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Emanuele Atturo

I migliori svincolati

Idee per chi ha il portafoglio vuoto e un grande cuore.

Chi lo ha detto che un calciomercato povero non è un calciomercato pazzo? L’esigenza di risparmiare ha convinto alcuni club a portare a scadenza giocatori che normalmente avrebbero rinnovato. Questi giocatori, che forse in condizioni normali avrebbero trovato una squadra di loro gusto facilmente, ora si ritrovano teoricamente disoccupati. Non si è mai vista una lista di svincolati così ricca: ai classici nomi di giocatori che pensavi ritirati, si affiancano quindi altri che è assurdo non abbiano ancora trovato sistemazione. Abbiamo raccolto i migliori, cercando di associarli a una squadra di nostro gusto. Buon calciomercato tutti.

 

Mauro Zarate – Lazio

La nostalgia non è mai un sentimento remunerativo nel calcio, e la Lazio si è già spesa la carta minestra riscaldata con Felipe Anderson, ma nessun colore è meglio del bianco e del celeste per Mauro Zarate. Solo qui l’argentino è stato davvero felice, per almeno una stagione ha espresso un calcio eccezionale, lasciato intendere ai tifosi sogni di grandezza. Certo, un ritorno avrebbe il senso delle cose postume, nessuno può aspettarsi un Zarate sui livelli del passato. Sarebbe un ritorno di quelli senza aspettative. Perché prendere un giocatore di 35 anni che ha giocato in Argentina nelle ultime 3 stagioni? Per bellezza. Zarate imbolsito che corricchia sul prato dell’Olimpico, prova a saltare tutti come ai bei tempi, rifiuta il tempo che passa. Sarri che prova a renderlo un giocatore di sistema, gli urla contro, infine lo accetta. Certi giocatori non cambiano mai, siamo noi a dover cambiare con loro.  

 

 

Nico Gaitan – per chi sta in fissa con Top Gun

La carriera di Gaitan è di quelle interrogative. Quando dopo sei grandi stagioni era stato ceduto dal Benfica all’Atletico Madrid eravamo tutti pronti a scommettere su un futuro pieno di Nico Gaitan, un centrocampista tecnico e sfuggente, di quelli che vorremmo veder giocare tutti i giorni. In Spagna però è stato un fallimento. Da quel momento la sua carriera ha preso una piega strana: Cina, Stati Uniti, poi rapido passaggio al Lille, dove ha giocato 4 partite, prima di tornare in Portogallo, al Braga, dove l’avevano presentato come fosse Tom Cruise in Top Gun, film di cui è un grandissimo appassionato. 

 

 

Magari non gli è rimasto ancora molto da dare in campo, ma vuoi avere Nico Gaitan in squadra? Chiamare tutti Maverick? Indossare giubbotti di pelle e Ray-ban a goccia come fossero ancora gli anni ‘80? Dopotutto anche Tom Cruise, dopo un periodo di appannamento, oggi sembra stare meglio che mai. 

 

Giorgio Chiellini – Manchester City

Uno dei migliori difensore dell’Europeo, il migliore per certi gusti, è svincolato. Si è persino infilato su Linkedin, cercando di farsi i contatti. Nell’estate in cui Buffon riporta tutto a casa a Parma, sarebbe stato romantico vedere Giorgio Chiellini tornare a Livorno. Beccare Max Allegri l’estate al Gabbbione, mangiare sul lungomare. Dovremo aspettare ancora. Sarebbe una grande storia di riconciliazione e incontro fra mondi, se Guardiola lo chiamasse per andare al Manchester City. Guardiola che secondo Chiellini «Ha rovinato il nostro calcio». Ha messo in testa agli allenatori italiani di volerlo imitare, perdendo quindi la nostra identità storica. Non produciamo più difensori. E allora se fosse Chiellini a contaminare Guardiola, a convincerlo dell’importanza e della bellezza della difesa in area di rigore, delle spazzare, dell’esaltazione per una scivolata? Ci sarebbe il problema del clima, visto che Chiellini non riesce a immaginare quanto faccia freddo a Londra di inverno, figuriamoci a Manchester.

 

Senad Lulic – Roma

Maglia numero 71, tradimento o forma suprema di trollaggio?

