Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
La resa dei conti tra Masvidal e Covington
08 mar 2022
I pesi welter si confermano tra i più interessanti.
(articolo)
11 min
Dark mode
(ON)

UFC 272 è stato un evento potente: ha offerto match spettacolari e sanguinosi, oltre all’annuncio della storica introduzione nell’ala Modern Era della Hall of Fame UFC dell’ex campione Khabib Nurmagomedov, che avverrà a luglio 2022 durante la Fight Week.

L’evento, oltre a un’alta carica adrenalinica, portava con sé la risoluzione di una delle rivalità più aspre dell’intera storia della promotion. Colby Covington e Jorge Masvidal, prima amici, poi nemici. Prima inseparabili compagni di team, di appartamento (Covington ha dormito sul divano di Masvidal per un periodo, o come piace spesso a Colby ricordare, sul divano di Marissa, la moglie di Jorge), di sessioni d’allenamento e anche di poker.

Dan Lambert, tra i fondatori dell’American Top Team, accolse Colby Covington in squadra per aiutare i suoi atleti a migliorare le proprie qualità nel wrestling. Un atleta del calibro di Colby si è trovato subito a suo agio: aiutava i fighter nel wrestling, e al contempo migliorava il proprio striking. Masvidal era già piuttosto completo; lo striking era il suo punto forte, e fu il fighter che più trasse beneficio dall’aiuto di Covington; ma fu anche quello che più aiutò Colby ad ambientarsi e a iniziare a colpire. La genesi dello stile “caotico” di Covington deriva proprio dal suo approdo alla ATT. I due si sono accompagnati ai rispettivi angoli vicendevolmente per anni, finché qualcosa non si è rotto.

Il seme della discordia

Mentre il più composto Covington scalava i ranking collezionando vittorie, la vita e la carriera di Jorge erano più turbolente. Nel suo periodo nei pesi leggeri offriva prestazioni a corrente alternata, alle volte prendeva la peggio dalla decisione dei giudici anche facendo meglio (come quando subì la sconfitta contro Al Iaquinta, in un match dove aveva combattuto meglio del suo avversario) e i continui sali e scendi nel ranking sottolineavano una caparbietà lontana da quella che porta oggi nell’ottagono.

Salito nella divisione superiore Masvidal cambia atteggiamento. O meglio, dopo il ritorno dalla partecipazione al reality show “Exatlon Estados Unidos”, durante il quale si trovò spesso da solo nella giungla a riflettere sulla propria carriera. Era deluso da sé stesso, dallo scarso impegno messo nei combattimenti. Combatteva “per non perdere, più che per vincere”.

Nel 2015, proprio dopo la sconfitta contro Iaquinta, Masvidal decide di salire di categoria. La sua prima corsa ha risultati alterni: batte Jake Ellenberger e Ross Pearson, ma si arrende alla superiorità di Demian Maia e Stephen Thompson. È il 2017 e quando, dopo aver battuto Cerrone, Leon Edwards lo sfida apertamente, la partecipazione di Jorge al reality era già stata contrattualizzata. Masvidal non combatterà per un anno, il 2018, e ripenserà a quello che sarà il futuro della sua carriera.

Colby Covington era impegnato in ben altri problemi. La UFC pianificava di licenziarlo e nel corso dell’ultima conferenza stampaface to face avvenuta qualche notte prima dell’incontro, si percepisce l’imbarazzo di Dana White quando un reporter gli chiede se fosse vera quella storia. Dana ha glissato, lasciando la domanda senza risposta.

In quel momento Chaos inventa il character razzista e incazzato che abbiamo imparato a conoscere. Lo costruisce attraverso interviste e spezzoni di video e lo vediamo per la prima volta dopo la vittoria contro Demian Maia in Brasile. Quel giorno grida alla folla brasiliana “schifosi animali”, ricevendo fischi e una pioggia di oggetti. Più tardi si giustificherà dicendo di non aver apprezzato il tipico urlo della folla brasiliana nato nelle curve ultras calcistiche, “uh vai morrer”, che senza tanti giri di parole vuol dire “morirai”, “stai andando a morire”.

Sia chiaro: quello di Covington è un personaggio creato ad hoc per favorire le telecamere e quindi la pancia del pubblico. Spesso, specie nelle interviste con Brett Okamoto di ESPN, ha fatto cadere la maschera e si è aperto, apparendo molto diverso. Questo non gli ha impedito di crearsi diversi nemici, ma le logiche mediatiche statunitensi avrebbero favorito la sua decapitazione sportiva, se non avesse agito un minimo d’istinto, inventandosi quell’uscita discutibile, ma forse necessaria.

Al saluto di “Greetings, Nerds and Virgins” (Salute, nerd e vergini), Colby si è ritagliato una fanbase mediamente numerosa e affettuosa. In molti avevano apprezzato il cosiddetto character reveal, la rivelazione del fatto che la sua fosse una maschera, qualora non si fosse capito.

