
La sovrapposizione fra la città di Terni e la sua squadra di calcio, la Ternana, è totale. Fra le due entità c’è un legame quasi ontologico: i simboli e la storia di entrambe parlano una lingua dura, aspra, come ci dicono già i colori dello stemma e della maglia.
Il rosso e il verde si trovano in posizione opposta nella ruota dei colori. Sono, perciò, complementari. Il loro accostamento crea un forte contrasto, molto vivace ma che può anche risultare aggressivo alla vista.
C’è poi la “fera”, il drago - o meglio, la viverna, per usare una definizione araldica più specifica - che campeggia sullo stemma cittadino come su quello della squadra. Un animale che, secondo la tradizione locale, terrorizzava gli abitanti della zona e infestava l’aria con il suo alito pestilenziale.
Della ruvidità di questi simboli i ternani hanno fatto un vanto. Così come lo hanno fatto con l’industria dell’acciaio, soprattutto in contrapposizione a quella del cioccolato tipica della rivale Perugia. Terni, soprattutto per questo, è forse la città che più si può identificare con l'espressione un po' stereotipica della "provincia operaia".
E magari è anche per questo che ha fatto così scalpore il fatto che a capo della Ternana sia stata nominata la ventitreenne Claudia Rizzo, che è diventata così la più giovane presidente donna del calcio italiano.
IL RASPUTIN DELLE MARMORE
A far parlare di più, però, non è stata tanto la presenza di Rizzo quanto quella di uno dei personaggi più discussi e controversi degli ultimi decenni di calcio italiano: Massimo “Er Viperetta” Ferrero.
L’ex patron della Sampdoria, ancora non si sa precisamente in quale veste, ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della nuova proprietà rossoverde e ovviamente ha dato spettacolo, raggelando il sangue di moltissimi tifosi ternani.
Analizzando i commenti sotto i post di annuncio della nuova proprietà, emerge più la preoccupazione per il coinvolgimento di Ferrero che la perplessità per una presidente così giovane e senza esperienza.
“Conferenza stampa imbarazzante per chi l'ha vista, ma soprattutto per la Presidente Claudia Rizzo. Spero che la riveda e che allontani il 'suggeritore'. Massima tristezza per i miei colori”, scrive un tifoso rossoverde. E poi ancora: “Povera Ternana e povera ragazza”, “Con Ferrero vi siete scavati la fossa da soli! Povera ragazza, a 23 anni questa esperienza le segnerà la vita”, “Benvenuta presidente!! Ma a me quel 'tizio' barba e capello lungo canuto nun me convince”.
Insomma, l'impressione che ne viene fuori è che Rizzo sia considerata una giovane sprovveduta mentre il vero cattivo della storia è Massimo Ferrero, "il Rasputin delle Marmore": una figura oscura che dietro le quinte manovra tutto.
PERCHE' CLAUDIA RIZZO
La scelta di mettere una ventitreenne alla guida di una squadra di calcio professionistica è sicuramente audace, ma Claudia Rizzo non ha le spalle scoperte. Dietro di lei c'è chi ci metterà davvero i soldi, e cioè il padre, Gian Luigi Rizzo.
Nel 2006 è diventato il proprietario della clinica privata Nuova Villa Claudia a Roma. Nel corso degli anni ha creato un gruppo di strutture ospedaliere di cui fa parte anche Villa Salaria Hospital, sempre nella capitale, e Villa Rizzo a Siracusa. Quest’ultima era stata fondata negli anni Settanta dal nonno di Claudia, il professor Franz Rizzo, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università La Sapienza, ed è stata riacquistata da Gian Luigi nel 2015.
Il Gruppo Villa Claudia si presenta come un progetto medico altamente all’avanguardia, soprattutto nella procreazione medicalmente assistita e nell’utilizzo della robotica in chirurgia. Secondo quanto riferiscono vari media, negli ultimi anni ha registrato un fatturato annuo di 50 milioni di euro. Il principale campo d’investimento della famiglia Rizzo è, quindi, la sanità, dove sembra riscuotere ottimi risultati.
