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Top XI: Primeira Liga 2017/18
08 giu 2018
I migliori giocatori dell'ultima stagione del campionato portoghese, scelti ruolo per ruolo.
(articolo)
14 min
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L’annata calcistica appena conclusa, in Portogallo, si può sintetizzare con due immagini, una positiva e una negativa. La prima è la rete che ha consentito al Porto di interrompere quattro anni di dominio benfiquista: l’ha segnata un messicano, Hector Herrera, da anni considerato tra i centrocampisti più interessanti del panorama internazionale, eppure a suo modo confinato ai margini dello stesso, se tale si può considerare una squadra comunque blasonata come il Porto.

Il gol di Herrera, un lampo che ha squarciato il cielo dell’Estadio da Luz nello scontro diretto col Benfica, a pochi istanti dal fischio finale, ha indirizzato in maniera decisiva il campionato, da quel momento saldamente nelle mani degli uomini di Sergio Conceição. L’immagine negativa è la vile aggressione subita dai giocatori dello Sporting all’indomani del match perso sul campo del Maritimo all’ultima giornata, sconfitta che è costata ai Leões la qualificazione alla prossima Champions League. Come se non bastasse, pochi giorni dopo lo Sporting ha perso la finale di Taça de Portugal, la coppa nazionale, contro il modesto Aves, a conclusione di una delle settimane più nere della sua storia. Beffa delle beffe, la partita è stata decisa da una doppietta di Alexandre Guedes, ragazzo cresciuto nell’Academia dello Sporting, ad Alcochete.

Al netto di un finale drammatico, la stagione dello Sporting non si può considerare del tutto fallimentare, vista la conquista della Taça da Liga (vittoria ai rigori in finale con il Vitoria Setubal) e il discreto cammino in Europa League, conclusosi ai quarti contro i futuri campioni dell’Atletico Madrid. A testimonianza del buon lavoro svolto da Jorge Jesus c’è il fatto che nella rosa dei 23 convocati da Fernando Santos per i Mondiali, lo Sporting sia la squadra più rappresentata, con quattro elementi (Rui Patricio, William Carvalho, Bruno Fernandes e Gelson Martins) contro i due – uno a testa – di Benfica e Porto.

L’assenza di giocatori di altre formazioni portoghesi non deve stupire e riflette l’andamento di un campionato sempre più polarizzato. Ad eccezione dello Sporting Braga – ormai assestotasi come quarta forza del torneo, pur non riuscendo a competere fino in fondo per il titolo – lo scarto tra le grandi e il resto della truppa si è ampliato: al termine della stagione le prime quattro squadre erano raccolte nello spazio di 13 punti (Porto 88, Braga 75); le restanti 14 in 21 (Rio Ave 51, Estoril e Paços de Ferreira 30). Ciò non ha impedito al torneo di esprimere diverse individualità interessanti, con qualche conferma e qualche sorpresa.

Portiere – Claudio Ramos (Tondela)

Cominciamo con un outsider assoluto: il miglior portiere della Primeira Liga 2017-18 è un 26enne di Viseu, Portogallo profondo, lontano dai riflettori delle grandi città. Lontana dai riflettori è anche la squadra in cui gioca Claudio Ramos, il Tondela, che non più tardi di 13 anni fa militava nella 5° serie portoghese. Una rapida scalata ha portato i gialloverdi in Primeira e, dopo la sofferta salvezza della stagione scorsa, quest’anno è arrivato un insperato 11° posto.

Protagonista dell’exploit è stato sicuramente Claudio Ramos, autore di prove spettacolari come quella contro il Benfica in aprile o contro il Porto a gennaio, quest’ultima chiusa con una sconfitta di misura ma nella quale il portiere del Tondela ha evitato il tracollo della sua squadra con una serie di grandi interventi. Reattivo e spettacolare, Claudio Ramos ha oscurato con le sue prestazioni la pur positiva annata di Rui Patricio che – al netto della figuraccia col Maritimo all’ultima giornata – ha disputato una stagione solida tra i pali dello Sporting, meritandosi la conferma come titolare della Nazionale.

Terzino destro – Ricardo Pereira (Porto)

Quando a inizio stagione Sergio Conceição dichiarò di volersi affidare a Ricardo Pereira come terzino destro titolare, più di un osservatore storse il naso: il 24enne di origine capoverdiana era sì reduce da due discrete stagioni in prestito al Nizza, ma in maglia biancazzurra (34 presenze complessive tra il 2013 e il 2015) non aveva mai incantato. Quello rientrato dalla Francia si è rivelato un giocatore maturato, capace di incanalare su binari tattici adeguati un talento atletico fuori dal comune, che già in Costa Azzurra era parso evidente in alcuni frangenti.