Ecco, a questo punto della storia, le vicende si ingarbugliano. Masvidal sostiene, al ritorno dal reality, di aver trovato una persona diversa, un venduto, uno che non si fa problemi a mentire pur di costruirsi la sua fanbase. Una cosa inaccettabile per un real come lui. Quando poi, sempre a dire di Masvidal, Colby non paga quanto dovuto a Paulino Hernandez, storico striking coach di Masvidal, Jorge promette vendetta.

Covington sostiene prima di aver guadagnato la metà dei soldi che Masvidal ed Hernandez dicevano avesse guadagnato, salvo che poi nel corso della conferenza stampa dichiarare che le sue uniche tasse erano del 5% alla American Top Team e, ufficialmente, Hernandez non ne faceva parte. Impossibile dare ragione a qualcuno. Covington imputa la nascita della rivalità all’invidia generata in Masvidal, specie dopo la vittoria su Demian Maia. Covington è un vincente, non un “journeyman”, come spesso viene definito Masvidal, e questo - secondo lui - avrebbe fatto scattare la molla in Jorge.

Ultimo, ma non meno importante, quando Covington dice di aver dormito sul divano di Marissa - sottolineando che era lei a pagare le bollette. Nomina nell’equazione i figli di Masvidal, sostenendo che Jorge non era un buon padre e che le creature stessero crescendo senza di lui. Questa escalation di insulti, violenza verbale e minacce non è stata accettata come reale da tutti gli spettatori, anzi: sono stati in molti ad aver dubitato della genuinità del feud, ma alla fine anche loro hanno assistito al regolamento di conti di UFC 272.

Il match

Non c'è bianco o nero in questo tipo di questioni, ma la narrativa indicava comunque Colby come il buono e Masvidal come il cattivo. Dal vociare della folla, però, pare che il pubblico di Las Vegas e della T-Mobile Arena fosse tutto in favore di Masvidal.

Il primo momento interessante è durante l’ingresso in scena. Masvidal, con l’iconica soundtrack di Scarface di Brian DePalma, sembra molto più concentrato del solito. Di solito sorridente, l’aria cupa sovrasta invece ogni emozione. Entra come a dire: “it’s only business”. Anche Colby, che in genere regala sorrisi e linguacce, sembra molto concentrato sulle note di Medal, il pezzo d’entrata di Kurt Angle in WWE, accompagnato dai sonori e ritmici “You suck!”. Chiuse le porte dell’ottagono, annunciati i fighter da Bruce Buffer, il match è cominciato con Masvidal che ha finto una corsa come nel match contro Nate Diaz.

Covington inizia subito il forcing verticale: testa bassa, pugni a condurre l’azione, Chaos ha cercato e trovato la fase di legata in tempi brevi. Con un eye poke nel processo - ripreso da Herb Dean all’inizio del secondo round con un avvertimento - Covington trova takedown e controllo a terra a parete. Da lì, à la Khabib, mette il gancio alla gamba esterna e lavora per disturbare Masvidal, sfiancarlo, ed eventualmente trovare un’apertura per quella che pareva voler essere una neck crank. Masvidal si difende compattandosi e limitando il lavoro in ground and pound del suo avversario. Riesce a rimettersi in piedi negli ultimi trenta secondi del round, mettendo a segno anche un calcio circolare al corpo.

Covington in pieno controllo di Masvidal.

Il secondo round ha un andamento diverso e probabilmente è l’unico che Jorge vince. Sui cartellini dei giudici, in realtà, solo uno degli ufficiali ha dato un round a Masvidal.

Nella seconda stanza Masvidal apre con un leg kick mortifero che sposta la base di Covington. Subito il colpo, Colby inizia a forzare l’avanzamento, mangiando tutto lo spazio a Masvidal. Covington è una vera macchina da cardio e da wrestling. Messo spalle a parete Masvidal, Colby lo colpisce accidentalmente con un colpo all’inguine, ancora ripreso da Herb Dean. L’arbitro fa riprendere i fighter dalla distanza e non concede la posizione precedente con Masvidal a parete a Covington, ma non gli detrae alcun punto dopo la seconda irregolarità.

Colby è subito tornato all’attacco, provando ad alternare gli attacchi dall’esterno con quelli dall’interno della guardia di Masvidal; Jorge però capisce la pericolosità e porta il peso dietro, favorendo i movimenti di busto e il rientro in counterstriking. In certe fasi si vede un Masvidal più rigido: avrebbe dovuto preoccuparsi anche dei suoi pericolosi cambi di livello.

[gallery columns="6" ids="78928,78927"]

Dopo una velleitaria ginocchiata saltata, Colby viene messo spalle a parete. Il controllo di Masvidal però dura appena qualche secondo. In uscita dal clinch Masvidal colpisce Covington con una gomitata, aprendo un taglio accanto alla zona sopraccigliare.

A seguito di uno splendido scambio di middle kick, Colby è stato il fighter scivolato giù; Masvidal ha provato a colpire il suo avversario da terra, ma ha capito subito di essersi esposto: tentato un inutile sprawl, Covington ha allungato le braccia, è andato sulle gambe di Masvidal ed è uscito sotto il suo braccio a prendere la schiena. Un’azione da maestro.

