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Top XI: Primeira Liga 2018/19
12 giu 2019
12 giu 2019
I migliori giocatori del campionato portoghese, scelti ruolo per ruolo.
(articolo)
13 min
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Qui trovate le Top XI degli altri campionati europei per la stagione 2018/19.

È durato solo un anno l’interregno del Porto: al termine di un duello durato fino all’ultima giornata, il Benfica ha conquistato il 37° titolo di campione del Portogallo, il 5 nelle ultime 6 stagioni. Un successo, quello della squadra di Bruno Lage, arrivato sul filo di lana, frutto di un finale di stagione entusiasmante, che ha esaltato le caratteristiche di una squadra entusiasmante, votata all’attacco (103 gol in 34 giornate, più di 3 a partita), capace di far coesistere giocatori di esperienza e giovani in rampa di lancio.

Nel contesto di un’annata non troppo positiva per il calcio portoghese in Europa, che ha visto le due “grandi” uscire ai quarti di finale delle rispettive coppe (Porto in Champions e Benfica in Europa League, dopo il terzo posto nel girone di CL in autunno) e le altre arrancare (Sporting fuori ai 16esimi, Braga e Rio Ave addirittura nei preliminari), l’esplosione di alcuni elementi va letta come la conferma di una scuola sempre capace di imporre il proprio talento, al di là dei cicli più o meno vincenti.

Alle spalle delle irraggiungibili Porto e Benfica hanno chiuso, come da tradizione recente, Sporting e Braga, decisamente più lontane di un anno fa. I Leões hanno dovuto gestire le conseguenze del terremoto avvenuto dodici mesi fa, con l’aggressione subita dalla squadra al termine dell’ultima giornata di campionato e il fuggi fuggi generale seguito a quell’episodio. Ricostruire la squadra dopo gli addii di Rui Patricio, William Carvalho e Gelson Martins era un’impresa complessa anche per un tecnico dalle idee interessanti come Marcel Keizer: lo Sporting ha vinto la Taça da Liga e vinto la Taça de Portugal , ma in campionato non è mai stato competitivo ai massimi livelli, come testimoniano anche gli scontri diretti con Porto e Benfica (0 vittorie su 4 incontri).

Il Braga, che ha chiuso malissimo la stagione con 3 sconfitte nelle ultime 5 partite, si è confermato ormai l’unico rappresentante credibile della “classe media” del calcio portoghese, le cui difficoltà sono esemplificate dalla vicenda Moreirense: i biancoverdi, autori sul campo di un’ottima annata, chiusa al 5° posto della classifica, non potranno partecipare alla prossima Europa League per un vizio procedurale, lasciando il proprio posto ai vicini di casa del Vitoria Guimarães, giunti sesti. La vicenda assume contorni tragicomici, se si pensa che non più tardi di dodici mesi fa l’Aves (vincitore della Coppa di Portogallo) dovette rinunciare all’Europa per motivi analoghi. Sul campo, per fortuna, le emozioni non sono mancate, specie in coda, con la salvezza all’ultima giornata del Tondela, vincitore dello “spareggio” con il Chaves.

La Top 11 che proponiamo è schierata con un 4-3-1-2 molto offensivo, che ricalca in parte lo schema del Benfica campione: i due esterni di centrocampo lo sono solo sulla carta, vista la loro attitudine a stringere verso il centro del campo per lasciare spazio alle sovrapposizioni dei terzini. Anche numericamente la squadra di Bruno Lage la fa da padrone, con 6 elementi sugli 11 totali.

Portiere - Leo Jardim, Rio Ave

Numeri alla mano, il migliore del campionato sarebbe Casillas: lo sfortunato portiere spagnolo, ormai prossimo al ritiro, ha chiuso la stagione con 18 clean sheets in 31 presenze, frutto di un rendimento costante, dovuto anche alla grande solidità complessiva della sua squadra. Il Porto non è sempre spumeggiante ma, come si è visto anche in Europa, la squadra di Sergio Conceição è in grado di imbrigliare gli avversari come pochi altri; se a questo si aggiunge la qualità dei singoli che compongono il reparto, si spiega come i Dragões abbiano subito solo 19 reti in tutto il torneo.