In un paese che abbonda di interpreti del ruolo e che si può permettere di lasciare a casa due giocatori come João Cancelo e Nelson Semedo, la convocazione per Russia 2018 è un’ulteriore testimonianza della grande stagione disputata da Ricardo Pereira, così come lo è l’assegno staccato dal Leicester per assicurarsene i servigi dalla prossima stagione (si parla di 20 milioni di euro, ennesimo capolavoro di quel mago delle plusvalenze che risponde al nome di Manuel Pinto da Costa). Da segnalare anche il buon campionato disputato da Cristiano Piccini, titolare indiscusso nello Sporting.

Difensore centrale destro – Raul Silva (Braga)

Foto di Ozan Kose / Getty Images.

Una delle chiavi della buona stagione dello Sporting Braga è stata la solidità difensiva, garantita in particolar modo dalla compattezza del reparto centrale. Nel ruolo si sono alternati quattro giocatori: i brasiliani Raul Silva e Bruno Viana, il serbo Lazar Rosic e l’ex Empoli Ricardo Ferreira. I problemi fisici di questi ultimi hanno spianato la strada al duo verdeoro, che nel corso della stagione si è imposto come uno dei migliori del torneo.

Raul Silva, reduce da un’ottima annata con la maglia del Maritimo nella quale aveva stabilito il proprio record di marcature personali (7), si è confermato con la maglia del Braga, mettendo a segno 6 gol e 4 assist: numeri da trequartista, che non ne hanno minato il rendimento difensivo, sempre costante. Interessante quanto fatto vedere da Ruben Dias del Benfica: il prodotto di Seixal, classe ’97, è un centrale classico, che fa del fisico e del senso dell’anticipo i suoi punti di forza. Affacciatosi per la prima volta in prima squadra quest’anno, ha scalato in fretta le gerarchie, scalzando i più esperti Luisão e Lisandro Lopez e guadagnandosi un posto da titolare a fianco di Jardel, oltre che una chiamata per i Mondiali dal c.t. Fernando Santos.

Difensore centrale sinistro – Ivan Marcano (Porto)

Entrambi i componenti della coppia centrale del Porto, formata dal brasiliano Felipe e dallo spagnolo Marcano, avrebbero meritato una menzione in questa Top XI. La scelta è caduta sul 30enne asturiano per alternanza (dodici mesi fa avevamo premiato Felipe) e perché l’ex giocatore di Olympiakos e Rubin Kazan è stato più spesso decisivo in zona gol (5 contro 3), non solo di testa peraltro.

Alto e dinoccolato, ruvido quanto basta, Marcano ha avuto spesso il compito di iniziare l’azione dal basso col suo sinistro, anche per l’assenza di un regista di ruolo nello scacchiere portista. L’affiatamento con il compagno di reparto ha fatto il resto: Felipe e Marcano hanno concesso pochissimo agli attaccanti avversari, confermandosi sugli standard già piuttosto elevati della scorsa stagione. In scadenza di contratto, lo spagnolo ha firmato per la Roma: per Sergio Conceição – fresco invece di rinnovo fino al 2020 – non sarà facile trovare un rimpiazzo adeguato.

Terzino sinistro – Alex Telles (Porto)

A un anno di distanza, Alex Telles si conferma – per distacco – il miglior interprete del ruolo in Portogallo. La sua stagione con la maglia del Porto campione è stata assolutamente sopra le righe: 3 gol e 13 assist in 30 partite, un’infinità di discese sulla fascia e un appoggio costante alla manovra della squadra, che il più delle volte si è appoggiata a lui per costruire e rifinire l’azione.

I dati lo confermano: Alex Telles è primo in campionato per passaggi chiave (3,3 ogni 90 minuti), terzo per cross recapitati (1,4 a partita) e secondo per occasioni create (0,58 per 90’). Una crescita costante che, in virtù del passaporto italiano, potrebbe portarlo anche ad essere convocato in azzurro: fu proprio il neo tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini, peraltro, a portarlo in Europa nel 2013 (al Galatasaray) e a caldeggiarne l’ingaggio (in prestito) una volta sedutosi sulla panchina nerazzurra. Tra i giocatori dei club di seconda fascia si è distinto Jefferson del Braga: con 0,69 occasioni create a partita è stato il primo giocatore del campionato, davanti all’esterno alto del Benfica Franco Cervi (0,61). Brasiliano anche lui, non più giovanissimo (classe ’88), è stato ceduto al Braga dallo Sporting per far spazio al rientrante Fabio Coentrão: a conti fatti, una scelta discutibile.

