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Insomma, come sono andati i sorteggi di Champions League?
31 ago 2018
31 ago 2018
Power ranking dei gironi delle italiane, dal più facile al più difficile.
(articolo)
19 min
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Gruppo G: Real Madrid, Roma, CSKA, Plezen

La Roma è stata la prima squadra estratta tra le italiane e quando è stata accoppiata al Real Madrid sembrava destinata anche ad essere la più sfortunata. Si può cominciare peggio che pescando la squadra campione in carica da tre anni consecutivi? “Una delle squadre più forti della storia”, ha commentato De Rossi a caldo. Poi però sono uscite CSKA Mosca e Victoria Plezen che, insomma, hanno permesso a De Rossi di dire che si tratta di “un girone alla nostra portata”. La Roma sembra più preoccupata dal freddo che farà in Russia a novembre e in Repubblica Ceca a dicembre, piuttosto che dalla sfida calcistica in sé. Ad ogni modo, la squadra che ha passato il girone dello scorso anno con Atletico e Chelsea, non può neanche pensare di arrivare terza in questo.

Il calendario però potrebbe rivelarsi antipatico per la Roma, non solo per il freddo. Il debutto al Santiago Bernabeu è affascinante, ok, ma potenzialmente la farà partire con l’handicap rispetto alla vincitrice tra Plezen e CSKA. Il che significa che dalle due partite in casa successive non può che prendere 6 punti e poi dovrà stare attenta a non perdere in Russia o in Repubblica Ceca. Insomma, la Roma deve più o meno chiudere i giochi per il passaggio del girone prima di giocare la penultima con il Real Madrid in casa.

In questo senso la Roma sarà confrontata alla sua storica capacità di complicarsi le cose, anche in maniere assurde e impossibili da immaginare prima, rendendo prevalente l’aspetto psicologico su quello tecnico - anche se il CSKA è una seria pretendente al secondo posto. La squadra di Di Francesco ha vissuto un’estate di cambiamenti e dovrà modellare la propria identità in queste partite, senza dimenticare quello che è stata capace di fare lo scorso anno.

Prima di passare oltre, alcune informazioni più o meno interessanti su CSKA e Victoria Plezen, per chi non le conoscesse affatto:

  • Anche il CSKA è in un anno strano, di rifondazione, con l’addio al calcio dei fratelli Berezutski e di Ignashevich, le colonne difensive, e Golovin al Monaco. È una squadra piena di giovani di belle speranze.

  • Plezen è la città della birra Pilsner, trasferta consigliatissima (occhio al freddo)

  • La Roma ha giocato con il Victoria Plezen due stagioni fa in Europa League, pareggiandoci all’andata fuori casa e vincendo 4-1 al ritorno. Il gol del momentaneo 1-1 lo segnò Martin Zeman - ancora in rosa - e la cosa generò ilarità nel pubblico giallorosso.

  • Possiamo dire che il Victoria Plezen lo scorso anno è stata la squadra più debole ad arrivare più lontano in Europa League, battendo il Partizan ai sedicesimi e giocando un ottimo doppio confronto con lo Sporting CP agli ottavi.

  • I due acquisti di punti del mercato estivo del CSKA sono il difensore della nazionale islandese Magnusson, l’attaccante brasiliano Vitinho, Vlasic in prestito dall’Everton e la punta Abel Hernandez, in prestito dall’Hull City, che con la maglia del Palermo ha già segnato una doppietta alla Roma all’Olimpico.

  • L’allenatore del CSKA, Viktor Goncharenko, è molto quotato. È stato il più giovane allenatore in Champions League quando aveva 31 anni e allenava il Bate Borisov che ha pareggiato 0-0 e 2-2 con la Juventus (arrivando comunque ultimo nel girone). Adesso ne ha 41, fa giocare il CSKA con il 3-5-2.

  • Alcuni giocatori interessanti del CSKA oltre a Dzagoev che al momento è infortunato e il capitano Akinfeev: Kuchaev (centrocampista che Goncharenko fa giocare anche in fascia), Chalov (attaccante del ‘98), Vlasic (forse il sostituto di Golovin) e Mario Fernades che immaginiamo avrete tutti notato come miglior terzino destro del Mondiale e che insieme al laterale sinistro, Schennikov, sembrano essere i punti forti del CSKA.

