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Giuliano Adaglio
Top XI: Primeira Liga 2023/24
11 giu 2024
11 giu 2024
I migliori undici dell'ultima stagione di campionato portoghese.
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Giuliano Adaglio
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Quasi cento gol fatti (96, per l’esattezza, quasi 3 a partita) a fronte di soli 29 subiti: i numeri raccontano meglio di tante parole il dominio dello Sporting sulla Primeira Liga 2023/24. Una stagione perfetta, quella dei Leões, non fosse per la dobradinha mancata per un soffio, con la sconfitta ai supplementari in finale di Taça de Portugal contro il Porto. In Europa le cose non sono andate altrettanto bene per la squadra di Ruben Amorim: lo Sporting, infatti, si è fermato agli ottavi di Europa League, cedendo il passo ai futuri campioni dell’Atalanta. Un rendimento in linea con quello delle altre squadre portoghesi: il Benfica, retrocesso dalla Champions, si è spinto fino ai quarti, dove è stato eliminato dal Marsiglia; il Porto è uscito ai rigori negli ottavi di Champions contro l’Arsenal; il Braga, infine, è stato fatto fuori a sorpresa dal Qarabag nei playoff di Europa League.

In campionato, lo scarto tra le prime della classe e il resto del gruppo è stato come al solito molto evidente, seppur numericamente inferiore all’anno scorso, quando tra la 4° in classifica (lo Sporting) e la 5° (l’Arouca) si era registrato il distacco-record di 20 punti. Alla cavalcata trionfale dello Sporting ha fatto da contraltare, va da sé, il torneo negativo di Porto e Benfica. I Dragões non sono mai stati in lotta per il titolo, complici le due sconfitte a Lisbona negli scontri diretti con le storiche rivali, oltre a una serie di passi falsi contro squadre di seconda fascia come Estoril (due volte) e Arouca. Il Benfica ha tenuto testa ai concittadini fino alla 24° giornata, quando il crollo nel Classico contro il Porto (5-0) ha interrotto una striscia di 22 partite senza sconfitte (l’altra era avvenuta alla prima giornata, sempre a Porto, contro il Boavista).

Il titolo si è deciso il 6 aprile nel derby di Lisbona, vinto 2-1 dallo Sporting grazie a una sorprendente doppietta di Geny Catamo, esterno mozambicano che fino all’anno scorso aveva collezionato solo una decina di presenze in Primeira, tra Sporting e Maritimo. Il suo ruolo nel 3-4-3 di Ruben Amorim è stato significativo, ma non tanto da valergli una menzione in questa Top XI, schierata con un 4-4-2 abbastanza classico che non prevede “quinti” come lui. I campioni di Portogallo hanno comunque quattro rappresentanti, in una selezione più equilibrata del solito, con tanti outsider come Jota Silva del Vitoria Guimarães e Francisco Moura del Famalicão.

Portiere – Ricardo Velho (Farense)

Con più di 100 presenze in Primeira a soli 24 anni, Diogo Costa si può ormai considerare un veterano. Il numero uno del Porto, già vincitore del premio come miglior portiere del campionato nelle due passate stagioni, si è confermato ad altissimi livelli, cementando il ruolo da titolare con la maglia della Seleção portoghese. Diogo Costa ha subito meno gol di tutti (26 in 33 partite), registrato il maggior numero di clean sheet (14), ma il portiere che si è distinto maggiormente durante l’annata calcistica portoghese è stato un esordiente in Primeira, Ricardo Velho. Il numero uno del Farense, classe ’98, è stato votato tre volte guarda-redes do mês (a dicembre, febbraio e aprile), contribuendo in maniera significativa alla salvezza della sua squadra, tornata quest’anno nella massima serie dopo due stagioni. Le compilation con le migliori giocate di un portiere sono spesso più ingannevoli di quelle di un attaccante o di un esterno d’attacco, ma in questo caso evidenziano le doti del 25enne nativo di Famalicão, cresciuto nel mito di Iker Casillas. Reattivo e coraggioso nelle uscite, per molti avrebbe meritato un posto tra i convocati per l’Europeo, ma il c.t. Roberto Martinez ha preferito affidarsi all’esperienza di Rui Patricio e José Sá come alternative a Diogo Costa. Statisticamente la stagione di Ricardo Velho è stata significativa anche se raffrontata a quella di portieri impegnati in altri campionati europei, come Di Gregorio e Donnarumma, rispetto ai quali ha fatto registrare un maggior numero di gol evitati rispetto alle attese.

