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Foto di Marco Bertorello / AFP / Getty Images
Calcio Alfredo Giacobbe 8 ottobre 2018 8'

Cosa ci dicono le statistiche su questo inizio di campionato

Un primo punto sulla Serie A 2018/19 con l’aiuto degli Expected Goals.

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Da quest’anno potete consultare i nostri Expected Goals in questa pagina, aggiornati settimana dopo settimana.

 

Otto giornate costituiscono un buon viatico per fare le prime considerazioni sui rapporti di forza tra le squadre del campionato di Serie A. Gli effetti del calendario sono ancora forti, ma iniziano a manifestarsi dei trend significativi, soprattutto in statistiche precoci come gli Expected Goals. Per cominciare al meglio la stagione ci siamo concentrati su quello che succede in cima alla classifica, sui cambiamenti di Napoli e Juve, sulla crescita dell’Inter e sulle possibilità di due squadre ancora contraddittorie come Roma e Milan. (Tutte le considerazioni che seguono, come al solito, sono fatte al netto dei rigori assegnati, trasformati o meno: il nostro modello di xG non ne tiene conto).

 

Fig-1-1

Il grafico delle prestazioni raccontate dagli Expected Goals. Più a destra ci si sposta, più è produttivo l’attacco. Più in alto si va, più è efficace la difesa.

 

Molte buone notizie per il Napoli (tranne una)

Il cambiamento di stile del Napoli di Ancelotti, rispetto a quello di Sarri, è già riflesso nei numeri. Il Napoli attuale non cerca ossessivamente il controllo della palla come faceva in precedenza: la media di possesso è scesa dal 64% della scorsa stagione al 54%; e spende più tempo nell’impostare l’azione piuttosto che nel rifinirla: il numero di tocchi palla nell’ultimo terzo di campo è sceso del 10%.

 

Ma anche: distribuisce meglio il gioco sul campo sui due fronti, non polarizza più il gioco sulla fascia sinistra, e utilizza più spesso il lancio lungo: il Napoli ora gioca passaggi lunghi per il 10% del totale, l’anno scorso erano il 7%.

 

Senza palla, il Napoli è meno aggressivo nell’azione di recupero, e infatti ha riconquistato palla 18,9 volte a partita nella metà campo avversaria, meno rispetto alle 21,7 dello scorso anno, ma si mantiene costantemente alta sul campo: l’altezza media dei recuperi non è variata. Questo nuovo atteggiamento permette al Napoli di mantenere meglio le distanze ed essere più efficace nell’azione difensiva: sono aumentati sia gli intercetti, passati da 9 a 10,6 in media per partita, sia i tackle, ora 18,3 a partita rispetto ai 15,8 della scorsa stagione.

 

In termini di prestazioni offensive, il Napoli sembra averne guadagnato dal cambio manageriale, almeno stando a questi primi risultati. Ha incrementato della stessa quantità il numero di conclusioni e gli Expected Goals prodotti, che in questo momento ammontano a 1,92 xG a partita, contro gli 1,79 dello scorso anno.

 

6 – Il Napoli ha subito sei gol coi primi sei tiri nello specchio della porta subiti finora in questo inizio di campionato. Bersaglio.

— OptaPaolo (@OptaPaolo) September 2, 2018

 

L’unica piega negativa, una non da poco, è l’incremento delle occasioni di qualità concesse dal Napoli agli avversari. A fronte di un lieve aumento dei tiri concessi, la squadra di Ancelotti ha peggiorato di molto gli Expected Goals difensivi, passando da 0,73 xG a 1 xG concessi a partita. Ha anche pagato un po’ più di quanto meritasse, perché i gol subiti a partita, rigori esclusi, ammontano a 1,13.

 

La Juventus e Ronaldo possono fare meglio?

A prima vista, la Juventus sembra la solita corazzata imperforabile dal punto di vista difensivo, ulteriormente potenziata in attacco dall’arrivo di Cristiano Ronaldo.

 

8 – Questa è solo la sesta volta in cui una squadra ha vinto tutte le prime otto partite giocate in una stagione di Serie A (Juventus 1930/31, 1985/86, 2005/06 e 2018/19, Roma 2013/14 e Napoli 2017/18). Vetta. #UdineseJuve

— OptaPaolo (@OptaPaolo) October 6, 2018

 

In realtà la prima fase della proposizione non è così vera, per ora. La Juventus è peggiorata nelle statistiche difensive, sia per volumi (leggermente, passando da 8,3 tiri a partita agli attuali 9), che per qualità (gli xG subiti si sono alzati da 0,66 a 0,73 a partita).

