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Stefano Ughi
Umiltà Livorno
08 ott 2015
08 ott 2015
Il Livorno di Christian Panucci è una della realtà più interessanti di questo inizio di Serie B, ma è una contender credibile per la promozione?
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Stefano Ughi
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Mentalità vincente, idee chiare, grande personalità, ma anche un carattere spigoloso e difficile da gestire. In estrema sintesi è questo il ritratto di Christian Panucci, uno che nella propria carriera di calciatore ha vinto tutto indossando le maglie di Milan, Real Madrid, Roma, Chelsea e Inter, litigando praticamente con chiunque: presidenti, allenatori, avversari, compagni di squadra.

 

https://www.youtube.com/watch?v=3_Ye9dzWQpk

Prima o poi, qualcuno dovrà chiedere a Maicon il favore di raccontarci cosa si stavano dicendo Panucci (qui con la maglia del Parma) e Lucio.



 

Appese le scarpette al chiodo nel 2010 all'età di 37 anni, Panucci ha provato un po' di tutto alla ricerca di una nuova collocazione professionale: il ballerino a

, l'opinionista televisivo su Sky, il direttore dell'area tecnica al Palermo (anche se per quaranta giorni appena) e, dal 2012 al 2014, il vice di Fabio Capello alla guida della Nazionale russa.

 

L'epilogo del rapporto lavorativo con Capello

, ma il tecnico friulano rimane una figura fondamentale per Panucci: benché non siano mancate liti e incomprensioni, le loro strade si sono incrociate a Milano, Madrid, Roma e poi appunto a Mosca.

 

E Panucci

di citare Capello nemmeno il giorno della presentazione ufficiale in veste di allenatore del Livorno: «Capita, nei rapporti personali, di non essere sempre d'accordo, ma non finirò mai di ringraziare Capello per la grande opportunità che mi ha concesso. Mi auguro di avergli "rubato" qualcosa della sua grande conoscenza calcistica».

 



L'ultima reincarnazione calcistica di Panucci è iniziata soltanto da pochi mesi, ma è già stata così movimentata che, per raccontarla, è importante andare con ordine.

 

Si siede sulla panchina del Livorno nello scorso marzo, in un momento molto delicato per la società toscana: la squadra occupava il sesto posto in classifica, ancora in zona playoff, ma reduce da mesi turbolenti, segnati dall’esonero di due tecnici: Carmine Gautieri ed Ezio Gelain. L'obiettivo dichiarato è quello di mantenere la squadra in corsa per la promozione in Serie A e, perchè no, provare ad agganciare il Bologna secondo in classifica, distante 5 punti.

 

Panucci, già accostato ai labronici da diverse settimane, viene scelto personalmente dal presidente del club livornese, Aldo Spinelli: i due si conoscevano dai tempi del Genoa, di cui Spinelli è stato proprietario dal 1985 al 1997. Con Spinelli presidente, quindi, Panucci ha esordito prima come calciatore professionista (nel 1991/92) e poi come allenatore. L'impatto di Panucci sul Livorno, però, nella fase determinante della stagione, è tutto tranne che esaltante. Parte subito col piede sbagliato infilando due sconfitte contro Cittadella e Bologna e, nel complesso, colleziona appena 12 punti in 11 partite: 2 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte.

 

Nella giornata conclusiva del campionato, il Livorno gioca contro il Pescara fuori casa: sulla panchina della squadra abruzzese siede da poche ore Massimo Oddo, dopo l'esonero improvviso di Marco Baroni. Il match è una sorta di emozionante playoff prima dei playoff. Il Livorno è ottavo in classifica, il Pescara nono, distanziato di un solo punto: la squadra di Panucci occupa l'ultimo posto valido per accedere ai playoff e ha dunque a disposizione due risultati su tre. Il Pescara batterà il Livorno per 3 a 0.

 

https://www.youtube.com/watch?v=XQ1h040IIeQ

I toscani sono definitivamente fuori dai playoff.



 

Dopo una stagione così travagliata e una caduta tanto rumorosa appena prima del traguardo, sembra difficile che il rapporto tra Panucci e il Livorno possa proseguire. Tuttavia, nell'immediato dopogara della sfida col Pescara, è lo stesso Panucci a

in maniera molto netta: «Io voglio restare, penso che qui ci sia qualcosa di importante da fare».