Terzino destro – Fredrik Aursnes (Benfica)

Il miglior terzino del campionato è un centrocampista norvegese. L’apparente cortocircuito è dovuto all’intuizione tattica di Roger Schmidt che, per sopperire all’assenza di un altro nordico, il danese Bah, ha fatto ricorso a Fredrik Aursnes. Acquistato nell’estate del 2022 dal Feyenoord per aumentare la componente dinamica del centrocampo benfiquista, il 28enne norvegese si è rivelato una pedina fondamentale nello scacchiere di Schmidt, che lo impiegato in quasi tutti i ruoli: esterno alto di centrocampo, mediano, trequartista fisico, terzino destro e sinistro. A inizio stagione, complice la partenza di Grimaldo e l’assenza di un rimpiazzo naturale nel ruolo, Aursnes si è disimpegnato sulla corsia mancina, pur essendo un destro naturale. Il suo rendimento è stato sempre costante, ma è cresciuto ulteriormente quando, con lo spostamento di Morato a sinistra, è andato a occupare il lato destro della difesa. Come sintetizzato nel pannello di presentazione di questo video, le qualità di Aursnes sono molteplici, mentre è molto difficile individuarne i punti deboli: ben strutturato fisicamente, è dotato di un naturale atletismo, quasi da mezzofondista, accompagnato da una buona tecnica e da una grande capacità di concentrazione, che lo espongono molto raramente all’errore. Nel ruolo si è confermato anche Costinha del Rio Ave, autore di un’annata sui livelli di quella precedente: le buone prestazioni gli sono valse un contratto con l’Olympiacos, complice anche l’acquisizione del club da parte del magnate greco Evangelos Marinakis, già proprietario di Olympiacos, appunto, e Nottingham Forest.

Difensore centrale – Sebastian Coates (Sporting)

Il titolo dello Sporting porta sicuramente la firma dell’attacco, ma non va dimenticato l’apporto del reparto difensivo difensiva, il cui fulcro è stato costituito, ancora una volta, dall'eterno Sebastian Coates. L’esperto centrale uruguaiano – ormai una vera e propria bandiera del club biancoverde, 369 presenze in prima squadra – è stato il difensore con il rendimento più alto del campionato.

Sempre concentrato, insuperabile sui palloni alti, ha fatto da chioccia ai più giovani compagni di reparto come Gonçalo Inacio e Ousmane Diomande. Il ventenne ivoriano, in particolare, ha beneficiato della presenza del più anziano compagno di reparto, potendo liberamente esprimere il suo strapotere fisico sul centro-destra della difesa. Il potenziale, in questo caso, non si discute, anche se le cifre che circolano in queste settimane sembrano esagerate per un ragazzo con alle spalle una sola annata completa nella massima serie. Nel ruolo si è confermato su ottimi livelli Antonio Silva del Benfica, per cui vale un discorso analogo a quello di Diomande: giocare accanto a un totem come Otamendi rende tutto più semplice, specie se a vent’anni puoi contare già 94 presenze con una maglia pesante come quella del Benfica.

Difensore centrale – Gonçalo Inacio (Sporting)