  • Lo scorso anno il CSKA è arrivato terzo nel girone di Champions dopo aver battuto il Benfica due volte e il Basilea fuori casa, ma ha pagato la sconfitta casalinga con il Basilea e quella dell’Old Trafford con lo United all’ultima giornata. In Europa League è uscito ai quarti con l’Arsenal, perdendo malissimo all’andata (4-1) e illudendo i suoi tifosi con un 2-0 iniziale che poi è diventato 2-2 nella partita di ritorno.

Partita più importante

La sfida in Russia con il CSKA. Sia perché è la prima del ritorno, sia perché sulla carta la più difficile dopo quelle con il Real Madrid.

Possibilità di passare il turno: 80%

La Roma sembra più che in grado di uscire dalle trasferte in Russia e Repubblica Ceca senza perdere e, con la giusta concentrazione, potrebbe vivere un girone persino tranquillo. Ma anche se non tutto scorrerà liscio come vorrebbero i tifosi con problemi d’ansia, la Roma ha un grosso margine per passare il turno e tra le italiane è senza dubbio quella con la sfida più alla propria portata.

Scenario Peggiore

Se c’è una squadra che sa quanto il calcio ami sovvertire i pronostici, quella è proprio la Roma. Basterebbe che il CSKA vincesse con il Plezen e che poi la Roma non lo battesse in casa nella terza partita in calendario per trovarsi dall’altra parte: con l’obbligo di vittoria in Russia e in Repubblica Ceca. La partita con il Real Madrid, magari già primo del girone con due partite d'anticipo, sembra perfetta per un nuovo psicodramma giallorosso fatto di pali, traverse e triplette di giocatori tipo Bale o Asensio.

Scenario Migliore

Fare almeno 6 punti all’andata e 4 al ritorno, pareggiando in Russia. Poi al ritorno con il Real Madrid si può giocare un’amichevole di prestigio e dare spazio a Zaniolo, Bianda, Coric, Fuzato e poi andare a vincere in Repubblica Ceca.

Gruppo H: Juventus, Manchester UTD, Valencia, Young Boys

Considerato il valore della Champions League, il livello delle squadre e dei giocatori che vi partecipano - cioè il migliore possibile - la Juventus ha ottenuto un girone tutto sommato positivo. La Juventus non esce ai gironi di Champions League da 5 anni: sulla panchina c’era Antonio Conte e a condannare i bianconeri una sconfitta in Turchia contro il Galatasaray di Roberto Mancini all’ultima giornata. Una partita pazza, giocata sotto la neve contro un avversario forte, decisa a 5’ dalla fine da un gol epico di Wesley Snejder.

Sono passate ere geologiche da quella stagione, di quella squadra sono rimasti solo Bonucci, Barzagli e Chiellini e forse per questo senso di sicurezza la Juventus non ha commentato live il sorteggio come hanno fatto altre squadre, ma solo il giorno dopo, quasi sbatatamente, ha fatto un post con il proprio girone. In fondo si tratta solo del girone, di cosa deve preoccuparsi la squadra che ha dalla sua parte Cristiano Ronaldo, il miglior marcatore della storia della competizione?

Eppure è un girone meno facile di quello che sembri. Escludendo da ogni discorso lo Young Boys, la squadra peggiore dell’intera Champions League, si tratta di un gruppo estremamente definito dal punto di vista tattico.

Sia il Valencia che il Manchester UTD sono due squadre che amano lasciare il pallone agli avversari per colpirli in transizione nello spazio. La Juventus quindi sarà costretta a fare la partita contro tutti gli avversari, una situazione classica in Italia ma non così frequente in Europa, dove Allegri si è spesso rifugiato in un calcio più reattivo. La squadra di Marcelino in particolare è da tenere d’occhio: il 4-4-2 del Valencia è sempre compatto ed è difficile trovare spazio tra le linee, dove la Juventus ama costruire i propri attacchi. Poi ama attaccare in transizione con giocatori fenomenali nei movimenti nello spazio come Gameiro, Rodrigo e Batsuhayi. La Juve giocherà la prima fuori casa contro il Valencia, una partita complicatissima da cui però dovrà uscire imbattuta per mettere il girone sulla giusta strada. A favore della Juve gioca il fatto che gli spagnoli hanno cambiato molto durante il mercato, e soprattutto metà della linea difensiva, hanno perso in campionato 2 a 0 contro l’Espanyol e sembrano ancora dover ritrovare le misure.

