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I migliori punti nel tennis del 2020
19 gen 2021
Stop-volley ipnotiche, tweener improbabili, rovesci bellissimi e molto altro ancora.
(articolo)
11 min
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Nonostante il tennis sia uno dei pochi sport considerati non a rischio dal punto di vista sanitario, nessuno sport come il tennis, in realtà, ha sofferto la pandemia del 2020. Il lockdown è arrivato proprio nel momento in cui stavano per iniziare i mesi tradizionalmente più entusiasmanti dell’anno, e il recupero dei grandi tornei è stato veloce, approssimativo e comunque incompleto. In questa lista di fine anno non mancherà la qualità e l’originalità dei colpi e dei punti, certo, mancherà però un po’ di varietà. Innanzitutto perché è saltata la stagione sull’erba, la superficie più anomala, che spesso genera gli scambi più fantasiosi.

In questa classifica, quindi, molto cemento, poca terra, ma comunque colpi pazzi. Come sempre ho cercato di premiare la creatività, l’estro e il mai visto.

10. Air Shapovalov

Denis Shapovalov è una macchina da highlights: è aggressivo, esuberante, con un repertorio ricco di colpi originali. La sua velocità di braccio è anomala, assurda. L’abbinamento tra questa e il suo rovescio a una mano lo rende un tennista unico e il più bizzarro fra i next gen. Il suo rovescio in salto a una mano è diventata la sua signature move, il colpo con cui lo riconosciamo, almeno finché non otterrà risultati significativi. Col tiro in salto Shapovalov riesce a eludere il problema dell’altezza del punto d’impatto classico del rovescio a una mano. In generale dal lato del rovescio Shapovalov sembra girare attorno ai limiti biomeccanici di quel tipo di colpo, consacrandolo come forse il rovescio più offensivo del circuito, in grado di tirare vincenti quasi in ogni situazione di gioco.

Questo passante magari ruba meno l’occhio rispetto a un rovescio in salto, ma Shapovalov lo tira comunque con una postura quasi compromessa. L’attacco di De Minaur è telefonato ma solido, la velocità con cui Shapovalov frusta una pallina che lo stava già sorpassando è inspiegabile. A velocità normale il suo braccio è un’ombra.




9. Kuznetsova continua a tirare colpi incrociati come fosse il 2004

Sembra un’eternità che Svetlana Kuznetsova gioca a tennis. In effetti sono trascorsi undici anni dal suo trionfo al Roland Garros, addirittura sedici da quella agli US Open. Diverse ere geologiche si sono accumulate nel tennis, nuove tenniste sono arrivate, hanno vinto e se ne sono andate. Nel tennis femminile il tempo passa in modo diverso che negli altri sport.

Belinda Bencic, per esempio, si è rivelata al mondo a Wimbledon ormai cinque anni fa, ma quando Kuznetsova ha vinto il suo primo slam non aveva che sette anni.

Come il ferro e la pietra, Kuznetsova rimane al suo posto a fare il tergicristallo da un lato e l’altro del campo, trovando ancora angoli freschi e insidiosi col suo gioco da fondo. Kuznetsova però viene da una famiglia di ciclisti sovietici e da piccolina hanno provato a farne una ciclista. Lo trovava noioso e ha lasciato perdere, ma le gambe muscolose ed esplosive le sono rimaste in dotazione e ci ha spazzolato le righe da fondo di tutti i campi da tennis del mondo. Ancora oggi, nelle sue giornate brillanti, il suo gioco di piedi è d’élite. Non so quante tenniste potevano arrivare su questo attacco forte e profondo e trasformarlo in un vincente. Kuznetsova ruota il piatto della racchetta alla perfezione per generare una traiettoria incrociata su cui Bencic pare quasi rifiutarsi di intervenire.




8. Il braccio di Medvedev vola

Nel 2019 Daniil Medvedev si era preso le luci dei riflettori con la finale degli US Open, nel 2020 - dopo diversi tornei sonnolenti e tante partite perse - si è consacrato con la vittoria alle ATP Finals. È un tennista che fa discutere. Ogni volta che scende in capo parte una disquisizione sui suoi fondamentali tecnici e sul suo carico estetico: è bello o brutto da vedere?

Io penso che ne abbiamo parlato abbastanza e che non ci sia niente di nuovo da dire. Tuttavia, essendo un tennista che mette in crisi le nostre categorie, è sempre interessante discuterne. Credo che si dica che è brutto da vedere non perché sia sgradevole ma perché il suo stile è poco convenzionale. E in questa “bruttezza” - che non è - risiede il suo fascino, chiaro. Soffermatevi sulla fluidità di braccio del suo dritto, sulla velocità che riesce a generare con un’apertura così breve: difficile che non ne usciate appagati.