Leggermente più grande del suo compagno di nazionale (22 anni contro 20) Gonçalo Inacio ha presidiato con autorità il centro-sinistra della difesa biancoverde, confermando quanto di buono fatto vedere nelle precedenti stagioni (era già stato nella nostra topXI). Mancino, sicuro nella gestione del pallone, preciso nei lanci e nei passaggi, corrisponde alla perfezione al prototipo di difensore moderno, bravo in fase di costruzione di gioco tanto quanto nei fondamentali di difesa. Difficile che lo Sporting possa trattenerlo a lungo, specie se dovesse conquistare una maglia da titolare all’Europeo. Ottima anche la stagione di Otavio: il centrale brasiliano, cresciuto nelle giovanili del Flamengo, si è messo in luce nel Famalicão, per poi passare, nel mercato di gennaio, al Porto. Sotto la guida di Sergio Conceição è cresciuto ulteriormente, formando con l’esperto Pepe una coppia centrale di grande affidabilità. Quando il capitano si è infortunato, lasciando il posto al carneade Zé Pedro, Otavio si è caricato sulle spalle il peso della difesa portista, grazie anche a un piede sinistro piuttosto educato. Tra le squadre di bassa classifica, si segnala l’ennesima grande stagione di Aderllan Santos, baluardo difensivo del Rio Ave. Il 35enne pernambucano, già protagonista anni fa con la maglia del Braga, si è distinto particolarmente nel finale di stagione, che ha visto la sua squadra inanellare ben 12 risultati utili consecutivi, conquistando una salvezza che tutt’altro che scontata.

Terzino sinistro – Francisco Moura (Famalicão)

Alcuni giocatori li riconosci dalla faccia e Francisco Moura è uno di questi: sorriso da bravo ragazzo, capelli e barba sempre in ordine, sguardo concentrato. La stessa compostezza la mostra in campo, nelle folate offensive lungo la fascia sinistra, nei ripiegamenti difensivi, nella precisione con cui effettua i cross e i triangoli con i compagni. Cresciuto nel vivaio del Braga, sua città natale, esordisce in Primeira nel settembre 2020, come ala sinistra nel 4-3-3 di Carvalhal. Tempo di accumulare una manciata di minuti nelle partite successive e si rompe il legamento crociato del ginocchio sinistro. Torna in campo un anno dopo, in posizione leggermente più arretrata, come quinto di centrocampo. Il rendimento è buono, ma non tanto da convincere il Braga a puntare su di lui. Finisce in prestito al Famalicão, che dopo un anno lo riscatta, affidandogli in pianta stabile il ruolo di terzino sinistro titolare. Mai sostituito, in campionato ha saltato solo un partita, contro lo Sporting, per squalifica. A gennaio si è parlato di un interessamento nei suoi confronti da parte del Benfica, ancora alla ricerca dell’erede di Alex Grimaldo. Nel ruolo si segnala la buona stagione di Wendell del Porto e quella ottima di Nuno Santos dello Sporting, che – come il suo dirimpettaio Geny Catamo – non trova posto in questa Top XI solo per ragioni tattiche.

Centrocampista centrale – João Neves (Benfica)

Nella stagione in chiaroscuro del Benfica, una componente luminosa è stata senza dubbio quella di João Neves. Il 19enne di Tavira, città dell’Algarve orientale non lontana dal confine spagnolo, ha letteralmente incantato l’esigente pubblico dell’Estadio da Luz. Baricentro basso, grande forza nelle gambe, tecnica e aggressività: il ragazzo cresciuto nelle giovanili delle Aquile ha tutto per imporsi come uno dei migliori centrocampisti centrali della sua generazione. Un mediano con i piedi da trequartista: l’identikit rimanda ad alcuni grandi interpreti del ruolo come Xavi e Iniesta, idolo dichiarato del gioiello del Benfica, che come il suo modello ha nel controllo di palla e nella capacità di ribaltare l’azione i suoi punti di forza. Pressoché inamovibile nel centrocampo di Schmidt, João Neves è stato spesso affiancato da un elemento più portato alla copertura come Florentino, ma ha anche agito accanto a un regista dinamico come Kökçü, nonostante il turco – acquisto più caro nella storia del Benfica – abbia reso meglio nel finale di stagione, quando il tecnico l’ha spostato più avanti. Nelle prossime settimane vedremo se João Neves riuscirà a ritagliarsi un posto da titolare nella nazionale portoghese: la concorrenza non manca, ma la maturità mostrata nel corso di questa stagione fanno pensare che sia solo questione di tempo perché il ragazzo prenda in mano le chiavi della Seleçao.