 



Spinelli però non sembra dello stesso avviso. Il presidente livornese è furioso, ipotizza la cessione della società e, senza mezzi termini,

Panucci a rassegnare le dimissioni. Considerato il temperamento dei due protagonisti, pare lecito aspettarsi a questo punto un finale di stracci volanti e accuse reciproche. Eppure, succede l'imprevedibile: scoppia la pace.

 

Al termine di un lungo confronto, Panucci e Spinelli trovano l'accordo e

sulla panchina del Livorno per un'ulteriore stagione (dettaglio non trascurabile: con ingaggio dimezzato).

 

Panucci

di sentirsi relativamente responsabile soltanto dell'annata negativa del Livorno: «Difficile fare un bilancio, non siamo arrivati ai playoff, ma ho ereditato una squadra che era morta a livello fisico e psicologico».

 

Da allora sono passati appena tre mesi eppure sembra cambiato tutto. A Panucci è stata messa a disposizione una squadra con le caratteristiche da lui richieste, un mix di giovani talentuosi e giocatori esperti, come si dice: "di categoria". Sono arrivati ragazzi dall'ottimo avvenire come Arturo Calabresi (difensore '96 di proprietà della Roma), Jherson Vergara (difensore colombiano '94 di proprietà del Milan), Andrea Palazzi (centrocampista '96 di proprietà dell'Inter) e Mattia Aramu (centrocampista '95 di proprietà del Torino), oltre a giocatori più "rodati" in B: il portiere Carlo Pinsoglio, il regista Andrea Schiavone, gli esterni offensivi Francesco Fedato e Cristian Pasquato, l'attaccante Gianmario Comi. In più, è tornato dal prestito al Pontedera il difensore sinistro Andrea Gasbarro (1995) e sono stati confermati "senatori" quali Emerson, Alessandro Lambrughi, Federico Ceccherini, Marco Biagianti, Andrea Luci e Daniele Vantaggiato.

 

Il tecnico livornese ha continuato a lavorare sull'impostazione tattica della precedente stagione: il modulo di riferimento è il 4-3-3 (trasformabile in un 4-2-3-1). Panucci vuole una squadra determinata e combattiva, in grado di pressare alto per riconquistare subito il possesso palla, capace di creare superiorità numerica sulle fasce grazie all'estro e alla rapidità degli esterni. I risultati del

si sono rivelati confortanti già durante il ritiro estivo e, a luglio, il Livorno si è tolto anche lo sfizio di battere in amichevole per 2-1 l'Olympique Marsiglia del

Marcelo Bielsa.

 

https://www.youtube.com/watch?v=kkWAmbQLd04

Il secondo gol è del terzino destro brasiliano Maicon, evidentemente una dinastia.



 

Gli amaranto si sono perciò presentati ai blocchi di partenza del campionato con convinzione, ma senza proclami, memori dell'amaro epilogo della stagione precedente. Con fatalità hollywoodiana, il sorteggio del calendario ha messo subito il Pescara di Massimo Oddo sulla strada del Livorno, questa volta al "Picchi".

 

Alla prima giornata, Panucci ha subito l'opportunità di vendicare almeno parzialmente l'umiliante sconfitta di pochi mesi prima. Il Livorno aggredisce gli abruzzesi sin dai primi minuti, gioca una gara pressoché perfetta e si impone per 4-0. Quasi a voler cancellare, anche da un punto di vista aritmetico, lo 0-3 patito a maggio, per chiudere i conti col passato e ripartire da capo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=Jwz1Tlr-VhY

Dopo 5 minuti Fedato spacca la partita e il Pescara si ritrova sotto di un gol e di un uomo. Il resto è un dominio amaranto. Impressionano la voglia e la rabbia messe in campo dalla squadra di Panucci, che archivia la pratica nel primo tempo.