Mezzala destra – Bruno Fernandes (Sporting)

Chi ha brillato davvero nei Leoni della capitale è stato un ex protagonista del nostro campionato. Acquistato per 8,5 milioni di euro dalla Sampdoria, Bruno Fernandes si è rivelato un autentico craque per il campionato portoghese: responsabilizzato da Jorge Jesus con un ruolo da titolare fisso (ha saltato solo una partita per squalifica) e con la maglia numero 10, Fernandes ha sfoderato prestazioni sontuose fin dalle prime uscite in maglia biancoverde.

Molto efficace da fuori area, ha messo a segno 11 gol e fornito 8 assist, risultando di gran lunga il miglior giocatore dei suoi e uno dei più esaltanti dell’intero torneo. Per il suo stile di gioco, che richiede qualche pausa e spazio per le giocate, la Primeira Liga è perfetta: difficile intuire quale potrebbe essere il suo impatto in un contesto più impegnativo. I Mondiali, conquistati meritatamente, potrebbero essere il primo banco di prova per testarne i progressi ad alto livello. Fernando Santos lo ha preferito a Pizzi e Sergio Oliveira, autori entrambi di buone annate con le maglie di Benfica e Porto. Il secondo, in particolare, da quando ha conquistato una maglia da titolare – in gennaio – non l’ha più lasciata, risultando una delle pedine chiave nello scacchiere dei Dragões.

Centrocampista centrale – Hector Herrera (Porto)

Compagno di reparto di Sergio Oliveira, nonché leader tecnico e morale della squadra, è stato Hector Herrera. Il messicano, al di là del gol decisivo col Benfica, è stato fondamentale nella conquista del titolo. Merito della sagacia tattica di Sergio Conceição, che lo ha messo al centro del progetto tecnico senza per questo obbligarlo a trasformarsi nel regista che non è: i meccanismi offensivi della squadra, basati sui tagli di Brahimi e sulle sovrapposizioni di Telles, nonché sui movimenti continui degli attaccanti, non necessitavano di passare sempre dal centro del campo, dove Herrera ha potuto far valere le sue doti di combattente senza doversi sobbarcare compiti di rifinitura.

L’infortunio di Danilo Pereira lo ha costretto ad arretrare di qualche metro il proprio raggio d’azione, esaltandone paradossalmente le caratteristiche di centrocampista completo, dinamico e tutt’altro che sprovveduto dal punto di vista tecnico. La sua completezza lo fa preferire a un elemento più monocorde come il benfiquista Lubomir Fejsa – mediano quasi solo di rottura – e al brasiliano del Braga, Danilo Barbosa, già stellina della Seleçao Under 20, che ha finalmente trovato un po’ di continuità dopo tanto peregrinare (Valencia, Benfica e Standard Liegi negli ultimi tre anni).

Mezzala sinistra – Andrija Zivkovic (Benfica)

Un anno fa, nella selezione dei migliori giocatori del campionato trovava posto in mediana il croato Krovinovic, autore di una grande campagna col Rio Ave che gli era valsa la chiamata del Benfica. Dopo aver iniziato la stagione in maniera promettente, Krovinovic a gennaio, nel finale della gara contro il Chaves, ha subito un grave infortunio al ginocchio che ha costretto Rui Vitoria a rivedere i suoi piani. Dopo aver provato senza fortuna il giovane João Carvalho nella successiva gara col Belenenses, il tecnico del Benfica ha avuto la felice intuizione di schierare al fianco di Pizzi un altro slavo, il serbo Andrija Zivkovic, fino a quel momento impiegato per lo più come esterno d’attacco.

Da quel momento il Benfica ha inanellato una serie di nove vittorie consecutive, interrotta solo dalla decisiva sconfitta sul campo del Porto. Arrivato giovanissimo dal Partizan Belgrado come la classica aletta mancina brava a rientrare dalla fascia sul piede preferito, Zivkovic ha avuto un’evoluzione tattica molto interessante, che lo ha portato sul taccuino di alcuni grandi club come l’Arsenal e che lo rende uno dei giocatori da seguire ai prossimi Mondiali, dove potrebbe formare una coppia di mezzali di grande talento con il laziale Milinkovic-Savic.