Detto questo, il portiere che più si è messo in luce nel corso dell’annata è stato il giovane Leo Jardim. Arrivato in prestito dal Grêmio, dov’era chiuso dai più esperti Marcelo Grohe (ora traferitosi in Arabia) e Paulo Victor, Leo Jardim ha disputato un ottimo torneo con la squadra di Vila do Conde, attirando le attenzioni dello Sporting, dove andrebbe a concorrere per un posto da titolare col connazionale Renan Ribeiro, autore di una stagione in chiaroscuro. Dotato di un fisico asciutto e reattivo, si è reso protagonista di grandi interventi tra i pali nel corso di tutto il campionato, che gli sono valsi numerosi riconoscimenti:qui due volte sul campo del Santa Clara,qui da distanza ravvicinata contro il Vitoria Setúbal equi a salvare il risultato sul campo del Nacional.


Terzino destro - Rodrigo, Aves

A 26 anni Rodrigo Alves Soares non è più giovanissimo ma ha disputato una stagione sorprendente. Stiamo parlando del tipico esterno brasiliano, abile nella fase di spinta, meno in quella difensiva, condizionata anche da una taglia atletica piuttosto ridotta (1,76 m per 73 kg).

Altrettanto esemplare (per il contesto portoghese) è la sua traiettoria calcistica, cominciata nelle serie minori brasiliane (União São João, Santo André, Grêmio Anápolis) e proseguita in Europa, prima nella seconda squadra del Porto come giocatore di complemento e, successivamente, con le maglie Chaves e Aves, due club del Nord del paese.

Con i biancorossi si è imposto come uno dei migliori laterali del campionato. Titolare indiscusso nel 3-4-3 di Augusto Inácio, schema ideale per le sue caratteristiche, ha messo a segno 4 gol e servito 5 assist, contribuendo alla salvezza del club che lo stesso Inácio ha definito “un piccolo miracolo”.

Notevole anche la stagione del vice-capitano del Benfica André Almeida, autore di 12 assist (e di due gol), ormai calatosi appieno nel ruolo, dopo una carriera spesa per lo più a centrocampo. Altrettanto interessante l’esperimento tentato da Sergio Conceição con il messicano Jesús Corona, provato in una manciata di partite come esterno basso con buoni risultati.


Difensore centrale - Eder Militao, Porto

Convocato da Tite per la Coppa América, Militão è stato la rivelazione assoluta della stagione del Porto. Arrivato in estate per 7 milioni di euro dal São Paulo, poco più di un mese fa è stato ceduto al Real Madrid per 50, permettendo al Porto di realizzare l’ennesima plusvalenza-capolavoro.

Nella difesa a quattro disegnata da Sergio Conceição, il neo nazionale (al momento può contare solo sue due presenze in amichevole) brasiliano ha ricoperto egregiamente due ruoli, quello di centrale difensivo e quello di esterno destro basso. In quest’ultima posizione ha potuto esaltare le sue doti atletiche e nascondere in parte le lacune difensive, emerse soprattutto nelle sfide decisive in Champions League. Normale, per un classe ’98 al suo primo anno in Europa, che però dovrà dimostrare in fretta di meritarsi la chiamata del Madrid, squadra nella quale, in futuro, potrebbe comporre una coppia potenzialmente fortissima con Varane.




Difensore centrale - Ruben Dias, Benfica

Nel giro di due anni il Benfica ha rivoluzionato il cuore della propria difesa. Venduto a peso d’oro Lindelöf e salutato dopo 15 stagioni il totem Luisão, ritiratosi a settembre, il club della capitale ha puntato con decisione sui giovani.

Da febbraio in poi, dopo l’infortunio di capitan Jardel, a comporre la coppia centrale delle Aquile sono stati due ragazzi del ’97: Ferro, che il 97 ce l’ha anche sulla maglia, e Ruben Dias, che ha confermato quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione. Alto e longilineo come il compagno di reparto, Ruben Diassi fa preferire in fase d’impostazione, dove ricorda (anche nei rischi eccessivi che talvolta si prende) l’ex nazionale brasiliano Lucio. Ruvido quanto basta (ha collezionato 10 gialli in tutto il campionato), bravo nell’anticipo e nelle chiusure, sa farsi rispettare anche in area avversaria. Da segnalare, nel ruolo, l’ottimo girone di ritorno disputato da Pepe, tornato nel gennaio scorso a vestire la maglia del Porto dopo dodici anni spesi tra Madrid e Istanbul.


Terzino sinistro - Alex Grimaldo, Benfica

Pur avendo mantenuto Alex Telles del Porto un rendimento altissimo anche in questa stagione, non si può non premiare l’annata di Álex Grimaldo, uno degli elementi chiave del Benfica campione.

