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L'Ajax non è solo "bel gioco"
01 mag 2019
01 mag 2019
La vittoria di Londra è merito del pressing e della capacità della squadra di ten Hag di adattarsi al contesto.
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Foto di Adrian Dennis / AFP / Getty Images
(foto) Foto di Adrian Dennis / AFP / Getty Images
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Prima di vedere come sarebbe andata, potevamo immaginare che, tra gli aspetti che avrebbero potuto decidere la semifinale di Champions League tra Tottenham e Ajax, la qualità del pressing delle due squadre sarebbe stato uno dei più decisivi. La ricerca del recupero veloce della palla attraverso un pressing aggressivo fin dalle prime fasi della manovra avversaria è una delle caratteristiche che definiscono il gioco sia della squadra di Pochettino sia di quella di ten Hag. Si poteva prevedere, insomma, che la squadra più abile a pressare e, guardando l’altro lato della medaglia, a resistere ai meccanismi di pressing avversari, avrebbe avuto maggiori possibilità di vincere. E così è stato: l’Ajax è stato superiore in entrambi gli aspetti, ha pressato meglio e, soprattutto nel primo tempo, è riuscito ad aggirare palleggiando la pressione del Tottenham. Il gol decisivo di van de Beek, arrivato dopo circa un quarto d’ora, ha coronato un inizio dominante, in cui la squadra di Erik ten Hag ha fatto naufragare il piano iniziale di Mauricio Pochettino, controllando il pallone senza concedere nulla al Tottenham. Ci sono tre momenti in particolare, nello sviluppo dell’azione del gol, che fanno emergere da un lato le qualità nello stretto dei giocatori offensivi dell’Ajax e dall’altro le difficoltà del Tottenham a contenerla. Il primo è il controllo di van de Beek con la parte interna del piede destro, quasi col tacco, in mezzo ad Alli e Sánchez, che permette all’Ajax di uscire dalla fascia sinistra affollata di giocatori dopo una rimessa laterale, e di avere maggiore spazio per proseguire l’azione. Girandosi con un controllo orientato al velluto in uno spazio molto piccolo, van de Beek fa arrivare la palla a Ziyech, che si era accentrato per dare un appoggio in uscita dalla pressione del Tottenham sulla fascia.

Il secondo momento è il cambio di gioco di Ziyech, che accentrandosi da destra è inizialmente il giocatore avanzato ad avere più spazio per giocare il pallone. Quando riceve, però, Ziyech viene pressato da Eriksen da una distanza molto ravvicinata: pur con un avversario così vicino, l’esterno marocchino riesce a lanciare Neres, scattato dietro Trippier.

Il terzo momento vede ancora protagonista Ziyech, dopo che Neres è scappato sulla fascia, ma ha scelto di non crossare appoggiando all’indietro su Schöne. Ziyech, che inizialmente si stava inserendo in area, si stacca per ricevere il passaggio orizzontale di Schöne e immediatamente serve l’assist per van de Beek, trovandolo tra Vertonghen e Rose. Al momento dell’assist la linea difensiva del Tottenham è stretta e disordinata dai movimenti dei giocatori dell’Ajax. In particolare è decisivo il taglio dalla fascia di Neres, che fa abbassare Trippier e permette a van de Beek di non finire in fuorigioco. Il tiro a porta spalancata del centrocampista olandese è forse la parte più semplice dell’azione, anche perché van de Beek si prende tutto il tempo necessario per essere sicuro di non calciare su Lloris.

