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Federico Sborchia
Trent Alexander-Arnold non sa difendere?
11 ott 2022
11 ott 2022
Il terzino del Liverpool è molto criticato per i suoi limiti difensivi.
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Federico Sborchia
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Bradley Ormesher/IPA
(foto) Bradley Ormesher/IPA
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Trent Alexander-Arnold ha 23 anni, è un titolare del Liverpool da circa cinque e con i Reds ha giocato 235 partite e vinto sostanzialmente tutti i trofei che poteva vincere. La sua carriera fin qui è coincisa quasi perfettamente con il momento più alto della storia recente del Liverpool.

Insomma, Alexander-Arnold dovrebbe aver ormai dimostrato tutte le sue evidenti qualità eppure continua a dividere profondamente l’opinione dei tifosi inglesi e anche dei vari opinionisti che parlano nelle trasmissioni britanniche. Su YouTube, per esempio, potete trovare diversi video in cui non ripiega, non segue l’uomo alle spalle o si fa beccare mentre passeggia durante le azioni avversarie.

L’ex difensore del Chelsea Franck Leboeuf ha detto di Alexander-Arnold che «è un giocatore fantastico con il pallone ma è terribile quando deve difendere». Chi assume posizioni più moderate, come l’ex Arsenal Lee Dixon, sostiene che se migliorasse difensivamente sarebbe uno dei migliori al mondo. Forse il più duro, però, è stato Robbie Fowler che, dopo la partita con il Napoli, ha messo direttamente in discussione il suo atteggiamento.

Alexander-Arnold sembra vivere in un paradosso: è tra i migliori esterni al mondo – probabilmente il migliore – ma deve convivere con l'accusa di non essere all'altezza della sua fama per via delle sue carenze difensive. Ancora prima di questo terribile inizio di stagione Klopp ha provato a difenderlo: «Se non sapesse difendere non giocherebbe al Liverpool o, almeno, non in quella posizione». Di certo ridurre il suo impatto difensivo ai ripiegamenti e ai duelli individuali significa fargli un torto. Ma andiamo con ordine.

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Maestro del mezzo spazio

Le qualità offensive di Trent Alexander-Arnold sono evidenti: ha un destro delicato come pochi in Europa e Klopp lo sfrutta sistematicamente sia per risalire il campo che per rifinire l’azione. Nessun terzino in Europa ha numeri migliori per passaggi progressivi, expected assists e passaggi chiave. La sua qualità di calcio è talmente evidente che quasi subito è diventato il giocatore deputato a battere i piazzati del Liverpool finalista di Champions, tra cui il celebre corner taken quickly per Origi contro il Barcellona. Ha segnato anche un discreto numero di gol su punizione, incluso il suo primo in carriera: un bellissimo piatto sul secondo palo in un play-off di Champions League contro l’Hoffenheim.

I calci piazzati hanno contribuito a gonfiare i suoi folli numeri di assist ma sarebbe disonesto ridurre la sua qualità a questo. Alexander-Arnold ha una sensibilità sopraffina nei lanci dal mezzo spazio destro al punto da essere stato definito The Master of half-space, cioè il maestro del mezzo spazio. In un’intervista a The Athletic, Alexander-Arnold ha spiegato il suo rapporto con quella zona di campo: «Mi piace perché sei molto più vicino alla porta, i difensori hanno molto meno tempo per reagire». Sempre nella stessa intervista, Alexander-Arnold sottolinea come una posizione più centrale lo aiuti maggiormente anche in fase difensiva. «Se perdiamo il pallone, abbiamo un uomo in più nel centro del campo per recuperarlo e quando riesco a recuperarlo sono in zone più pericolose rispetto a quando resto più largo».

Da quella posizione ha costruito un numero nauseante di occasioni da gol e lo spiegano bene i 45 assist fin qui accumulati in Premier League, un numero impressionante considerando che parliamo di un difensore di ventitré anni che, se mantenesse le sue medie nei prossimi anni, potrebbe chiudere la sua carriera tra i primissimi in questa statistica.

Nell’ultima finale di FA Cup ha provato la sua giocata-tipo anche con l’esterno.

