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Il Super Bowl che ha consegnato Mahomes alla storia
04 feb 2020
04 feb 2020
La vittoria dei Kansas City Chiefs è stata un miracolo sportivo.
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6 min
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Quando domenica notte ho spento la TV, il mio primo pensiero è stato “Se qualcuno ora mi chiedesse come ha fatto Kansas City a vincere partita e titolo, non saprei davvero come rispondere”. È chiaro che gli eroismi di Mahomes nel quarto periodo e i vuoti nel gameplan offensivo dei Niners hanno avuto un loro peso; tuttavia, nei quarti centrali della partita i Chiefs sono stati davvero in balia di San Francisco, pur non andando mai sotto due touchdown di svantaggio.

Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine e capire come i Chiefs abbiano letteralmente strappato dalle mani dei Niners il Lombardi trophy.

Dalla parte sbagliata del miracolo

Nella storia del Super Bowl, solo tre squadre sono riuscite a vincere dopo aver rimontato un vantaggio in doppia cifra nel quarto quarto. In due di questi casi, Shanahan era coach della squadra perdente.

Chiaro, il famigerato 28-3 con cui i Falcons stavano strapazzando i Patriots tre anni fa rimane imbattibile, ma anche la partita di domenica sera tormenterà a lungo l’ex offensive coordinator di Atlanta. Con 12 minuti scarsi da giocare, San Francisco è entrata in campo con 10 punti di vantaggio, pronta ad aggiungerne altri dopo il secondo intercetto di giornata di Mahomes.

In questo drive si vede un’azione che ha portato benefici all’attacco di San Francisco ma che, con lo scorrere della partita, è sparito progressivamente dal game plan: la play action.

Garoppolo ha lanciato per 123 yard con soli due incompleti (12/14) per un 127 di passer rating. È il suo “pane e burro”, visto che l’ex QB dei Patriots ha usato la play action nel 64% dei suoi dropback (ovvero quando ha avuto occasione di lanciare). Dopo un passaggio deviato da Chris Jones alla linea di scrimmage (Jones ha giocato una eccellente partita), ecco il 3&out di San Francisco, con Kansas City che decide di portare pressione su Garoppolo, costretto allo scramble per poche yard.

I due quarterback hanno giocato due partite opposte quando hanno dovuto affrontare la pressione avversaria. Mahomes ha risposto presente, nonostante sia dovuto sfuggire alle grinfie dei defensive linemen avversari in ben 20 dropback su 49: in questa situazione, però, ha avuto una media di 7 yard per passaggio, più del doppio della media stagionale NFL. Al contrario, Jimmy G ha completato solo un passaggio su 9, come riportato da Pro Football Focus.

Anche nel primo tempo, Garoppolo è rimasto vittima della pressione dei Chiefs, che ha prodotto uno sciagurato intercetto.

Clarkcon una swim move supera la guardia destra, Person, costringendo Garoppolo ad avanzare. La pressione dell’altro tackle, Pennell, è decisiva, con Garoppolo che butta per aria il pallone ad occhi chiusi, facendolo finire tra le mani di Bashaud Breeland.

Rapido fast forward. Dopo il drive del meno 3 per i Chiefs, di cui parleremo tra poco, i Niners hanno affrontato un altro terzo down da dentro o fuori, a cui Steve Spagnuolo ha risposto con un blitz molto ben disegnato.

Tanoh Kpassagnon, defensive end, è posizionato come 1-tech, cioè di fronte alla spalla (sinistra, in questo caso) del centro, il numero 63. Una volta partito lo snap, il numero 92 si sposta verso destra per permettere a Ben Niemann, linebacker dei Chiefs, di riempire il suo spazio gettandosi nell’A gap, cioè lo spazio della linea offensiva tra il centro e la guardia. Il tutto mentre Sorensen, numero 49, linebacker, va di blitz, costringendo il running back a spendersi in protezione. In questo modo, però, il lato sinistro della linea dei 49ers è in inferiorità numerica, quattro contro tre: ecco perché si parla di overload blitz, cioè in cui i difensori portati a “blitzare” sono in superiorità numerica rispetto ai bloccanti.