Il prodotto della cantera del Barcellona (ma valenciano di nascita) ha fatto un ulteriore salto di qualità, risultando prezioso in entrambe le fasi di gioco. La sua velocità nei recuperi ha compensato la lentezza della coppia centrale, mentre in fase offensiva ha contribuitocon un repertorio completo: gli attaccanti – Seferovic su tutti – hanno beneficiato dei suoi cross, Rafa Silva ha goduto di grande libertà grazie alle sue sovrapposizioni, mentre lui stesso ha avuto modo di realizzare 4 gol, alcuni di splendida fattura.

Ancora piuttosto giovane (compirà 24 anni a settembre), in estate sarà uno dei pezzi pregiati del mercato: il passaggio a un campionato di primissima fascia potrebbe essere l’occasione giusta per mettersi in luce in chiave nazionale, dove finora è stato ignorato.


Centrocampista di destra - Pizzi, Benfica

Una stagione da 13 gol e 19 assist in 34 partite, tutte da titolare. Bruno Lage gli ha cucito addosso un ruolo che gli calza a pennello, quello di “falsa ala destra”: partendo dalla fascia, Pizzi in realtà agisce a tutto campo; le sue sponde e i suoi tagli in area finiscono col renderlo, di fatto, un attaccante aggiunto.

Leader dello spogliatoio pur non avendo i galloni di capitano, in campo sa fare tutto; quel che gli manca, alla soglia dei trent’anni, è la consacrazione internazionale: lontano da Lisbona non ha mai convinto e anche con la maglia del Portogallo le soddisfazioni sono state poche. Pur giocando in un ruolo leggermente diverso, più interno, si è reso protagonista di una buona stagione Wendel dello Sporting: il brasiliano, arrivato in estate dal Fluminense per 7,5 milioni di euro, ha ripagato appieno l’investimento, distinguendosi per corsa, pressing e capacità balistiche,sia in Coppa,sia in campionato.


Centrocampista centrale - Hector Herrera, Porto

Dodici mesi fa, un suo gol nel Clássico aveva deciso il campionato. Quest’anno, la cartolina poteva essere ancora più spettacolare: a due minuti dal termine dell’ultima giornata, infatti, il centrocampista del Porto si produceva in una splendida mezza rovesciata, regalando ai suoi i tre punti contro lo Sporting.

Peccato che nel frattempo il Benfica travolgesse il Santa Clara, vanificando la prodezza del messicano. In scadenza di contratto, il Porto ha scelto di farlo giocare nonostante le trattative per il rinnovo si fossero arenate nelle ultime settimane: troppo importante il suo ruolo a centrocampo, dove per tutta la stagione ha fornito un apporto costante in termini di dinamismo, sagacia tattica ed esperienza.

Ottima anche la stagione di Claudemir del Braga: il brasiliano, già protagonista in Europa con Copenaghen e Bruges, è arrivato in estate dai sauditi dell’Al-Ahli e si è imposto rapidamente come uno dei leader degli Arsenalistas. Promettente ma piuttosto altalenante, invece, l’annata di Gedson Fernandes del Benfica: titolare fisso a inizio campionato, il classe ’99 originario di São Tomé ha perso il posto nel girone di ritorno, sorpassato nelle gerarchie prima da Gabriel e poi dal coetaneo Florentino, capace di garantire maggior equilibrio in mediana accanto a Samaris.


Centrocampista di sinistra - Rafa Silva, Benfica

Contraltare di Pizzi sulla sinistra, Rafa Silva ha disputato un torneo oltre ogni aspettativa, smentendo i critici che lo avevano bollato come giocatore “più bello che utile”. L’ex fantasista del Braga si è fatto più concreto, limando gli orpelli che ne avevano caratterizzato il gioco nelle passate stagioni e risultando molto più preciso in zona gol: pur senza rinunciare algusto per la giocata, ha messo a segno 17 centri in 26 partite, una media da attaccante di razza. La sua intesa con i compagni ha permesso al Benfica di partire quasi sempre con uno o due gol di vantaggio sugli avversari, specie nel girone di ritorno, dove Rafa è risultato quasi immarcabile.

Tra gli esterni alti hanno fatto molto bene anche Nani dello Sporting (7 gol in 18 partite) e Nakajima della Portimonense (5 gol e 6 assist in 13 match), che si era già segnalato nel corso della passata stagione: peccato che entrambi abbiamo lasciato il Portogallo in inverno, accasandosi rispettivamente negli Stati Uniti (Orlando City) e in Qatar (Al Duhail).


