A Miami basta un quarto per far girare una serie
Con un quarto periodo eccezionale gli Heat hanno pareggiato i conti coi Nuggets alle Finals.
Con un quarto periodo eccezionale gli Heat hanno pareggiato i conti coi Nuggets alle Finals.
Neanche l’assurdo buzzer beater di Derrick White ha scalfito la forza mentale di Jimmy Butler e compagni.
E una volta lì dentro li ha distrutti.
Boston torna alle Finals dopo 12 anni di assenza, vincendo una gara-7 avvincente che hanno quasi buttato via.
Il ritorno di Joel Embiid, il risveglio di Harden e altri appunti sparsi dal Wells Fargo Center.
Dopo lo scontro tra Jimmy Butler ed Erik Spoelstra, gli occhi della NBA sono puntati sugli Heat.
Nel suo primo anno in NBA, il 20enne dei Miami Heat si è guadagnato il soprannome di “Baby GOAT”. Ma cosa bisogna aspettarsi dal suo secondo anno?
La cavalcata fino alle Finals ha rimesso la franchigia in cima alle gerarchie.
Nessuno nella bolla ha migliorato il proprio valore quanto la star di Miami.
In gara-4 i Los Angeles Lakers sono tornati in controllo della serie contro Miami grazie al loro talento difensivo.
Gli Heat hanno riaperto le Finals con una straordinaria prova di squadra.
In gara-1 delle Finals i Miami Heat si sono scontrati contro la maggiore fisicità dei Los Angeles Lakers e ne sono usciti incerottati e sconfitti.
I Miami Heat volevano cederlo e ora non possono più fare a meno dello sloveno.
Tanto in difesa quanto in attacco, i Bucks stanno soffrendo terribilmente gli Heat e sono in grossa difficoltà nella serie.
A Miami hanno puntato sul giovane lungo da Kentucky per portare avanti la loro “Heat Culture”.
Dietro la leadership di Jimmy Butler, a Miami è nata una squadra che ha sorpreso un po’ tutti.
Dagli esordi vincenti all’addio in pompa magna, la superstar dei Miami Heat è sempre riuscita a finire dalla parte giusta di ogni storia.
Nessuno vuole incontrare i Miami Heat di Erik Spoelstra ai playoff.
Il due volte campione NBA potrebbe aver chiuso la sua carriera da Hall of Fame.
Cosa ci ha lasciato in eredità il lungo che si è appena ritirato.
Puntata 3 di 4 in vista della nuova stagione NBA: è la volta delle outsider, per le quali essere eliminate al primo turno sarebbe una delusione, ma che non vanno nemmeno così lontane dalla finale di conference.
Firme, delusioni, incomprensioni, ripensamenti ed emoji della più folle free agency degli ultimi anni.
Riviviamo la serata che ha cambiato per sempre la carriera di LeBron James.
Ieri notte i San Antonio Spurs hanno schiantato i Miami Heat in sole cinque gare per vincere il Larry O’Brien Trophy. Perché c’è ancora, sembrerebbe, la giustizia nel mondo.
La vita straordinaria di uno dei più grandi personaggi della Nba. Un genio che fin da ragazzo ha saputo prendere le decisioni giuste, diventando nell’ordine: il monarca di Los Angeles, il salvatore di New York e il padrone di Miami.
Gli Oklahoma City Thunder sono forse l’unica nuova dinastia NBA a rivaleggiare gli Heat di LeBron James, e Russell Westbrook ne personifica il gioco sensazionale. Il secondo violino di Kevin Durant è anche un mostro di atletismo, uno dei giocatori più devastanti della Lega. Ma non è lodato come dovrebbe. Perché?