Secondo UmbriaOn, però, l’acquisizione della Ternana è passata tramite la holding - società di investimenti - della famiglia: la Flacla SRL, con zero dipendenti e capitale sociale di 10mila euro. Niente di illecito o misterioso, anzi, uno schema piuttosto ricorrente in questo campo. Da quanto si legge, poi, Gian Luigi Rizzo e la moglie, la dottoressa Laura Melis, sarebbero intestatari di piccole quote della Ternana anche a loro nome.
Insomma, i soldi ci sono e Claudia Rizzo sarebbe una sorta di Steven Zhang: il membro della famiglia che più si è interessato al nuovo progetto e che forse, proprio per la sua apparenza fresca e giovane, aiuta ad attirare le simpatie dei tifosi. Da questo punto di vista è ancora più ambigua la scelta di presentarsi in conferenza stampa con Massimo Ferrero.
LA CONFERENZA SHOW
A questo proposito, forse vale la pena ripercorrerla questa conferenza, perché "Er Viperetta" sembra tirato a lucido. Si presenta seduto alla destra di Claudia Rizzo come se fosse un addetto stampa a Trigoria il giorno prima della partita, poi invita i giornalisti a pranzo, al ristorante: «Ma non tutti perché non c’abbiamo i soldi». Subito dopo, «non volendo prevaricare nessuno», risponde al posto della presidente alla prima domanda.
Segue una scenetta comica, una di quelle a cui ci eravamo disabituati. Quando Claudia Rizzo si avvicina al microfono, lui glielo tocca come per aggiustarlo. Ma, guarda caso, lo spegne. «Affiancata da persone che hanno già vissuto questo mondo sono più tranquilla», dichiara la ventitreenne, e speriamo che sia davvero così. Il resto dei venti minuti di conferenza stampa è costantemente interrotto da intercalari, versi e «Posso dire una cosa?» vari.
Sarebbe una scena già straniante di per sé, ma la cosa più strana è che nel nuovo organigramma, presentato sui canali ufficiali del club, Massimo Ferrero non compare. Per lui c’è solo “un ringraziamento particolare per l’importante ruolo di mediazione in questo delicato passaggio societario e che avrà un ruolo centrale per lo sviluppo del Club”.
La sua influenza, però, potrebbe essere più pesante di quanto un ringraziamento a fine comunicato possa far pensare. In occasione di Ternana-Pontedera, sesta giornata del girone B di Serie C, di martedì 23 settembre, Ferrero infatti era in tribuna, ma distante dalla neo presidente alla prima partita allo stadio Libero Liberati.
Accanto a Claudia Rizzo, invece, c’era l’Amministratore Unico, Tiziana Pucci. Da un vecchio profilo Linkedin la troviamo insieme a Massimo Ferrero già dal 2008 come Responsabile della tesoreria di Ferrero Cinemas. Nel settembre 2014 Pucci passa alla Sampdoria. “Sono nello staff di Presidenza e responsabile della Academy Uc Sampdoria”, si legge sullo stesso profilo.
Negli anni blucerchiati Pucci è stata una delle più strette collaboratrici del "Viperetta", senza però mai prendersi la scena. “Omnipresente consigliera” la definì Sampnews24.com. Per il Secolo XIX era gli occhi e le orecchie del presidente. Si sarebbe anche seduta in mezzo ai giornalisti durante la conferenza stampa successiva ad un derby della Lanterna perso 0-3 dai blucerchiati, una partita che si concluse con contestazioni da parte di tifosi presenti in tribuna.
Tiziana Pucci potrebbe essere quindi il braccio operativo, ma Massimo Ferrero cosa vuole dalla Ternana? Ha svolto un ruolo di mediazione, ma perché? Niente è ancora chiaro, ma sappiamo che Ferrero è molto vicino a Stefano Bandecchi, sindaco di Terni dal 2023, fondatore dell’Università Niccolò Cusano ed ex presidente della Ternana, che a luglio aveva detto alla stampa: «Ferrero è un mio dipendente e sta collaborando con me, intendendosi di calcio, dal primo giorno. Sta cercando semplicemente degli acquirenti». D'altra parte, in un senso molto letterale, l’ex imprenditore cinematografico è un dipendente di Bandecchi dato che da quasi due anni è uno speaker della radio ufficiale dell'Università Niccolò Cusano, Radio Cusano Campus, prendendo secondo Il Fatto Quotidiano uno stipendio mensile di 15mila euro.