Trequartista - Bruno Fernandes, Sporting Lisbona

Reduce da un primo anno in maglia Sportingmolto positivo, Bruno Fernandes si è confermato, alzando ulteriormente il livello delle sue prestazioni. I numeri parlano chiaro: 20 gol (vicecapocannoniere) e 13 assist (secondo alle spalle di Pizzi) ne fanno il miglior giocatore del campionato per distacco.

Nella travagliata stagione dei Leões l’ex trequartista di Sampdoria, Udinese e Novara ha saputo caricarsi la squadra sulle spalle, da vero capitano. Pur non riuscendo a incidere negli scontri diretti con Benfica e Porto, l’ultimo dei quali ormai ininfluente, il ragazzo di Maiaha distillato il suo talento su ogni terreno, Europa compresa, realizzando in tutto 32 gol, cifra enorme per un centrocampista. Sarà difficile rivederlo in maglia Sporting l’anno prossimo: su di lui pare sia concreto l’interesse delle due squadre di Manchester, pronte a darsi battaglia a suon di milioni.

Tra gli interpreti più classici del ruolo, storicamente abbondanti in Portogallo, si segnalano le brillanti stagioni di Chiquinho della Moreirense, giocatore in orbita Benfica (qui a segno proprio contro le Aquile) per il quale Bruno Lage ha speso parole al miele, e di Tozé, trequartista tascabile del Vitoria Guimarães.


Centravanti - Haris Seferovic, Benfica

Arrivato l’anno scorso a parametro zero nello scetticismo generale, Seferovic si è ritagliato pian piano uno spazio da protagonista, scavalcando nelle gerarchie i più reclamizzati Facundo Ferreyra e Nicolás Castillo, ceduti poi a gennaio rispettivamente a Espanyol e Club América. Con lo svizzero al centro dell’attacco, il Benfica ha trovato il target ideale per finalizzare la mole di gioco creata dai tanti elementi di qualità alle sue spalle: 23 gol in 26 partite gli sono valsi il titolo di capocannoniere e una sicura riconferma, a meno di offerte irrinunciabili dall’estero. Un destino curioso lega Seferovic e Bruno Fernandes: i due, infatti, sono stati compagni di squadra a Novara nel 2013, sotto la guida di Alfredo Aglietti, un altro che sotto porta ci sapeva fare. È stata condizionata dagli infortuni, invece, l’annata di Bas Dost, che ha visto giocoforza abbassarsi la sua media realizzativa, comunque ragguardevole (15 gol in 20 partite). Stesso numero di gol per Tiquinho Soares del Porto e Dyego Souza del Braga, calato un po’ in primavera dopo un grande girone d’andata. Finale di stagione nel quale si è distinto un altro brasiliano, Luiz Phellype dello Sporting, che ha preso il posto di Dost al centro dell’attacco quando quest’ultimo si è infortunato, realizzando 8 gol nelle ultime 8 giornate.


Seconda punta - Joao Felix, Benfica

Ultima stella dell’inesauribile vivaio del Benfica, João Félix è stato il giocatore più chiacchierato degli ultimi mesi,non solo in Portogallo.

La sua traiettoria, d’altronde, è stata folgorante: affacciatosi in prima squadra all’inizio di questa stagione, con l’avvicendamento in panchina tra Rui Vitória e Bruno Lage, è diventato titolare inamovibile, mettendo in mostra tutto il suo talento. Libero di giostrare alle spalle di Seferovic, ha stregato gli osservatori di mezzo mondo, che già lo monitoravano dai tempi delle giovanili, tanto che prima ancora di questa stagione il Benfica lo aveva blindatocon una clausola rescissoria altissima.

La capigliatura e le movenze felpate hanno fatto subito scattare il paragone con un’altra grande figura del Benfica, ovvero Rui Costa. A differenza dell’ex Fiorentina e Milan, João Félix è molto più attaccante che centrocampista, come dimostrano i suoi numeri (15 gol in 26 presenze in campionato, 20 reti complessive in stagione).

Tra le altre seconde punte che si sono distinte nel corso del torneo, meritano una citazione Moussa Marega del Porto, una forza della natura, e Wilson Eduardo del Braga, che all’ombra della Cattedrale sembra aver trovato finalmente la continuità che gli è mancata nel corso della carriera. Un’esplosione tardiva, quella del fratello maggiore dell’interista Joao Mario, che qualche mese fa ha realizzato un sogno personale: all’esordio con la maglia del suo paese d’origine, l’Angola,ha segnato il gol che ha garantito alle Palancas Negras la qualificazione alla prossima Coppa d’Africa.


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