
Rivestire il ruolo della neopromossa, in Serie A, non è mai semplice. Ci sono tante variabili da considerare: la sostenibilità del progetto in termini di struttura, le risorse a disposizione, l’attitudine a una permanenza continuativa nella massima serie del basket italiano. Non è un caso se diverse società retrocesse in Serie A2 abbiano poi impiegato più tempo del previsto prima di tornare in A (basti pensare a Cantù), mentre altre vivono la promozione come un salto nel vuoto, un avvenimento prestigioso da onorare prima di tornare al piano inferiore.
Chi lo sta facendo alla grande è senza dubbio la Trapani Shark. Non che sia qualcosa di totalmente inaspettato: appena promossa la società aveva espresso la volontà di essere competitiva fin da subito anche in Serie A, ma un conto è dirlo, un conto è farlo. Oggi però lo sappiamo: Trapani non è più una sorpresa, ma una realtà consolidata, perché il livello di gioco espresso e i risultati ottenuti dicono questo. Anche dopo un periodo complesso, con la prematura eliminazione dalla Coppa Italia, la squadra è stata in grado di ripartire egregiamente e domenica si giocherà la possibilità di chiudere la stagione regolare in testa alla classifica, in uno scontro diretto per il primo posto contro la Virtus Bologna all'ultima giornata, un qualcosa che era davvero difficile predire a inizio stagione.
UN PERCORSO RAGIONATO
Il cammino di Trapani è stato convincente fin dalla prima giornata di campionato, una sconfitta di un solo punto proprio contro la Virtus Bologna. Già allora era chiaro si trattasse di una squadra molto interessante: un roster di qualità affidato alla sapiente guida di Jasmin Repesa e alla freschezza di Andrea Diana, un binomio che fin da subito ha portato risultati positivi.
Le società di Serie A che eccellono, dal punto di vista sportivo, devono essere in grado di miscelare un nucleo competitivo di giocatori italiani e una batteria di stranieri che si dimostri talentuosa, solida e affamata. Scegliere stranieri “di livello” per le società più piccole è spesso un rischio, perché possono usare l’occasione come espediente per rivalutarsi e rendersi più appetibili sul mercato.
Le scelte del direttore sportivo Valeriano D’Orta e del responsabile scouting Niccolò Scavuzzo non hanno però lasciato nulla al caso, a partire proprio dalla conferma dei due stranieri che hanno guidato Trapani alla promozione dalla Serie A2 alla Serie A. JD Notae e Chris Horton sono rimasti in Sicilia non certo per recitare il ruolo marginale di spettatori, come dimostrato in modo inequivocabile del girone di andata. Addirittura JD Notae, dopo la Coppa Italia, sta registrando numeri da MVP. Nessuna squadra di Serie A ha un sesto uomo del suo livello, giusto Milano, se consideriamo Armoni Brooks in casa Olimpia.
Anche Horton ha meriti consistenti nella grande stagione di Trapani. Con l’arrivo di Tibor Pleiss sarebbe stato legittimo pensare a un suo ridimensionamento, ma l’apporto del centro tedesco non è stato all’altezza delle aspettative e sta faticando a inserirsi nel sistema messo in piedi da Repesa, soprattutto dal punto di vista difensivo. Con il suo successivo trasferimento al Panathinaikos, Horton è rimasto di fatto l’unico lungo a disposizione, alzando ancora il livello delle sue prestazioni soprattutto nel periodo in cui Trapani ha avuto alcune performance sottotono.
Anche questa capacità di uscire indenne dalle difficoltà è un passaggio tutt’altro che scontato. Per una neopromossa infatti non è impossibile fare un girone d’andata convincente o molto convincente per poi perdersi non appena arriva una flessione. Trapani invece ha mostrato una reazione eccellente, e questo nonostante l’altro colpo di mercato, Gabe Brown arrivato da Varese, non abbia entusiasmato.
Ora che i playoff sono una certezza, Trapani deve cercare di arrivarci con la miglior posizione possibile e provare a dire la sua. Per allungare le rotazioni in vista della post-season, la società ha deciso di aggiungere un lungo che porta chili e qualità nel pitturato, Derek Ogbeide, già visto in Italia con le maglie di Rimini, in Serie A2, e Pistoia, nella passata stagione. Per provare a non soccombere contro organici con la profondità e la qualità di quelli a disposizione di Milano e Bologna c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile.
OGGI E, SOPRATTUTTO, DOMANI
Trapani vuole stupire subito, non ci sono dubbi. È il diktat del presidente Antonini e l’intento dei giocatori a disposizione di Repesa. Se, come detto, JD Notae non fa parte dello quintetto titolare, senza nulla togliere al suo impatto in ogni singola partita, è per la presenza di Justin Robinson, un concentrato di rapidità, velocità di mani e capacità di andare a canestro. Il prodotto di Virginia Tech è un serio candidato al premio di miglior giocatore della regular season e sembra aver trovato a Trapani la sua isola felice. I suoi trascorsi in NBA non sono stati esaltanti, con la conseguente scelta di cercare fortuna all’estero, per rilanciarsi e farsi apprezzare ai massimi livelli, prima in Australia e poi in Spagna.
