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Guida alla Serie A 2019/20 Charles Onwuakpa 26 agosto 2019 7'

Guida all’Udinese 2019/20

I friulani hanno speso poco sul mercato ma potrebbero comunque centrare la salvezza.

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Piazzamento lo scorso anno: 12°

 

Chi in più: Rodrigo Becão (Bahia), Walace (Hannover), Jajalo (Palermo), Cristo González (Real Madrid) Nestorovski (Palermo), Sema (Watford).

 

Chi in meno: Angella (Perugia), Molla Wagué (Nantes), Badu (Hellas Verona), Bajić (Konyaspor), Behrami (Sion), Cristo González (Huesca), Machís (Granada).

 

CAMPETTO

 

Parola d’ordine: sopravvivenza

Sei anni fa l’Udinese era un fiore all’occhiello per il calcio italiano, grazie soprattutto a un’ottima rete di scouting internazionale (Sudamerica innanzitutto) che le aveva permesso di valorizzare i giocatori, fare player trading ma al contempo riuscire a competere per le coppe europee. Oggi invece il club di proprietà della famiglia Pozzo è scivolato nel limbo della mezza classifica della Serie A, arrivando a flirtare con la retrocessione in un paio di occasioni.

 

Il punto di forza dei bianconeri, cioè il player trading, è diventato sempre meno efficace: quasi tutti i migliori prospetti finiscono al Watford – altro club di proprietà dei Pozzo – e le plusvalenze sono diventate sempre più scarse. Naturalmente la grande instabilità recente nelle guide tecniche non ha aiutato a valorizzare il parco giocatori a disposizione.

 

La scorsa estate è arrivato Julio Velázquez, un giovane tecnico spagnolo dalle idee progressiste che ha cercato di attuare un tipo di calcio più offensivo e fluido, con il 4-1-4-1 come modulo di riferimento e un possesso palla ragionato dal basso, che diventava più verticale negli ultimi trenta metri per innescare velocemente i due terminali offensivi, Lasagna o Pussetto.

 

L’ambiziosa proposta iniziale di Velázquez si è però scontrata con i limiti tecnici della rosa e un calendario difficile (l’Udinese ha affrontato Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Torino nelle prime 12 giornate): dopo appena due vittorie e l’eliminazione in Coppa Italia per mano del Benevento, lo spagnolo è stato esonerato e al suo posto è subentrato Davide Nicola.

 

L’ex-tecnico del Crotone è partito bene, vincendo all’esordio contro la Roma e utilizzando un 3-5-1-1 molto reattivo, con de Paul a supporto di Pussetto in attacco. Nel lungo periodo però la squadra ha fatto molta fatica ed è rimasta a lungo nelle zone profonde della classifica, almeno fino al ritorno in panchina di Igor Tudor a marzo (già chiamato nella stagione precedente dopo l’esonero di Massimo Oddo): con 10 punti nelle ultime 4 giornate, il tecnico croato è addirittura riuscito a riportare i friulani fino a un ottimo dodicesimo posto finale.

 

Quella arrivata alla nuova stagione è insomma un’Udinese fortemente ridimensionata in termini di ambizioni rispetto a qualche anno fa, e che sembra destinata a un’altra stagione di grande sofferenza. Al contempo l’esordio casalingo contro il Milan, concluso con una vittoria e in generale una prestazione solida, lascia qualche speranza che in estate si sia lavorato con più efficacia e coerenza rispetto alle ultime stagioni. Contro i rossoneri la squadra di Tudor non ha concesso neanche un tiro in porta e ha beneficiato della prova brillante dei due centrali difensivi, Rodrigo Becao (autore anche del gol vittoria) e Troost-Ekong. A livello offensivo una manovra piuttosto lineare è stata sufficiente per mettere in difficoltà gli avversari.

 

Un mercato sufficiente

Bisogna dire che l’Udinese finora ha investito molto poco sul mercato: l’acquisto più costoso è stato Walace, un centrocampista classe ’95 dell’Hannover pagato 6 milioni di euro.

