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(di)
Emanuele Atturo
Totò il genio
05 mag 2015
05 mag 2015
Antonio Di Natale è tra i 10 attaccanti italiani più forti di sempre? Abbiamo scelto i suoi 10 gol più unici per capirlo.
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Emanuele Atturo
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Con quello di domenica contro il Verona (duecentoseiesimo gol in campionato) Antonio Di Natale ha superato Roberto Baggio nella classifica marcatori di tutti i tempi della Serie A e se a fine stagione decidesse di non espatriare potrebbe superare sia Altafini che Meazza, appena 10 gol sopra.

 

A quel punto Di Natale sarebbe il quarto marcatore di tutti i tempi del nostro campionato, dietro solo Piola, Totti e Nordahl. Per rendere più chiara la straordinarietà di questi numeri, consideriamo gli altri giocatori tra i primi 20 posti che sono più o meno contemporanei a Di Natale: Batistuta, Del Piero, Mancini, Inzaghi. Nonostante abbia segnato più di tutti loro, Di Natale non gode del loro stesso prestigio.

 

Non è solo retorica, dire che probabilmente il motivo per cui Di Natale non è stato considerato all'altezza dei nomi sopra citati è perché la maggior parte dei suoi gol li ha segnati con la maglia dell’Udinese, senza vincere niente né disputare partite di grande peso (se non i preliminari di Champions League e qualche partita con la Nazionale). Se dovessimo indicare i 10 attaccanti italiani più forti di sempre, Totò sarebbe in classifica?

 

Riguardando i suoi gol sono arrivato alla conclusione che non possiamo considerare Antonio Di Natale solo come un bomber di provincia, piuttosto come un autentico fenomeno che, per una serie di ragioni, non ha espresso il suo talento ai massimi livelli. Per Di Natale l'argomento “se avesse cambiato maglia chissà dove sarebbe arrivato” non è così lontano dalla realtà.

 

Nella scelta dei 10 gol ho privilegiato quelli che, a mio parere, restituiscono l’idea più completa di Antonio Di Natale come calciatore, la sua unicità. Per questo motivo ho lasciato fuori il suo gol più riconosciuto,

, troppo simile a quello di

.

 

(Se volete, dopo aver visto questi 10 gol rispondete nei commenti: Antonio Di Natale è tra i migliori 10 attaccanti italiani della storia?)

 





 

Nella classifica dei migliori marcatori all-time del campionato Di Natale è quello con la più alta percentuale di gol spettacolari, se la gioca con Totti e Del Piero. Anche per questo la selezione è stata molto complicata. È questo a rendere di difficile lettura la sua dimensione “oggettiva”, e che fa dell’etichetta di bomber di provincia una definizione decisamente riduttiva.

 

Dieci anni fa, Di Natale disputa la prima stagione con la maglia dell’Udinese e segna 7 gol, il più bello dei quali a San Siro in casa del Milan che perse la finale di Istanbul. La difesa rossonera prevedeva quel giorno, da destra a sinistra: Cafu, Nesta, Stam, Maldini. Di Natale riceve una sponda di Iaquinta dalla fascia, sta scattando verso la porta e il passaggio lo coglie leggermente in controtempo; prova a controllarla col sinistro ma la palla lo supera, a quel punto realizza di poter capovolgere lo stop sbagliato a suo favore: si gira e pensa di tirare, la palla fa un rimbalzo troppo in avanti ma riesce comunque a trovare la coordinazione per calciare fortissimo dritto per dritto, all’incrocio dei pali. Dida, in quel momento uno dei migliori portieri al mondo, si muove verso il palo e si ferma quando capisce, sembra sinceramente sorpreso dalla parabola di Totò.

 
 




 

Una delle caratteristiche di Di Natale è quella di riuscire a organizzare rapidamente la conclusione sul piano mentale. Un gol per certi versi simile a quello contro il Milan, lo ha segnato sempre a San Siro contro l’Inter nel 2013.

