Schermo nero. Una scritta fa la sua comparsa, lettera bianca dopo lettera bianca, insieme al rumore di tasti che battono uno dopo l’altro, inesorabili:
Sei stato fregato, Aleksander.
Si apre l’immagine, prima sfocata, poi sempre più nitida: dai un’occhiata in giro, è l’unica cosa che puoi fare. Giri la testa, intorno ci sono uomini in giacca e cravatta che ti osservano. Sembrano aspettare una qualche risposta da te. La stanza è molto luminosa e grande, un lungo tavolo si apre davanti a te, di lato le finestre danno su paesaggi lontani che non riesci a definire. Qualche pianta arreda quello che sembra essere un ufficio di un posto molto importante. Mentre giri la testa, l’occhio ti cade sulla targhetta attaccata al taschino della tua giacca. La leggi:
Aleksander Čeferin, Presidente UEFA
Proprio mentre realizzi la tua identità, la stanza improvvisamente cala nel buio più totale: le tapparelle si abbassano. Il proiettore spara un riquadro bianco sulla parete in fondo alla stanza. Tutti si girano verso quella finestra sul nulla, che trasmette candore ma che nasconde insidie: lo senti. E infatti eccola, l’immagine che spiega tutto: il motivo per cui sei lì, gli sguardi interrogativi, il peso di quella targhetta sul taschino della giacca.
Sul muro di una delle tante stanze degli uffici UEFA appare la home di un sito:
Tutto diventa improvvisamente chiaro: sei Aleksander Čeferin ed è appena andato in scena uno dei più clamorosi golpe della storia del calcio. Fine dell’intro: comincia il gioco.