Non è una cosa da poco chiamare i New England Patriots perdenti, loro che negli ultimi diciassette anni hanno dominato in modo così spudorato, arrogante e competente la NFL. Si sente nelle reazioni degli Americani alla vittoria dei Philadelphia Eagles nel Super Bowl 52 uno Schadenfreude particolare, forse meritato dai Patriots, una franchigia fiera di essersi costruita un’immagine a metà strada tra un banale bullo e il mitologico Golia (solo che, appunto, un Golia che di solito non perde). Molti tra quelli che non hanno intenzione di celebrare gli Eagles o la partita stupenda giocata ieri notte gioiranno quanto meno della sconfitta dei Patriots, sarà un po’ meschino ma, appunto, fa parte dell’ordine delle cose.
Questa è la gif che ha girato di più a fine della partita. L’aquila non ama Trump, mentre Tom Brady e Bill Belichick sono suoi sostenitori.
Parte dell’America invece celebra gli Eagles, gli underdogs, Davide che almeno stavolta ha sconfitto la bestia che terrorizza il villaggio della NFL. Nick Foles, il quarterback di scorta degli Eagles, diventato titolare per l’infortunio del golden boy Carson Wentz, ha giocato la partita della vita: con 373 yards, 3 touchdown, più uno ricevuto nell’azione più simbolica del coraggio di questa squadra giovane e affamata.
Al 4th down prima della fine primo tempo, gli Eagles s’inventano questo trucco magico.
La stagione di Nick Foles era cominciata solo alla 15a giornata, dopo la rottura del crociato di Wentz, che aveva fatto una stagione da MVP fino a quella partita contro i Rams. A quel punto nessuno avrebbe scommesso un soldo sugli Eagles.
Qui Robert de Niro in "Il Lato Positivo" (2012) se la prende con Jennifer Lawrence per la sfiga della sua squadra, gli Eagles per l'appunto.
Anche dopo aver contribuito alla vittoria sugli Atlanta Falcons e i Minnesota Vikings nelle due partite precedenti dei playoffs, Foles era stato accolto prima di ieri con un po’ di snobismo, come se una partita come il Super Bowl avrebbe potuto rivelare la sua inadeguatezza a questi livelli, a maggior ragione se confrontato con Tom Brady, il più forte di sempre. Partito da sfavorito, l’attacco degli Eagles è invece riuscito a rovinare una difesa dei Patriots che sembrava impreparata, un paradosso per una squadra che fa della preparazione e del mantra “Do Your Job” le proprie raison d’être. La strategia offensiva degli Eagles è stata quella di tenere in campo la difesa dei Patriots il più tempo possibile, servendosi di giocate corte. Il successo di Foles nel convertire i terzi down (10/16) dall’inizio alla fine della partita sembra aver demoralizzato i difensori dei Patriots.
Questo passaggio di poco più di due yards riuscito al 4° down è il tipo di azione che stordisce una difesa, e galvanizza un attacco.
Gli Eagles sono anche riusciti ad alternare tra le corse e i passaggi giocate chiamate Run-Pass Option (RPO), nelle quali il quarterback piazza i suoi giocatori in modo da poter avere le due opzioni anche dopo che la palla sia stata messa in gioco. Il primo touchdown della partita, un passaggio di 34 yards a Alshon Jeffery, è arrivato tramite un’azione nella quale gli Eagles fingono di correre con LaGarrette Blount, per poi passarla direttamente a Alshon Jeffery nella meta avversaria.
Una “play-action” pass da manuale. La difesa si prepara per una corsa, lasciando il ricevitore Jeffery in una situazione di 1-v-1 con Eric Rowe.
Gli attacchi degli Eagles e dei Patriots, guidati da Foles e Brady, hanno fatto a gara in uno scambio folle, segnando entrambe il record di yards in tutta la storia della NFL (1152). Brady è riuscito a passare per un totale di 505 yards—record in un Super Bowl—pur senza Brandin Cooks dall’inizio del 2° quarto.
Brandin Cooks non vede arrivare Malcom Jenkins. I caschi si colpiscono, un’azione in teoria vietata nella NFL. Cooks esce con una commozione cerebrale.
Brady ci è riuscito anche perché ha Rob Gronkowski, il tight end più forte della storia, un rullo compressore fortissimo a ricevere palla quando Brady deve inventarsi giocate importanti. Indietro di 10 punti all’inizio del secondo tempo, i due si sono trovati quattro volte in meno di tre minuti, in un drive da manuale per i Patriots.