 

Chiede l’uno-due a Gabriel Silva che si è sovrapposto sulla fascia, il passaggio di tacco del terzino però è arretrato e deve tornare indietro all’altezza del vertice sinistro dell’area; nonostante sia spalle alla porta, per qualche motivo, decide comunque di tirare, quindi se la sposta verso l’interno e tira a giro forte sul secondo palo.

 

Decentrandosi volentieri sulla sinistra, Di Natale ha realizzato diversi gol belli con il classico tiro a giro sul secondo palo.

contro la Juventus, per esempio, brilla per la rapidità d’esecuzione, con dribbling e tiro eseguiti quasi in un movimento unico. In

contro il Chievo mi piace la ricerca della palombella sopra la testa del portiere, un altro tiro caratteristico di Di Natale. Una parabola classica, che Totò ha saputo improvvisare e reinterpretare, come il migliore degli allievi di una bottega rinascimentale diventato capo cantiere. Contro l’Inter la dinamica di gioco è meno naturale, e lo sforzo mentale che richiede il pensiero di un gol è tanto affascinante quanto il gol in sé.

 




 

La carriera e la media gol di Di Natale hanno fatto un salto di qualità quando Guidolin ha deciso di schierarlo al centro dell’attacco. Pur amando svariare su tutto il fronte offensivo, Totò possiede movimenti da prima punta. Contro il Palermo taglia, in anticipo sul difensore, a impattare un cross complicato, spizzando la palla di testa sul secondo palo, quasi dal limite dell’area.

 

Di Natale ha segnato parecchi gol di testa, alcuni anche in Nazionale, dimostrando non solo buoni movimenti e senso dell’anticipo, ma anche una qualità intrinseca nel colpo. In

contro il Catania, per esempio, colpisce andando all’indietro, indirizzando la palla nell’angolo alto. Anche qui posso solo fare ipotesi, ma se fosse stato più alto magari parleremmo di uno dei migliori colpitori di testa italiani delle ultime generazioni.

 




 

Per certi versi sarebbe giusto considerare allora Di Natale un 9 brevilineo moderno, non un 10 e neanche un falso nove, ma un vero e proprio centravanti, anche se non di quelli statici.

 

Agli Europei del 2012 contro la Spagna segna un gol da attaccante puro: scatta sul filo del fuorigioco in mezzo alle maglie (non così larghe) della difesa avversaria per andare a raccogliere un filtrante di Pirlo; data l’importanza della partita avrebbe potuto scegliere l’appoggio comodo per Cassano ma preferisce finalizzare sul secondo palo.

 

È stato uno dei pochi momenti in cui l’opinione pubblica ha ritenuto Di Natale

alla maglia azzurra. La scarsa considerazione ricevuta in Nazionale ha forse compromesso lo sviluppo della sua dimensione internazionale, così come era stato per altri grandi centravanti del passato come Pruzzo, Signori o Montella. Anche se, a differenza di questi, Di Natale non ha l’alibi della grande concorrenza.

 





 

Tra il 2009 e il 2011 Antonio Di Natale è il giocatore ad aver realizzato più gol dopo Messi e Cristiano Ronaldo. Piuttosto che Zlatan Ibrahimovic forse allora il Barcellona nel 2009 avrebbe dovuto scegliere lui per affiancare Messi e Pedro in attacco. Sarebbe stato perfetto per qualità tecnica e movimenti offensivi e forse (dico forse) il fascino blaugrana lo avrebbe convinto a lasciare il Friuli. Una specie di Suárez prima di Suárez.

 

Guardando il gol contro il Cagliari provate a sostituire mentalmente Badu con Xavi, Di Natale con Messi, Alexis Sánchez con Alexis Sánchez, poi ditemi se non vi sembra un’azione del Barcellona. L’interno-interno filtrante per Sánchez deve essere sfuggito a Guardiola, altrimenti la storia sarebbe stata diversa.

