Mitrovic (rientrante): mai sfortuna fu più benedetta. Il suo atletismo, la sua versatilità e l’imprevedibilità saranno fondamentali per districarsi dai frequenti momenti in cui l’attacco biancorosso perderà fluidità. Ma Mosca ha dimostrato di avere più di una falla difensiva tra guardie ed ali, ed è lì che Miller proverà ad incunearsi.

 

Khryapa quando è in giornata ha già dimostrato di essere difensore utilissimo con le lunghe braccia e l’intelligenza cestistica, oltre che gran lettore delle situazioni offensive: tormentato in stagione dagli infortuni, potrebbe essere il più attrezzato per limitare Miller, considerato che i quattro americani (l’ottimo Higgins, Nichols, Hines, Jackson più il britannico Freeland), superiori per atletismo, per diversi motivi sono meno affidabili nei finali di partita.

 

: 17%

Ci dispiace ribadirlo, ma ci accorgiamo che si tratta di un concetto che tende ad essere spesso sottovalutato o addirittura dimenticato, vale a dire la presenza di Milos Teodosic. Che era in campo in quel 2012, sarà in campo in questa serie (contro la squadra del cuore) e anche quest’anno l’abbiamo visto tentare di perdere da solo almeno tre partite in volata. Quando va tutto per il verso giusto è il giocatore più letale d’Europa, ma se per qualsiasi motivo si arrivasse punto a punto, state pronti a vedere l’inverosimile accadere. D’altra parte solo un suicidio russo potrebbe rimettere in corsa la Stella Rossa, che a parte il formidabile fattore campo non avrà nulla di superiore agli avversari da opporre.

 

: 133-2

Sono le partite giocate nei playoff di Eurolega rispettivamente dai giocatori del CSKA e quelli di Belgrado. Un confronto di esperienze totalmente impari: le ambizioni sono differenti, e avere l’età media più bassa d’Europa (7 giocatori sotto i 23 anni) non aiuta, ma purtroppo quando tensione e pressione crescono avere gente che sa come gestirle e dove far andare la palla ha sempre fatto e sempre farà la differenza.

 



DeColo - Higgins - Kurbanov - Hines - Khryapa

vs

Jovic - Guduric - Simonovic - Miller - Zirbes

 

3-1 CSKA.

 

https://www.youtube.com/watch?v=E5g9n-Hgc7Q

L’MVP di Febbraio e il probabile MVP di questa Eurolega 2015-16: Nando De Colo. Quest’anno a Mosca si aspettano però anche un titolo di squadra, oltre che la solita incetta di trofei personali...


 



 

*** (su 5)

 



15 vittorie a testa, una qualificazione alle Top 16 prima e ai playoff poi costruita soprattutto in casa - 1 sconfitta interna per il Laboral, 2 per il Pana -, mix di veterani e under 25 in rampa di lancio o già lanciati,

praticamente identico (102 a 102.1). Le similitudini tra baschi ed ateniesi però non vanno molto più in là di quanto appena scritto. Il Baskonia è una squadra che non disdegna affatto la possibilità di correre, cercando spesso e volentieri conclusioni con i contropiedi primari, affidando subito il possesso ai velocisti Darius Adams e Mike James che amano cercare subito il pick&roll in transizione.

 

Il Panathinaikos si affida invece ad un ritmo più compassato con un’alta percentuale di canestri assistiti (70.3%), sintomo di una ricerca dell’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto. E se state pensando che questo sia un sistema in cui Diamantidis può esercitare al meglio il proprio ruolo di Sovrano Assoluto, avete pensato benissimo. Va anche detto che è in questa differenza che si vede maggiormente la mano dei due coach e la loro idea di basket, ed è peraltro giusto sottolineare come entrambi abbiano fatto un eccellente lavoro nel corso della stagione.

 

Perasovic ha lavorato molto sui singoli prima ancora che sulla squadra: ha rivitalizzato Bouroussis, reso il James di Omegna (!) un giocatore da alta Eurolega non solo per le abilità balistiche, e ha fatto crescere tatticamente Davis Bertans. Ma se c’è un giocatore che ci ha sorpreso più di tutti è Adam Hanga: che potesse essere uno di impatto fisico a questi livelli si era intuito anche ad Avellino, che potesse essere così decisivo e già da questa stagione onestamente no.

