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Quello di Teemu Pukki è stato un lungo viaggio
16 set 2019
Ritratto dell'attaccante del momento.
(articolo)
10 min
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25 gennaio 2009, Teemu Pukki debutta in Liga con la maglia del Siviglia, lanciato da Manolo Jiménez per l'ultima mezz'ora contro il Racing Santander. Ha già percorso la trafila delle nazionali giovanili finlandesi e si prepara a esordire, dieci giorni dopo, con la nazionale maggiore.

Non ha neanche diciannove anni e il futuro sembra aderire al suo nome, Teemu, diminutivo di Nicodemo, vincitore del popolo. Se andiamo al suo compleanno del 2011, due anni dopo, Teemu non ha più la corona del predestinato. Il suo nome non suona più come quello di un vincitore.

Il Siviglia l'ha lasciato partire, dopo non avergli dato più neanche un minuto in Liga, un briciolo di fiducia, fuori da quella mezz'ora col Racing. L'ha lasciato tornare, in realtà, perché la maglia che Pukki indossa è quella dell'HJK e lui vive e gioca di nuovo in Finlandia. Anche con la Nazionale maggiore, dopo l'esordio precoce, ha giocato solo 52 minuti in totale.

Ora ha ventun anni, è l'attaccante dell'Under 21 e dell'HJK di Helsinki, con cui ha appena vinto il campionato finlandese. Se avesse un altro percorso alle spalle, non avrebbe proprio da lamentarsi o avere rimpianti. Ma per la sua pur breve storia, Pukki ha fatto un passo indietro.

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Happy birthday Big Sis!❤️@typytin #tbt ps. @tiiateresia taitaa vähän pelottaa?🙈😂

Un post condiviso da Teemu Pukki (@elpugi) in data: 23 Apr 2015 alle ore 6:12 PDT

Teemu bambino, con le due sorelle e con due esemplari di pappagallo Ara ararauna (che non è un nome finlandese).

Kotka è una città portuale di cinquantamila abitanti, affacciata sul golfo di Finlandia, a 130 chilometri da Helsinki. Basta percorrere settanta chilometri verso est per superare il confine con la Russia. Teemu Eino Antero nasce qui il 29 marzo 1990, quando a essere tanto vicina era l'Unione Sovietica, ma ancora per poco, perché il Muro era già caduto e la dissoluzione in corso.

Due sorelle e due genitori molto disponibili a favorire la sua passione. La madre Teija prese un anno di pausa dal lavoro e lo accompagnò in Spagna, quando si trasferì adolescente; il padre Tero ancora oggi, sessantenne, gira l'Inghilterra per non perdersi una partita del figlio.

Teemu comincia con la piccola squadra della zona in cui abita, Hovinsaari, poi raggiunge il club di Kotka che milita nella massima serie finlandese, il KooTeePee. E con i colori bianco-verdi debutta in Veikkausliiga contro l'HJK, il club più titolato della Finlandia. Pukki ha appena sedici anni.

Nella stagione successiva, s'impone come titolare. È più un uomo assist che un goleador. Viene convocato dalla nazionale Under 21, attira società di tutta Europa. Dietro l'angolo c'è il Siviglia, pronto a investire un milione e mezzo.

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Aikanen joululahja🎁 #KTP #Veikkausliiga #2015 ⚽️🏆#throwbackto2007

Un post condiviso da Teemu Pukki (@elpugi) in data: 22 Dic 2014 alle ore 9:16 PST

Nel 2007 con il KooTeePee.

Rappresentava una promozione in prima squadra e una grossa gratificazione, quella sera d'inverno del 2009, l'esordio al Ramón Sánchez, dopo un anno e mezzo con le giovanili. In Spagna si era faticosamente abituato, dopo aver molto sofferto il caldo. Continuava a faticare con la lingua e con la timidezza del proprio carattere. Ma giocare nel calcio spagnolo era il suo sogno d'infanzia. E nel Siviglia B aveva realizzato tre gol in Liga 2 e aveva alzato la copa del Rey Juvenil 2008 (contro il Barcellona di Jonathan dos Santos e Iago Falque).

Una promozione isolata e una gratificazione che avrebbe lasciato posto allo sconforto, quella sera d'inverno. Pukki tornò presto nella squadra B, si infortunò a una caviglia e nell'estate successiva venne venduto all'HJK di Helsinki.

