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Foto di Luciano Rossi / AS Roma / LaPresse
Calcio Marco De Santis 11 dicembre 2017 3'

Un po’ di chiarezza sul bilancio della Roma

La situazione economica e finanziaria dei giallorossi non è di facile lettura.

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La situazione della Roma non è di semplice analisi. Il mercato estivo ha confermato le impressioni della vigilia, ovvero che i giallorossi fossero costretti a fare molte plusvalenze a giugno, ma i 95,2 milioni di plusvalenze incassati nel 2016/17 (di cui 85 a giugno) non sono bastati per raggiungere l’obiettivo indicato dalla UEFA nel Settlement Agreement.

 

La perdita certificata di 42 milioni (36,1 prima delle imposte) non ha permesso di centrare il target del rientro nella soglia del Break-Even per il triennio 2015/17, visto che, a seguito dei deficit (sempre prima delle imposte) di 37,2 milioni nel 2014/15 e di 6,8 milioni nel 2015/16, anche al netto dei costi virtuosi ci si sarebbe dovuta aspettare nel 2017/18 una perdita finale di circa 30 milioni inferiore rispetto a quanto effettivamente emerso dai conti. La necessità di generare maggiori plusvalenze rispetto al previsto è stata causata da minori introiti provenienti dalle coppe europee (la mancata partecipazione alla Champions League è costata quasi 50 milioni di mancati ricavi), da un aumento dei costi superiore al previsto di circa 8 milioni (in particolare gli stipendi, pur essendo scesi da 155 a 145 milioni, lo hanno fatto meno del previsto), da 4 milioni da riconoscere come bonus alle società cedenti giocatori acquistati nelle precedenti sessioni di mercato e a un aumento di 3 milioni dei costi finanziari.

 

A peggiorare ulteriormente la situazione c’è un patrimonio netto ancora negativo seppur in miglioramento (-88,9 milioni contro i -117 dell’anno precedente), un indebitamento superiore al fatturato (192,5 contro 175 milioni) e un monte ingaggi leggermente superiore al 70% dei ricavi (precisamente 70,6%). La Roma, per ottenere la benevolenza degli organi europei, si è presentata alla UEFA da “rea confessa” in attesa di capire quale sarà la sanzione decisa dall’organismo continentale.
In linea del tutto teorica non si può escludere nemmeno una clamorosa esclusione dalle coppe per la stagione 2018/19, essendo questa una delle sanzioni previste ed essendoci un precedente recente legato al Galatasaray, ma in realtà sembra più probabile una sanzione più lieve visto che di solito la UEFA tiene molto in considerazione lo sforzo fatto dalla società per rispettare le richieste (sforzo che nel caso dei turchi è stato ritenuto praticamente inesistente).

 

La Roma ha ceduto diversi giocatori, alcuni anche molto importanti, nel mese di giugno, e la società non si è mai tirata indietro nel ripianare le perdite (alla fine di ottobre è stato approvato un ulteriore aumento di capitale di 120 milioni). Inoltre, la partecipazione alla Champions League di quest’anno con la qualificazione agli ottavi di finale porterà nelle casse giallorosse un aumento di ricavi per il 2017/18 probabilmente non inferiore ai 50 milioni persi nella scorsa stagione.
Per provare a centrare il pareggio di bilancio per l’annata in corso, però, ci sarà bisogno un’altra imponente campagna di cessioni tra gennaio e giugno, dato che verranno meno i 95 milioni di plusvalenze realizzate nel 2016/17. Contando solo questi due dati e la perdita 2016/17, le plusvalenze da raggiungere si aggirerebbero attorno ai 75 milioni, da diminuire in caso di avanzamento oltre gli ottavi di finale di Champions League o di aumenti di altri ricavi.

 

Nell’attesa della sentenza della UEFA (la decisione finale sul Galatasaray relativa ai requisiti di bilancio “falliti” per il 2014/15 venne presa il 2 marzo 2016) ai giallorossi non resta che affidarsi alla “clemenza della corte” e sperare in sanzioni “accettabili” come una pesante multa, la limitazione della rosa per la prossima stagione e/o richieste ancora più stringenti sui prossimi bilanci, da soddisfare assolutamente pena una (a quel punto quasi certa) esclusione dalle coppe.
Per quanto riguarda il futuro dei giallorossi, indipendentemente dai vincoli del Fair Play, è ancor più evidente dall’ultimo bilancio quanto sia centrale per la crescita del club la realizzazione del nuovo stadio e l’aumento dei ricavi commerciali, aspetto, questo, che sembra finalmente essersi sbloccato quest’anno con la firma di numerosi sponsor minori e l’accordo con Turkish Airlines per la maglia che sembrerebbe essere all’orizzonte.

 

 

Tags : As Romajames pallottaramon monchi

Marco De Santis, laureato in Scienze Statistiche ed Economiche, proprietario del blog “Calcio e Altri Elementi”, dedicato ad approfondimenti statistici, economici e regolamentari relativi al calcio e ad altri sport.

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