 

Per ora la Juventus è riuscita a performare meglio della statistica, e come sempre in casi di “overperformance”, quando confermate nel lungo periodo, va ricordato che la qualità di una squadra (così come di un giocatore) si concretizza proprio in questi frangenti: la squadra di Allegri subisce gli stessi gol dello scorso anno (0,50 reti subite a partita), meno però di quanto la statistica si aspetterebbe. La Sampdoria al momento, con una partita in meno, ha subito meno gol di tutte le squadre del campionato (4: ma la squadra di Giampaolo è solo in ottava posizione per xG subiti in media su 90’ di gioco), ma è ovviamente la Juventus quella con il miglior dato statistico.

 

In attacco la situazione è differente: Cristiano Ronaldo trascina la Juventus in alto, con i suoi 7,7 xG prodotti fin qui. Viaggiava a una media di 1 xG generato ogni 90 minuti giocati, ma ha rallentato nell’ultimo turno contro l’Udinese, abbassando di poco la propria media, scendendo a 0,90 xG/p90. In ogni caso, il portoghese è ben lontano dagli inseguitori principali: Piatek (0,63 xG/p90) e Higuaín (0,62 xG/p90).

 

Come forse ve ne sarete accorti da soli semplicemente guardando gli highlights, Ronaldo non sta segnando secondo le attese, visto che al momento segna 0,47 reti ogni 90 minuti. Lo scorso anno, la partenza nella Liga di Cristiano Ronaldo è stata peggiore: nelle prime 8 giornate aveva accumulato 3,4 xG, segnando un solo gol. Eppure, alla fine del campionato, CR7 ha accumulato 23,4 xG e 23 gol, escludendo i rigori. Potrebbe essere semplicemente il modo in cui funziona Ronaldo.

 

Ma i benefici dell’innesto di Ronaldo sono già evidenti al di là dell’attuale (o sarebbe meglio dire eventuale?) difficoltà realizzativa del campione portoghese: dal 2015/16 la media realizzativa della Juventus è in costante ascesa e quest’anno è leggermente salita ancora, arrivando a 2,13 gol a partita, rispetto ai 2,05 dello scorso anno. Ed è ancora più sorprendente il livello degli Expected Goals, salito a 2,46 xG a partita: il valore più alto registrato nei 5 maggiori campionati europei negli ultimi 6 anni, pari solo al Barcellona 2015/16, che ha saputo però tenere questo livello fino alla fine della stagione.

 

Insomma, i numeri ci stanno dicendo che la Juventus sta segnando poco rispetto alle attese statistiche. Un paradosso, considerando che proprio la Juventus, insieme alla Lazio, la scorsa stagione erano stata una delle due sole squadre del campionato italiano a registrare una overperformance, segnando più gol degli Expected Goals.

 

L’Inter è una seria contendente?

Prima dell’ultima giornata, non era la Juventus a detenere lo scettro delle prestazioni difensive, ma l’Inter di Spalletti. La prestazione contro la SPAL, negativa in termini di Expected Goals, ha peggiorato le medie dei nerazzurri, che erano da primato nelle prime 7 giornate. Adesso l’Inter è quarta in campionato per la prestazione difensiva, dopo aver concesso agli avversari 0,95 xG a partita, ma è comunque riuscita a subire la stessa quantità di gol della Juventus, 0,50 a partita.

 

L’Inter ha concesso relativamente pochi tiri in generale (10,4, terza nel campionato), ma anche pochi tiri dall’interno della propria area di rigore (6,1, ancora terza). Ed è riuscita a ostacolare un tiro agli avversari nonostante abbia concesso loro un discreto numero di ingressi in area: è settima in campionato per numero di tocchi palla concessi nei propri sedici metri.

 

#SPALInter #SPAINT #SkySerieA @spalferrara @Inter pic.twitter.com/Gt0yPRTkIR

— Alfredo Giacobbe (@la_maledetta) October 8, 2018

 

L’unica spia che potrebbe preoccupare gli interisti riguardo alla tenuta della propria difesa riguarda le percentuali di tiri avversari convertiti in rete, che sono al momento piuttosto bassa. Le squadre affrontate dall’Inter hanno convertito rispettivamente il 4,8% e il 14,8% dei tiri totali e dei tiri nello specchio che i nerazzurri hanno concesso loro: in campionato solo la Samp concede agli avversari percentuali peggiori dei nerazzurri.

