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Pietro Cabrio
Stella Rossa… chi?
18 ago 2016
18 ago 2016
A dispetto della sua storia, la Stella Rossa che affronta il Sassuolo è una delle più anonime degli ultimi anni.
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Pietro Cabrio
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2010, eliminata al terzo turno preliminare dallo Slovan Bratislava. 2011, fuori ai playoff dopo una sconfitta complessiva di 6 a 1 contro il Rennes. 2012, eliminata ai playoff dal Bordeaux. 2013, fuori al terzo turno preliminare contro il Chornomorets Odessa. 2014, esclusa da tutte le competizioni UEFA per aver violato il Fair Play Finanziario. 2015, fuori al primo turno, eliminata dai kazaki del Kairat Almaty dopo aver perso sia in casa che in trasferta. Le partecipazioni della Stella Rossa alle ultime cinque edizioni di Europa League sono state un disastro: qualche sconfitta onorevole e mai un risultato positivo, nemmeno quando qualcuno dei sette allenatori che hanno allenato la Stella Rossa dal 2010 ad oggi aveva la possibilità di mandare in campo una squadra tutto sommato discreta.

 

 



 

Quest’anno, se possibile, la Stella Rossa arriva a giocarsi l’accesso ai gironi di Europa League con la squadra più anonima degli ultimi anni. E lo fa dopo che nella scorsa stagione ha demolito il campionato serbo, concluso con 84 punti, 28 in più del Partizan, con zero partite perse e con una differenza reti di +63. È prima anche nella stagione appena iniziata, con quattro vittorie su cinque partite.

 

Ma per come si presenta oggi la Superliga serba, questi risultati contano poco. FIFpro, il sindacato internazionale dei calciatori, da qualche anno si sta interessando alla brutta situazione in cui si trova la maggior parte dei club della Superliga e qualche mese fa ha vivamente sconsigliato ai calciatori stranieri di firmare contratti con i club serbi, in quanto potrebbe non essere garantito loro un regolare stipendio. Il campionato serbo è un torneo in cui le squadre fuori Belgrado segnano con il pennarello i palloni usati nelle partite. E parliamo teoricamente di squadre semi-professioniste.

 




 

Anche la Stella Rossa è piena di problemi. Da anni accumula debiti su debiti (che si stimano essere superiori ai 30 milioni, un’enormità per una squadra serba) ed è tenuta in piedi dal governo, rappresentato all’interno della società dal comune di Belgrado, e dalla sponsorizzazione caritatevole da 4.5 milioni all’anno di Gazprom. La situazione debitoria è lo specchio della dirigenza, i cui membri cambiano in continuazione lasciando dietro di sé più problemi che altro. Il danno maggiore è stato fatto al settore giovanile, che fino a vent’anni fa era il più grande ed efficiente dei Balcani, e che oggi invece fatica a tenere il passo di quello del Partizan, che nel tempo è diventato il più importante del paese.

 

Solo nel 2014 la Stella Rossa è riuscita a interrompere la serie di sei campionati di fila vinti dal Partizan, e l’anno scorso è riuscita ad approfittare della stagione più brutta disputata dai rivali negli ultimi dieci anni. Dal 2008 a al 2013, però, è stata la Stella Rossa ad aver passato il periodo più difficile della sua storia, per via dei problemi citati. Ora si è sistemata, ma solo apparentemente, e se nei prossimi anni i club serbi non dovessero essere privatizzati una volta per tutte, la Stella Rossa potrebbe ritrovarsi tranquillamente nella stessa situazione di tre anni fa.

 

 



 

Dopo che sono andati via tutti i membri della nazionale serba under 20 campione del mondo nel 2015, la Stella Rossa è rimasta con una rosa scoperta un po’ dappertutto ed è dovuta ricorrere al mercato, con tutti i suoi limiti. L’estate scorsa è andato via il portiere Predrag Rajkovic, venduto al Maccabi Tel Aviv, subito sostituito dall’esperto Damir Kahriman, arrivato a Belgrado l’anno precedente. A gennaio poi se ne sono andati anche gli ultimi tre giovani più promettenti rimasti alla Stella Rossa: Luka Jovic, centravanti 18enne, lo ha comprato il Benfica; Vukasin Jovanovic, l’unico difensore di qualità della rosa, è andato in Russia, allo Zenit. Marko Grujic, un vero e proprio centrocampista

, è stato comprato dal Liverpool a gennaio ma ha potuto finire la stagione in Serbia, e per la Stella Rossa è stato un giocatore indispensabile fino all’ultima partita. Qualche settimana fa invece, ha lasciato Belgrado l’altro grande protagonista della passata stagione, ovvero il terzino argentino Luis Ibanez, cresciuto nel Boca Juniors e da otto anni in Europa. A Belgrado Ibanez ha ripreso la strada lasciata qualche anno fa alla Dinamo Zagabria, quando sembrava pronto per un campionato più importante. È stato comprato dal Trabzonspor e il suo posto a sinistra è stato coperto da Mihailo Ristic, 20 anni, l’unico giovane veramente promettente della rosa titolare della Stella Rossa.