 

Oltre ai riscatti di Nicolas (il portiere) dal Verona e De Maio dal Bologna, sono arrivati anche Jajalo e Nestorovski a parametro zero dalle macerie del Palermo, Becão dal Bahia e il giovane Cristo González dal Real Madrid (poi girato all’Huesca in prestito). Mato Jajalo sembra aver subito conquistato un posto da titolare, un giocatore che a 31 anni ha avuto forse una carriera al di sotto delle sue qualità ma che ha capacità tecniche e sensibilità tattica per giocare titolare in Serie A senza sfigurare. Becao invece è un difensore con già esperienza internazionale – maturata con la maglia del CSKA Mosca – e ha già preso il suo posto al centro della difesa bianconera.

 

L’Udinese ha ancora problemi di copertura in qualche reparto, e questa stagnazione è legata soprattutto alla mancanza di offerte ritenute adeguate per Rodrigo de Paul: l’argentino è valutato 40 milioni di euro dalla dirigenza friulana, e in questo momento solo la Fiorentina sembra essere concretamente interessata a lui, anche se c’è distanza tra le due parti. De Paul era considerato il talento da sacrificare sul mercato per poter avere soldi da reinvestire sugli altri reparti. Il giocatore è rimasto in panchina nell’esordio stagionale, subentrando a partita in corso e servendo un assist alla prima palla toccata.

 

La continuità

Ad eccezione di un breve cameo del 3-4-2-1, finora Tudor ha lavorato sul 3-5-2 e, dopo averlo utilizzato contro il Südtirol nel terzo turno di Coppa Italia lo ha confermato anche nella partita inaugurale col Milan: dal punto di vista della condizione atletica la squadra ha lasciato abbastanza a desiderare (soprattutto nella difficile amichevole contro il Borussia Dortmund) e ha risolto la sfida contro i sudtirolesi soltanto nella fase finale del secondo tempo.

 

 

La continuità con lo scorso anno è evidente già dal trio di centrali difensivi formato da De Maio, Troost-Ekong e Samir: se si esclude il brasiliano, nessuno dei centrali ha particolari abilità o buona pulizia tecnica con la palla, quindi difficilmente vedremo una costruzione bassa troppo elaborata o resistente al pressing avversario. In questo senso, forse Becao potrebbe dare una mano e infatti il brasiliano ha subito tolto subito il posto a De Maio nella prima partita e ha mostrato qualità fisiche sufficienti per essere confermato nell’undici titolare.

 

A centrocampo Tudor sembra avere già le idee molto chiare con Jajalo o Mandragora come vertici bassi: il croato naturalizzato bosniaco è stato votato come il miglior regista della Serie B durante la scorsa stagione, ha una buona struttura fisica ed è dotato di una buona precisione nei passaggi, sia lunghi che corti, oltre ad avere discrete abilità nelle verticalizzazioni.

 

Jajalo si è presentato così ai suoi nuovi tifosi.

 

Ai suoi lati sono stati provati Mandragora e Fofana come mezzali: l’ex-Crotone è quello che supporta maggiormente lo sviluppo dell’azione dal basso mentre l’ivoriano è più propenso ad alzarsi per accompagnare in avanti e inserirsi in area sui cross.

 

Con l’arrivo di Walace, l’obiettivo di Tudor è quello di avere un centrocampo muscolare, in grado di difendere bassa e ripartire ma anche capace di sostenere de Paul nelle azioni manovrate: l’argentino è il leader tecnico indiscusso dei friulani e lo scorso anno era stato addirittura adattato come mezzala sinistra per facilitare la progressione del pallone, fornendo anche un buon contributo in fase difensiva. La forma del reparto dipenderà molto dalla permanenza di De Paul, che potrebbe togliere il posto a una delle due mezzali, con un’interpretazione ovviamente più offensiva.

 

Mentre Stryger Larsen sarà titolare sull’out di destra, a sinistra invece c’è un grosso punto interrogativo: l’indisponibilità di Pezzella ha costretto Tudor a schierare Pussetto come fluidificante (con prestazioni generose dell’argentino) e per questo negli ultimi giorni dal Watford è arrivato Sema, un laterale dalle grandi capacità atletiche.