Il sistema del Liverpool gli dà compiti piuttosto chiari: Alexander-Arnold può alzarsi e prendere il mezzo spazio perché sa di avere le spalle coperte dai suoi centrali ma anche dalla mezzala che si abbassa a lato. Non sono concetti rivoluzionari: più uomini nelle zone centrali del campo significa più uomini in grado di incidere nell’azione e anche più uomini pronti a recuperare il pallone rapidamente e in zone utili.

Una stagione difficile

Anche prima di questo inizio zoppicante, il Liverpool nel suo lustro di gloria aveva già dovuto fare i conti con momenti di difficoltà. La stagione 2020/21, ad esempio, i Reds furono flagellati da infortuni gravi e ripetuti. In quella stagione Klopp ha dovuto rivoluzionare costantemente sia la linea difensiva – van Dijk, Gomez e Matip hanno terminato tutti la stagione anzitempo – che il centrocampo. Questo continuo rimescolamento ha creato molti problemi allo stesso Alexander-Arnold, costringendolo a muoversi in zone più arretrate, a toccare più palloni nella sua metà campo e a entrare meno sistematicamente all’interno delle azioni offensive. Nonostante le difficoltà di quella stagione, però, Alexander-Arnold ha mantenuto quasi intatti i suoi numeri di passaggi chiave ed expected assists salvo trovarsi, poi, a fare i conti con le difficoltà dei suoi compagni, motivo per cui i suoi assist sono risultati dimezzati rispetto a un anno prima.

Si possono trovare numerosi punti di contatto tra la stagione 2020/21 e quella attualmente in corso. Il primo sono gli infortuni: in cinque partite il Liverpool si è trovato senza le sue prime due opzioni nello slot di centrale destro – Matip e Konaté – e con Jordan Henderson spostato sul lato sinistro del campo per coprire l’assenza di Thiago Alcantara. Lo spostamento di Henderson ha rotto di fatto la catena di destra, formata da lui, Alexander-Arnold e Salah, i cui movimenti erano ormai coordinati alla perfezione da anni di pratica. In generale, gli infortuni del Liverpool sono una piaga costante e hanno portato Klopp a dover ridisegnare continuamente una squadra che è in una delicata fase di transizione.

Questa stessa fase di transizione è stata accelerata oltre misura da un altro infortunio, ossia quello di Diogo Jota. L’assenza del portoghese e il declino di Firmino hanno costretto Klopp a insistere sin da inizio stagione su Darwin Nuñez, la cui posizione in campo risulta spesso più bloccata di quella degli altri due. Questa maggiore rigidità offensiva ha avuto l’effetto di bloccare maggiormente le posizioni di Salah e Diaz – teoricamente i due che più beneficiano dei palloni di Alexander-Arnold – su zone più esterne di campo, limitandone i movimenti a tagliare che solitamente venivano imbeccati dal terzino inglese.

L'appannamento di Alexander-Arnold sembra essere anche figlio del momento complicato del Liverpool, insomma, ma va detto che le critiche alle qualità difensive di Trent Alexander-Arnold esistono più o meno da quando gioca nel Liverpool. Nella finale di Champions League di Parigi di qualche mese fa, il gol di Vinicius era arrivato con un taglio alle sue spalle. In quel caso Alexander-Arnold era apparso particolarmente svagato, sembrava non si fosse nemmeno preoccupato di guardare. Il giorno dopo Barney Ronay sul Guardian ha scritto: “Alexander-Arnold è sembrato solido, è sembrato stare bene, è sembrato in controllo fino al momento in cui non lo è stato più”.

La presenza di Alexander-Arnold nell’undici di Klopp si regge su un equilibrio costante tra ciò che dà e ciò che toglie, e il suo rendimento sembra dipendente da quello del collettivo in cui è inserito (come quasi tutti i calciatori, d'altra parte). Quando il Liverpool funziona bene può fare al meglio il suo gioco sia con che senza palla, quando invece il Liverpool soffre di più si cominciano a vedere i suoi difetti.