Questo passante non è certo un punto clamoroso, ma prendetelo come un tributo al tennista più eccitante da vedere di questi tempi. La volèe di dritto di Tiafoe è a metà campo, ma è solida, con un effetto sufficiente a mantenerla bassa. Medvedev è alto quasi due metri e queste palle per lui dovrebbero essere un incubo, ma è elastico, rapido, ci arriva senza affanno e grazie alla brevità della sua apertura riesce a tirare su la pallina e a tirare un passante di una velocità mostruosa, resa palese dall’inquadratura dal basso.


7. Ribakyna esaspera il concetto di stop-volley

Elena Ribakyna è la migliore tennista kazaka di tutti i tempi, per diventarlo gli è bastato un ottimo 2020, in cui si è affermata come una delle perdenti più divertenti del circuito. Ha giocato cinque finali e ne ha vita solo una, il suo secondo titolo WTA. Eterna piazzata, nel 2021 da lei ci si aspettano ulteriori passi in avanti. Nel frattempo è già una delle tenniste più divertenti da veder giocare: alta, con un servizio prodigioso (tennista con più ace durante l’anno) e uno stile di colpi spesso brutale, ma a volte anche dolce. Questa volèe, parliamoci chiaro, non è bella, ma ha una sua bellezza peculiare. Ribakyna attacca con uno slice radente che sfiora la rete, poi si attacca alla rete. Sarà un effetto prospettico, ma sembra una palla sbagliata, colpita male, poi troppo lunga, e invece è perfetta, cade proprio appena dopo la rete e persino Plyskova pare sorpresa. È in questa classifica perché non si capisce cosa sta succedendo, finché non succede.


6. Dimitrov in risposta con uno specchio davanti

Qual è il rovescio a una mano più bello del circuito? Difficile da dire, ma la domanda presuppone l’idea che il rovescio a una mano sia più bello di quello a due, che sia anzi bello di per sé. Quando si dimenticano i risultati e si parla di bellezza, di bellezza di per sé, di bello libero e disinteressato come voleva Kant, Dimitrov non è secondo a nessuno. Bell’uomo, bel tennista, bello stile, bel dritto, bella corsa, bellissimo rovescio. Il rovescio, in particolare, definisce Dimitrov. Croce e delizia, capace di incepparsi e di brillare con intermittenza imprevedibile. Ogni classifica sui punti di fine anno dovrebbe contenere un rovescio vincente di Dimitrov.

Il suo 2020 ha toccato il picco proprio in questo palcoscenico minore di Acapulco, dove si è arreso a Nadal in semifinale. Nella partita prima però, contro Wawrinka, ha giocato una partita di livello la cui cartolina è questa risposta tirata dalla prima fila dello stadio, che sorvola il corridoio, si stringe in diagonale, e pizzica gli ultimi centimetri di campo. Dimitrov ciondola lento a fondo campo guardandosi intorno, not impressed.

Tra i vincenti tirati all’incrocio delle righe da un’altra galassia da segnalare anche questa sbracciata di Gael Monfils, un re di queste classifiche.


5. Una roba strana e indescrivibile di Ivan Dodig

Quella del doppio è una disciplina morente, quella che – ovviamente – ha più subito il contraccolpo economico della pandemia. È il settore del tennis dei grandi tornei più esposto, dove ci sono molti tennisti che giocano per la sopravvivenza. La dimensione agonistica e competitiva è al tramonto, ma il doppio ha ancora una grande capacità di finire nelle compilation di fine anno. Si vedono cose che non si vedono altrove. Sotto rete vediamo tennisti con riflessi paranormali.

In questo caso il riflesso è di Ivan Dodig, tennista di 35 anni nato a Medjugorie. Il punto più alto della sua carriera in singolo è stata una vittoria contro Rafa Nadal a Montreal nel 2011. Da qualche anno però si è costruito una solida reputazione di doppista.

Fatta questa parentesi sulla sua vita, torniamo ai suoi riflessi. Questo è il colpo più strano che troverete in questa classifica, non saprei neanche se definirlo un colpo vero e proprio, è un gesto istintivo con cui il cervello di Dodig ha risposto allo stimolo di una pallina che veniva verso di lui, e che aveva il compito di buttare dall’altra parte. Siamo veramente a un livello primitivo di tennis, direi al di sotto della coscienza stessa, al di sotto del tennis stesso.

Kubot schiaccia una volèe sull’uomo a rete, come dice il manuale del doppio; è un punto sicuro ma Dodig si è accorto di tutto in anticipo e ruota su sé stesso mettendo la racchetta dietro di sé, sperando di prenderla in qualche modo. La impatta col cuore della racchetta, e la spinge con un movimento dorsale, forse c’è addirittura un doppio tocco. La palla prende una parabola strana che muore sulla linea di fondo.


4. Gli angoli impossibili di Sofia Kenin

Il 2020 di Sofia Kenin è iniziato e finito alla grande, vittoria agli Australian Open e finale del Roland Garros, nel mezzo poco e niente. È stata forse la tennista che ha più faticato a ritrovare il suo gioco dentro stadi vuoti e nello strano calendario post-lockdown.

Agli US Open ci si aspettava molto, ma è stata eliminata da Elise Mertens. Nella partita contro Ons Jabeur - personaggio notevole che vi invito a esplorare - vince questo punto che riassume il suo ritmo da fondo e la sua capacità di giocare negli angoli. Rispetto ad altri in questa lista, dovreste concentrarvi sul punto in generale più che sul colpo vincente.

Kenin comanda lo scambio sulla diagonale di dritto, non riesce a sfondare, risponde però a un back di rovescio di Jabeur con un altro back strozzato che muore bassissimo. A quel punto riprende a martellare sulla diagonale di dritto, Jabeur stringe un po’ l’angolo, e allora lei lo stringe ulteriormente, fuori equilibrio.




3. Il tweener pesante e disperato di Tennys Sandgren

È la convenzione ATP sulle classifiche di fine anno a stabilire che deve essere presente almeno un punto realizzato col tweener. Personalmente non sono un grande fan: a guardare le compilation sono così frequenti che fanno venire la nausea. Poi ci sono gli specialisti dei tweener, che non usano come risorsa estrema e disperata ma come un colpo come un altro, depauperandone il valore. Giocatori come Kyrgios o Paire hanno inflazionato il tweener come Pinilla qualche anno fa aveva inflazionato la rovesciata nel calcio.

Fra i tweener di quest’anno, quindi, ho scelto questo di Tennys Sandgren, che ha due caratteristiche importanti di un tweener: l’aria disperata e il fatto che a colpirlo sia stato un giocatore da cui non ce lo saremmo aspettato. Non che Sandgren sia un giocatore arido, al contrario è uno di quelli che ha fatto dell’estemporaneità la sua caratteristica nel circuito. Un giocatore che nessuno vorrebbe incontrare nei primi turni: spigoloso, capace di trovare giornate di grandissimo tennis anche contro grandi avversari. È alto un metro e ottantotto ma non ha uno di quei fisici elastici e slanciati di nuova generazione. Ha la scorza antica, è uno di quelli che si direbbe “ha le ossa grosse”. Ed è ovviamente in questo contrasto, tra leggerezza e pesantezza, che sta la bellezza di questo punto in cui Johnson viene passato senza pietà. Da un uomo enorme dall’altra parte del campo che ha tirato un colpo rovesciato sotto le proprie gambe.




2. Sinner vi mostra come si risponde a uno smash

Non è certo per campanilismo che questo vincente di Sinner è così in alto in classifica, ma perché è un colpo sinceramente mai visto. È stato il suo anno, lo sappiamo, il primo 2001 a vincere un torneo ATP. Ma Sinner è un tennista pratico e dallo stile austero, non uno che finisce nelle classifiche di fine anno. Questo punto è un po’ casuale, certo, e testimonia se non altro la sua stratosferica coordinazione occhio-mano. Ma è un punto spettacolare come tutti i vincenti tirati dopo uno smash, il più paradossale dei vincenti. Una specie di vincente elevato a potenza.

Norbert Gombos, onesto tennista slovacco, schiaccia sicuro, la palla rimbalza davanti a Sinner e prima che lo scavalchi ci mette la mano ferma di rovescio per tirare un pallonetto sopra l’avversario. Di Sinner dobbiamo per forza segnalare anche questa dolcissima stop-volley realizzata contro Ymer.


1. Marton Fuksovics a un soffio dal paletto

Fuksovics tennista pazzo, un metro e 88 di violenza e imprevedibilità. Nel 2010, a 18 anni, ha vinto Wimbledon Juniores. Ci si aspettava molto da lui, ma il suo best ranking rimane la trentunesima posizione raggiunta nel 2019. Vale però sempre la pena mettersi davanti a un televisore per vedere che fine farà quel giorno.

Questo punto è semplicemente incredibile. Non sono un fan di tutti i colpi accanto al palo. Quest’anno ce n’erano un paio notevoli, un recupero in tuffo di Benoit Paire e un rovescio di Tsitsipas giocato in un doppio in cui la palla non si è mai alzata più di 5 cm dal suolo. A volte i colpi accanto alla rete sono più spettacolari che difficili: a volte non sono altro che la soluzione più facile per ottenere il vincente, senza l’ostacolo della rete si vede una balistica inusuale per il tennis. Questo colpo di Fucsovics però è assurdo perché dalla posizione di campo in cui ha colpito era quasi impossibile farla passare accanto e non sopra la rete. Fuksovics la infila nella cruna di un ago, a un soffio dal paletto. La reazione di Tiafoe è una parte importante della bellezza di questo punto, ovviamente. Il fatto che nessuno arriva a scomporsi così su un campo, e questo ci dice della simpatia di Tiafoe ma anche che il colpo di Fuksovics era inatteso da ogni singola persona presente allo stadio in quel momento.




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