Tutt’altre insidie presenta la partita contro il Manchester UTD, che vedrà il ritorno di Paul Pogba da avversario e una sfida a Mourinho - sempre che riesca a rimanere sulla panchina fino a quel momento - che sarà interessante da seguire sin dalle conferenze stampa di preparazione (a quanto è quotato un riferimento a Calciopoli?). Lo United ha problemi in praticamente ogni fase del gioco, dalla costruzione bassa alla difesa in area di rigore, e attorno aleggia un clima di apocalisse e distruzione che permea ogni giocatore. Lukaku, Sanchez, Mata, Pogba, Bailly: sembrano tutti la peggiore versione di sé stessi. Lo United è una squadra che si difende tutta sotto la linea della palla, formando a volte una difesa a 6, ma al contempo con una passività che la rende una squadra perforabile in tante situazioni di gioco.

La Juventus la affronterà in trasferta alla terza partita, e molto dipenderà dallo stato di forma in cui arriveranno i Red Devils. Se Mourinho dovesse convincere i suoi giocatori a remare dalla stessa parte lo United ritroverebbe una compatezza difensiva e una capacità di incidere dei singoli che la renderebbero un avversario complesso per chiunque.

Quella di Allegri però resta la squadra più forte del proprio girone, anche se è meno però è meno facile di quello che si possa pensare.

Percentuale passaggio del turno: 75%

Devono incastrarsi troppe variabili negative per il mancato passaggio della Juventus. Due grandi partite del Valencia e il Manchester UTD che ritrova all’improvviso una condizione accettabile, e che anche in condizioni accettabili è molto lontano dalla Juve.

Peggior scenario possibile

La Juve perde 1-0 in casa del Valencia, gol di Kondogbia da fuori area a 10’ dalla fine. La vittoria in casa contro lo Young Boys è solo una parentesi prima della brutta sconfitta in casa dello United. Dopo essere passata in vantaggio con Cristiano Ronaldo - che non esulta - la Juve si fa rimontare con una doppietta di Lingard. Il pareggio nella partita successiva condanna la Juve all’Europa League. Ve lo immaginate Cristiano Ronaldo in Europa League?

Miglior scenario possibile

La vittoria in casa del Valencia alla prima mette il girone in discesa. 7 punti dopo tre partite e qualificazione assicurata con la vittoria in casa contro il Manchester UTD. Ultime due partite da giocare con le seconde linee.

Partita più importante

La prima contro il Valencia stabilirà il grado di difficoltà di questo girone della Juventus, che può rivelarsi semplice o incredibilmente più complicato del previsto.

Girone B: Barcellona, PSV, Tottenham, Inter

Come sono educati ad Appiano Gentile.

Solo con molta fantasia sarebbe stato immaginabile un girone più complicato. Se un tifoso interista particolarmente nichilista avesse simulato il peggior girone possibile... sarebbe uscito comunque più o meno così, con qualche piccola variazione che dipende più che altro dal gusto personale. Se infatti per la prima fascia c’era l’imbarazzo della scelta, l’Inter ha senz’altro pescato il peggior avversario possibile della seconda fascia e uno dei peggiori della terza. L’Inter ha trovato un girone complesso anche per la varietà degli avversari che presenta al suo interno: una squadra che ama controllare il pallone come il Barcellona; una intensa e verticale come il Tottenham; una che ama controllare gli spazi e giocare in transizione come il PSV. Quindi è tutto perduto?

Con la premessa che molto dipenderà dal valore dell’Inter, che sembra dover ancora capire che squadra vuole essere, siamo qui proprio per immaginare dei piccoli margini per il passaggio del turno. In fondo lo scorso anno la Roma era stata sorteggiata in un girone dello stesso livello, ed è riuscita a qualificarsi come prima.