Alexander-Arnold non è un cattivo difensore tout-court. Difendendo in avanti, anzi, si fa valere: considerando tutti i terzini nei principali campionati europei, è tra i primi sia per azioni di pressione nel terzo offensivo che per palloni recuperati. Il suo apporto senza palla è tangibile e diventa estremamente utile per favorire i recuperi alti per la squadra di Klopp. Quando però viene puntato il discorso cambia. Alexander-Arnold, per esempio, viene saltato in dribbling 1.14 volte per 90’, circa il doppio di giocatori come il suo compagno di squadra Andy Robertson o il suo compagno di nazionale Kyle Walker.

Sono numeri mediocri ma c'è da dire che Klopp sembra poter accettare di perdere qualche duello in più sulla destra – le squadre che lo affrontano spesso lo sanno e insistono su quel lato – per avere un giocatore delle sue qualità in possesso. Quando però è tutto il Liverpool ad annegare il compromesso appare insostenibile. E questo è quanto sta accadendo in questa stagione.

La partita contro il Manchester United ci offre un esempio. Sul primo gol, infatti, Alexander-Arnold segue Elanga in possesso. Quando lo svedese scarica su Eriksen, il terzino del Liverpool segue il pallone e non il suo avversario, facendosi tagliare fuori dal triangolo tra i due. Elanga, quindi, riceve e scarica subito per Sancho che si gira mentre Milner tenta di pararglisi davanti in scivolata. Alexander-Arnold potrebbe accorciare su Sancho e chiudergli lo spazio di tiro ma è troppo passivo, anzi, sembra proprio passeggiare. Proverà l’intervento solo quando Sancho avrà già evitato l’intervento di Milner, spostato la palla e calciato in porta.

Nel post partita Jamie Carragher definirà il suo primo quarto d’ora “terribile come non mai”, forse rimasto impressionato anche da un mancato ripiegamento pochi minuti prima.

Queste situazioni legittimano le accuse di ball-watching, momenti cioè in cui Alexander-Arnold sembra ipnotizzato dalla palla e non preoccuparsi dei suoi compiti difensivi. Un altro esempio è capitato durante la partita di Champions League con l’Ajax, in cui, sulla verticalizzazione di Blind dalla sinistra, segue nuovamente il pallone perdendosi il movimento di Berghuis alle sue spalle. Sull’olandese è, quindi, costretto a uscire Matip, lasciando libero Bergwijn che, seguendo il pallone verso il centro dell’area, fa perdere a van Dijk il tempo dell’intervento, lasciando a Kudus lo spazio per concludere.

Questi sono solo alcuni degli errori che Alexander-Arnold ha fatto vedere in questa stagione e non sono più comuni di quanto lo siano stati lungo tutta la sua carriera. È però evidente che il loro peso cambi radicalmente in una squadra che ha problemi sia ad assorbirli difensivamente che a compensarli con una produzione offensiva migliore. Il Liverpool ha vissuto un inizio di stagione molto complesso tra infortuni e scarsa condizione atletica, forse conseguenza delle 63 partite giocate nella scorsa stagione o del cambio radicale apportato alla rosa in sede di mercato quest'estate.

Alexander-Arnold, in tal senso, vive indubbiamente un altro momento di appannamento che però non ne sta limitando troppo le sue qualità migliori. Rispetto alla scorsa stagione il terzino inglese ha migliorato i suoi numeri in termini di passaggi progressivi, passaggi nell'ultimo terzo di campo e passaggi in area ma ha ridotto i passaggi chiave e gli expected assists. Anche nelle partite più difficili del Liverpool è difficile non trovare qualcosa di eccezionale di Alexander-Arnold. Nella terribile partita del San Paolo in cui Kvaratskhelia ha sfondato regolarmente dal suo lato – girandogli attorno sul gol del 3-0 – riesce a fornire quattro passaggi chiave ai suoi compagni: uno malamente sprecato da Salah e altri due non divenuti assist solo per due grandi parate di Meret. Questa partita offre un ottimo spaccato sia del compromesso su cui si regge la sua presenza in campo sia di come la scarsa condizione del Liverpool renda meno impattanti i suoi pregi e più pesanti i suoi errori.