 





 

Nel 2006 mancano ancora quattro anni alla genesi dello Jabulani, il pallone pazzo capace di solcare traiettorie impredicibili. Di Natale però ha una tecnica di tiro che gli permette di imprimere giri assurdi anche a palloni normali.

 





 

Una delle cose che preferisco di Di Natale è il modo assolutamente originale con cui spesso decide di finalizzare. Vede angoli impossibili e cerca di colpirli con traiettorie misteriose e incomprensibili. Per esempio in

contro la Samp sente l’uscita del portiere e lo anticipa con

che di primo impatto sembra quasi involontario, ma che a riguardare il replay non lo è affatto.

 

Contro la Fiorentina, davanti al portiere fa una cosa a metà tra un pallonetto e un tiro piazzato: ho dovuto riguardarlo sei volte per sincerarmi che non ci fosse alcuna deviazione. Non saprei neanche dire se si tratta di un gesto veramente aggraziato, però è la conclusione più fica e strana che abbia mai visto fare a un giocatore davanti al portiere.

 





 

Un’altra finalizzazione pazzesca, contro il Catania nell’ultima giornata del campionato 2011/12. Va in profondità su un lancio dalla difesa, davanti al portiere sbaglia il dribbling interno e si allunga troppo il pallone. Ormai quasi sulla linea di fondo avverte l’intervento del difensore in scivolata e lo supera con un delizioso pallonetto colpito con una parte del piede non identificata. Mi piacerebbe avere nelle mani un quarto della sensibilità che Antonio Di Natale possiede nei piedi.

 





 

Nel video di questo gol al momento del calcio l’immagine trema e si sente il rumore di una detonazione. È un gol per certi versi inusuale per Di Natale, che di solito ama concludere in movimento, sfruttando la qualità del suo primo controllo orientato. Qui invece si ferma immobile sulla trequarti destra e fa partire un tiro d’esterno destro sul secondo palo.

 

Nell’inquadratura da dietro, mentre guarda il pallone superare la mano di richiamo di De Sanctis, Di Natale sembra quasi scazzato, consapevole di aver lanciato l’ennesima brioche al popolo. Assurdo da credere ma nella stessa partita Di Natale

anche direttamente da calcio d’angolo.

 





 

Veniamo al gol più bello di Totò Di Natale, che ho scelto sapendo che in realtà si tratta di un'impresa impossibile per chiunque. Ma se dovessi indicare la migliore caratteristica di Di Natale direi senz’altro la preparazione al tiro. Il suo controllo non è solo pulito e tecnicamente ben eseguito, ma spesso anche complesso e realizzato con precisione in spazi microscopici.

contro il Parma arpiona un cross alto andando all’indietro: la palla viene addomesticata nel minuscolo spazio che consente una conclusione complicata sul secondo palo. Sembra letteralmente muoversi sul velluto.

contro il Livorno ammorbidisce con la coscia una palla molto alta e tira al volo di mezzo esterno. Ma contro la Reggina, nel lontano 2007, taglia in area verso l’esterno per ricevere un lancio lungo dal centrocampo e ha alle spalle un difensore in pressione; in quella condizione qualsiasi attaccante si sarebbe limitato a provare a stoppare la palla d’esterno per poi cercare l’inserimento di un compagno. Di Natale invece riesce ad abbreviare il passo e a mettere a distanza giusta il pallone, a quel punto controlla d’interno per preparare il tiro sul secondo palo. E mezz’ora prima aveva segnato

quasi dalla linea di fondo, per dire.

 

Spesso si dice dei campioni che fanno sembrare semplici le cose difficili. I gol di Di Natale rivelano il calcio come un’arte più sofisticata di quel che sembri. Ogni suo gesto nasconde una complessità unica e originale. È questo, in definitiva, che lo rende un calciatore speciale.

 
 

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