Questi quattro passaggi dimostrano tutta la qualità tecnica e fisica di Gronkowski, e l’abilità di Brady a inventare passaggi anche quando il ricevitore è circondato da difensori.
Brady e Gronkowski si sono trovati un’ultima volta per un touchdown nel 4° quarto, quando i Patriots sono passati avanti, e magari pensavano di avere la partita in mano.
Brady prima dell’inizio dell’azione manda Amendola (n°80, in basso) attraverso la linea e vede che è seguito, e quindi che gli Eagles difendono a uomo. Non ci vuole di più per decidere di passarla a Gronkowski, che in situazioni di 1-v-1 è imprendibile.
Con poco più di nove minuti rimasti nella partita, e indietro nel punteggio dopo l’ultimo touchdown dei Patriots, gli Eagles non si sono lasciati prendere dal panico. Foles ha impiegato sette minuti per portare la palla al limite della meta avversaria, segnando poi un touchdown con un passaggio al suo tight end Zach Ertz. Gli arbitri ci hanno messo un po’ a convalidarlo dopo aver riguardato l’azione per minuti interminabili, anche perché da regolamento non è molto chiaro cosa sia o non sia in NFL un passaggio completato.
Quando Ertz si butta nella meta dei Patriots, è un ricevitore che sta controllando la palla o un corridore? Queste distinzioni sono importanti: in un’azione simile due mesi fa—sempre in una partita dei Patriots—gli arbitri video non avevano convalidato il touchdown.
A quel punto, con più di due minuti—un’eternità nel football americano—per segnare un touchdown, nessuno dubitava di Brady. Anzi, il contrario sarebbe stato sorprendente, considerando quante volte aveva condotto comeback vincenti nelle ultime azioni di partite di playoffs.
“Ho già visto questo film”, ha detto il commentatore della NBC, Al Michaels.
Invece lo sceneggiatore di questo Superbowl ha scritto un colpo di scena inaspettato: al minuto 2:21 del 4° quarto, lo strip sack di Brandon Graham su Brady ha scritto la parola fine sulla partita.
La mano sinistra di Brandon Graham arriva a togliere la palla da Brady appena prima del passaggio. Brady rimane seduto un momento a pensarci.
Prima di quel fumble, Brady aveva fatto la partita perfetta: aveva battuto il record di Kurt Warner di yards in un Super Bowl, e segnato 3 touchdown. Se i Patriots fossero riusciti a vincere, la cosa avrebbe cambiato poco lo statuto di Brady come migliore giocatore della storia, il GOAT, titolo accettato unanimemente dopo il comeback di 25 punti nel Super Bowl dell’anno scorso contro i Falcons. In quell'ultimo drive contro gli Eagles, avrebbe semplicemente aggiunto un tassello di più alla sua leggenda, e non avrebbe sorpreso nessuno.
E invece, l’ultima azione della partita è stata un passaggio di più di 50 yards tentato da Brady direttamente nella meta avversaria, per Gronkowski.
Un’azione del genere gli americani la chiamano “Hail Mary”, Ave Maria perché equivale a una preghiera. La butti dentro e speri che succeda un miracolo.
Gli Eagles, concentrati fino all’ultimo, l’hanno difesa bene e sono riusciti a vincere un Super Bowl per la prima volta della loro storia. Per sconfiggere i Patriots, ci voleva la partita perfetta e l’attacco degli Eagles, guidato dal sorprendente Nick Foles e da Doug Pedersen, un allenatore solo al secondo anno in NFL, ha portato in campo una strategia ideale. Così, Philadelphia città ha festeggiato la sua terza vittoria finale in 35 anni di sport americano, dopo il titolo NBA dei 76ers nel 1983 e quello di MLB per i Phillies nel 2008.
Prima delle partite dei playoffs quest’anno, la polizia di Phialdephia aveva fatto mettere sui pali della luce grasso lubrificante, per impedire ai tifosi degli Eagles di arrampicarcisi sopra.
Lubrificante o meno, nessuno impedirà a questo particolare tifoso di salire sul semaforo scelto.
I tifosi degli Eagles sono noti come i meno sobri di America, e giustamente hanno celebrato la vittoria da underdogs, tutta la notte, godendosi una festa meritata dopo una delle partite più belle della storia che ha messo in mostra tutta la spettacolarità, la creatività tattica e l’imprevedibilità del football americano.