Il calendario, in questo senso, viene in soccorso. Nella prima partita l’Inter affronterà il Tottenham in casa e dovrà fare di tutto per fare almeno un punto. Sulla carta la squadra di Pochettino è forse la peggiore possibile per l’Inter, che non potrà usare le proprie armi migliori, la forza fisica e l’intensità, almeno non con la certezza di uscirne vincitrice. L’abbiamo vista lo scorso anno contro la Juventus la difficoltà che il Tottenham crea alle squadre italiane, non abituate a certi ritmi; ma lo scorso anno abbiamo visto anche una scarsa gestione dei momenti che l’Inter - che comunque è piena di grandi giocatori - proverà a girare dalla propria parte. Il Tottenham ha sempre almeno venti minuti in cui non gioca, e i nerazzurri dovranno approfittarne.

Sarà una partita bella, tra due squadre accomunate dall’accettare di perdere il controllo per alcuni tratti. Se l’Inter vincesse riuscirebbe a quel punto a tagliare il gap che la separa con le avversarie e il girone sarebbe, non dico in discesa, ma molto affrontabile. Guardiamo però a un’ipotesi più realistica, cioè che l’Inter faccia un punto nella prima partita contro il Tottenham. A quel punto dovrebbe andare in trasferta ad Eindhoven per vincere. E questa non è certo un’impresa impossibile.

Il PSV ha vinto la scorsa Eredivisie, che è però un campionato sempre più lontano dal livello competitivo dei maggiori tornei europei. Il PSV è una squadra che attacca lasciando grande libertà ai due migliori giocatori della rosa, le ali Bergwijn e Lozano, che si scambiano spesso la posizione e amano attaccare negli spazi aperti dal centravanti Luuk De Jong. L’Inter dovrà risolvere in fretta i propri problemi in transizione difensiva per non impazzire dietro alle corse del “Chucky” Lozano, contro il BATE Borisov ai preliminari apparso in forma smagliante. Il PSV però, come tutte le squadre che dominano i propri campionati domestici, è una squadra disabituata a difendersi. Lo fa con un blocco ad altezza media, senza intensità e lasciando grandi spazi tra difesa e centrocampo. Bastano cambi di gioco ben eseguiti per rompere le distanze degli olandesi. È sufficiente leggere la linea difensiva del PSV per capire quanto sono alla portata dell’Inter i tre punti fuori casa: Angelino, Viergever, Schwaab, Dumfries. In particolare il terzino sinistro, Angelino, scuola Manchester City, è a disagio in fase difensiva e a difendere i tagli in area di rigore.

Poi c’è la doppia sfida contro il Barcellona, contro cui l’Inter dovrà provare a giocare una partita fisica e coraggiosa. Anche qui dovrà provare a fare punti, concedendosi magari la sconfitta al Camp Nou. A quel punto - dando per scontata una vittoria casalinga all’ultima contro il PSV - in casa del Tottenham sarebbe ancora importante non perdere, sperando poi che gli inglesi perdano di nuovo contro il Barcellona.

Insomma, un po’ cervellotico e di sicuro molto complicato. L’Inter deve fare assolutamente 6 punti contro il PSV, fatto meno scontato di quanto ho presentato sopra, non perdere le proprie partite in casa e sperare che tra Barcellona e Tottenham prevalga nettamente uno dei due nei doppi confronti. Ci sarà bisogno, quindi, di almeno 4 grandi prestazioni europee: complicato, ma senza sognare partite così che senso ha partecipare, “andare a riveder le stelle”?

Percentuale di passaggio del turno: 34%

L’algoritmo di FiveThirtyEight - che tiene in grande considerazione le prestazioni difensive e offensive delle squadre nei propri campionati - concede all’Inter il 34% di possibilità di passare il turno. Ma dà al Tottenham il 64% e al Barcellona l’87%. Non so come fanno i calcoli questi americani ma di fronte alla scienza alzo le mani.