Il rapporto con la Nazionale

Fuori dagli automatismi del Liverpool, poi, le cose si fanno ancora più complicate. Nonostante abbia ottenuto la prima convocazione già al Mondiale del 2018, la brutta stagione 20/21 ha rischiato di fargli mancare la convocazione agli Europei. Southgate lo aveva escluso dai convocati per l’ultima pausa prima del torneo, spiegando che non stava rendendo a un livello adeguato, a differenza di Reece James, Kieran Trippier e Kyle Walker, tutti convocati al suo posto. Un’opinione diffusa è che Southgate preferisca rinunciare alle qualità di Trent in possesso semplicemente per paura di avere una squadra troppo sbilanciata.

Nonostante questo, il finale di stagione in crescendo lo aveva comunque portato a ricevere la convocazione, diventata poi inutile visto l'infortunio durante l’amichevole di preparazione contro l’Austria che gli ha fatto saltare il torneo. Nell’ultima stagione viene convocato stabilmente ma trova spazio solo in partite di secondo piano contro San Marino, Albania e Andorra. In quest’ultima viene addirittura impiegato come mezz’ala destra in un 4-3-3. Questo è probabilmente il segno più evidente del fatto che Southgate preferisce profili diversi sulla destra.

Anche in Nazionale le sue qualità continuano ad apparire a intermittenza: in questo caso Bellingham non riesce a capitalizzare uno dei suoi lanci da quarterback.

Klopp si è espresso pubblicamente contro questa decisione: «Se guardate le nostre partite potete vedere che la posizione di Trent è già cambiata, non c’è alcun motivo di farlo diventare un centrocampista». Nonostante ciò, Southgate non sembra ancora aver cambiato idea e la sua titubanza rischia di costargli la presenza al Mondiale. A marzo 2022 ha saltato la convocazione per infortunio e nelle partite di Nations League di giugno ha giocato appena un’ora – stavolta come esterno di una difesa a tre – contro l’Ungheria, venendo prima lasciato in panchina contro la Germania e, infine, rimandato a casa.

Nonostante non sembri del tutto a suo agio, l’idea di inserirlo nei tre di centrocampo sembra l’unico reale compromesso tra le idee di Southgate e la sua presenza in campo, soprattutto stante l'enorme quantità di talento di cui dispone la Nazionale inglese sulla fascia destra. Non è un caso che questa idea venga riproposta ciclicamente anche a Klopp, forse per il rigetto che gli inglesi hanno verso un terzino con quelle caratteristiche. Anche in queste settimane il tema è tornato di attualità e il sentore diffuso tra i pundit inglesi è che possa effettivamente farlo con ottimi risultati. L'allenatore del Liverpool però non sembra pensarla allo stesso modo: quando, nel 2021, si è ritrovato in emergenza a centrocampo non ha mai cercato di spostare Alexander-Arnold in quel ruolo. «Alcuni credono che farlo giocare dieci metri più avanti lo renda più influente ma essere più influente di Trent Alexander-Arnold è veramente difficile», ha detto Klopp commentando la sua partita in Nazionale in quella posizione.

L'allenatore del Liverpool ha provato a difendere il suo terzino nella conferenza stampa precedente alla partita contro il Brighton. Klopp ha dichiarato che la scelta di mantenere Alexander-Arnold in una posizione più avanzata sia una sua scelta per avere più uomini in fase di pressing alto. Se è così in alto, ha detto Klopp, è perché gliel'ho detto io e quindi non ha senso, nel caso in cui poi il Liverpool subisca gol, chiedere: dov'è Trent?

Difficilmente queste parole metteranno fine alla polemica. Mentre continuiamo a ragionare su come si inseriscono le prestazioni di Trent Alexander-Arnold nell’ambito del contesto del Liverpool, la squadra di Klopp ha perso un'altra partita, e in maniera sanguinosa. Il 3-2 inflitto dall'Arsenal si è aperto con un taglio di Martinelli alle spalle di Trent-Alexander Arnold, apparso ancora una volta impacciato di fronte a compiti difensivi complessi. Solo il suo infortunio ha attutito le polemiche nel post-partita, ma è probabile che si ripresenteranno non appena il terzino inglese tornerà in campo.

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