 

Nelle partite seguenti il Livorno mette in fila altre tre vittorie (2-1 a Como, 3-1 in casa contro il Brescia, 3-2 a Terni), piazzandosi in vetta alla classifica a punteggio pieno dopo quattro giornate. Tre successi, oltretutto, arrivati in rimonta: gli amaranto si ritrovano sempre in svantaggio (persino di due gol contro la Ternana), ma riescono sempre a trovare la forza di reagire e ribaltare il risultato. Nessuno avrebbe potuto pronosticare un avvio del genere da parte degli uomini di Panucci, che nel giro di poche settimane ha rivoltato il Livorno come un calzino.

 

È vero che, dopo questa eccellente partenza, sono poi arrivate due sconfitte alla quinta e alla sesta giornata, rispettivamente contro Spezia e Cesena, ma va ricordato che Panucci è stato costretto ad affrontare questi due "scontri diretti" (sia i liguri sia i romagnoli quest'anno lotteranno per le primissime posizioni di classifica) con alcune assenze importanti (quella di Vantaggiato soprattutto). Perciò il Livorno è oggi quarto in classifica a quota 12 punti, distante una sola lunghezza dal terzetto di testa composto da Cagliari, Crotone e, appunto, Cesena.

 

Diversamente da quel che si potrebbe pensare, in questo avvio di stagione Christian Panucci ha messo in mostra un tipo di calcio che di

pare avere ben poco. Il suo "maestro" ha costruito i propri successi su squadre granitiche, generalmente schierate col più classico dei 4-4-2 e quasi imperforabili in difesa. In 6 partite il Livorno ha segnato 13 gol (miglior attacco della B insieme al Cagliari), subendone 7. Panucci è riuscito a esaltare le doti tecniche e balistiche dei propri giocatori offensivi: Vantaggiato ha realizzato 5 reti (in 4 gare giocate), Fedato 3 e Pasquato 2, molte di queste di ottima fattura, a conferma del momento di grande fiducia nei propri mezzi che stanno vivendo gli attaccanti.

 

https://www.youtube.com/watch?v=hZsdNX8xCWk

3^ Giornata, Livorno-Brescia. Gli amaranto sono sotto per 0-1. Al 32' Francesco Fedato riceve palla sulla trequarti sinistra, rientra verso il centro saltando netto un avversario e, da circa 25 metri, la tocca piano col destro.



 

Di contro, le note negative arrivano dalla difesa. Il numero di gol subiti è chiaramente troppo elevato e, anche se in Serie B avere la miglior difesa non è sempre garanzia di successo, come avviene nel 99% dei casi in Serie A (basti pensare al Pescara di Zeman, che nel 2012 conquistò il campionato di B subendo 55 gol, o al Sassuolo di Di Francesco, che si impose nel 2013 con 40 reti al passivo), Panucci non può certo pensare di vincere ogni gara in rimonta, affidandosi alle capacità dei propri attaccanti (come hanno dimostrato appunto le sconfitte con Cesena e Spezia).

 

A complicare l’assetto difensivo ha contribuito anche l’infortunio del brasiliano Emerson, che nelle ultime stagioni ha rappresentato il punto di riferimento difensivo degli amaranto (tornerà a disposizione tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016).

 

In questo primissimo scorcio di Serie B, è indiscutibile che Panucci e il Livorno rappresentino una delle realtà più interessanti del campionato. Ma la squadra, per essere davvero credibile, ha bisogno di miglioramenti, come

lo stesso Panucci dopo la sconfitta di Cesena: «Si può fare meglio. Siamo stati poco squadra, ognuno correva per sé: questo non vuol dire che non abbiamo corso, ma che abbiamo corso male. Bisogna avere più coraggio, come nelle prime giornate, quando abbiamo avuto anche i risultati [...]. Dobbiamo sicuramente reagire. Siamo a un punto dalla testa della classifica, però dobbiamo responsabilizzarci tutti un po' di più».

 

https://www.youtube.com/watch?v=vdkUc5QugaQ

 

Domenica prossima il Livorno ospiterà al "Picchi" l'Avellino di Attilio Tesser, penultimo in classifica con appena 4 punti dopo un avvio di stagione ben al di sotto delle aspettative. Un test da non sottovalutare e che probabilmente offrirà l'occasione per capire se questa versione del Livorno saprà riscattarsi dopo gli ultimi due ko e proporsi come protagonista di questo 2015/16.

 
 

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