Attaccante destro – Moussa Marega (Porto)

Moussa Marega contende al compagno di reparto Tiquinho Soares la palma di attaccante più brutto del campionato. Alto, grosso e tutt’altro che elegante, si è però rivelato estremamente efficace, mettendo a segno 22 gol in 29 partite e risultando il terzo miglior marcatore del torneo dopo Jonas e Dost. Nella nostra Top XI occupa la casella di attaccante esterno perché nel corso della stagione ha saputo interpretare anche quel ruolo: nelle sfide decisive con Sporting e Benfica, infatti, Sergio Conceição ha preferito schierarlo largo, rinunciando alla fantasia di Corona e privando i centrali avversari di un punto di riferimento. In quella posizione, così come in quella di attaccante centrale o di seconda punta, il 27enne maliano ha confermato quanto di buono fatto vedere un anno fa con la maglia del Vitoria Guimarães: scatti, colpi di testa e conclusioni di prima intenzione lo hanno reso il terminale offensivo principale del Porto, anche grazie al lavoro sporco dei compagni Aboubakar e Soares. La connection tutta africana con il camerunense, in particolare, ha funzionato molto bene, tanto da far dimenticare in fretta il mai troppo rimpianto André Silva. Tra gli interpreti più puri del ruolo di ala destra, una menzione la merita sicuramente Matheus Pereira del Chaves: il 22enne nativo di Belo Horizonte, solo omonimo del trequartista intravisto in Italia (Empoli, Juventus), è un prodotto del settore giovanile dello Sporting, che la prossima stagione con ogni probabilità lo riporterà a casa. Dotato di un dribbling ubriacante, è stato tra i giocatori più divertenti da vedere del torneo.

Centravanti – Jonas (Benfica)

La storia d’amore tra Jonas e le reti portoghesi sembra non avere fine. L’ormai 34enne attaccante brasiliano si laureato capocannoniere del torneo con 34 gol in 30 partite, portando il suo score totale a 99 reti in quattro campionati con la maglia del Benfica. Numeri che trovano pochissimi riscontri in giro per l’Europa e che gli sarebbero valsi la Scarpa d’Oro a pari merito con Messi se la Primeira Liga non avesse un coefficiente inferiore agli altri campionati top, conseguenza del recente declassamento del Portogallo dal 5° al 7° posto del ranking Uefa per nazioni.

Tipico attaccante d’area di rigore, ma tutt’altro che sprovveduto dal punto di vista tecnico, Jonas ha beneficiato di uno status di intoccabilità al centro dell’attacco "encarnado", nonostante l’agguerrita concorrenza di Jimenez e Seferovic, alternatisi al suo fianco nella prima parte di stagione e relegati al ruolo di riserve di lusso dopo che, da novembre in avanti, Rui Vitoria ha preferito schierare la squadra con una sola punta. I suoi gol non gli sono valsi una convocazione ai Mondiali con la Seleçao, né hanno permesso al Benfica di diventare pentacampeão: con lui in campo, le Aquile hanno perso una sola partita (a settembre, sul campo del Boavista), mentre la sua assenza nel mese di aprile ha coinciso con il k.o. nello scontro diretto col Porto e con la débâcle casalinga con il Tondela, che ha di fatto chiuso i giochi per il titolo.

Attaccante sinistro – Raphinha (Vitoria Guimarães)

Detto della grande stagione di Brahimi, chiusa con 9 gol, 7 assist e la solita, infinita, serie di dribbling, la palma del miglior esterno sinistro d’attacco va a una delle rivelazioni del torneo, il brasiliano Raphinha del Vitoria Guimarães. Capace di giocare su entrambe le fasce, il 21enne di Porto Alegre a prima vista sembra un clone sgraziato di Neymar, che non a caso ha indicato tra i suoi idoli, al pari del concittadino Ronaldinho. Mancino fantasioso, abile nell’uno contro uno, nel corso di questa stagione ha saputo farsi più concreto, mettendo a segno 15 gol e risultando il quarto marcatore del campionato al pari di Aboubakar del Porto e Fabricio della Portimonense, due centravanti puri.

In estate sembrava vicino all’Udinese, poi, dopo un girone d’andata extra lusso con la maglia del Vitoria, ha firmato un quinquennale con lo Sporting, che per assicurarsi le sue prestazioni dalla prossima stagione ha versato ai bianconeri un assegno da 6 milioni e mezzo di euro. Nel girone di ritorno – trascorso a Guimarães pur conoscendo già la destinazione futura – le sue prestazioni sono state meno brillanti, complice anche il rendimento altalenante della squadra, che non è stata in grado di andare oltre un deludente nono posto finale. Di grande impatto anche la stagione di Shoya Nakajima, giapponese in forza alla Portimonense, capace di andare in doppia cifra sia nella casella dei gol (qui uno bellissimo alla Feirense, qui uno altrettanto bello al Porto) che in quella degli assist. Numeri che non sono bastati a convincere il neo-selezionatore della nazionale Akira Nishino, che lo ha escluso dalla lista dei preconvocati per i Mondiali.

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