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Dario Saltari
Tressoldi è davvero così scarso?
17 mag 2024
17 mag 2024
Il difensore del Sassuolo è diventato sinonimo di disastro.
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Dario Saltari
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IMAGO / NurPhoto
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Già con quel nome si era capito che non avrebbe avuto vita facile. Ruan Tressoldi Netto non poteva passare inosservato in un Paese così affezionato alla storpiatura dei nomi come forma di delegittimazione, in cui ha avuto successo lo slogan elettorale pdmenoelle, dove è stata sventolata una fetta di mortadella in Parlamento perché all’epoca il presidente del consiglio veniva chiamato - per l’appunto - “mortadella”. Insomma, Tressoldi è meno di quattro soldi, che è già sinonimo di scarso valore, e quel Netto come secondo cognome non lasciava adito a dubbi. Se fosse stato Lordo forse si sarebbe salvato, ma così proprio non potevamo esimerci dal prenderlo in giro. Siamo questi.

Prima del suo approdo al Sassuolo su di lui non esistono molte informazioni. Nasce a Tramandaì, nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul, cresce al Novo Hamburgo, ha un fratello gemello praticamente identico in tutto e per tutto che si chiama Ramon. Ramon Tressoldi Netto (scusate, dopotutto sono italiano anche io). Nel 2017 viene prelevato dal Gremio, dove esordisce tra i professionisti, dopo essere stato portato in prima squadra da Renato Portaluppi. Con la maglia nerazzurra della squadra brasiliana fa 25 partite, quasi tutte nel 2021, si prende quattro cartellini gialli: un numero sufficiente di cose per produrre almeno due video di highlights su YouTube che citano dei fantomatici goals che però a quanto mi risulta non sono mai avvenuti, almeno tra i professionisti (uno dei due anche delle incredible skills in cui però non viene chiarito in che senso queste skills siano incredible). Effettivamente, comunque, in questi video Tressoldi non sfigura, a conferma di quanto YouTube e/o il livello competitivo possa manipolare la nostra percezione. In ogni caso sono utili a capire cosa ci abbia visto il Sassuolo: un’ottima progressione nel lungo nonostante l’altezza, una gestione disinvolta del pallone, una buona tecnica di base.

Qui invece un tutorial per ricrearlo su PES 2021, se siete quel tipo di persone.

Anche in Brasile su Tressoldi c’erano grandi aspettative. Nel 2019 aveva firmato un rinnovo triennale del contratto con una clausola rescissoria da 50 milioni di euro, la più alta per un difensore nella storia del Gremio. In questo pezzo dell’emittente brasiliana Globo Esporte viene definito una delle joias do clube, cioè uno dei gioielli della squadra. Questo forse spiega perché Tressoldi abbia attirato l’interesse dei club italiani così presto (non solo il Sassuolo ma anche il Genoa, almeno secondo questo account Twitter), nonostante la manciata di partite giocate tra i professionisti non così indimenticabili da lasciare traccia.

A metà gennaio del 2021 è il Sassuolo a vincere questa ipotetica concorrenza. Nel video di presentazione, che a oggi ha poco più di 1600 visualizzazioni, Tressoldi commenta anche la recente retrocessione del Gremio, frutto degli strascichi della pandemia e dell’esonero di Portaluppi, e che probabilmente ha aiutato la trattativa (pochi mesi dopo dal Gremio, forse per la stessa ragione, arriverà anche Matheus Henrique). Qualcuno nei commenti ridacchia: “Quanto costa Tressoldi?”. Il Sassuolo, in realtà, non l’ha pagato poco: gli euro alla fine saranno cinque milioni. Magari non tanti in assoluto ma per un giocatore così giovane senza alcuna esperienza in Europa (e con pochissima esperienza persino in Brasile), e per una società storicamente poco propensa a spendere per i difensori, sono un investimento di un certo calibro.