 

https://www.youtube.com/watch?v=XTptQf1hnTA

Qui Hanga contro il Real. A 0:45 stoppa, a 0:54 schiaccia. Ah, l’azione è la stessa. Fisicità ne abbiamo? Il premio di Mr. Weak Side va a lui, e gli altri arrivano terzi.


 

Dall’altra parte Djordjevic ha plasmato il Pana strada facendo, inserendo Marquez Haynes, Elliott Williams e Vince Hunter, che gli hanno permesso di avere rotazioni più lunghe e giocatori mentalmente più solidi. La squadra ha così acquistato vigore, energia e profondità. Fare canestro a questo Pana non è facile perché costringe l’avversaria di turno ad adeguarsi alla propria velocità, aggredisce con intelligenza, raramente si fa sorprendere da tagli o sul lato debole. Non sarà facile dunque per il Laboral giocare il proprio basket per 40 minuti e, di conseguenza, sarà molto interessante vedere cosa inventeranno i due allenatori, non tanto per prendere quanto per

il bastone del comando. Noi restiamo col Laboral per due motivi: gioca in casa l’eventuale “bella” e abbiamo visto all’inizio quanto pesi il fattore campo per entrambe. Inoltre in una serie così combattuta la panchina farà la differenza, e l’apporto che ha dato quella di Perasovic fin qui è superiore.

 

Ioannis Bouroussis & Miroslav Raduljica. Il greco ex EA7 è la sorpresa della sorpresa: a 32 anni sta vivendo la miglior stagione in Eurolega della sua carriera. Non metteva numeri così buoni neanche negli anni dell’Olympiacos: è il miglior rimbalzista della Top 16 e il migliore nel DefRtg, tanto per dirne due. Uscendo dalla panchina - e forse proprio per questo - diventa un’arma con cui il Laboral gira spesso le partite a suo favore, sfruttando non solo la varietà di soluzioni offensive di Bou, compresi gli scarichi a punire i raddoppi su di lui (ha già ora più assist che nelle due stagioni in maglia Real), ma anche la capacità di rimanere concentrato in difesa per più di un’azione. Roba che a Milano e Madrid non hanno (quasi) mai visto.
Limitare Bouroussis sarà una delle chiavi per la vittoria del Pana e sulle tracce del #9 basco andranno i due che si dividono sostanzialmente i minuti da centro, ovvero Ognjen Kuzmic e Miroslav Raduljica. Più che sull’ex Warriors puntiamo sul centro serbo che Djordjevic conosce come le sue tasche avendolo avuto anche in nazionale. Lasciate perdere le cifre raccolte, che pure lo vedono top scorer dei suoi: per Miro conta di più il rapporto viscerale con colui che è anche il suo commissario tecnico e che l’ha fortemente voluto/difeso dopo le stagioni poco, e sottolineiamo

, brillanti in NBA e in Cina. La capacità di Raduljica di entrare sotto pelle all’avversario giocando più sui nervi che sulle abilità tecniche - comunque non così scarse come si crede - potrebbe mandare in tilt una testa calda come Bouroussis.

 

https://www.youtube.com/watch?v=hx8OayCQecA

Perasovic si augura di non vedere un Bou così mollo come nell’ottavo dei Mondiali 2014, nel quale Raduljica gli è scappato via con fin troppa facilità.


 

80%

Dimitris Diamantidis è uno che se si mette in testa una cosa tendenzialmente poi la mette in atto. Data la possibilità che la sua ultima apparizione in carriera in Eurolega - una competizione che è stata segnata dal suo enorme talento - possa essere alle Final Four di Berlino, bisogna stare attenti. Soprattutto a Gara-1, ovvero quella che la storia insegna essere spesso significativa nel destino della serie: per info chiedere all’

versus Maccabi. Sarà più facile per il Pana ribaltare il pronostico evitando di arrivare a Gara-5.

 

56.3%

È la percentuale dall’arco in Eurolega di Davis Bertans: sarebbe il miglior tiratore del torneo se il numero di tentativi, attualmente 32, fosse più alto. Non ha mai tirato così poco e così bene: anche in questo si vede la crescita del 23enne lettone.

