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Top XI: Ligue 1 2018/19
04 lug 2019
04 lug 2019
La miglior formazione del campionato francese, senza i giocatori del PSG.
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13 min
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Come ogni anno, abbiamo schierato le formazioni con i migliori giocatori della stagione nei vari campionati europei. Qui trovate le altre Top XI.

È stata l’ennesima stagione dominata dal Paris Saint-Germain, che ha annichilito le avversarie fino a marzo (ha conquistato 80 degli 87 punti disponibili nelle prime 29 giornate) per poi tirare i remi in barca e vincere soltanto 3 delle ultime 9 partite.

La sorpresa del campionato è invece stata, per acclamazione, il Lille di Galtier, primo degli umani con 75 punti e la miglior difesa del campionato. La grande stagione dell’ex squadra di Bielsa ha contribuito alla crisi delle storiche inseguitrici dei parigini: il Lione ha raggiunto l’obiettivo minimo qualificandosi per la Champions ma ha salutato Génésio e proverà a iniziare un nuovo ciclo nella prossima stagione con Sylvinho, il Marsiglia – con la complicità delle improbabili vittorie di Rennes e Strasburgo nelle coppe nazionali – non è riuscito a qualificarsi per le competizioni europee e in estate affronterà la transizione da Rudi Garcia a André Villas-Boas, mentre il Monaco ha addirittura dovuto lottare per non retrocedere in un’annata folle che ha visto la staffetta Jardim-Henry-Jardim sulla panchina.

Oltre alla consueta esclusione degli uomini del PSG, che avrebbero monopolizzato la top XI, ho provato a schierare la formazione più eterogenea possibile, senza troppi giocatori di una sola squadra.

Portiere: Stephane Ruffier (Saint-Étienne)

Se il Saint-Étienne ha chiuso la nona stagione consecutiva nella metà di sinistra della classifica, buona parte del merito va a Stéphane Ruffier, che veste la maglia verde da 2011. Soltanto Benitez del Nizza (a cui però Vieira ha dato un’impronta simeoniana, 30 gol fatti e 35 subiti) e Maignan del Lille (35 gol subiti) sono riusciti a difendere i propri pali meglio di quanto abbia fatto Ruffier in questa Ligue 1.

La squadra di Jean-Louis Gasset è riuscita a beffare il Marsiglia conquistando il quarto posto, l’ultimo valido per la qualificazione alle competizioni europee, grazie a un ottimo finale di stagione, in cui ha vinto 7 delle ultime 10 partite.

Ancora una volta il Saint-Étienne ha sfruttato l’affidabilità di Ruffier, che non ha mai subito più di 45 gol negli otto campionati disputati da titolare nella regione della Loira. Il francese, che non è né particolarmente alto e non possiede il tipico fisico da portiere, ha sempre fatto della reattività e della costanza i suoi tratti distintivi, tanto da sostenere di poter contare sulle dita di una mano le papere commesse nella sua lunga carriera. Arrivato a 32 anni, si potrà togliere lo sfizio di giocare nuovamente in Europa con la maglia del Saint-Étienne, un giusto premio per un portiere che ha raccolto meno attenzioni di quante avrebbe meritato nella sua vita calcistica.


Terzino destro: Youcef Atal (Nizza)

https://twitter.com/Ligue1_ENG/status/1091392029081391105

Youcef Atal è un giocatore estremamente interessante in una posizione che negli ultimi anni sta acquisendo sempre più importanza. Durante questa stagione l’algerino ha dimostrato di saper attaccare molto bene lo spazio dietro la difesa avversaria, attitudine a cui accompagna un ottimo dribbling in velocità; ha anche messo in mostra un grande atletismo, che gli consente di coprire grandi porzioni di terreno in fase difensiva senza soffrire troppo gli sforzi nell’altra metà campo. Insomma, possiede gran parte delle caratteristiche che i grandi club cercano in un terzino moderno, non a caso molti di loro hanno chiesto informazioni sulla sua disponibilità, anche se Vieira ha dichiarato che il suo esterno destro non è in vendita.

