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(di)
Giovanni Bongiorno
La notte sanguinosa di Justin Gaethje
11 mag 2020
11 mag 2020
UFC 249, nel silenzio di un'arena vuota, ha messo in mostra il meglio delle mma.
(di)
Giovanni Bongiorno
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UFC 249 si è svolto senza pubblico, in un’arena silenziosa che però non ha tolto nulla all’assoluta qualità della card: anzi in termini qualitativi l’evento ha superato ogni aspettativa, meritando paradossalmente tutta l’attenzione che (fuori dall’Italia) gli è stata data in quanto unico evento sportivo del momento.

 

A parte un caso di COVID-19 presente (anzi tre, perché oltre a Jacare Souza anche i due membri dello staff che dovevano sedere al suo angolo sono risultati positivi) che ha fatto saltare uno degli incontri (quello tra Jacare, appunto, e Uriah Hall) la gestione di UFC sarebbe stata esemplare se non fosse stato per la richiesta ai partecipanti, compresi membri dei media, di rinuncia a fare causa all’organizzazione nel caso in cui avessero contratto il virus, con tanto di possibilità di

dei fighter nel caso in cui si lamentassero pubblicamente dei protocolli di sicurezza.

 

La card, in ogni caso, ha regalato finalizzazioni e battaglie incredibili, dai preliminari alla principale, iniziata con i match spettacolari fra Greg Hardy e Yorgan De Castro, vinto per decisione da Hardy, e quello fra Calvin Kattar e Jeremy Stephens, vinto per TKO da Kattar. Poi è arrivato il terzo match della main card, uno di quelli che danno carica ed emozioni più longeve di quanto effettivamente duri l’incontro.

 

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