La Eredivisie si è chiusa con il terzo titolo in quattro anni di gestione Ten Hag all’Ajax (si potrebbe dire quattro anni e mezzo, visto che la stagione 2019-20 fu cancellata dalla Federcalcio olandese e il titolo non venne assegnato). L’Ajax non è diventato il Bayern Monaco d’Olanda, come auspicato anni fa da un Marc Overmars all’apice della sua popolarità, solo perché meno dominante e autorevole nella corsa al titolo rispetto ai bavaresi. Nel frattempo, però, la squadra di Amsterdam ha cambiato pagina e adesso sarà interessante scoprire cosa porterà la nuova gestione con Alfred Schreuder in panchina e Klaas-Jan Huntelaar come direttore sportivo.
Fine ciclo anche in casa PSV Eindhoven, dove Roger Schmidt non è riuscito a dotare la squadra di un’identità calcistica forte e riconoscibile. La sua è stata una gestione tutto sommato solida da un punto di vista dei risultati, ma priva di guizzi. Adesso il testimone passa nelle mani di Ruud van Nistelrooy, promosso dopo la buona esperienza nelle giovanili del PSV.
Oltre alle due grandi del calcio olandese quest’anno anche l’ottima stagione del Feyenoord, di cui si è parlato tantissimo nelle ultime settimane per via della finale di Conference League, ha finito per lasciare poco spazio al resto delle squadre olandesi, che non hanno messo in mostra talenti tali da impensierire la testa della classifica. Un divario che inevitabilmente si è riflesso anche in questa top 11, schierata, in maniera inusuale per la tradizione olandese, con il 4-2-3-1.