Ai terzini viene richiesto sempre di più di occupare una posizione molto alta in fase di possesso per consentire alle ali di occupare gli half-space, Atal tende a esasperare questo concetto e spesso si posiziona in linea con la difesa avversaria. Anche per questo le sue statistiche nei dribbling e nelle palle perse, più che quelle di un terzino, ricordano quelle di un esterno offensivo, posizione che ha occupato diverse volte nelle ultime partite della stagione, come nella partita casalinga contro il Guingamp vinta per 3-0 con una sua tripletta.

Uno dei pochi difetti della sua prima impressionante stagione in uno dei migliori cinque campionati europei è stato la mancanza di lucidità in fase di rifinitura (ha realizzato soltanto un assist), compensata però dall’exploit realizzativo: ha segnato 6 dei 30 gol stagionali del Nizza, che ha avuto il terzo peggior attacco del campionato.


Difensore centrale destro: Boubacar Kamara (Marsiglia)

Un vecchio proverbio occitano racconta che «i marsigliesi non hanno paura di nessuno». Questo adagio sembra essere vero per Boubacar Kamara, nato nel IX arrondissement nel 1999 e fiero membro dell’OM da quando ha 5 anni. La prima cosa che salta all’occhio guardandolo giocare, nella sua prima stagione da titolare, è la serenità con cui interpreta un ruolo così delicato pur essendo molto giovane (ha 19 anni).

Non è il tipo di difensore che domina fisicamente gli avversari, piuttosto preferisce prevalere grazie all’intelligenza delle sue letture e i suoi interventi, spesso rischiosi, sono sempre molto puliti: commette solamente 0,8 falli, completando 2,1 contrasti per partita. Anche le ottime abilità con i piedi sono coerenti con la sua interpretazione moderna della posizione, che lo rende appetibile per tutte quelle squadre che amano impostare dal basso con i centrali.

Molti osservatori lo hanno seguito ai Mondiali Under-20, in cui la Francia ha deluso perdendo agli ottavi contro gli USA, e stanno monitorando da vicino la sua situazione: in una conferenza stampa di inizio aprile aveva chiesto «quale giovane dell’OM non sogna di rinnovare con la sua squadra?», tuttavia sono sorti alcuni problemi nelle trattative per il prolungamento del suo contratto in scadenza a giugno 2020.


Difensore centrale sinistro: Jules Koundé (Bordeaux)

La stagione del Bordeaux, conclusa al 14.esimo posto con soli 41 punti, è stata piuttosto deludente. Dopo il caos iniziale che ha visto le dimissioni di Gus Poyet e un complicato periodo intermedio con Eric Bedouet, il club ha assunto Paolo Sousa per le ultime partite della stagione e, soprattutto, in vista della prossima annata.

Una delle poche note positive è stata la continua crescita di Jules Koundé, difensore centrale classe 1998 che non ha più lasciato la maglia da titolare dalla prima volta che l’ha indossata a gennaio del 2018. La principale dote del centrale francese è indubbiamente la sua abilità con i piedi e in particolare nei lanci lunghi, mai banali e scontati, una delle armi che il Bordeaux ha usato più spesso per sopperire alla staticità della sua fase offensiva (solo 34 gol realizzati in campionato).

Koundé deve ancora crescere molto in fase difensiva, spesso si distrae e si fa sorprendere dai tagli degli attaccanti avversari. Considerato il suo fisico non proprio dominante per un difensore centrale (181 cm x 70 kg) dovrebbe lavorare sulla sua capacità di anticipo e di lettura per stare al passo con i tanti difensori promettenti prodotti dai vivai francesi, ma la sua abilità in fase di impostazione ha pochi eguali tra i suoi coetanei.


Terzino sinistro: Ferland Mendy (Lione)

https://twitter.com/Ligue1_ENG/status/1139187418458968064

Ferland Mendy è un prodotto dell’ottimo settore giovanile del Le Havre, che negli anni ha formato giocatori come Paul Pogba, Riyad Mahrez e Benjamin Mendy. È stato acquistato dal Lione nell’estate del 2017 e ha giocato due solide stagioni che hanno attirato l’attenzione delle principali squadre europee, in particolare del Real Madrid, che lo ha acquistato qualche settimana fa.