 

Shinji Okazaki – per chi vuole rifare il Leicester 2015/16 ma non può permettersi Vardy, Mahrez e Kanté

Grande rappresentante degli attaccanti che non segnano mai, Shinji Okazaki è uno degli eroi minori del Leicester campione d’Inghilterra. Vardy e Mahrez si prendevano le copertine, mentre Okazaki passava le partite a fare a spallate con tutta la Premier, col suo corpo da mini-culturista e il suo sorriso da persona simpaticissima. Pochi gol, tanto cuore. Da quel momento la sua carriera non è certo decollata: l’anno scorso ha giocato 25 partite con l’Huesca segnando una rete in tutto. Magari non è quindi l’attaccante che può svoltare la stagione a qualcuno, ma di certo è l’attaccante che tutti i tifosi amano e rispettano, quello che quando, finalmente, riuscirà a fare la sua unica rete, farà crollare la curva.  

 

 

Gaston Ramirez – Una squadra che deve salvarsi in Serie A, perché non il Venezia?

Siamo in una lista di giocatori che non dovrebbero essere senza squadra, ma nessuno è uno svincolato immeritato quanto Gaston Ramirez. Nella sua carriera magari non ha rispettato proprio tutte le sue aspettative, è vero, ma ha sempre fatto il suo. È nato come un trequartista fantasioso e leggero, è diventato un centrocampista uruguaiano che corre moltissimo, mena e si sacrifica per la squadra. Il tipo di giocatore che gli allenatori adorano. Quanti giocatori in questa lista possono vantare 16 gol e 20 assist nelle ultime quattro stagioni? Gaston ha ancora 30 anni, fisicamente è a posto. Cosa c’è che non vi convince, care squadre di Serie A che il prossimo anno vi tocca salvarvi e di sicuro non ce l’avete in rosa un giocatore di questa qualità ed esperienza? Il suo agente dice che la sua priorità è restare in Europa, meglio ancora in Serie A, ma che per ora non hanno offerte. Quindi stanno trattando con una squadra degli Emirati Arabi: sarebbe tristissimo.

 

David Luiz – per chi ancora ci crede

Forse pensavamo non sarebbe finita mai. Che in eterno grandi squadre avrebbero affidato la difesa della loro porta a David Luiz, un difensore di cui tutti a un certo punto abbiamo pensato che non meritava di essere lì. Oggi per lui si parla dell’Adana Demirspor, squadra appena promossa nella Serie A turca che ha recentemente preso Balotelli, o della suggestiva ipotesi Boca Juniors. Chissà. Eppure David Luiz è ancora lui: coi capelli da Telespalla Bob, il sorriso contagioso e l’idea che possa mandare in porta chiunque con un lancio. 

 

Ben Arfa – Benfica

Solo chi è un vero sognatore, oltre che un vero esteta del calcio, può ancora credere che Ben Arfa torni a essere un calciatore. Il suo declino è stato precoce, e a 26 o 27 anni era ancora logico provare a scommettere su uno dei talenti più originali del calcio contemporaneo. Oggi però Ben Arfa ha 34 anni e insomma, diventerebbe una cosa da pazzi fargli firmare un contratto. Lo scorso anno al Bordeaux ha giocato 15 partite, segnato due gol e servito 4 assist: è sembrato un po’ arrivato. Lui, un prodigio dei video di skills su YouTube, ora pare normale anche lì. Guardate questo video di poco più di due minuti piuttosto rabberciato.

 

Il Benfica però nella sua storia ha saputo far tornare a nuova vita i talenti meno costanti, tipo Taarabt o Weigl. Hanno preso persino Joao Mario. Perché non anche Ben Arfa? Quanto gli starebbe bene la maglia del Benfica?

 

Ribery – Olympique Marsiglia

Un’idea, francamente, talmente sensata che sono disgustato dal fatto che non si sia ancora realizzata. Lui avrebbe voluto restare alla Fiorentina: «Sono venuto per portare qualcosa in più, non pensavo di lottare per salvarci in questi due anni – ammette il francese -, ma nel futuro c’è la potenzialità per fare davvero delle belle cose. Spero che la Fiorentina torni ad alti livelli, i tifosi meritano di più. Per me sono stati due anni veramente belli e sono molto contento perché ho conosciuto tante persone, una città bella ed i suoi tifosi. Anche nello spogliatoio è stata una bella esperienza, ho dato il massimo per la società e per la squadra. Peccato, pensavo di continuare un anno in più con la Fiorentina, però così è la vita e così è il calcio». Dice anche che vorrebbe restare in Italia, ma non sarebbe invece ora di tornare a casa, Franck? Il mercato dell’OM finora è stato caratterizzato dal giusto mix di hipsteria e autentica, malata, follia. Nomi forse inventati come Leonardo Balerdi o Konrad De La Fuente, stanno accanto ad acquisti matti come Pau Lopez, Guendouzi e Cengiz Under. In generale sono tutti giovani, e in panchina – ve lo ricordiamo – c’è Jorge Sampaoli. Ribery porterebbe l’esperienza e lo stile necessario. Longoria ha dichiarato: «Ho rispetto per Ribery, ma abbiamo già giocatori offensivi. Abbiamo Konrad, Luis Henrique, Radonjic». Una dichiarazione, credo, che si spieghi da sé.