Partita decisiva

La prima contro il Tottenham sarà importante non solo in termini di mera classifica, ma anche per misurare la competitività europea della squadra di Spalletti. L’Inter viene da una storia recente di brutte, bruttissime figure in Europa e ha bisogno di provare di poter giocare in quei palcoscenici. In questo senso non avrà molto da perdere e potrà provare a sfruttare a proprio vantaggio la dimensione psicologica. Nella prima partita l’Inter dovrà dare al girone il timbro dell’entusiasmo, l’unico possibile per provare a giocarsela.

Scenario peggiore

L’Inter vince la prima in casa contro un Tottenham irriconoscibile, poi però prende una brutta sveglia contro il PSV in una serata da incubo in cui Spalletti viene alle mani con D’Ambrosio. I nerazzurri crollano e non riescono a centrare neanche la qualificazione in Europa League.

Scenario migliore

L’Inter vince in casa contro il Tottenham 2-1. Va sotto con un gol di Kane dopo pochi minuti e rischia per circa 14 volte di subire il 2-0. Poi nel secondo tempo pareggia con De Vrij e la ribalta con Icardi nei minuti di recupero. Handanovic la definirà la miglior partita della propria carriera. Vince comodamente la partita di andata contro il PSV e pareggia due volte nel doppio confronto con il Barcellona. Basta un altro pareggio con il Tottenham e all’ultima partita contro gli olandesi in casa i tifosi faranno i calcoli se è meglio passare primi o secondi.

Gruppo C: Psg, Napoli, Liverpool, Stella Rossa

Qualsiasi cosa abbiano gridato davanti allo schermo della tv o del laptop su cui stavano guardando i sorteggi in streaming, i tifosi del Napoli avevano tutte le ragioni del mondo. La storia recente del Napoli in Champions League è piena di piccole grandi sfighe che a guardarle dall’esterno sembra ci sia un po’ di accanimento da parte del destino. Sono passati quasi cinque anni da quando la squadra allenata da Rafa Benitez è uscita con 12 punti in un girone con Borussia Dortmund e Arsenal (battuto 2-0 nell’ultima partita). E appena due fa, dopo essersi qualificato come primo, agli ottavi di finale ha pescato il Real Madrid arrivato secondo nel suo girone. Adesso, dopo essere arrivati secondi in campionato con il proprio record di punti ed essere inseriti in seconda fascia per le estrazioni, Kaka e Forlan, i due emissari della dea bendata, sono riusciti ad estrarre il Liverpool nella terza fascia. Un’anomalia così grande, quella della squadra che lo scorso anno è arrivata in finale e che quest’anno è stata inserita in terza fascia, che sarebbe bastato un po’ di buon senso, da parte di Ceferin, per dire: “No ok, questo è un errore del sistema. Lo aggiustiamo dopo, intanto spostiamo il Liverpool in prima fascia?”. Diciamo che c’era una mina vagante in tutto il sorteggio, e ci è saltata sopra il Napoli.

Il girone del Napoli è senza nessuna ombra di dubbio il più difficile tra i quattro italiani. A priori. Sulla carta. Prima di aver capito cosa significa andare a giocare a Belgrado e prima di aver visto il livello del PSG di Tuchel, che in ogni caso ha forse il giovane attaccante più forte al mondo e che ogni anno parte per vincerla, la Champions League. Le speranze del Napoli passano dagli scontri diretti con PSG e Liverpool, ovviamente, ma anche dalla speranza che la Stella Rossa tolga loro qualche punto, possibilmente senza che ne tolga anche al Napoli - ma, se proprio bisogna scegliere, meglio che ne tolga sia al Napoli sia a una tra PSG e Liverpool. Il calendario, in teoria, potrebbe far partire il Napoli con qualche punto punti di vantaggio su una delle sue due principali rivali, ma è vero anche che perdendo all’esordio a Belgrado si complicherebbe la vita non di poco, costringendosi a fare punti nei 3 scontri diretti successivi e probabilmente anche nell'ultima con il Liverpool.