Un Ajax troppo fluido Forse proprio per limitare le combinazioni nello stretto con cui l’Ajax avanza sul campo, Pochettino aveva scelto un sistema fluido che permetteva ai suoi giocatori di accorciare facilmente sull’avversario di riferimento. I due attaccanti (Llorente e Lucas) pressavano i difensori centrali dell’Ajax (de Ligt e Blind) mentre le mezzali (Eriksen e Alli) si alzavano sui due interni di centrocampo (Schöne e de Jong) e Wanyama si occupava di van de Beek; i due esterni (Rose e Trippier) si alzavano a turno sui terzini, permettendo di controllare il tridente offensivo dell’Ajax con una linea difensiva che diventava a 4. Il centravanti era preso in mezzo da due difensori centrali (Sánchez e uno tra Alderweireld e Vertonghen) mentre l’esterno sul lato opposto della palla si stringeva per fare il terzino (e marcare Ziyech o Neres), così il centrale laterale della difesa a 3 che non era impegnato insieme al centrale, marcava l’altro esterno d’attacco dell’Ajax. Il tentativo di limitare il palleggio con una pressione orientata sull’uomo, attraverso gli accoppiamenti creati dal sistema di Pochettino, è però finito male. Con i loro movimenti, i giocatori dell’Ajax riuscivano a disordinare la struttura del Tottenham e a manovrare dietro le sue linee di pressione. Abbassandosi in mezzo ai centrali, o allargandosi al loro fianco, de Jong riusciva a liberarsi o a creare spazio per de Ligt o Blind, mentre più avanti Schöne si alzava dietro la prima linea di pressione del Tottenham e i giocatori offensivi si muovevano per sovraccaricare la zona della palla e creare diverse linee di passaggio all’interno dello schieramento avversario. I giocatori del Tottenham impegnati nel primo pressing venivano così presi in mezzo dal palleggio dell’Ajax. In particolare le due mezzali, Eriksen e Alli, dovevano seguire de Jong e Schöne e allo stesso tempo uscire lateralmente in pressione se Rose e Trippier restavano vicini ai centrali, formando una linea difensiva a 5. In pratica, ogni loro scelta liberava spazio ai loro lati o alle loro spalle, che i giocatori dell’Ajax andavano a riempire per far avanzare l’azione. Anche quando restavano bloccati nelle loro posizioni, facendo abbassare Lucas su de Jong o Schöne, le linee di passaggio alle loro spalle erano troppe per poter essere controllate.

Un esempio: de Jong si allarga a sinistra, Eriksen lo segue a distanza e Lucas si abbassa su Schöne. Tra i due si apre la linea di passaggio verso Tadic, che si abbassa a ricevere la palla.

Soprattutto nei primi venti minuti, l’Ajax ha dominato il possesso, segnando il gol decisivo e costruendo un paio di occasioni pericolose con le sue tipiche combinazioni nello stretto. All’intervallo il divario nel possesso palla e nei passaggi completati era molto chiaro: l’Ajax aveva tenuto la palla per il 58,7% del tempo e aveva completato 113 passaggi nella metà campo offensiva, più del doppio del Tottenham, fermo a 50. Come fermare l’Ajax? A fine partita Pochettino ha ammesso di aver fatto un errore nella scelta del sistema iniziale, aggiungendo però di non aver avuto molte alternative. Non si possono ignorare infatti le pesanti assenze di Son e Kane, che avrebbero dato tutt’altra pericolosità agli attacchi del Tottenham, e le condizioni non perfette di Sissoko, recuperato dopo l’infortunio subito nel ritorno dei quarti contro il Manchester City ed entrato dalla panchina quando Vertonghen è stato costretto a uscire per uno scontro con Alderweireld. Oltre ai tipici strappi con la palla, Sissoko avrebbe potuto migliorare il primo pressing e garantire qualche recupero in più nel primo tempo: il suo impatto è stato comunque ottimo, con 10 palloni recuperati è stato il migliore del Tottenham (insieme a Rose) da questo punto di vista, pur avendo giocato poco più di 50 minuti. Con l’ingresso di Sissoko, e il cambio di sistema che ha aggiunto un giocatore a centrocampo, il Tottenham è riuscito a pressare meglio, a ridurre drasticamente il possesso dell’Ajax - sceso al 39,6% nel secondo tempo - e a sporcare il suo palleggio: dopo l’intervallo la precisione dei passaggi della squadra di ten Hag è stata appena del 66,1%. Schierato col centrocampo a rombo, con Eriksen e Sissoko mezzali, e Alli vertice alto dietro Llorente e Lucas, il Tottenham riusciva a mettere pressione in maniera più semplice, impedendo all’Ajax di uscire in modo pulito dalle zone arretrate.

In questo caso il Tottenham è scivolato a sinistra. Eriksen è uscito su Veltman, Alli è nella zona di de Jong, Wanyama si sta alzando su Mazraoui. A de Ligt non resta che lanciare lungo.