Insomma, la sua storia in Italia avrebbe potuto avere una lettura molto diversa, se le cose non avessero iniziato ad andare storte fin da subito (come poi vedremo). Oggi Tressoldi è il simbolo della storica fragilità difensiva del Sassuolo, ma anche della sua naïveté, l’idea che in difesa devi badare al sodo ancora prima di entrare in campo, scegliere giocatori esperti e possibilmente italiani - la patria della difesa. Ci sono delle cose più importanti degli svolazzi di Carnevali o dei suoi allenatori. «Io ho sempre contestato Tressoldi perché giocava facendo un errore a partita e non puoi andare in campo tutte le partite», ha detto per esempio Riccardo Trevisani «La mia critica era a chi mandava in campo Tressoldi e quindi Dionisi. [una delle versioni più originali del “non me la prendo con te ma con chi ti ha mandato”, ndr] Ora in campo non ci va più e di gol il Sassuolo ne prende di meno». Ovviamente tutte queste idee hanno le loro falle logiche (della difesa del Sassuolo sono persino più responsabili gli italianissimi ed espertissimi Ferrari e Consigli; e uno degli ultimi giovani difensori brasiliani ad essere stato portato in Italia senza alcuna esperienza è diventato uno dei centrali più forti della nostra epoca), ma non siamo qui per parlare dei massimi sistemi. Tutto il contrario: siamo qui per togliere le sovrastrutture, spazzare via i meme, e tornare all’oggetto del contendere: Ruan Tressoldi Netto. Davvero è così scarso come si dice?

Forse la cosa più sorprendente della storia di Tressoldi, almeno dal punto di vista di chi lo prende in giro, è che né Dionisi né la società neroverde lo ha mai davvero considerato inadeguato alla Serie A. Insomma, alla fine il Sassuolo non lo ha mai mandato via nemmeno in prestito, e l’allenatore toscano lo ha continuato a far giocare con buona continuità (anche in quest’ultima stagione ha raccolto quasi 1500 minuti solo in Serie A), nonostante tutto. Tressoldi, appena arrivato, è subito entrato nelle rotazioni del Sassuolo, e alla sua prima stagione dall’inizio in Italia l’esordio in campionato è arrivato piuttosto presto, l’11 settembre del 2022, contro l’Udinese. E indovinate cos’è successo l’11 settembre del 2022? Esatto, espulsione di Ruan Tressoldi.

Se è vero che il tempismo è tutto, non solo nel calcio, Ruan Tressoldi si pone al di fuori di tutto. In un pomeriggio che sembra comodo per il Sassuolo, in una fase di pigra circolazione del pallone in difesa, Matheus Henrique sbaglia la misura del retropassaggio proprio verso Tressoldi permettendo a Deulofeu di lanciare verso la porta Success. Tressoldi copre bene lo spazio, ha anche la giusta intuizione di lasciare sfilare l’avversario per provare a recuperarlo dall’altro lato ma sull’incrocio delle gambe colpisce inavvertitamente Success costringendo l’arbitro ad espellerlo. Un’azione che ci ricorda la crudeltà del mestiere. Il difensore a volte non ha scelta: deve fare quello che deve essere fatto, deciderlo in una frazione di secondo e, anche se avesse preso la decisione giusta, potrebbe comunque ritrovarsi dalla parte sbagliata della storia. La partita, che il Sassuolo conduceva per 1-0, finirà 1-3. Tressoldi tornerà a giocare una partita da titolare il 4 gennaio dell’anno successivo, quasi quattro mesi dopo.

La seconda parte di stagione va molto meglio, anche se è oggi è sommersa dalla marea di meme che si è alzata nel frattempo. Il 4 febbraio, per esempio, fa un’ottima partita in una vittoria contro l’Atalanta che finirà addirittura 1-0, distinguendosi per una marcatura attenta e senza sbavature contro Hojlund, che comunque oggi di mestiere fa il titolare al Manchester United.