Il Baltico ha una funzione rigeneratrice nella storia di Teemu. Questa volta e un'altra volta, più avanti. Il ritorno al mare delle sue origini ha medicato la sua carriera quand'è stata in difficoltà. Nei mesi all'HJK, dopo due anni fuori, ritrova infatti la fiducia e i gol (18 in 33 presenze). Convince se stesso e gli altri, conferma le sue qualità. È una stagione che lo rimette sulla strada del talento.

Nell'agosto 2011 incontra lo Schalke 04 nei preliminari di Europa League. L'HJK viene eliminato, eppure tra andata e ritorno spaventa seriamente l'avversario più quotato, e Pukki segna 3 reti. Pochi giorni dopo, mette la firma sul contratto con i Königsblauen. Ecco la Bundesliga, ora che sembra pronto a spiccare il volo.

Resterà in Germania per due stagioni. In entrambe, la concorrenza nel reparto offensivo (Huntelaar, Farfán, Marica, addirittura Raúl nel primo anno) risulterà troppo pesante per le sue spalle e per le sue doti. Due stagioni, e Pukki non giocherà altro che spezzoni per 1.461 minuti totali (8 reti).

Chi è tornato con la memoria ad allora è Daniel Farke, che oggi lo allena al Norwich e a quel tempo guidava il Lippstadt 08, a un'ora di auto da Gelsenkirchen. Farke ricorda il giovane Teemu come un buon giocatore, freddo e dai movimenti giusti, ma non ancora abbastanza concentrato.

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Con el gran Raul!!!

Un post condiviso da Teemu Pukki (@elpugi) in data: 27 Lug 2013 alle ore 10:50 PDT

Allo Schalke 04, con il compagno di squadra Raúl che gli concede una foto.

L'allenatore Neil Lennon e il suo assistente Johan Mjallby prendono un volo per la Finlandia. C'è una gara della nazionale e vogliono visionare Pukki per capire se acquistarlo dallo Schalke per il loro Celtic Glasgow. Raggiungono lo stadio, e non c'è nessuno. Hanno sbagliato città.

Così tornano all'aeroporto, prendono un altro volo, arrivano nella città giusta. La partita è già a buon punto, fanno in tempo a vedere solo l'ultima mezz'ora di gioco. È sufficiente per convincersi dei suoi mezzi.

Teemu era chiamato a prendere il posto di Gary Hooper, capocannoniere della Scottish Premiership e autentica macchina da gol con la maglia dei Bhoys (82 in 138 gare). Hooper si era trasferito in Inghilterra, al Norwich City. I 2,5 milioni di Euro puntati su Pukki, erano praticamente la stessa cifra con cui il club aveva comprato lui anni prima.

Ma Pukki non avrebbe riempito granché le reti, né i cuori disabitati dei tifosi. Sarebbe stata una stagione tiepida, sul piano individuale, nonostante la vittoria del campionato (in rosa c'erano tra gli altri Fraser Forster e il giovane Virgil van Dijk). Avrebbe deluso le aspettative e fatto rimpiangere l'investimento.

È suggestivo che in quel periodo difficile Teemu sia andato nello Lowlands per affacciarsi sul Loch Lomond, il maggiore lago della Gran Bretagna. Ma non è il Baltico, evidentemente, non ha le sue proprietà. Pochi mesi dopo Pukki va in prestito in Danimarca, nel glorioso Brøndby dove sono cresciuti i fratelli Laudrup e Peter Schmeichel.

Dicembre 2011, al Camp Nou tra Piqué e Mascherano (Foto di Denys Doyle / Getty Images).

Di nuovo, Teemu ritrova forza in una città sul mare dov'è cresciuto, benché stavolta sia lontana da casa. Di nuovo dimostra l'intelligenza di adattarsi a condizioni difficili, psicologicamente impraticabili per molti talenti che non abbiano trovato conferme. Così, di nuovo brilla il prodigio del nomen omen, perché Pukki in finlandese significa capra.

Le condizioni non sono semplici perché è solo un prestito, intanto, e c'è l'incertezza di cosa succederà. Poi perché Teemu deve giocare in una posizione non sua: dirottato sull'esterno, per non pestare i piedi al centravanti Johan Elmander.

Gioca da titolare ogni partita della stagione e segna più gol (11) di quanti ne abbia segnati in Scozia da prima punta. Il club alla periferia di Copenhagen acquista il suo cartellino (per la miseria di 675mila Euro) e lo sceglie come centravanti. È la fiducia che gli serviva.