Mendy è un terzino completo, preciso nella metà campo difensiva e molto efficiente in quella offensiva: quest’anno ha realizzato 3 gol e 3 assist, ed è il giocatore con la percentuale di successo più alta (75,7%) tra i 70 giocatori che hanno tentato almeno 50 dribbling durante questa Ligue 1, traguardo non banale per un terzino.

Ciò che rende così efficaci le sue progressioni palla al piede è la supremazia fisica e atletica, spesso durante le sue avanzate si vedono avversari aggrappati alle sue braccia mentre vengono superati, e a volte Mendy riesce a proseguire nonostante i tentativi di spendere un fallo. È estremamente fiducioso nei suoi mezzi tecnici e per questo rimane calmo anche quando viene pressato in zone scomode, mentre in fase offensiva non disdegna finte e ricami insoliti per un terzino. Insomma non è difficile capire perché il Real Madrid abbia speso così tanti soldi su di lui.


Centrocampista destro: Thiago Mendes (Lille)

Mendes è stato uno dei giocatori più continui nell’ottima stagione del Lille di Galtier ed è uno di quei giocatori capaci di immergersi così tanto in un sistema da scomparirci. È un centrocampista completo, ormai vicino alla sua maturità calcistica (ha compiuto 27 anni), che è stato capace di crescere molto a livello tattico dal suo arrivo in Europa dal San Paolo nel 2017, un po’ come è successo al suo connazionale Luiz Gustavo, a cui è stato spesso paragonato.

Una delle doti che ha messo in mostra in questa stagione è la sua versatilità: a seconda delle situazioni e dei compagni schierati insieme a lui ha saputo interpretare al meglio sia il ruolo di centrocampista di rottura, concentrandosi di più sul recupero dei palloni per poi affidarli ai suoi compagni più fantasiosi, che il playmaker responsabile della costruzione del gioco dal basso con i centrali difensivi.

Per questo è stato tra i migliori centrocampisti della Ligue 1 sia in intercetti per partita (1,9) e palloni recuperati nel terzo centrale del campo (5,15), che in passaggi completati per partita (56,7).


Centrocampista sinistro: Téji Savanier (Nîmes)

Gli unici giocatori ad avere una media voto migliore di Savanier nei severissimi giudizi de L’Équipe sono Mbappé e Marquinhos. Il 27enne francese ha giocato nel neopromosso Nîmes dal 2015 e non ha assolutamente sofferto il passaggio di categoria; ha condotto verso una salvezza tranquilla una squadra poco attrezzata per la Ligue 1, compensando con le sue qualità il mancato adattamento di Umut Bozok and Rachid Alioui, che avevano avuto un ruolo chiave nella stagione della promozione con 41 gol realizzati in due.

Nonostante abbia giocato come vertice basso del 4-3-3 di Blaquart, Savanier è riuscito a segnare 6 gol e servire 14 assist, 3 in più di qualsiasi altro giocatore del campionato. Quello che ha impressionato maggiormente durante la stagione è stata la capacità di abbinare alla qualità nei passaggi e nelle letture offensive la leadership e l’intensità nella metà campo difensiva.

Savanier è stato anche protagonista di un episodio molto chiacchierato quando un suo fallo tattico nei minuti di recupero della sconfitta casalinga contro il PSG di inizio settembre ha provocato la furiosa reazione, e conseguente espulsione, di Mbappé. A differenza del fuoriclasse dei parigini, il centrocampista non è stato espulso dall’arbitro ma è stato successivamente squalificato per cinque giornate con la prova tv; il Nîmes non ha vinto nemmeno una di quelle cinque partite.


Ala destra: Nicolas Pépé (Lille)

https://twitter.com/Ligue1_ENG/status/1130867596788547585

Nicolas Pépé è stato la stella del sorprendente Lille di Galtier, che ha chiuso al secondo posto il campionato conquistando la Champions League a un anno di distanza dalla disastrosa stagione in cui ha rischiato la retrocessione. Durante questa stagione Pépé ha minacciato costantemente le difese avversarie con i suoi tagli dalla destra, la zona da cui predilige attaccare per sfruttare il suo ottimo piede sinistro, per concludere in porta o rifinire per i suoi compagni, un po’ come Arjen Robben, a cui è stato paragonato anche da Galtier.