L’Ajax ha risposto però in modo molto maturo al cambio di contesto. Senza avere più il controllo della palla come nel primo tempo, la squadra di ten Hag è riuscita a gestire la partita adeguando il suo pressing e concedendo pochissimo al Tottenham, che ha tirato in porta una sola volta, con Alli al 49’. Probabilmente non si sottolinea abbastanza quanto sia organizzato e ambizioso l’Ajax anche quando non ha la palla. Una volta accettato di non riuscire più a costruire da dietro in modo pulito e a dominare il possesso come nel primo tempo, è stata soprattutto la qualità della sua fase difensiva a permettere alla squadra di ten Hag di conservare l’1-0 senza grosse sofferenze. La sottovalutata fase difensiva dell’Ajax Se nel primo tempo lo schieramento del Tottenham creava accoppiamenti naturali tra i giocatori, con il passaggio alla difesa a quattro e al centrocampo a rombo deciso da Pochettino dopo l’ingresso di Sissoko, l’Ajax ha immediatamente adattato la sua disposizione e i meccanismi di uscita. Nel primo tempo, infatti, i tre difensori centrali inglesi venivano pressati dal tridente offensivo (Neres, Tadic e Ziyech); con il passaggio del Tottenham alla difesa a 4, Tadic restava in mezzo ai difensori centrali, mentre Ziyech e Neres si posizionavano tra i centrali e i terzini. Così, inizialmente il Tottenham aveva più spazio per iniziare l’azione, scivolando soprattutto verso il suo lato destro decentrando Sánchez (il migliore della partita per passaggi completati, 59), ma la risalita del campo veniva poi ostacolata dalle uscite dei giocatori dell’Ajax alle spalle del tridente offensivo. Ad annullare la potenziale inferiorità numerica del centrocampo a 3 olandese, contro il centrocampo a rombo del Tottenham, sono state le scalate attente di Schöne (e poi Mazraoui, entrato dalla panchina al posto del compagno) e di de Jong, entrambi abili a gestire le uscite in pressione e a darsi copertura dal lato della palla; e anche le uscite aggressive dei terzini, in particolare di Tagliafico, che si spingeva molto in alto per impedire al Tottenham di uscire in modo pulito dalla sua metà campo.

Qui Tagliafico parte addirittura dalla zona di Sissoko per andare a pressare Sánchez, mentre van de Beek marca Wanyama.

L’Ajax utilizza i suoi terzini in modo particolare, spesso li tiene stretti e avanzati per forzare il recupero del possesso, soprattutto negli attimi successivi alla perdita del pallone, o quando la squadra avversaria decide di lanciare lungo dalla difesa. Contro il Tottenham la loro posizione alta e stretta aveva oltretutto l’obiettivo di non andare in inferiorità numerica a centrocampo, coprendo de Jong o Schöne, che potevano così alzarsi per cercare il recupero della palla.

Veltman e Tagliafico sono sulla stessa linea di Schöne, permettendo a de Jong di uscire a sinistra su Sissoko. Da sottolineare anche i rientri di van de Beek e Neres, che restringono le opzioni di Sissoko.

L’aggressività dei suoi terzini riflette il modo estremamente ambizioso con cui difende l’Ajax, sempre orientato al recupero del possesso, senza timori di rompere le linee e lasciare i suoi difensori centrali in situazioni scomode. Per aggirare il pressing della squadra di ten Hag, il Tottenham si è affidato in pratica solo ai lanci su Llorente, il migliore della partita per duelli aerei vinti (11) e sponde (7). Pur avendo perso ben 24 palloni - il peggiore del Tottenham dopo Trippier, che ne ha persi addirittura 28, un altro dato che certifica la qualità del pressing dell’Ajax e i problemi che hanno avuto gli “Spurs” ad aggirarlo - Llorente è stato un riferimento fondamentale per permettere agli “Spurs” di uscire dalla loro metà campo, ma forse sarebbe stato più utile per riempire l’area e creare spazi se il Tottenham fosse riuscito ad abbassare l’Ajax e a schiacciarlo nella sua metà campo. Non era difficile prevedere che la partita non sarebbe andata così e per questo il rientro di Son, con la sua abilità nell’attaccare gli spazi in verticale, è forse la notizia migliore per Pochettino in vista del ritorno.

Alli recupera palla piuttosto in alto, ma Llorente resta fermo e fa sfumare un’occasione potenzialmente molto pericolosa. Chissà come sarebbe andata con Son...

Il ritorno di Son aggiunge pericolosità ma non risolve i problemi del Tottenham. Per utilizzare al meglio le qualità dell’attaccante sudcoreano, Pochettino ha bisogno che la sua squadra aggiri l’aggressività dell’Ajax e risalga il campo in modo più brillante rispetto a ieri sera, magari riuscendo a coinvolgere di più e meglio Eriksen e Alli. Dopo aver vinto a Madrid contro il Real e a Torino contro la Juventus, l’Ajax si è ripetuto a Londra contro il Tottenham. Nell’era moderna della Champions League solo il Bayern Monaco nel 2013 e il Real Madrid nel 2018 erano riuscite a vincere tutte le trasferte dei turni a eliminazione diretta, ed entrambe le squadre hanno poi vinto la coppa. Anche se magari non riuscirà a vincerla, o magari neppure a conquistare la finale, dovremo ricordare questo Ajax come una delle squadre più belle e divertenti da vedere di questa stagione 2018-19.

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