L’ultimo drive della squadra di Shanahan prometteva meglio, dopo due guadagni in doppia cifra via corsa, con Mostert, e passaggio, grazie a Kendrick Bourne. La difesa dei Chiefs, però, è salita di nuovo in cattedra, con un altro passaggio deviato da Chris Jones e un quasi intercetto di Fuller. In questo caso, Garoppolo vuole premiare la slant di Bourne, a cui viene lasciato l’interno del campo. La mossa era però voluta, visto che il suo diretto marcatore poteva contare sull’aiuto a fondocampo della safety, che non aspettava altro che mettere le mani sul pallone.

Sul down successivo, invece, Garoppolo mette troppa forza nel braccio quando cerca Sanders sul profondo; raddoppiato dai Chiefs, il numero 17 passa alle spalle della difesa ed è in ottima posizione per ricevere: peccato che il pallone sia lungo di almeno un paio di metri. Sul quarto down, il sack dei Chiefs è il preludio al trionfo.

Mahomes is inevitable

«Bisogna fare i conti con Mahomes» recitava un tweet ieri sera, mentre il quarterback dei Chiefs interpretava a suo modo il meme di Undertaker che esce dalla bara e metteva la freccia superando i 49ers.

Abbiamo visto varie volte i Chiefs partire lenti nel primo tempo e poi scatenarsi nel secondo, ma la partenza di Mahomes è stata davvero negativa per gli standard a cui ci ha abituato. Poi, a metà quarto quarto, su un 3&15 che sapeva di “ora o mai più”, ecco la bomba da 44 yard per Tyreek Hill che si infila nella zona della difesa di San Francisco, piuttosto morbida. Il drive termina col touchdown di Kelce, con Mahomes che ormai ha preso ritmo.

Il successivo drive offensivo dei Chiefs è uguale a tanti che abbiamo visto durante la stagione. L’ex Texas Tech completa un paio di passaggi chiave nonostante la pressione avversaria.

Bosa supera ancora una volta il left tackle Fisher, si avventa su Mahomes che però è bravo a sgusciare via e a lanciare una freccia per Kelce: primo down.

In quest’azione invece i Niners portano un blitz con un defensive back, lo slot corner K’Waun Williams. L’azione viene però fermata bene da Damien Williams, il running back, che offre al suo QB tempo sufficiente per lanciare. Il resto lo fa Watkins, superando Sherman in uno contro uno per un guadagno di 38 yard.

Per una volta, Mahomes è sembrato davvero umano. La difesa dei Niners ha fatto un lavoro egregio mettendogli pressione, e in generale è riuscita a contenere benissimo due playmaker come Hill e Hardman togliendo loro il fondo del campo. La partita da 5 ricezioni per 98 yard di Sammy Watkins, autore di una stagione deludente, ne è la prova.

Lo stesso Mahomes ci ha messo del suo, comunque, quando ha lanciato due intercetti banali, soprattutto il primo.

I Niners stanno difendendo a zona proprio per impedire a Hill di batterli sul lungo. Warner scala in coverage e si trova esattamente davanti ad Hill. Mahomes gli regala il pallone tra le mani, aspettandosi forse che il suo ricevitore tagliasse e sbucasse alle spalle del linebacker. Sono comunque supposizioni: l’unica cosa certa è che la lettura è banale per uno come Mahomes, e il suo passaggio è forzato.

Il secondo intercetto, invece, è più classico. Il pallone era molto indietro rispetto alla traccia corsa da Hill, che può solo toccarlo con la punta delle dita: il rimbalzo favorisce poi la difesa di San Francisco.

L’ultimo quarto è stata un po’ la sublimazione della stagione e della giovane carriera di Mahomes, a cui ormai abbiamo visto fare di tutto con una apparente facilità che testimonia come siamo davanti ad un grandissimo del gioco.

La vittoria di ieri è arrivata in condizioni insperate; a metà quarto quarto, i Niners avevano una probabilità di vittoria del 96%, secondo ESPN Stats & Info, ma Shanahan, contrariamente a quanto fatto tre anni fa contro Atlanta, ha deciso di lasciare il pedale dal gas, abbandonando le corse che lo avevano portato fin lì e anche la play action, con cui Garoppolo aveva aperto la difesa dei Chiefs fino a quel momento.

La responsabilità del coaching staff di San Francisco in questa sconfitta è evidente, ma sono soprattutto partite come questa che consegnano i grandi giocatori alla storia. Patrick Mahomes ne è l’ultimo esempio.

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