 



Adams - James - Hanga - Bertans - Bouroussis

Vs

Diamantidis - Calathes - Williams - Gist - Raduljica

 

3-2 Laboral

 


Il Real Madrid ha imparato sulla propria pelle quanto Bertans sia diventato moooooolto più sicuro di sé.


 



 

**** (su 5)

 



Ci aspettiamo un grande show. Il Lokomotiv, per l’autorità con cui ha giocato e vinto le sue partite sin dalla stagione regolare, non deve essere considerato una sorpresa, ma il nuovo che deciso avanza contro lo strapotere delle solite note, Barcellona compreso. Coach Bartzokas ha costruito una squadra con rotazioni e gerarchie ben definite, basando il proprio gioco offensivo sulla nuova stella europea, la guardia USA Malcolm Delaney (il nostro MVP stagionale), sui talenti atipici di due ex-NBA come Anthony Randolph e Victor Claver per aprire il campo e una struttura classica, con due tiratori bianchi fenomenali in uscita dai blocchi (Voronov e Broekhoff) solidissimi anche in difesa, oltre ad un secondo quintetto altrettanto affidabile.

 

Proprio la second unit russa è stata una delle chiavi della fin qui superba stagione, con le guardie Dontaye Draper (amicissimo di Delaney dai tempi dell’high school a Baltimora), Matt Janning (neo-acquisto), Sergey Bykov e i lunghi Chris Singleton e Andrey Zubkov capaci di mantenere alti i ritmi e l’efficienza dell’attacco Lokomotiv, senza mai snaturarne l’attitudine perimetrale (prima di sempre in Top 16 per triple segnate a gara, 11.2).

 

Proprio il tiro da tre sarà una delle grandi chiavi di questa serie, che dovrebbe essere equilibrata fino alla fine e con un Barcellona costretto a vincere almeno una volta in terra straniera. Le due squadre si erano già scontrate in regular (una vittoria a testa), ma il Barca di oggi è diverso da quello di dicembre, con il colosso Joey Dorsey a sostituire l’infortunato Shane Lawal sotto canestro e un Navarro ridimensionato in responsabilità e minutaggio a causa del fisico usurato.

 

Entrambe le squadre sono impressionanti nella circolazione di palla, giocano una pallacanestro frizzante, definita da tagli, pick&roll continui,

, ricerca del mismatch per scatenare gli aiuti difensivi e due difese dure, reattive, rapide (il Barca è stata una delle squadre in stagione che più ha inceppato la fluidità del Kuban). Soprattutto il Lokomotiv, prima per punti concessi in Europa (69 a gara), grazie alle caratteristiche dei propri lunghi, dinamici ed atletici, può cambiare virtualmente su qualsiasi tipo di blocco, impedendo a tiratori strepitosi come Doellman, Ribas, Perperoglu, Abrines o Oleson di tirare con troppo spazio dopo la ricezione.

 

https://www.youtube.com/watch?v=JImG-oMNTCI

Il talento raro e totale di Malcolm Delaney, MVP della settimana per due volte consecutive all’inizio di queste Top 16 e creatore unico dal palleggio, pareggiato forse solo da De Colo. Qui conduce alla vittoria il suo Kuban con 12 punti nell’ultimo quarto. Clutch.


 

Anthony Randolph & Tomas Satoransky. Randolph sembra avere finalmente trovato la sua dimensione, dopo tanto peregrinare. Spesso svogliato e controproducente per le sorti della propria squadra nelle precedenti versioni, Anthony si è riscoperto nel ruolo di tuttofare mancino capace di battere chiunque fronte canestro, dominando a rimbalzo offensivo e riciclandosi anche come notevole difensore sia dal lato debole che sui cambi con i piccoli avversari.

 

Con il lento declino della “Bomba” e l’incostanza di Arroyo, il gioiellino ceco del Barca è chiamato ad una vera prova da leader in questa serie: migliorato nel tiro da 3 (ma c’è da credere che mago Bartzokas proverà a battezzarlo, perlomeno nelle prime partite che il Barca giocherà in trasferta) Satoransky avrà il compito di armare le numerose braccia che attendono gli scarichi dai p&r giocati con il solito Tomic e portare le point guard avversarie in post basso, mentre in difesa - fase dove già eccelle - avrà l’arduo ma cruciale compito di arrestare Delaney, pericolo pubblico numero uno.