 

Aleix Vidal – per chi ha bisogno di un jolly

Magari non ve ne siete accorti, ma la scorsa stagione Vidal ha giocato 19 partite con il Siviglia. Ha solo 31 anni e in carriera ha giocato praticamente in tutti i ruoli previsti dal calcio moderno. Siamo sicuri sia più finito del Vidal più conosciuto? Aleix Vidal, giocatore totale per tutte le squadre abbastanza disperate.  

 

Medhi Benatia – forse è bene rimanga là

Se ne è andato dall’Europa nel 2019 per prendere i soldi del Qatar e ora, dopo due stagioni ai limiti dell’agonismo, fatica, nonostante i soli 34 anni (non molti in fondo per un difensore), a trovare una squadra che voglia prenderlo. Non vogliamo fare i moralisti, ma in parte giusto così, no? Probabilmente finirà da qualche parte in Turchia.

 

Kevin Gameiro – per chi vuole vincere l’Europa League

Vuoi fare bella figura in Europa League? Facile: prendi Kevin Gameiro. Nessuno ne ha vinte più di lui, quattro, pochi rimandano più di lui quell’aura di giocatore del giovedì sera, mediocre negli altri giorni della settimana ma in grado di trasformarsi quando cala la prima nebbiolina. In realtà Gameiro è stato per molti anni un attaccante completo, capace di segnare 180 gol in carriera, ma chi se li ricorda? Diamo a Gameiro un’altra Europa League, facciamolo entrare nella storia. 

 

Clement Grenier – per chi ci tiene allo stile

Un modello di Cos che ha preso vita e che gioca a centrocampo con senso estetico da dandy, calcia le punizioni, ha un bel sorriso. Un nome d’alta moda per chi ha bisogno di stile a centrocampo. Ragazzi, ha solo trent’anni. Un po’ di tempo si parlava di Betis: centrocampo Grenier-Canales?

 

Juan Jesus – Bethlehem Steel Football Club

Vituperato, odiato, ripudiato: dopo 10 anni Juan Jesus non ha più un contratto con una squadra italiana. Qualche tempo fa si parlava di un interesse della Fiorentina, ora però tutto tace. Juan Jesus potrebbe portare all’estremo la caratteristica divina del suo nome, spostarsi al Bethlehem Steel Football Club, che non è la squadra di Betlemme, Palestina, ma quella di Bethlehem, Pennsylvania. Nei primi pionieristici anni del calcio americano era una delle formazioni più forti tra gli anni ‘10 e gli anni ‘30. Certo sarebbe una scelta ai limiti del ridicolo, ma dopotutto il calciomercato ogni tanto è così. 

 

Yaya Sanogo – Benevento

Nel 2013 Sanogo ha vinto il Mondiale Under-20 insieme a Pogba, Veretout, Kondogbia e Thauvin. Arsene Wenger lo era andato a scovare in Ligue 2 per portarlo all’Arsenal. Aveva segnato una tripletta in Emirates Cup, pensavano fosse il nuovo Henry. Poi è entrato in un giro lol in cui i tifosi lo celebrano come il goat. Di solito questo è il punto che c’è oltre la fine.

 


In questo video, per esempio, si cerca di dimostrare in cinque punti che Mbappé non è forte quanto Sanogo alla stessa età.

 

Sic transit gloria mundi: motto di alcuni giocatori del Benevento degli ultimi anni. (Si sta parlando seriamente della possibilità che finisca al Pescara: sì).

 

Mamadou Sakho – bo

Seriamente, ancora gioca?

 

Jerome Boateng – Hertha Berlino

Finalmente: facciamo riunire i fratelli Boateng. Forse la coppia di fratelli meno simile del calcio. Uno serio e istituzionale, l’altro caotico e sorprendente; uno difensore, l’altro attaccante; uno ha scelto la Germania, l’altro il Ghana. Dopo una carriera divisi, è il momento di ritrovarsi, e ritrovarsi a casa. Tutti e due sono cresciuti nell’Herta Berlino, presto lasciata per andare a conquistare palcoscenici ben più importanti. Ora però nella capitale stanno provando a costruire una squadra di buon valore. I fratelli Boateng che rappresentano Berlino, il suo essere multietnica e incredibilmente cool: sarebbe perfetto. 

 

 

Nikola Maskimovic – Lazio

La Lazio ha annunciato l’interesse per lui direttamente  sul proprio sito ufficiale, lo ha definito un soldato del sarrismo. Insomma, Tare si muovesse. 