Valeriano D’Orta, Valerio Antonini e la società ci hanno visto lungo e di certo non hanno alcuna intenzione di perdere Robinson dall’oggi al domani. Prima che il 2024 finisse, il rinnovo è stato formalizzato fino a giugno 2026, andando così ad avvisare quelle che saranno le pretendenti in estate. Se qualcuno dovesse decidere di ingaggiarlo, dovrà prima trovare un accordo con Trapani. Una scelta saggia e lungimirante, perché un giocatore così farà gola a diversi club che disputano la Eurocup e l’Eurolega. Stessa sorte è toccata a JD Notae, con la scadenza del contratto prolungata al termine della stagione 2026/27.
Non solo Trapani sta raggiungendo risultati che meritano grande considerazione, ma si sta muovendo bene per dare continuità a un progetto tra i più elettrizzanti degli ultimi decenni nel basket italiano. Il rinnovo di Notae e l’ingaggio di Ogbeide sono stati comunicati in simultanea, lasciando agli addetti ai lavori la sensazione di uno sguardo ottimista verso un futuro da protagonisti, in netta controtendenza con le vicissitudini che riguardano la pallacanestro di alto livello nel sud Italia, se si esclude la vittoria della Coppa Italia 2024 da parte di Napoli. Scafati ha compromesso la sua stagione, nonostante l’arrivo di Marco Ramondino in panchina, mentre a Napoli bisogna riconoscere il merito di alcuni guizzi decisivi per la salvezza dopo una prima parte di annata da incubo, grazie ad una serie di operazioni sul mercato che hanno di fatto rimescolato le carte in tavola e gli equilibri di un roster che non sembrava assolutamente in grado di sbloccarsi e di avere un rendimento da Serie A. Napoli e Scafati sono poi state entrambe coinvolte nel controverso episodio dell’alterazione delle statistiche, da cui i due club hanno prontamente preso le distanze, dichiarando la propria estraneità ai fatti.
Trapani sembra andare totalmente controcorrente: è stata in grado di costruire un roster competitivo già dalla preseason, per poi fare qualche piccolo aggiustamento in corsa per rimanere al passo delle pretendenti allo Scudetto. Del resto, se si osserva l’andamento delle ultime stagioni, in particolar modo dei playoff, il trend non è quasi mai cambiato. Con Olimpia Milano e Virtus Bologna ampiamente fuori dai giochi in campo europeo, queste due squadre possono spendere il loro intero roster nel campionato, cercando sempre di trovare una quadra tra elementi italiani e stranieri. Le altre pretendenti, per quanto possano fare bene nel corso della stagione regolare, non riescono mai a competere davvero con le due finaliste degli ultimi 4 anni.
Per provare a lottare con queste due squadre e arrivare fino in fondo, bisogna pensare in grande e Trapani, a modo suo, lo sta facendo: un roster lungo e molto competitivo, un allenatore ambizioso e in grado di gestire giocatori con personalità, una proprietà solida e sana dal punto di vista finanziario. E, non di minor importanza, un pubblico che fa la differenza.
IL CONTORNO VINCENTE
“Le partite le vincono i giocatori” è un’affermazione vera, ma solo in parte. Perché se in campo ci sono ottimi interpreti, intorno a loro a Trapani c’è un contorno eccellente. In panchina c’è un coaching staff di livello, grazie al lavoro di Jasmin Repesa che, come raccontato da Andrea Trinchieri in una recente chiacchierata con Gianluca Basile, è un grande insegnante di pallacanestro e ha l’esperienza per saper gestire ogni tipo di situazione. Da quelle in palestra, durante la settimana, a quelle in partita, passando per il rapporto mai scontato e banale con il presidente Antonini.
Il coach croato non si fa intimidire facilmente, né condizionare dall’impatto mediatico di certe dichiarazioni. Perché sì, strano ma vero, nel periodo di flessione di risultati è sembrato in discussione il suo ruolo di capo allenatore di Trapani. Il tutto si è trasformato in una sorta di botta e risposta tra lo stesso Antonini e il tifo Shark, arrivando entrambi alla conclusione che l’allenatore che siede sulla loro panchina si sia calato perfettamente nel ruolo e che, soprattutto, possa rappresentare una guida tecnica anche per l’imminente futuro.
Il suo assistente, Andrea Diana, è stato ingaggiato nella passata stagione dopo la separazione tra la società e Daniele Parente, per il quale risultò fatale la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia LNP contro la Fortitudo Bologna. Trapani, poi, ha avuto modo di vendicarsi, sportivamente parlando, dopo aver concluso la fase ad orologio al primo posto ed essersi sbarazzata di Piacenza e Verona rispettivamente ai quarti e in semifinale. Un percorso netto terminato con la promozione in Serie A, dopo 32 anni dall’ultima apparizione, e la scelta di affidare la guida tecnica a Jasmin Repesa, senza però rinunciare a coach Diana, rimasto in Sicilia come primo assistente insieme ad Alex Latini, secondo assistente anche di Daniele Parente. La presenza di Diana e Latini si sta dimostrando di fondamentale importanza per dotare il gruppo squadra di quella continuità troppe volte sottovalutata, a ogni livello.