Centrocampista centrale – Alan Varela (Porto)

Per il ruolo di centrocampista accanto a João Neves il ballottaggio era tra Morten Hjulmand dello Sporting e Alan Varela del Porto. La scelta è ricaduta sull’argentino arrivato in estate dal Boca, nonostante la stagione del danese ex Lecce sia stata estremamente positiva, da equilibratore in mediana accanto a una serie di palleggiatori come Morita e Pedro Gonçalves. Giusto però premiare la costanza di rendimento di Alan Varela, impossessatosi del centrocampo del Porto nel giro di pochi mesi, confermando quanto di buono fatto vedere in patria con la maglia del Boca. Destro naturale, dotato di un lancio potente e preciso, è il classico volante davanti alla difesa che permette ai compagni di rendere al meglio pur senza brillare in prima persona. Non a caso, il Barcellona lo aveva individuato come un possibile rimpiazzo per Busquets, prima che il Porto non irrompesse con un offerta da 8 milioni più bonus, convincendo la dirigenza xeneize a lasciarlo partire. Questa Top XI non prevede la figura del trequartista, ma nell’annata di Primeira Liga sono molti a essersi distinti nel ruolo, a partire dal giovane Gustavo Sá del Famalicão. Classe 2004, movenze felpate, si è imposto con personalità in campionato dopo essersi messo in mostra nella fase finale dell’Europeo Under 19, chiuso con una sconfitta in finale contro l’Italia.

Esterno destro – Francisco Trincão (Sporting)

Nell’aprile 2016 l’allora sedicenne Francisco Trincão faceva il suo debutto nella squadra B del Braga, in seconda divisione. Ci resterà a lungo, fino a quando il tecnico Abel Ferreira, il giorno precedente il suo diciannovesimo compleanno, sceglie di lanciarlo in prima squadra. A quel punto, il ragazzo aveva già addosso gli occhi di quasi tutte le grandi d’Europa: a fornirgli la vetrina ci aveva pensato, in estate, l’Europeo Under 19, chiuso con 5 gol e 3 assist. Dopo un’annata da titolare con il Braga sotto la guida del nuovo allenatore Ruben Amorim, Trincão lascia il Portogallo per la Catalogna, destinazione Barcellona, bravo ad anticipare la concorrenza nel mercato di gennaio, anche se il trasferimento si concretizzerà poi in estate. Con la maglia blaugrana le cose vanno bene ma non benissimo: dopo un anno, condito da soli 3 gol in 42 presenze, passa in prestito al Wolverhampton, la squadra più portoghese della Premier. Anche qui fatica a confermare quanto di buono fatto intravedere in gioventù e al termine della stagione passa, sempre con la formula del prestito allo Sporting, dove ritrova il suo vecchio allenatore. Con lui, Ruben Amorim usa il bastone e la carota: dopo un’annata non esaltante, a settembre finisce dietro Edwards nelle gerarchie, ma Trincão non si abbatte e gennaio riconquista il posto da titolare. Nelle prime 5 partite del 2024 mette a segno 6 gol, contribuendo in maniera significativa allo sprint che lancia lo Sporting alla conquista del titolo. Alla fine dell’anno i gol saranno 9, conditi da 6 assist. Quel che resta è la sensazione di un talento ritrovato, che forse aveva solamente bisogno di fiducia e continuità.

Esterno sinistro – Jota Silva (Vitoria Guimarães)