 




 

Per il resto la squadra è la stessa dell’anno scorso, solo con qualche nome nuovo in più di scarsa rilevanza. La difesa, che sia a tre o a quattro, è di gran lunga il punto debole della squadra. Ristic ha molte qualità ma fra queste non c’è ancora la fase difensiva, in cui risulta spesso inconsistente. Al contrario, quando supera la metà campo può diventare pericoloso, perché è veloce, crea spazi nella difesa avversaria e possiede un ottimo tiro a incrociare. L’altro terzino titolare (in campionato, ma fino ad ora non in Europa) è il 23enne Marko Petkovic, che qualche anno fa era uno dei giovani serbi più promettenti nel suo ruolo. Nel 2014 però si è rotto il legamento crociato e ha saltato praticamente una stagione intera, probabilmente nel miglior periodo della sua carriera. Dall’anno scorso è di nuovo titolare ma non è non ancora tornato ai livelli precedenti all’infortunio: rimane comunque uno dei giocatori con più margini di crescita della Stella Rossa, che ha nella corsa, nella tecnica e nella visione di gioco le sue doti migliori. I centrali, Damien Le Tallec, Thomas Fibel e l’ex Udinese Aleksandar Lukovic, sono invece tutti molto alti e forti fisicamente ma con diverse difficoltà a gestire il pallone sotto pressione e a uscire in maniera pulita dalla propria area di rigore: anche nelle partite di campionato si vedono soprattutto lanci lunghi.

 

Il vuoto incolmabile lasciato da Grujic a centrocampo lo sta riempendo in qualche modo Marko Poletanovic, arrivato in prestito dal Gent lo scorso giugno. Poletanovic è molto veloce con la palla fra i piedi e abile nel rubare palla, ma alcune volte capita che si prenda delle pause durante il gioco. Il reparto offensivo della squadra è quello con più qualità, ma è allo stesso tempo imprevedibile, per le caratteristiche dei giocatori e per il modo in cui viene messo in campo.

 

 



 

Miodrag Bozovic, allenatore montenegrino da un anno alla Stella Rossa, non sembra avere infatti le idee chiarissime. Nei preliminari di Champions League ha mandato in campo sempre una formazione diversa. Contro La Valletta, all'andata, ha schierato un 5-3-2 piuttosto difensivo, mentre al ritorno ha impostato un 3-4-3 con il centrocampo a rombo. I maltesi sono stati sì sconfitti 2 a 1 sia all’andata che al ritorno, ma i serbi hanno faticato molto di più di quello che ci si poteva aspettare. In campionato, invece, il modulo preferito è il 4-2-3-1.

 

In questo momento i giocatori indispensabili per la Stella Rossa sono il portoghese Hugo Vieira, miglior giocatore offensivo dello scorso campionato, e l’ala serba Aleksandar Katai. I due sono giocatori molto duttili tatticamente e probabilmente gli unici che tecnicamente potrebbero reggere l'impatto di un campionato europeo di prima fascia. Vieira, infatti, può giocare sia da prima che da seconda punta, mentre Katai è ancora più polifunzionale: Bozovic lo ha fatto giocare ala, trequartista, prima e seconda punta. Vieira e Katai hanno segnato complessivamente più dei due terzi di tutti i gol della Stella Rossa.

 

Ma al di là delle individualità, è da un punto di vista di organizzazione collettiva che la Stella Rossa sembra non riuscire a superare gli inevitabili gap tecnici. Già dall’eliminazione dal terzo turno preliminare di Champions League contro il Ludogorets, ad esempio, il Sassuolo potrebbe trarre degli spunti per mettere in difficoltà la squadra serba. La difesa della Stella Rossa, infatti, resta in apnea per quasi tutta la durata della partita e va in grossa difficoltà se pressata da attaccanti veloci e tecnici, come lo sono Defrel e Berardi. Anche il reparto offensivo, che come già detto è sicuramente il reparto più qualitativo della squadra, in realtà non è mai stato messo alla prova contro una squadra organizzata e intensa come il Sassuolo.

 



 

Qui sopra c’è la foto della formazione della Stella Rossa scesa in campo a Malta nel secondo turno preliminare di Champions League. È una foto storica, perché per la prima volta in una partita ufficiale la Stella Rossa ha mandato in campo più giocatori stranieri che serbi. Da una parte può rappresentare una prima, difficoltosa apertura nei confronti dell'esterno del campionato serbo, fino ad adesso non sempre accogliente nei confronti dei giocatori stranieri, soprattutto sudamericani e africani. Dall’altro, però, dimostra come la catena un tempo indissolubile che legava le giovanili alla prima squadra si sia deteriorata, tanto da costringere la società a comprare dall'estero giocatori economici ma di minore prospettiva rispetto ai talenti sfornati dalla primavera. La vecchia Stella Rossa, quella povera ma affascinante, che andava a giocarsi i preliminari di Champions League contro il Milan schierando Dusan Basta, Dejan Milovanovic e Nikola Žigić, non esiste quasi più. Il Sassuolo può aproffittarne.

 

 

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