Dietro la panchina c’è poi l’apporto del pubblico, altrettanto importante per dare una spinta alla squadra. I tifosi di Trapani si fanno sentire non soltanto al Pala Shark, ma seguono la squadra ovunque in trasferta senza far mai mancare il loro supporto. Basta misurare i decibel prodotti dai tifosi granata e metterli a confronto con quelli dell’effettiva squadra di casa per constatare come nella maggior parte dei casi il rapporto risulti invertito. Non è un dettaglio e nemmeno un fattore di poco conto.
TUTTI CONTANO, TUTTI INCIDONO
Tra le tante buone scelte operate da Valeriano D’Orta, ci sono state diverse conferme che si stanno rivelando di grande importanza: una su tutti quella di Amar Alibegovic. Arrivato in corsa nella passata stagione, ha messo a disposizione della squadra la sua fisicità e la sua tecnica, con un impatto da “terzo straniero”. Seconda promozione in Serie A in carriera, dopo quella conquistata nel 2019 con la Virtus Roma, ma più in generale l’ennesimo progetto all’interno del quale Alibegovic è riuscito ad eccellere e che lo ha portato a mettere in bacheca un altro riconoscimento. Ha vinto in Slovenia, con il Cedevita Olimpija di Lubiana, ma soprattutto ha vinto con la maglia della Virtus Bologna, sia lo scudetto che a livello europeo, con la conquista dell’Eurocup. Con qualche minuto di impiego in meno, sta collezionando statistiche quasi migliori rispetto a quelle della passata stagione, in A2.
Ma tutti stanno dando il loro contributo: Paul Eboua, arrivato a Trapani dopo l’esperienza pluriennale con la maglia di Cremona, si è sacrificato, giocando tanti minuti sotto i ferri per rimpolpare un reparto lunghi in sofferenza a livello numerico. Con l’arrivo di Ogbeide potrà tornare a incidere più lontano dal canestro.
Il “blocco italiano” può contare su Riccardo Rossato e John Petrucelli, sempre abili nel farsi trovare pronti quando chiamati in causa, ma che ovviamente ricoprono ruoli diversi con responsabilità differenti. Se Rossato deve sgomitare per trovare un minutaggio all’altezza delle sue ambizioni, all’interno di un reparto guardie di assoluto livello, l’ex giocatore di Brescia sta ripetendo quanto di buono fatto vedere nella passata stagione. Anzi: Petrucelli è migliorato molto nella percentuale da tre punti, passando da un 31% abbondante al 40%, un’efficienza che in un sistema di gioco come quello di Trapani vale doppio.
E se parliamo di esperienza e qualità, il riferimento per Trapani è Langston Galloway. Alla causa serviva un giocatore che conoscesse il campionato e che fosse in grado di gestire i possessi dal peso specifico elevato, e chi meglio di un giocatore che nella passata stagione ha viaggiato a quasi 17 punti di media, con la maglia di Reggio Emilia, e che in estate è stato aggregato a Team Usa come sparring partner?
Offensivamente Trapani fa paura: segna quasi 95 punti di media e va oltre il 106 di valutazione, piazzandosi al primo posto in entrambe le categorie statistiche. È in cima alla classifica per assist di media, oltre 21, e palle recuperate, oltre 8, dimostrando tutta la sua capacità di convertire in punti le buone difese e le ottime letture sulle linee di passaggio. Alla lista delle eccellenze statistiche andrebbero aggiunte anche quelle relative al plus-minus e alla percentuale da tre punti.
Se da un lato tutti questi numeri risultano impressionanti e raccontano del grande lavoro di giocatori e staff, dall’altro evidenziano come ci siano ancora molte cose da migliorare, a partire dai punti subiti e dalle palle perse. La tenuta mentale e fisica ai playoff sono due fattori troppo importanti: più si avanza nel corso della stagione e più la “solidità” di squadra è fondamentale. È su queste qualità più intangibili che Olimpia Milano e Virtus Bologna sono in grado di mettere in difficoltà le avversarie quando il gioco si fa duro.
La qualificazione ai playoff è arrivata con largo anticipo, il 13 aprile in seguito alla vittoria contro Treviso, e già si tratta di un risultato quasi storico. La vittoria contro Milano della settimana scorsa certifica che Trapani c'è e vuole sognare. Conoscendo il presidente Antonini, che vuole tutto e subito, e la capacità di coach Repesa di alzare l’asticella quando la palla è più pesante, vale la pena di mettersi comodi e vedere dove può arrivare Trapani.