 

91%

Prevedere una vincitrice di questa serie è quasi impossibile. Molti puntano sull’inesperienza del Lokomotiv pronosticando il Barca in quattro gare, ma non siamo così sicuri che la squadra di coach Pascual sia più forte. Il vantaggio del fattore campo per i russi è un’eredità preziosa dalle Top 16 che dovranno sfruttare durante i primi due match: se così accadrà, con un’iniezione supplementare di fiducia Kuban potrà affrontare le due gare a Barcellona con meno pressione e tutti i benefici del caso. Se invece gli spagnoli dovessero espugnare Krasnodar aspettiamoci di tutto. Non ci stupirebbe infatti una serie decisa da 3-4 buzzer beater (in tal caso segnatevi il nome di un altro nostro X-Factor: Justin “Horry” Doellman) e uno spettacolo che davvero non dovreste perdervi nei prossimi giorni.

 

https://www.youtube.com/watch?v=qvSrqy8MCjM

Doellman e la specialità della casa: triple decisive e buzzer beater. Ne hanno già fatto le spese Real e CSKA, qui con un valido aiuto del sempre puntuale Teodosic. Un consiglio a coach Bartzokas per i finali tirati: fare ricevere chiunque altro, ma non lui!


 

99.5 e 32.4%

Il primo è il Defensive Rating del Lokomotiv, unica squadra sotto i 100 in questa particolare statistica: far canestro contro l’aggressività delle squadre di Bartzokas (l’Olympiacos campione del 2012 ne è un fulgido esempio) è difficile e richiede pazienza, con movimento di uomini e palla per muovere la difesa e caricarla di falli.

 

La seconda è la percentuale da dietro l’arco concessa dal Barcellona agli avversari, seconda d’Europa dietro al Fenerbahce: una delle migliori difese sul tiro da 3 punti dunque, contro la squadra che ha preso e segnato più triple durante le Top 16. Molto degli equilibri della serie sarà deciso dallo scontro su quella linea così maledettamente vitale.

 



Delaney - Draper - Broekhoff - Randolph - Singleton

Vs

Satoransky - Navarro - Doelmann - Tomic - Dorsey

 

3-2 Kuban.

 

 



 

***** (su 5)

 



Uno dei motivi per cui amiamo così tanto la Devotion targata Eurolega è quello di regalarci ogni anno almeno una serie destinata a finire nella storia di questa competizione. Una serie che proporrà talmente tanti temi da impazzire anche solo a pensarli tutti. (Per dire: Obradovic allenerà contro Laso, suo ex-giocatore al Real nel ‘97 quando vinse la coppa Saporta e che l’ha eliminato lo scorso anno in semifinale a Madrid). Il dramma di serie del genere è di dover giocoforza dire addio fino alla prossima stagione ad una delle due contendenti.

 

Il Real campione d’Europa in carica arriva a Istanbul pronto per sfidare la miglior squadra d’Eurolega fino ad oggi, la quale sarà però priva di una delle sue colonne portanti, l’ala super-atletica Jan Vesely, fermato da un infortunio. Si scontreranno due pallacanestro differenti ma altrettanto spettacolari, con il Fenerbahce di Obradovic a giocare la parte del rullo compressore: costante, pragmatico, inesorabile, alla ricerca dell’esecuzione perfetta, del ribaltamento di lato e dei mismatch in area, con la terza miglior difesa del continente, una fisicità dura da pareggiare, una rotazione affidabile (ma meno lunga di quella del Real) consapevole dei propri ruoli e con una pedina decisiva come Bogdanovic inviperito dall’esperienza delle scorse Final Four.

 

Il Real invece… è il solito vecchio Real: gli infortuni lo hanno falcidiato durante l’anno - anche se proprio questi hanno permesso a coach Laso di lanciare il giovane prodigio

(noi pensiamo possa fare la differenza anche in questa serie, ma probabilmente gli sarà preferito il lungo Lima) - ma ora sembra tornato quello spumeggiante e vincente della scorsa storica annata. I ritorni di Rudy Fernandez e Sergio Llull hanno ridato imprevedibilità, tiro, leadership e alternative alla fase offensiva comandata sempre molto bene da Sergio Rodriguez, una delle grandi ragioni per il secondo miglior attacco per punti a partita dell’intera Eurolega (84.5).