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Anche le partite in cui si rintracciano le origini del suo disastro sono forse distorte dal ricordo degli errori più recenti. Goal.com per esempio parla di “partita da incubo” contro la Lazio nel girone di ritorno di quella stagione, ma in realtà la sua prestazione non era stata così disastrosa, e il Sassuolo aveva subito il definitivo gol del 2-0 pochi minuti dopo la sua uscita dal campo. Anche quella volta decisivo era stato un possesso basso gestito malamente da Matheus Henrique, il grande rimosso di questa storia. Siamo così sicuri che non staremmo parlando di lui se si fosse chiamato Matheus Tressoldi Netto?

Il problema di Ruan è aver piazzato i suoi errori peggiori in quella stagione proprio alla fine, prima delle settimane di pausa estiva che li fisseranno nella memoria di tutti (cioè tutti i tifosi del Sassuolo e tutti gli appassionati della storia di Tressoldi quindi non moltissime persone in realtà). Prima due sfortunate deviazioni nella propria porta contro l’Inter a San Siro. Poi, nella giornata successiva, la doppia ammonizione contro il Monza alla terzultima giornata, per un intervento in scivolata maldestro su Mota dopo un pallone perso sulla trequarti avversaria. Anche in questo caso il peso di una sbavatura dipende dagli occhi di chi guarda. È vero che il Sassuolo era sull’1-1 e finirà per subire il gol dell’1-2 dopo quell’espulsione, ma è anche vero che il pareggio del Monza era arrivato ancora prima su una palla persa al limite della propria area dal solito Matheus Henrique. La sua storia, accanto a quella di Tressoldi, sembra dirci una cosa: mai sbagliare il finale. Tressoldi invece torna dopo il turno di squalifica all’ultima giornata di campionato e si fa espellere di nuovo, e di nuovo per doppia ammonizione, contro la Fiorentina. Mai sbagliare il finale, per l’appunto: vale per la singola partita e ancora di più per l'intera stagione.

Smaltita l’ulteriore giornata di squalifica, Tressoldi ricomincia la nuova stagione - cioè questa - da titolare, segno che Dionisi così un cataclisma non lo riteneva. Sul rapporto tra l’allenatore toscano e il suo difensore si potrebbe viaggiare sulle ali della fantasia e atterrare sul masochismo, se la si vuole leggere in questo modo, oppure più semplicemente sulla confusione. Contro la Juventus, in una partita che a sorpresa il Sassuolo vincerà 4-2 (quante ere geologiche sono passate tra oggi e questa partita, avvenuta nemmeno otto mesi fa?), Dionisi lo toglie dal campo alla fine del primo tempo, nonostante non avesse commesso errori evidenti e il Sassuolo stesse già conducendo per 2-1 (il gol della Juventus era arrivato su autogol di Viña).

Il vero, primo, disastro di Tressoldi in Italia arriverà un mesetto dopo, contro la Lazio. Una partita in cui il difensore brasiliano proverà a propiziare il gol dell’ex squadra di Sarri già al 18', con un passaggio nel vuoto che a rivederlo oggi sembra diretto proprio a Luis Alberto (l’azione si concluderà con un palo clamoroso da posizione ravvicinata di Felipe Anderson), riuscendoci finalmente una decina di minuti più tardi. Sulla solita gestione bassa del pallone, la maga Circe dei giocatori del Sassuolo, Tressoldi sbaglia un primo controllo elementare da ultimo uomo, e ci mette una vita a correggersi venendo mangiato dal pressing di Luis Alberto. Il tentativo ridicolo con la gamba da terra, dopo aver provato inutilmente a recuperare, è la sineddoche della vergogna che devono provare i difensori in situazioni come queste. Mai visto nulla di più vicino su un campo da calcio all’espressione “foglia di fico”.

Tressoldi verrà di nuovo sostituito alla fine del primo tempo e il Sassuolo perderà 2-0. Anche qui però c’è una bella opera di rimozione della memoria selettiva. Sul risultato finale, così come sulle occasioni della Lazio, peseranno infatti anche due errori forse persino più gravi di Daniel Boloca, che invece è considerato (a ragione) uno dei talenti più interessanti della squadra neroverde. Il fatto è che la storia di Tressoldi era ormai bella che scritta e ogni mattoncino utile alla sua costruzione veniva raccolto con soddisfazione, e questo contro la Lazio più che un mattoncino può essere preso per fare tutte le fondamenta.

