Non è stata certo una Liga indimenticabile quella 2021/22, forse la più decadente da venti anni a questa parte. È un trend che abbiamo già osservato negli ultimi anni, ma con la percezione evidenziata dalla perdita di Lionel Messi. Non ci sono state grandi sorprese nei piazzamenti finali, dove in Europa si sono qualificate le sette squadre candidate a farlo. A vincere è stato il Real Madrid di Carlo Ancelotti, che ha guidato un gruppo esperto rimasto placidamente sempre in vetta alla competizione. Le solite pretendenti sono quasi inciampate da sole, spianandogli la strada.
Stavolta per scegliere i migliori undici non è stato necessario escludere i giocatori delle grandi squadre, ci siamo limitati alla soglia di massimo tre giocatori del Real Madrid e al fatto che i giocatori candidabili dovessero aver superato almeno le venti partite da titolare. La formazione è schierata con un 4-2-3-1 asimmetrico, in cui quella che è nominalmente l’ala sinistra si muove praticamente all’altezza della punta e invece l’ala destra stringe al centro della trequarti. Insomma un tributo allo pseudo 4-2-2-2 utilizzato dal Betis di Pellegrini, che a tratti ha mostrato il calcio più piacevole della stagione, oltre ad aver alzato la Coppa del Re.