 

Marco Parolo – Lazio

Dai ma riprendetelo che vi costa, fatelo per i tifosi, perché dovete fargli vedere Parolo con un’altra maglia?

 

Matteo Ricci – Fiorentina

Ho dovuto rincontrollare più volte per assicurarmi non ci fosse un errore. Ho anche pensato si stesse parlando di questo Matteo Ricci, gesuita, cartografo, sinologo e matematico. Invece no: si tratta proprio del centrocampista rivelazione della scorsa Serie A, convocato addirittura da Mancini in Nazionale a un certo punto. È proprio lui a essere rimasto senza contratto. È il classico complotto contro i ragazzi italiano da parte della lobby internazionale stranieri? Matteo Ricci non è molto alto e passa inosservato, ma è un mediano con una tecnica essenziale e pulita. Lo scorso anno era il regista di Vincenzo Italiano allo Spezia, e anche il giocatore che comandava le uscite in pressing della squadra. Non si capisce perché la Fiorentina non lo abbia ancora messo sotto contratto. Dove si firma per il centrocampo Ricci-Maleh-Amrabat?

 

Alan Dzagoev – Russia

Alan Dzagoev, direttamente dalla stirpe dei trequartisti pazzi russi. Dal 2008 gioca con il CSKA Mosca, ma dal 30 giugno 2021 è svincolato, libero. Forse, dopo l’ennesimo fallimento, la Russia dovrebbe smettere di cercare di assemblare una Nazionale, ma raggruppare tutto questo talento scapestrato, metterlo insieme. Una squadra di soli Dzagoev, Arshavin, Mostovoj e così via. Una roba tipo Harlem Globetrotter da mandare in tour per la Russia, così tanto per divertimento. 

 


Jack Wilshere – Shakhtar Donetsk

Il problema di Jack Wilshere è che non ha mai giocato in una squadra che praticasse il gioco di posizione. Una struttura che quindi riesca a mascherarne i difetti fisici e che faccia invece brillare il suo controllo palla. Come lo vedete tra i due mediani del 3-4-2-1 di mister De Zerbi in Ucraina?

 

Gary Cahill – Getafe

Dove Gary Cahill se non in una squadra che fa dei falli e delle scorrettezze il suo credo? Un difensore arcigno, che ama il gioco duro, per cui spazzare un pallone è una passione profonda. Dopo aver odiato Sarri, Cahill potrà amare Bordalás, un allenatore conservatore appassionato di storia romana. Dopotutto è ancora in splendida forma.

 

 

Nabil Bentaleb – Juventus

A Max Allegri piacciono i giocatori dalla tecnica sobria e dalle idee geometriche. Bentaleb ha avuto una carriera accidentata e illeggibile, tra momenti di grande brillantezza nello Schalke 04 e crolli fragorosi. Un suo arrivo alla Juve non avrebbe davvero alcun senso, per questo noi ve lo buttiamo lì.

 

Haitam Alesaami – Inter

Perfetto per il 3-5-2 di Inzaghi, lo metti a sinistra e lo fai crossare dalla trequarti col sinistro per 90’ minuti. Il calcio è semplice: palla a Aleesami e tutti in mezzo. Magari non funziona, ma sarebbe divertente. 

 

 

Mustafi – a chiunque serva un difensore

Campione del Mondo e giocatore della Sampdoria. Due traiettorie che non si incrociano molto spesso, ma che lo hanno fatto con Shkodran Mustafi. Anche lui ha lasciato il suo contributo alla lunga lista di difensori che sembrano scarsi all’Arsenal. Cosa dovrebbe dare al calcio oggi? Mustafi con quella faccia così poco da calciatore, la barbetta che tende al rosso. Eppure ha solo 29 anni. Alcuni dei migliori difensori al mondo hanno 7-8 anni più di lui, perché non potrebbe Mustafi iniziare una nuova carriera da fenomeno a 30? Le possibilità sono scarse, ma qualcuno dovrebbe giocare questa lotteria.

 

Nicolas Viola – Torino

È oltraggioso verso il gioco del calcio che nessuna squadra abbia ancora messo sotto contratto Nicolas Benito Viola. Juric a Verona ha giocato con un regista tecnico mancino come Miguel Veloso, di cui ha rivitalizzato la carriera in età avanzata; magari Viola non ha la sapienza calcistica di Veloso, ma vale la pena fare un tentativo.

 

 

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Emanuele Atturo è nato a Roma (1988). Laureato in Semiotica, è caporedattore de l'Ultimo Uomo. Ha scritto "Roger Federer è esistito davvero" (66thand2nd, 2021).

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.