 

Il reparto da cui ci si attende molto è l’attacco: lo scorso anno l’Udinese ha avuto rispettivamente il quarto e terzo peggior attacco per gol fatti (39) e Non-Penalty xG prodotti (36.22); con l’arretramento di de Paul e gli infortuni di Lasagna, la squadra ha faticato molto nella rifinitura e finalizzazione delle azioni; Pussetto e Teodorczyk non sono stati affidabili e solo i guizzi di un buon Okaka (6 gol in 16 gara) hanno salvato i friulani nella seconda parte di stagione.

 

Parte delle speranze dell’Udinese, dunque, ricadranno sui piedi di Nestorovski, autore di 11 gol nell’unica stagione in Serie A della sua carriera e che ha chiuso la propria esperienza al Palermo andando sempre in doppia cifra: sulla carta dovrebbe essere il vice-Lasagna ma non è da escludersi un atteggiamento più spregiudicato di Tudor con il macedone e l’italiano titolari più de Paul a supporto.

 

Nel contesto della Serie A la salvezza, per una squadra come l’Udinese, rimane un obiettivo a portata di mano, specie se la squadra giocherà con la solidità e la coesione dell’esordio contro il Milan.

 

Giocatore chiave

Dovesse rimanere, de Paul sarà il giocatore con più responsabilità offensive. L’argentino è nel pieno della maturità calcistica e arriva da tre stagioni in crescendo. Ha trovato continuità nella posizione di trequartista con libertà di abbassarsi e legare i reparti, ma anche in grado di essere decisivo negli ultimi trenta metri.

 

È sorprendente che un giocatore della sua qualità, che ha praticamente trascinato i friulani alla salvezza in solitaria con 9 gol e 9 assist, non abbia ancora fatto lo step successivo in una big italiana; qualora dovesse rimanere a Udine, la prossima stagione potrebbe essere quella della definitiva consacrazione.

 

Giocatore da acquistare al Fantacalcio

Se siete in cerca di profili di valore a centrocampo tra le squadre di medio-bassa classifica, magari anche grazie alle statistiche, de Paul è il nome che fa per voi: lo scorso anno l’argentino è stato l’unico giocatore fuori dalle prime otto squadre a viaggiare sopra i 2.5 passaggi chiave in media ogni 90 minuti (collezionando anche 0.25 xA p90) ed è uno dei calciatori più creativi del nostro campionato, soprattutto quando può mandare in profondità i compagni con dei filtranti bassi.

 

Inoltre è stato anche il miglior tiratore da fuori in Serie A nella scorsa stagione (sia per gol totali segnati che per l’efficienza realizzativa, cioè il rapporto tra gol ed xG escludendo i rigori): secondo il modello di Understat, un gol da fuori area ha un valore medio di 0.03 xG.

 

Miglior scenario possibile

L’Udinese ha una grande inizio di stagione e rimane nella parte sinistra della classifica fino a fine ottobre, cala vistosamente e si riprende a metà febbraio grazie ai gol di Nestorovoski, diventato titolare col passaggio al 3-4-1-2. Lasagna supera i suoi problemi fisici mentre de Paul vive la migliore stagione della sua carriera con 11 gol più 12 assist in campionato: a giugno viene ceduto al Liverpool per 40 milioni di euro. Grazie anche alle parate di Musso e un affidabile Samir in difesa, la squadra di Tudor riesce a chiudere al dodicesimo posto.

 

Peggior scenario possibile

L’Udinese ottiene solo 5 punti nelle prime 12 giornate e Tudor viene esonerato dai Pozzo; al suo posto arriva Malesani ma la squadra non decolla e de Paul viene ceduto alla Lazio per 18 milioni durante la finestra di gennaio.

 

A febbraio l’Udinese richiama Nicola, che riesce a rimontare fino al 14esimo posto, ma Lasagna si infortuna gravemente saltando gli ultimi due mesi di campionato e alla penultima giornata la squadra viene retrocessa in Serie B: due settimane più tardi i Pozzo annunciano la cessione della società a una cordata cinese.

 

 

Tags : serie a 2019-20udinese

Charles Onwuakpa è co-fondatore del podcast Il Terzo Uomo.

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