 

In questo momento solo il 9,4% dei tiri totali subiti, e il 31% dei tiri che hanno colpito lo specchio della porta di Handanovic, sono stati convertiti in rete. Cioè: è vero che l’Inter ha concesso poco, ma ha comunque incontrato finora attaccanti poco ispirati. Come detto all’inizio, siamo in un momento della stagione in cui il calendario ha ancora una forte influenza (al momento la squadra di Spalletti ha incontrato solo due squadre tra le prime 10 in classifica per xG prodotti: il Sassuolo, ottavo, e la Fiorentina decima, e se volete considerate anche il Torino undicesimo).

 

Le vere note dolenti però riguardano l’attacco: l’Inter è la settima squadra del campionato per Expected Goals prodotti, solo 1,40 xG a partita. E tira anche poco, rispetto alle squadre delle primissime posizioni di classifica: ha il settimo volume di tiro della Serie A.

 

Se si guarda più in dettaglio alle zone di tiro, si scopre che l’Inter è la quinta squadra del campionato per numero di tiri presi dall’interno dell’area di rigore (9,3 conclusioni a partita, dietro a Roma e Juventus). Ma è anche la sedicesima squadra per numero di tiri dall’interno dell’area di porta: solo Udinese, Samp, Genoa e Bologna fanno peggio. Il che significa che gli attaccanti interisti falliscono nelle scelte, preferiscono arrivare al tiro il prima possibile piuttosto che avvicinarsi alla porta.

 

Fig-21

Le prestazioni dell’Inter, rappresentata in nero dalla differenza delle reti attese, confrontata con i risultati, rappresentati in verde dalla differenza dei gol fatti e subiti.

 

Nel lungo periodo, Spalletti da quando è all’Inter sta migliorando lentamente le performance della sua squadra, basti guardare la linea di tendenza tratteggiata in nero. L’inizio di questo campionato è stato su un livello di prestazione superiore rispetto alla partenza della scorsa stagione, ma poi è peggiorato.

 

La domanda vera, però, è se l’Inter riuscirà mai a saltare sopra il livello attuale e a mantenerlo con continuità. Il derby con il Milan, che li attende alla ripresa del campionato, fornirà una risposta immediata anche se parziale.

 

Roma e Milan possono rientrare nel gruppo di testa?

La Roma ha lo stesso problema dell’avvio della scorsa stagione, ovvero un attacco da prima classe e una difesa tutt’altro che a tenuta stagna. I giallorossi hanno una media di 1,95 Expected Goals prodotti a partita, in Serie A sono secondi solo alla Juventus, e in pratica pareggiano la prestazione del Liverpool in Premier League, una squadra con uno dei migliori attacchi del mondo.

 

Difensivamente, però, la Roma ha la decima prestazione del campionato, con una media di 1,27 xG concessi a partita. È una media più alta di quella della fine dello scorso campionato, quando la Roma chiuse quinta per via degli xG concessi (1 a partita). Ma va aggiunto che anche nelle prime otto giornate della stagione 2017/18 la Roma era egualmente decima per xG concessi, con una media di 1,21 a partita: le speranze di rientro della Roma nel gruppo di testa sono legate al miglioramento di questi numeri, e in questo senso, forse, le 3 reti inviolate nelle ultime 4 gare sono il segnale di un cambiamento.

 

Il Milan, dal punto di vista statistico, è un buon “all arounder”: cioè ha ottimi numeri in tutti gli indicatori. È terzo sia per la performance offensiva (1,90 xG a partita, dietro alla Juventus e alla Roma), sia per la prestazione difensiva (0,89 xG a partita, dietro all’Inter e alla Juventus, con una partita da recuperare). È secondo per tiri totali effettuati, terzo per tiri messi nello specchio, ancora quarto per tiri concessi.

 

Il problema del Milan, semmai, è l’incapacità di contestare il tiro agli avversari. I rossoneri sono decimi per il numero di tiri bloccati agli avversari e le percentuali realizzative delle squadre che li hanno affrontati sono piuttosto alte: attualmente l’11% dei tiri totali avversari, e il 41% di quelli messi nello specchio di Donnarumma, viene convertito in rete.

 

Probabilmente il Milan sta lavorando bene di reparto, ma sta mancando nelle scelte dei singoli. Se l’attenzione difensiva dovesse migliorare, il Milan potrebbe scalare posizioni di classifica piuttosto in fretta.

 

Tags : interjuventusmilannapoliroma

Alfredo Giacobbe è nato a Napoli, dove vive e lavora. Ingegnere come Manuel Pellegrini, ha dipinto l’area tecnica attorno al suo divano.

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