Resterà in gialloblu per quattro anni in tutto. E sarà il terzo quello più significativo. Perché, tolti i mesi all'HJK nel campionato finlandese, Pukki non era stato poi molto prolifico prima del 2016/17.

Quella sarà la stagione della svolta dal punto di vista realizzativo: con 29 reti (e 10 assist), trascina il Brøndby al secondo posto in Superligaen e alla finale di coppa nazionale (persa). L'anno dopo, la squadra conferma il secondo posto e aggiunge la vittoria della Sydbank Pokalen. E lui si conferma marcatore affidabile.

Gli effetti si vedono chiaramente anche in nazionale. Dal marzo 2018 a oggi, Pukki ha giocato 14 partite e segnato 8 gol. Prima di allora, dall'esordio del febbraio 2009, i gol erano stati 10 e le partite 61. Praticamente, ha segnato in un anno e mezzo quello che aveva segnato in nove anni.

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💛💙

Un post condiviso da Teemu Pukki (@elpugi) in data: 15 Apr 2018 alle ore 11:39 PDT

Al Brøndby.

Nell'estate 2018 il Brøndby perde il giocatore a zero, nell'incapacità di trovare una soluzione prima della scadenza del contratto. È allora che arriva il Norwich City e lo porta nell'East Anglia, superando la concorrenza del PAOK.

L'Inghilterra si era già profilata al suo orizzonte. Era un ragazzino che ancora giocava a Kotka, aveva fatto una settimana di prova al Chelsea ma non era andata bene. Lo scout che l'aveva segnalato era Flemming Berg, lo stesso che molti anni dopo l'avrebbe portato al Brøndby. Il calcio inglese aveva una presenza in famiglia: il padre e lo zio erano appassionati del Liverpool già dagli anni Ottanta, poi la cosa era aumentata esponenzialmente con gli arrivi a Anfield di Litmanen e Hyypiä.

«Non è che fossi pigro, ma lo stile di gioco qui mi ha davvero fatto lavorare di più per la squadra».

30 gol e 10 assist in 46 gare, il titolo di capocannoniere della Championship 2018/19 e la squadra promossa nella massima serie inglese. Era prevedibile che Teemu potesse staccarsi dal mar Baltico senza più risentirne, con la maturità di un quasi trentenne. Ma non immaginare un exploit del genere. E lui per primo non se lo sarebbe mai aspettato.

Insieme ai tifosi festeggia la vittoria della Championship.

E poi? Poi ha continuato a segnare, la testa sgombra e il piede disinvolto. Il passaggio dalla Championship alla massima serie, quest'estate, come se non ci fosse stato. 5 reti nelle prime quattro gare, addirittura 4 nelle prime due (nessuno, alla prima stagione in Premier, ne era mai stato in grado).

Lui si dice pienamente finlandese nel carattere quieto, nel profilo basso, lontano dall'arroganza e dai riflettori. Il punto è che non c'è modo di nascondersi, adesso, da rivelazione dell'avvio di Premier League.

Se pure la squadra gioca al servizio del suo bomber, il Norwich non è certo una corazzata capace di distribuire goleade. I gol fin qui hanno portato una vittoria, ma non hanno evitato tre sconfitte. I Canarini sanno di doversi aggrappare a Pukki per sperare nella salvezza a fine campionato, ma sanno anche che potrebbe non bastare.

Nel frattempo è arrivata anche la benedizione di Mikael Forssell, leggenda del calcio finlandese, autore nel 2003/04 di 17 gol in Premier con il Birmingham: «Non sono preoccupato che Teemu infranga il mio record. Sono sicuro che succederà. Ho gridato davanti alla televisione, quando ha segnato la tripletta al Newcastle».

Superare i 17 gol, significherebbe essere tra i migliori marcatori stagionali della Premier (l'anno scorso ci sono riusciti solo Mané, Salah, Aubameyang, Agüero e Vardy). Gary Hooper, che ha gravato sul suo periodo in Scozia come il fantasma dell'inadeguatezza, oggi è svincolato a soli trentun anni.

Il KooTeePee, il primo club in cui Pukki ha giocato da professionista, si è dissolto nel 2013, assorbito dal KTP Kotka. La Finlandia, nonostante la recente sconfitta con l'Italia, è seconda nel girone e in questo momento sarebbe qualificata ai prossimi Europei.

Lo scorso agosto, Teemu faceva un bilancio da dove emergeva più il senso della fatica che quello di appagamento, e che si concludeva sobriamente così: «Ora sono in Premier League, ho ventinove anni ed è stato un lungo viaggio».

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