Nella prima immagine, la collisione dei due middle kick. Nella seconda, Colby prende la schiena dopo aver superato lo sprawl di Masvidal.

Masvidal si rimette in piedi, stavolta quasi subito, e i due partono a scambiare colpi pesanti. Covington pare in vantaggio, ma le schivate di Masvidal gli consentono di uscire praticamente illeso dall’ultima barrage.

Nel terzo round, il cardio di Covington è protagonista. Partito in quinta per tagliare le distanze e lavorare da quella più corta, Covington si fa strada con colpi corti e mirati ad annullare lo spazio necessario a Masvidal per esprimersi meglio. Questa ripresa è forse quella più utile all’ex campione ad interim per limitare il lavoro di Masvidal e sfiancarlo definitivamente. Nascondendosi dietro al proprio jab, Covington cambia il livello ottenendo un facile atterramento dopo un minuto. Segue un feroce ground and pound, limitato dalle ottime doti difensive di Masvidal, che comunque subisce dei danni dalle gomitate del suo avversario.

Il lavoro in ground and pound di Covington, qui a segno con una gomitata.

Il restante tempo della ripresa è stato dominato da Covington, passato a piacimento in mezza monta, side position e infine controllo della schiena a parete con un gancio, assorbendo nel processo ciò che rimaneva delle energie residue di Masvidal.

Covington in controllo totale di Masvidal cerca la crank. Potete anche chiamarla “Khabib contro Conor”.

Masvidal riesce a rimettersi in piedi, sfinito, negli ultimi dieci secondi del round dopo essere stato controllato persino sulla schiena. Il quarto è stato un round strano. Covington continuo a dominare, legando e portando il suo avversario a parete, ma Masvidal dà segni di vita difendendo un single-leg takedown che poteva significare ancora una volta l’abisso del suolo. È comunque Colby a non mollare la presa e a non concedere spazio, tornando al pugilato solo per cambiare rapidamente livello e costringere di nuovo il suo avversario a parete, in un loop che ha frustrato di certo Masvidal.

Dopo aver subito un gran montante e aver difeso un altro single-leg, Masvidal prova a scambiare con Colby e quest’ultimo accetto l’invito. A segno con una scarica di colpi, Covington prende fiducia e si scioglie, riprovando poco dopo, ma venendo intercettato da un gancio di Masvidal che gli fa tremare le gambe, in una scena che ha ricordato vagamente quella tra Nate Diaz e Leon Edwards. Sfinito, esausto, Masvidal non ha le energie per finire il lavoro e anziché lanciarsi come suo solito sulla preda ferita, offre a Colby il tempo di tornare in sé e ricominciare il suo lavoro di sfiancamento fino al termine della ripresa, ancora spalle a parete per Jorge.

[gallery columns="7" ids="78939,78938"]

In sequenza, il colpo in counterstriking di Masvidal, che segue il gancio sinistro a vuoto di Covington. Colby è quasi andato giù, ma è subito tornato in piedi.

L’ultimo round è un assolo di Covington. Portato giù Masvidal praticamente subito, lo tiene giù per tutta la durata dei cinque minuti finali, migliorando la propria posizione e costringendo Masvidal a difendersi dagli assalti pericolosi del suo ground and pound e dall’ancor più pericolosa capacità di sottomissione.

Al termine delle cinque riprese, i cartellini sono impietosi: 49-46 per un giudice, 50-45 per un altro e 50-44 per l’ultimo. Covington al microfono non ha ripreso la rivalità, ma ne ha iniziata subito un’altra sfidando l’altro ex compagno Dustin Poirier. Masvidal invece ha ringraziato tutti, ma ha ammesso di non aver avuto abbastanza qualità nel wrestling, rimpiangendo di non aver avuto più momenti come quello del quarto round, quando ha centrato Colby con il colpo da knockdown.

Senza troppi squilli di tromba finali, la rivalità - almeno sportiva - tra i due sembra aver trovato il suo finale. A quota tre sconfitte di fila, Masvidal sembra ridimensionato nelle sue ambizioni e nel prossimo match dovrà necessariamente ottenere una vittoria se vuole rimanere rilevante per le posizioni più alte. Soprattutto poco dopo aver ottenuto un contratto che lo rende uno dei fighter più pagati del roster.

La divisione dei pesi welter continua a essere tra le più eccitanti della promotion e i match che ha in serbo UFC per il 2022 soddisferanno sicuramente anche i palati più difficili.

Colby Covington, almeno per il momento, rimane il welter più pericoloso e capace della divisione dopo il campione Kamaru Usman e non è escluso che a breve potremmo rivederlo in un terzo match contro l’Incubo Nigeriano data l’effettiva superiorità dei due rispetto al resto della divisione. Ad aprile, però, si affronteranno anche Khamzat Chimaev e Gilbert Burns.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura