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La strana tennista che ha fatto diventare pazza Jasmine Paolini
30 lug 2025
Venite a scoprire il tennis assurdo di Aoi Ito.
(articolo)
6 min
(copertina)
IMAGO / ZUMA Press Wire
(copertina) IMAGO / ZUMA Press Wire
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Alla fine Aoi Ito era tutta inchini, in quel modo estremamente educato che fa sembrare i giapponesi, talvolta, a disagio nell’esistere. Nel segnalare la propria semplice presenza nel mondo. Il tennis di Aoi Ito, pure, non è che un abbozzo leggero e aereo. Un disegno a matita dalle forme appena accennate. Ha un modo così discreto di colpire la pallina e di muoversi che la fa apparire un’esperienza del tutto peculiare nel tennis del 2025.

Jasmine Paolini, dall’altra parte, sta fumando. Durante il match non sembrava poter far altro che perdere la pazienza. Lei che è una tennista tutta intelligenza e razionalità, si è sgretolata man mano di fronte al tennis enigmatico di Aoi Ito. Come di fronte a un sortilegio, si è trasformata nel suo contrario: frettolosa, fallosa, confusa, disordinata.

Jasmine Paolini ha perso una partita che aveva praticamente chiuso. Dopo aver vinto con semplicità il primo set era avanti 4-2 nel secondo. Poi ha avuto matchpoint. Lo ha sprecato tirando un dritto in corridoio.

paolini matchpoint

Jasmine Paolini ha perso una partita commettendo più di 60 errori non forzati. Certo, non è tra le più fedeli statistiche del tennis di oggi, ma contro un'avversaria come Ito - che non ti costringe certo a ritmi forsennati - tutti quegli errori ci sono stati.

Era forse l’avversario peggiore da affrontare in questo momento. Una giovane tennista con nulla da perdere e senza intenzione di sbagliare anche solo una palla. Col suo tennis quasi senza vincenti, senza muscoli, senza potenza, senza quasi niente - un grado zero della presenza nel mondo. Ito ha posto di fronte a Paolini uno specchio in cui ha potuto riflettere le proprie fragilità attuali.

A Wimbledon aveva perso al secondo turno contro Rachimova. Si sentiva stanca, «Non mi sentivo al meglio. Intanto c'è il doppio, poi mi servirà qualche giorno di pausa per ritrovare energie mentali e fisiche in vista del cemento americano». Dopo il torneo decide di separarsi da Marc Lopez, meno di 4 mesi dopo il suo addio a Renzo Furlan, il suo allenatore storico. Un 2025 negativo, dove brilla solo la vittoria del torneo di Roma - che oggi appare come una parentesi. Prima della sconfitta di ieri aveva annunciato la collaborazione momentanea con Federico Gaio, tennista che non si è ancora ritirato e che la aiuterà fino agli US Open.

Ito ha sfruttato questo stato di confusione mettendo Paolini nelle condizioni peggiori: dover vincere lei ogni punto. Le palle di Ito viaggiavano nell’aria senza alcun peso e costringevano l'italiana a essere intraprendente. Trovare angoli stretti o profondi, tirare vincenti, prendersi tutti i punti. Una situazione che con l’andare del match, pian piano, l’ha cotta. Alla coda del terzo set erano solo break, e poi è arrivato un tiebreak in cui Paolini alternava vincenti a errori non forzati a getto continuo.

Dall’altra parte della rete Ito era un enigma. Statura modesta, gambe sottili, visiera, calzini arrotolati sopra le scarpe e una pratica tasca nella gonna. Un’assenza di forza a tratti fumettistica. Una presenza in campo flebile, sussurrata, dal tennis stilizzato. Ito sembra far fatica persino a tenere sollevata la racchetta, una Dunlop - un marchio giapponese diffuso nel tennis negli anni ’80 ma oggi quasi scomparso ad alti livelli. In certi momenti pareva sovrastata dalla potenza di Paolini, che non è certo Rybakina, ma più il tempo passava più riusciva a opporre questa resistenza melliflua - come se bisbigliasse all’orecchio di Paolini che non ce l’avrebbe fatta.

Aoi Ito non sembra una tennista professionista. In un’intervista del 2022 aveva descritto senza mezzi il suo stile di gioco come “unico”: «Uso molto i piedi e mi baso sulla tecnica piuttosto che sulla forza fisica. Anche se sono magra, posso battere le giocatrici straniere. Il mio obiettivo è giocare a tennis come Hsieh e sto cercando di diventare unica». Il suo modello infatti è la taiwanese Hsieh Su-Wei, specialista del doppio dallo stile anti-convenzionale - bimane da entrambi i lati, cambi di ritmo continui, grande arguzia tattica.

Ito si muove con grande rapidità di piedi ed è difficile da bucare quando si mette a difendere. Dal lato del dritto preferisce colpire tagliando la palla, a volte bassa e tesa, altre lenta e strana. Colpi che sottraggono tutto il peso alla palla, facendola cadere dall’altra parte della rete sibillina. Quando colpisce questi strani chop Ito è quasi frontale rispetto alla rete, non piega nemmeno le gambe. Insomma: non sembra veramente colpire la palla. Sembra te la stia rimandando di là in una fase morta. Tu vieni a rete, magari un po’ confuso, e lei ti passa trovando angoli stretti, pungendoti come una vespa.

ito 2

Il cono velenoso è una conchiglia dall’aspetto elegante, quasi decorativo. Se ne sta sul fondale carina e all’apparenza inoffensiva. Eppure all’improvviso può lanciare un veleno così potente che è stato studiato dalla medicina per creare analgesici. Ecco, questa mi sembra l’esperienza di affrontare Ito. Ti dà l’impressione di essere innocua, carezzevole, e invece pian piano ti destabilizza, ti getta nel caos e nella confusione. Ti fa credere che puoi sovrastarla con la forza dei tuoi colpi, e quando più lo credi, lei evita la tua forza e ti batte con l’intelligenza e la precisione.

ito 1

Dopo questi chop tirati con le gambe rigide, ci sono rovesci al contrario tirati quasi da inginocchiata, e poi delle improvvise discese a rete dove organizza volée precise in modo sempre un tantino sorprendente - per via di una tecnica anche lì inusuale. Al suo primo matchpoint della partita si è trasformata, come il Pokemon Mr. Mime, in una giocatrice d’attacco.

Quando nel 2024 la WTA le chiedeva qual era il colpo che ha migliorato di più, lei rispondeva «il mio slice di dritto». Nella stessa intervista dice che non avendo forza fisica la dimensione tattica è quella più importante per lei. «Quando gioco sento che è come se stessi giocando a un videogioco sul tennis» ha detto, senza paura di risultare troppo giapponese.

Ito ha 21 anni. Sorride in modo appena accennato, nel tempo libero disegna. Il suo profilo da giocatrice ha un solo video, di lei che batte Kenin a Osaka. Il suo profilo personale è invece ricco e curato e contiene tutti i suoi disegni. Li fa con l’iPad; manga di ragazzi e ragazze dall’aria riflessiva e vagamente annoiata. Tutte possibili lo-fi girls. Nel tempo libero gioca anche a Othello e Mahjong.

Nessuna gioca il suo tennis. Guardarla è un’esperienza bizzarra che ci ricorda che la diversità tecnica è ciò che rende questo sport così affascinante - i tantissimi modi con cui si può arrivare a vincere una partita, persino quelli di Ito. Con un tennis del genere dove si può arrivare? Difficile dirlo, ma di certo nessuno vuole affrontare questa sfinge giapponese che ti fa diventare pazza.

Per non sentire la pressione fa finta che si tratti di un gioco di ruolo, destituendo la realtà del suo principio, mescolandola con la finzione, vivendo quindi nel modo leggero e aereo di un personaggio di fantasia. Lo sembra davvero, Aoi Ito.

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