A questo punto sarebbe inutile citare statistiche secondo cui Tressoldi risulta uno dei migliori tra i difensori del Sassuolo. Certo, ci sono i tre errori che hanno portato a un tiro che lo mettono al secondo posto nella rosa neroverde (indovinate dietro a chi? Sì, proprio lui: Matheus Henrique) ma la posizione è la stessa anche per intercetti effettuati (1.51 per 90 minuti) e duelli aerei vinti (57%), e si potrebbe citare anche la quarta posizione per palloni recuperati (8.68 per 90 minuti) e contrasti vinti (82%). Certo, non ha tutti i torti chi dirà che con i difensori del Sassuolo non ci vuole poi molto, e non starò nemmeno qui a negare che il confronto statistico con i migliori centrali del campionato invece è impietoso. Ma insomma: provate a difendere voi nel Sassuolo.

Se proprio siete curiosi. Radar di Statsbomb.

Sarebbe assurdo sostenere che Tressoldi è un incompreso, e forse è anche ingiusto dire che è stato trattato da capro espiatorio. Però certo ci sono molte sfumature tra un difensore forte e uno scarso, e molte di queste hanno a che fare con la fortuna, il tempismo, il caso. Napoleone Bonaparte diceva che preferiva sempre avere un generale fortunato che uno bravo, e forse si potrebbe dire lo stesso dei difensori.

Lo sport, il calcio, è così: si gioca per migliaia e migliaia di minuti, e alla fine si viene ricordati per un momento. E se le cose andranno nel verso peggiore per il Sassuolo, di Tressoldi si ricorderà un momento. Minuto 62 di Cagliari-Sassuolo, su una palla che spiove alta il difensore brasiliano si attacca con Lapadula, che ha la furbizia o l’incoscienza di andarci con la testa, mentre lui sta provando a colpirla con il piede. Si scontrano due parti del corpo che su un campo di calcio non dovrebbero scontrarsi, ma anche due mondi - l’ingenuità di Tressoldi con il mestiere di Lapadula. Dall’impatto nasce un altro secondo giallo della carriera italiana di Tressoldi, che lascia il Sassuolo in dieci e con trenta minuti per difendere uno 0-1. In questa mezz’ora succederà di tutto. Un salvataggio quasi sulla linea di Matheus Henrique (diamo a Cesare quel che è di Cesare), un gol annullato a Bajrami per un fuorigioco di un centimetro scarso, il pareggio proprio di Lapadula, e soprattutto la rovesciata finale di Pavoletti, che un minuto e dodici secondi dopo la fine del recupero, al minuto 99, fisserà il risultato finale sull’1-2. È il momento in cui Dionisi lo scarica definitivamente e soprattutto pubblicamente («Il rosso a Tressoldi ha cambiato la partita: sono stufo di parlare di dettagli su cui posso fare poco»), e che fa deragliare la stagione del Sassuolo nella situazione che conosciamo oggi.

Inutile ricordare che Tressoldi non era nemmeno presente in partite altrettanto pesanti, ma non così significative, come il pareggio subito al 91esimo da una Salernitana praticamente già retrocessa, o la dura sconfitta casalinga per 0-3 rifilato dal Lecce. Se il Cagliari riuscirà a salvarsi, e se il Sassuolo retrocederà, sarà quello il momento che rimarrà, e per cancellarlo Tressoldi dovrà essere più che eccezionale nel prosieguo della sua carriera, se mai ci sarà in Italia.

Si dice spesso che il lavoro del difensore consiste nello stare al posto giusto al momento giusto, ma per non fare danni indimenticabili a volte basterebbe non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sembra poco ma non lo è. E al Sassuolo lo sanno così bene che dopo l’autogol di Kumbulla contro il Genoa persino i danni di Tressoldi potrebbero essere dimenticati.

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