L’ivoriano è stato uno dei tre giocatori capaci – insieme a Di Maria e Depay – di andare in doppia cifra sia nei gol (22) che negli assist (11) in questa Ligue 1, aggiungendo 1,8 passaggi chiave e 2,8 dribbling completati per partita.

Ciò che impressiona maggiormente guardandolo giocare è la sensazione di controllo assoluto che traspare dalle sue progressioni anche alla massima velocità, e in più in questa Ligue 1 ha sbagliato davvero poco sotto porta. Nonostante la qualificazione per la massima competizione europea, una sua permanenza al Lille sembra molto difficile, e diversi top club europei lo seguiranno da vicino durante la Coppa d’Africa.


Trequartista: Hatem Ben Arfa (Rennes)

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Al termine dell’anno di purgatorio senza presenze ufficiali al Paris Saint-Germain, doloroso tanto per lui quanto per noi che non lo abbiamo potuto ammirare, Ben Arfa ha firmato con il Rennes, capace di costruire una rosa ambiziosa con un buon numero di giocatori raffinati, come lo stesso Hatem, Clement Grenier, Ismaïla Sarr e M’Baye Niang, che hanno sfiorato l’impresa contro l’Arsenal negli ottavi di Europa League.

Come è sempre accaduto con Ben Arfa, i numeri non restituiscono appieno la sua influenza nel gioco della squadra: ha chiuso la stagione con 7 gol in 25 presenze, ma le sue accelerazioni palla al piede hanno ancora la capacità di attrare magneticamente gli avversari e sono state fondamentali per creare caos nei sistemi difensivi avversari. E nei giorni in cui è particolarmente ispirato, come nella vittoriosa trasferta di Lione, è ancora uno dei pochi giocatori della Ligue 1 in grado di decidere da solo le partite.

Anche se continuiamo a immaginare Ben Arfa come un eterno ragazzino, sono passati quindici anni dal suo esordio con la maglia del Lione insieme a Karim Benzema, e quest’anno ha spento 32 candeline. Quindi dovremmo ricordarci più spesso di apprezzare il suo talento magnetico finché riuscirà a mostrarcelo.


Ala sinistra: Memphis Depay (Lione)

Nonostante i 25 anni appena compiuti, Memphis Depay ha già vissuto stagioni molto diverse tra di loro, in cui ha alternato momenti di esaltazione a momenti di delusione. Questa è stata la prima in cui il suo rendimento e la sua produzione sono stati buoni e costanti (10 gol e 10 assist), senza raggiungere le vette della scorsa annata (19 gol e 13 assist), o gli abissi dell’ultima stagione completa allo United (2 gol in 29 presenze).

Génésio in questa stagione ha lasciato più libertà a Memphis: sia partendo come seconda punta che come ala sinistra, l’olandese è riuscito a concentrarsi maggiormente sul lato più associativo del suo gioco; come diretta conseguenza Depay ha fatto registrare il maggior numero di passaggi chiave per partita (3,1) e ha assistito il 14% dei gol del Lione.

Questa nuova aspirazione da assistman non gli ha impedito di mettere in mostra il tratto che lo ha distinto nei primi anni di carriera, quel destro potente capace di tracciare traiettorie imprevedibili e spettacolari.


Centravanti: Mario Balotelli (Marsiglia)

https://twitter.com/Ligue1Conforama/status/1113368113309990913

La stagione di Balotelli ha vissuto due periodi diametralmente opposti: la prima metà, in cui ha giocato solo dieci partite con il Nizza, e la seconda metà, in cui ha dimostrato di essere ancora un attaccante capace di fare la differenza in uno dei primi cinque campionati europei.

Nella 15 presenze sotto la guida di Rudi Garcia, Balotelli ha segnato 8 gol, uno ogni 118 minuti, la migliore media per qualcuno al di fuori del tridente del PSG. I suoi gol hanno riportato, anche grazie alle particolari esultanze, nuovo entusiasmo nella stagione del Marsiglia, conclusa però in modo deludente con l’addio di Rudi Garcia.

Balotelli, che a gennaio aveva firmato un contratto di 6 mesi, ha confermato che lascerà la squadra a fine giugno; potrebbe essere l’occasione giusta di rivederlo in Italia.


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