 

In una serie che si giocherà sui dettagli, noi optiamo per il Fenerbahce: innanzitutto per l’eventuale bella tra le mura amiche, dove quest’anno non è passato nessuno, e poi anche per meccanismi più solidi, le minori incognite sulle condizioni fisiche...e il miglior stratega di sempre seduto in panchina.

 

Gigi Datome & Rudy Fernandez. Per la prima volta in carriera il Capitano azzurro si è trovato a giocare in una squadra che ha puntato dichiaratamente al titolo europeo. L’intelligenza tattica, la leadership e le qualità umane gli hanno permesso subito di porsi ai compagni come un punto di riferimento. Al di là del fatto che sia nei primi cinque della squadra per punti, rimbalzi, assist e stoppate, è il modo in cui i compagni lo cercano anche in situazioni difficili a rendere evidente che Gigi sia uno dei capisaldi della squadra. Mettiamoci anche la voglia di iniziare ad allestire una bacheca personale finora povera di trofei ed ecco trovato l’uomo chiave del Fener, a maggior ragione in assenza di Vesely.

 

https://www.youtube.com/watch?v=TTe_STQMuvE

Contro la Stella Rossa la miglior partita stagionale di Datome. Saranno 27 i punti alla fine, molti dei quali a ricacciare indietro gli avversari nel loro tentativo di rimonta. I tifosi avevano già capito che non è solo un tiratore fuori ma ribadire il concetto non fa male.


 

In casa Real andiamo su Rudy Fernandez. Odiato come pochi nel Vecchio Continente per il suo atteggiamento spesso borderline, il #5 è stato a lungo fuori dopo l’operazione per un’ernia del disco e se il Real ha faticato è stato anche per questo. Una volta tornato Laso lo ha utilizzato con il contagocce, arrivando anche a non schierarlo domenica con Bilbao in campionato: troppo importante averlo al top nel playoff, innanzittutto perché la sua straordinaria capacità nei backdoor può essere uno dei se non IL grimaldello per scardinare la difesa di Obradovic. Occhio anche al lato brutto, sporco e cattivo del maiorchino, specie in difesa.

 

91%

Ci sono tre aspetti che potrebbero far saltare il banco in ottica Real. Il primo è la già citata assenza di Jan Vesely: senza di lui Obradovic perde pericolosità offensiva, capacità di cambiare su chiunque, verticalità soprattutto in difesa, in definitiva un pezzo portante del mosaico bizantino. Il secondo è che i campioni in carica, quando sono in difficoltà, possono contare su elementi abituati ad aumentare la qualità del proprio basket: giocare punto a punto e magari sul filo dei nervi contando su Nocioni e Reyes, ad esempio, è un vantaggio non da poco. Il terzo aspetto riguarda Bobby Dixon e Kostas Sloukas: sono il primo e terzo assistman del Fener ma sono anche giocatori che tendono a perdere lucidità e contro il Chacho Rodriguez non è una cosa che ci si può permettere. Non a caso il Real è stato l’avversario stagionale che ha costretto i turchi a far girare peggio il pallone, tra pochi assist, perse e tiri forzati. Non ci stupiremmo se Obradovic desse più spazio a Hickman.

 

1.7 e 2.1

La prima è

del Real Madrid, primo in classifica per questa particolare statistica che indica il numero di assist per ogni palla persa commessa. Significa che il Real spreca il minor numero di palloni in tutta Europa, una qualità legata ad un gruppo insieme da tempo, dotato di elevato IQ e che gioca a memoria, con dei trattatori di palla d’élite, Llull e Rodriguez su tutti.

 

La seconda rappresenta semplicemente il numero di stoppate a partita di Ekpe Udoh, primo assoluto in questa specialità e altro X-Factor diventato ancor più cruciale nello scacchiere di Obradovic: Udoh ha tutte le carte in regola per arrestare Ayon, uno dei cardini dei blancos che alle scorse F4 aveva banchettato sulle teste dei lunghi gialloneri.

 



Hickman - Bogdanovic - Kalinic - Datome - Udoh

Vs

Rodriguez - Llull - Fernandez - Reyes - Ayon

 

3-2 Fenerbahce.

 

 

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