L'idea che ci si potrebbe fare, quindi, è che Ferrero, per le sue conoscenze nel mondo del calcio, sia stato commissionato da Bandecchi per trovare dei nuovi proprietari e organizzare il passaggio di proprietà dai fratelli Stefano e Maurizio D’Alessandro. Ma è davvero così? Non proprio.
LO STADIO-CLINICA
Sempre nel comunicato che annunciava la nuova proprietà si legge che “la Ternana Calcio Srl è divenuta proprietaria del 100% di Stadium SpA, società strategica per lo sviluppo delle infrastrutture del Club”. Si tratta della società, di cui le quote erano per il 52% della Ternana Srl mentre il restante 48% era diviso in parti uguali fra i fratelli D’Alessandro, responsabile della realizzazione e della gestione del futuro stadio di Terni. Un progetto importante, moderno, multifunzionale, aperto tutta la settimana e che prevede la demolizione del vecchio Libero Liberati.
Inoltre, sebbene il progetto sul sito ufficiale non lo nomini, nel discorso pubblico lo stadio è diventato ufficialmente “lo stadio-clinica”. Già da mesi prima che si parlasse del Gruppo Villa Claudia come possibile acquirente della Ternana, al nuovo Liberati era stata affiancata la costruzione di una clinica privata (da convenzionare con il servizio sanitario nazionale).
Il primo agosto 2025 è stata firmata la convenzione con il comune di Terni. «Ora la società ha un valore appetibile per qualsiasi imprenditore che vuole investire seriamente. Chi la compra, fa un affare», ha dichiarato in quell’occasione Bandecchi, che nella vicenda, però, non entra solo come sindaco.
Stefano Bandecchi, infatti, è anche il presidente di Ternana Women, società di calcio femminile militante in Serie B che, a differenza della maschile, è ancora affiliata a Unicusano. Ternana Women era titolare del progetto della clinica, comprato precedentemente da Stadium SpA. Inoltre, Bandecchi era personalmente proprietario dei terreni su cui la clinica dovrebbe sorgere.
Entrambi gli asset sono stati comprati dai Rizzo, ma il sindaco nella giornata di mercoledì (24 settembre) ha respinto le illazioni che ragionevolmente sono sorte: «Il progetto l’ho regalato nonostante abbia un valore patrimoniale di sviluppo elevatissimo per il mercato, circa 8 milioni di euro. Il terreno, che varrebbe due milioni e mezzo, l’ho ceduto per un milione in meno per facilitare l’acquisizione della Ternana Calcio da parte della famiglia Rizzo».
Nella stessa occasione, però, Bandecchi ha anche confermato che «la famiglia Rizzo era interessata principalmente alla struttura sanitaria. Il progetto ha un know-how che lo rende appetibile: la clinica, con 40 letti più altri 80, può generare otto milioni l’anno di ricavi netti nella parte privata».
Quindi, ricapitolando. Abbiamo un sindaco-imprenditore, che ha più volte ricordato di aver prestato alla Ternana i milioni che ne hanno garantito la sopravvivenza. Che a un certo punto sembra voler riavere indietro questi soldi, favorendo un affare che dovrebbe fare al caso suo. Che probabilmente è stato aiutato dal fatto di essere sindaco della città dove tutto questo si svolgeva (nonostante a un certo punto abbia minacciato di fare causa al Comune in quanto presidente di Ternana Women se non si fosse firmata la convenzione). E che per fare questa operazione si è fatto aiutare da un suo dipendente, Massimo Ferrero.
Poi abbiamo un gruppo specializzato nella sanità privata che si interessa al progetto di una clinica privata che, per caso, è legato ad una squadra di calcio. Abbiamo una squadra che quest’anno festeggia il centenario e che si è salvata da penalizzazioni in classifica grazie ai soldi della nuova proprietà. Abbiamo giocatori a cui è stato promesso che verranno pagati gli stipendi arretrati e fornitori che hanno inviato ingiunzioni di pagamento e che forse adesso verranno accontentati, magari - come suggerisce Umbria24 - dopo una legittima spending review.
Niente di illegale, niente di scandaloso. Solo una storia di ordinaria follia nel gioco del capitalismo calcistico italiano, in cui alla fine vincono tutti. Per ora.