Tra le grandi sorprese della stagione c’è indubbiamente Jota Silva: l’esterno del Vitoria Guimarães predilige agire sulla corsia destra, ma in questa Top XI trova spazio a sinistra, ipotizzandone un utilizzo speculare a quello di Trincão sulla fascia opposta. Destro naturale, il nativo di Melres – cittadina dell’entroterra di Porto adagiata sulle sponde del Douro – è la classica seconda punta che fa impazzire i difensori: brevilineo, moto perpetuo, si muove su tutto il fronte dell’attacco e quando arriva in prossimità della porta non si fa pregare. Il suo arsenale prevede conclusioni a giro, colpi di testa, tiri dalla distanza e tocchi sotto misura. Non è particolarmente bello da vedere – con i calzettoni abbassati, il cerchietto e l’andatura ingobbita ricorda un po’ Grealish – ma in campo risulta molto efficace, tanto da attirare l’attenzione del c.t. Roberto Martinez, che lo ha fatto esordire in amichevole contro la Svezia proprio nella “sua” Guimarães. Le alternative al 24enne del Vitoria non mancherebbero, a partire dal sempreverde Rafa Silva, autore a 31 anni di una stagione da 14 gol e 12 assist. Lampi di classe li hanno mostrati anche Galeno del Porto, spettacolare nel 5-0 rifilato al Benfica a marzo, Ricardo Horta, capitano e leader tecnico del Braga, ma soprattutto Pedro Gonçalves, punto di riferimento dello Sporting ormai da quattro stagioni.

Attaccante – Simon Banza (Braga)

Protagonista di due buone stagioni in Portogallo, prima con la maglia del Famalicão e poi con quella del Braga, Simon Banza quest’anno ha alzato esponenzialmente il livello. Lo testimoniano i numeri: con 21 gol in 28 presenze è stato vicecapocannoniere del campionato, ha fatto registrare il secondo valore di xG (16,72), è risultato terzo per tiri nello specchio (1,5 a partita) e nel computo complessivo di gol e assist (25). Statistiche accumulate soprattutto nella prima parte di stagione, durante la quale è stato il vero trascinatore della squadra. Punta centrale nel 4-2-3-1 di Artur Jorge, ha potuto contare sui rifornimenti di gente come Horta, Joao Moutinho, Bruma e Alvaro Djaló, relegando lo spagnolo Abel Ruiz al ruolo di riserva di lusso. La convocazione in Coppa d’Africa con la Repubblica Democratica del Congo non ne ha condizionato il rendimento, tanto che nelle 6 partite successive al suo rientro in Portogallo ha messo a segno 7 gol. Il finale di stagione è stato meno brillante, complice forse un calo a livello fisico: d’altra parte, stiamo parlando di un giocatore che fa dell’atletismo il suo punto di forza, caratteristica che gli consente di interpretare alla perfezione il ruolo di target player al centro dell’attacco. Bravo nelle sponde, abile nell’allungare la squadra con progressioni palla al piede, possiede anche un discreto timing sotto porta, pur non essendo un cecchino. Difficile ipotizzare per lui un futuro a livelli più alti: a 27 anni, probabilmente ha raggiunto la sua dimensione ideale.

Attaccante – Viktor Gyökeres (Sporting)

Chiudiamo questa Top XI con il protagonista assoluto del campionato. L’impatto di Viktor Gyökeres sulla Primeira Liga è stato paragonabile a quello di un uragano: un’immagine che restituisce bene lo stile di gioco dell’attaccante svedese, capace di spazzare via le difese avversarie come fosse dotato di una forza soprannaturale. Ha segnato 29 gol in 33 partite, che sommati a quelli realizzati nelle varie coppe diventano 43 in 50 presenze. Numeri da bomber di razza, quale Gyökeres finora non era mai stato: per questo, su di lui, permane ancora un po’ di scetticismo, nonostante le prestazioni fornite con la maglia dello Sporting siano state al di sopra di ogni sospetto. Il centravanti dall’iconica esultanza – le mani incrociate davanti alla bocca a formare una sorta di maschera alla Hannibal Lecter – sarà sicuramente uno dei protagonisti del calciomercato estivo: lo Sporting lo valuta 100 milioni, vedremo se ci sarà qualcuno disposto a versarli nelle casse del club lusitano. Se la palma di miglior centravanti (e giocatore) del campionato non è in discussione, è giusto rimarcare la brillante stagione del duo d’attacco tutto spagnolo – anzi, canario – dell’Arouca, formato da Rafa Mujica (20 gol in 30 partite) e Cristo Gonzalez (15 in 34): due ragazzi non più giovanissimi (rispettivamente 25 e 26 anni), che hanno trascinato i Lobos a una tranquilla salvezza, togliendosi la soddisfazione di battere squadre come Porto e Sporting Braga.

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