Per quanto riguarda i valori in campo abbiamo una buona notizia e una cattiva notizia per il Napoli. Quella buona è che, dopo attente ricerche, non abbiamo ragione di pensare che il Napoli parta sconfitto né contro il PSG né contro il Liverpool. Soprattutto dal punto di vista psicologico: il Napoli se l’è giocata alla pari con la Juventus lo scorso anno, mostrandosi persino superiore nei 90’ della partita di Torino, e non possiamo sapere, noi come i giocatori, quanto lontani siano lontane Liverpool e dal Paris Saint Germain nell’arco di 180’. Sappiamo, al contrario, che molti giocatori del Napoli sono di primissimo livello; che Mertens e Insigne possono mandare ai pazzi giocatori come Meunier, Joe Gomez o Alexander-Arnold; che Allan può dare battaglia a Naby Keita a centrocampo e Koulibaly può vedersela con Cavani. Quindi, non escludiamo la possibilità che il Napoli ci sorprenda positivamente magari esponendo i limiti difensivi del Liverpool o approfittando dell’ingenuità, storicamente comprovata, del PSG in Champions League.

La brutta notizia però è che dal punto di vista del gioco sia Liverpool che PSG che si sposano male con le caratteristiche del Napoli. Prima di tutto per le difficoltà in transizione, con la linea di difesa che la squadra di Ancelotti mantiene alta, pur senza i meccanismi di recupero palla che aveva con Sarri, e le difficoltà nei cambi di gioco. Il Napoli ha subito già troppi gol in campionato per via di un equilibrio precario che espone i difensori a situazioni difficili inducendoli anche a errori gravi (vedi il gol di Immobile, o almeno un paio dei 5 gol subiti dal Liverpool nell’amichevole estiva) e si troverà ad affrontare forse i due attacchi più veloci e tecnici della Champions. Forse, anzi, 6 degli attaccanti in assoluto più feroci in transizione: Mbappé, Salah, Cavani, Mané, Neymar e Firmino.

Ancelotti sceglierà un approccio più prudente per non lasciare spazi tra difesa e portiere, o al contrario proverà a controllare la palla migliorando i posizionamenti per gestire meglio le transizioni difensive? C’è ancora tempo per aggiustare le cose e programmare la strategia migliore per ogni partita, ma il lavoro da fare per il Napoli è senza dubbio molto.

Partita più importante

Tutte quelle in casa, ovviamente, soprattutto quella che potrebbe essere decisiva contro il Paris Saint Germain di novembre, la prima del ritorno. Dopo aver giocato in Francia, qualsiasi sia stato il risultato, sarà fondamentale per il Napoli non perdere i 3 punti, anche considerando che il Liverpool nel doppio scontro ravvicinato con la Stella Rossa potrebbe aver aver fatto 6 punti. Ovviamente sono calcoli che lasciano il tempo che trovano, ma è quello il punto in cui di solito cominciano a decidersi i gironi. Finché c’è il ritorno, c’è speranza.

Possibilità di passare il turno: 33%

Il calcolo è il seguente: togliamo la Stella Rossa dall’equazione, per semplicità; consideriamo le 4 partite del Napoli con le due squadre che dovrebbero contendersi con lei il passaggio del turno, diciamo che sarà importante vincerne almeno una - assicurandosi quindi il 25% dei punti totali - e almeno pareggiarne un’altra - più o meno l’8% = 33% #junkmath.

Scenario Peggiore

Il Napoli comincia con una vittoria a Belgrado e prende subito 3 punti al PSG che perde fuori casa contro il Liverpool. Vince anche la partita successiva in casa con la squadra di Klopp e tutto sembra mettersi per il meglio, non pesa neanche la sconfitta con il Paris Saint Germain in Francia, bilanciata dalla vittoria in quella di ritorno. Il Napoli arriva a 12 punti battendo anche la Stella Rossa al ritorno mentre il Liverpool perde in Francia con il PSG, facendosi recuperare al secondo posto, entrambe con 9 punti. Il PSG vince a Belgrado con la Stella Rossa, il Napoli perde ad Anfield e viene eliminato per la differenza reti negli scontri diretti.

Scenario Migliore

Come lo Scenario Peggiore solo che poi il Napoli vince o pareggia l’ultima con il Liverpool e passa come prima del girone.

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