
Sconfitta meritata 1-6 (ma siamo andati in vantaggio noi e a fine primo tempo eravamo 1-1).
Lunedì ore 21, quasi caldo, Tor di Quinto.
DANIELE
Non siamo mai stati la squadra ultima in classifica. Non siamo mai stati neanche tra le prime due o tre, ma ce la giocavamo con tutti e l'idea che ci fossero una manciata di squadre inferiori era una consolazione anche nei periodi peggiori. Tre anni fa conoscevo nome per nome la formazione della squadra prima in classifica del torneo di calcetto, ci fermavamo a guardarli quando giocavano dopo di noi e abbiamo vinto lo scontro diretto. La loro unica sconfitta nel girone quell'anno. Adesso devo accettare il fatto che la mia squadra rischia di perdere tutte le partite. Che gli avversari si dicano tra di loro cose ad alta voce tipo quelle che ieri diceva il portiere ai suoi compagni dopo un gol: “Voglio che ne fate sedici! Con cattiveria! Non ho ancora visto la cattiveria!”
FRANCESCO
Alla fine della partita, che non ho giocato perché ho ancora la caviglia gonfia, ho proposto ai ragazzi di ritirarci dal torneo. Abbiamo cominciato a parlare degli assenti. FC non risponde più ai messaggi, LD lavora sempre, anche LB. Allora ho aperto Facebook sul cellulare e ho scritto sulla pagina Aik Solna Summer Edition che ci ritiriamo: non era vero, ma volevo sentire come suonava. Gli assenti non hanno commentato, TL, che ha saltato l’ultima per un viaggio di piacere e che mi manca sempre quando è assente perché amo vederlo sfracellarsi a terra nei contrasti e poi rialzarsi e saltare l’uomo l’azione dopo, ha scritto “mi oppongo”, prendendosi due like da due che lunedì c’erano: il neo-padre, AL, e LC, che lunedì ha giocato la sua prima partita in questo torneo. L’assenza dal campo mi sta trasformando: ho portato otto lattine di Peroni al campo per festeggiare la vittoria, o il pareggio, le abbiamo bevute dopo il 6-1, ma dopo due volte che dicevo che le portavo e non le portavo, ho finalmente deciso che la squadra meritava lo sforzo e la tenerezza da parte mia.
DANIELE
Però posso provare a non tirare dieci volte a partita da metà campo. Adesso che ho un minimo di continuità ho una maggiore confidenza con la palla e ieri sera ho tirato in porta persino dalla nostra area di rigore, battendo la rimessa al posto del portiere. Ovviamente non ho segnato, ma almeno la palla è arrivata fino alla parte opposta del campo, uscendo dalle parti della bandierina. Gli avversari devono aver pensato che ero un coglione. Questo è successo il secondo tempo, però. Nel primo, finché siamo stati in partita, i miei tiri avevano senso. Il portiere loro ha dovuto persino fare qualche parata. Con un cross teso ma preciso, eravamo in vantaggio 1-0, ho trovato Stefanino in mezzo all'area ma ha calciato alto sopra la traversa.
FRANCESCO
Dividiamo in due la partita: ho seguito con attenzione il primo tempo, ho preso appunti, sembrava valesse la pena, stavamo in campo e mi sono innamorato del 4-2-1 con cui stiamo diventando più solidi in difesa (parlo dei primi tempi, i secondi crolliamo). Appunti: all’ingresso nel campo grande il portiere, GM, al ritorno dopo un incidente in moto e mesi di inattività: Io avevo capito calcetto. Non avevo capito un cazzo, io. Poi: Dani torna lento a destra. Si perde l’attaccante. Gran parata. Poi: Gol: ED la salva in difesa, ne salta due, la prende GDA che ne supera vari e poi arriva davanti e qualcuno la tocca e poi anche Stefanino tocca attaccato al portiere. Anche subito dopo l’azione non riesco a ricordare com’è andata precisamente. Poi Daniele non chiude, cross, gol in mezza rovesciata. È il pareggio, qui finisce la partita con tre bei tiri di Daniele. Nel secondo tempo abbiamo preso cinque gol.
DANIELE
In settimana sono stato dal barbiere, che in realtà è un parrucchiere unisex in cui ho sempre visto solo donne che mi è stato consigliato da un amico quando mi sono trasferito all'Esquilino. La parrucchiera che mi taglia i capelli mi parla appena, io non posso fare a meno di raccontare i cazzi miei e lei non commenta neanche quelli. Forse è solo stanca, la vedo sempre a fine giornata, ma a volte esco da lì con l'impressione di non piacerle come “tipo”. Mi sembra una persona che ragiona per “tipi”.
Guardandomi allo specchio ho pensato che sono un sentimentalista e so così poco che non venga dai miei sentimenti che farei prima a chiedere informazioni su di me a un perfetto sconosciuto.
FRANCESCO
Sono andato al campo senza molta voglia: se non ci fosse stato da scrivere il diario del torneo, sarei andato a vederli da infortunato? Forse una volta, poi basta. L’obbligo di presenza per una causa comune – due cause comuni confuse fra loro, il diario e la squadra – mi ha riportato sensazioni di prima che diventassi una persona solitaria e individualista: quando facevo gli scout e il catechismo. Ho sempre smesso volentieri le attività di gruppo perché in gruppo provo rabbia e frustrazione. Non è romanticismo, e non è un ideale politico: credo solamente di non essere stato cresciuto bene, di non saper entrare in relazioni significative con le persone. Andare al campo e non giocare è come una condanna ai servizi sociali, e mentre la sconto mi pare di diventare migliore. Stavolta, rispetto alla terza giornata, da bordo campo riesco a incitare ed esultare con una voce che non mi suona del tutto falsa. A fine partita, come un vero dirigente, sono andato dall’organizzatore a dire che avevo cronometrato tutto e che l’arbitro aveva fatto giocare 24 minuti e 22 minuti invece di 25 e 25. Mi sono guardato bene dal dirlo all’arbitro, e ho apprezzato il fatto che l’organizzatore non mi abbia rinfacciato il punteggio e quindi l’opportunità di quel risparmio di 4 minuti.
DANIELE
Non abbiamo giocato ancora due partite con gli stessi 7 giocatori in campo. Il capitano, FC, non si prende neanche la briga di scrivere se può venire oppure no. Forse ci manca lo spirito di squadra che avevamo gli anni passati.
Abbiamo provato a insistere con il 4-2-1 che all'inizio ci garantisce copertura ma dopo un po' il campo diventa troppo lungo.
FRANCESCO
Questo torneo è diventato una preoccupazione. Sabato sera siamo andati a vedere la finale di Champions con degli amici esperti di calcio, abbiamo occupato un’intera ala del pub, delimitata da due panche raccordate dallo sgabello mio e quello di Daniele, usato per impedire agli sconosciuti di rubarci i posti. È stata una serata meravigliosa, ma una persona che stimo ha fatto degli accenni a questa rubrica e io ho mostrato la caviglia gonfia e mi sono ritrovato in questo vicolo cieco: scriviamo di un torneo in cui forse arriveremo ultimi, e deludiamo il direttore di Ultimo Uomo perché la rubrica non ha molti lettori. Stamattina mi sono svegliato alle quattro e mezza con l’esofago bruciato dal reflusso (Martini, vino bianco): mi sono dovuto sedere dritto per far riscendere gli acidi nello stomaco, ho visto in diretta il secondo tempo di una partita NBA in cui la squadra per cui tifo ha perso e l’allenatore a metà tempo ha capito che se quella partita fuori casa la si doveva perdere tanto valeva far riposare i titolari così a lungo da vincere quella dopo, in casa, contro gli stessi avversari, per maggiore disponibilità di energie. Ho ammirato il rigore della scelta. Poi ho provato a dormire, poi sono salito sul tetto a fare la lavatrice e ora sono seduto in cortile nella brezza mattutina a scrivere la rubrica e mi controllo a ogni frase la caviglia per capire se posso tornare in campo: se salto la prossima smetto di andare.
DANIELE
PP non aveva mai giocato con noi e in generale non giocava da un mese, ha un figlio quattordicenne e non si era reso conto quando gli avevo chiesto di giocare che era un torneo. Giocava con gli occhiali e si è fatto male a un piede e a una spalla in due occasioni diverse. Ha fatto l'assist per il gol dell'1-0 di Stefanino. Dopo la doccia mi ha chiesto se il livello è sempre questo.
CF è uscito nel primo tempo per un dolore alla coscia, forse un crampo. Poi ha giocato stringendo i denti, in balia del centrocampo avversario come un naufrago tra le onde.
GDA anche ha avuto un crampo nel primo tempo, al polpaccio. Nel secondo si è limitato a contenere senza spingere per niente.
AL si è lamentato quando l'esterno sinistro, per la quarta o quinta volta, è rientrato sul destro ed è andato al tiro. GDA si è offeso e dice che non dobbiamo criticarci. Io ero finito in attacco su un contropiede immediatamente precedente e non avevo la forza di parlare. Ma l'azione dopo ho criticato GDA perché ha sbagliato uno stop. Subito dopo anche LC ha sbagliato uno stop in corsa abbastanza semplice. Sbagliamo quasi tutti gli stop. Quando siamo stanchi è praticamente impossibile giocare.
FRANCESCO
Abbiamo bisogno di tre venticinquenni per ripartire con più gambe nel secondo tempo (scrivere in pvt). L’ideale sarebbe trovarli con questa rubrica, così saprei perché la scrivo, e anche non tornando in campo fino alla fine, continuerei a scriverla come fosse un banner dell’Aik Solna con cui reclutiamo giocatori. I ragazzini contro cui ci affanniamo hanno cominciato a portare le fidanzate o le scopamiche alla partita: un tempo lo facevo anch’io. L’altro giorno su Facebook la fidanzata di CF ha detto che il suo piccolo alpino torna sempre a casa tristissimo dalle partite.
DANIELE
Sette anni fa una persona che mi conosceva pochissimo ha detto a Francesco che le sembravo un coglione. Francesco per qualche motivo me lo ha riferito e ogni tanto mi torna in mente quella cosa. In una litigata al telefono il direttore di Ultimo Uomo ha usato la stessa parola. Anche Francesco con un tono scherzoso mi ha dato spesso del coglione negli ultimi tempi e quando gliel'ho fatto notare sembrava stupito. A me non dispiace come cosa, a me interessa capire che tipo di coglione sono.
Il commentatore “buh” dello scorso pezzo mi consiglia di pensare di meno mentre gioco. Il punto è che il campo da calcio è l'unico posto in cui capisco esattamente, e più volte in una sola partita, che tipo di coglione sono. Capisco anche quando faccio qualcosa di buono, ma quello è più semplice da capire nella vita quotidiana. Nella vita di tutti i giorni è difficile per me capire perché perdo delle opportunità e cosa potrei fare di diverso: la gente non ti viene a dire perché non ti sta dando un lavoro; gli amici che non ti rispondono al telefono e si allontanano non ti spiegano perché; quando deludo la mia ragazza non so se ho sbagliato una cosa minuscola oppure se ho sbagliato tutta una serie di scelte che hanno portato a quella cosa minuscola. In campo almeno so che sono il coglione che tira dieci volte dalla propria metà campo, il coglione che perde tempo, il coglione che nello spogliatoio chiede il bagnoschiuma a scrocco, eccetera.
FRANCESCO
No, Dani, tu sei il coglione che si fa passare i difensori alle spalle e nessuno ha più il coraggio di dirtelo perché ci imbruttisci talmente tanto quando te lo diciamo che a una certa età abbiamo capito e ti vogliamo bene così.
DANIELE
Lo spogliatoio che ci danno è sempre quello con lo scarico della doccia tappato, in cui si forma una pozza di acqua schiumosa dopo le prime docce.
Dopo ogni sconfitta mi sembra tantissimo dover aspettare una settimana prima di rigiocare. Anche se so che probabilmente ci aspetta un'altra sconfitta.