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Solo una promessa?
14 lug 2017
14 lug 2017
Cengiz Ünder è il nuovo acquisto della Roma di Monchi, talentuoso ma sconosciuto ai più.
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I dettami del Fair Play Finanziario uniti all’ultima coda della bulimica gestione Sabatini hanno costretto Monchi ad iniziare la sua esperienza romana con una serie di cessioni dolorose. Sull’altare delle richieste della UEFA sono stati sacrificati tre giocatori importanti come Rüdiger, Paredes e Salah, ed è stato un inizio mediaticamente difficile per il dirigente spagnolo, che aveva cercato di rompere con la strategia di comunicazione barocca e criptica di Sabatini dando

alla sua volontà di vincere subito: «La Roma non ha un cartello appeso al collo con scritto “Si vende”, ne ha uno con scritto “Si vince”».

 

È anche per questo che il nome di Cengiz Ünder, ala turca nata nel 1997, è risultato difficile da digerire a gran parte del tifo romanista. Ünder viene da un campionato minore, è giovanissimo, magari talentuoso ma sconosciuto al grande pubblico: per certi versi sembra un ritorno al recente passato, al mercato

di Walter Sabatini, la conferma di una dimensione ridotta rispetto alle grandi d’Europa e anche alle competitor italiane.

 

 



 

Cengiz Ünder viene dalle giovanili dell’Altinordu, dove si è trasferito a 15 anni, squadra con base a Izmir che

con il suo vivaio di mettere un freno all’impoverimento tecnico del calcio turco. Negli ultimi anni, quanto di buono ha raccolto la Turchia calcisticamente viene dai figli della diaspora (Calhanoglu, Emre Mor, Ozyakup sono solo alcuni esempi di giocatori della nazionale turca nati e cresciuti all’estero) l’Altinordu invece investe sulla propria accademia con il sogno di arrivare a un undici titolare interamente formato in casa.

 

Nella Serie B turca, Ünder ha giocato in prima squadra due stagioni, dal 2014 al 2016, mettendo a segno complessivamente 11 gol e 9 assist. Una vena realizzativa che la scorsa estate ha convinto l’Istanbul Basaksehir, quinto club della città turca, a investire su di lui una cifra che si dovrebbe aggirare intorno ai 700mila euro.

 


Uno degli 11 gol ai tempi dell’Altinordu.


 

Al Basaksehir, Ünder è diventato subito un titolare del 4-2-3-1 fluido e antidogmatico del tecnico Abdullah Avci, rivelandosi come uno dei principali protagonisti dell’incredibile stagione del club di Istanbul, che ha seriamente rischiato di infrangere la tirannia di Galatasaray, Fenerbahçe e Besiktas sul campionato turco (negli ultimi 33 solo il Bursaspor, nel 2010, ha vinto il campionato al posto delle 3 di Istanbul). Alla fine lo scorso anno ha vinto il Besiktas, staccando il Basaksehir (in cui è

) di quattro punti, con la squadra di Avci che si è comunque guadagnata un posto nei preliminari di Champions League (il miglior piazzamento della loro giovane storia).

 

Per essere una squadra di vertice, il Basaksehir giocava molto senza il pallone, vivendo senza patemi la privazione del possesso: stringeva molto le linee di centrocampo e difesa orizzontalmente portando i giocatori a difendere in maniera molto aggressiva la zona, alzando il pressing solo in determinate occasioni, per poi attaccare in transizione veloce passando per vie centrali.

 

 



 

In un contesto del genere, Ünder ha agito da esterno sinistro, anche se i tre trequartisti avevano in realtà un’interpretazione molto fluida del ruolo, con la libertà di scambiarsi di posizione tra loro durante la partita. In ogni caso, nella gravosa fase senza palla del Basaksehir, Ünder era l’esterno che tra i due ripiegava maggiormente, e spesso, quando la squadra di Avci decideva di difendersi bassa, si abbassava fino alla linea difensiva a formare un temporaneo 5-3-2.

 

Quando c’è da difendere senza palla Ünder non è un giocatore pigro, anche se sembra essere più a suo agio ad aggredire gli avversari in avanti, essendo a volte un po’ svagato nello schermare la zona o a seguire gli inserimenti.

 

Anche in fase offensiva, nonostante ami avere la palla tra i piedi e creare gioco, Ünder non è un giocatore statico senza palla ed ha una grande varietà di movimenti, nonostante la giovane età.

 

Il gioco senza palla è probabilmente il punto di contatto più evidente tra Ünder e Salah. L’ex giocatore del Basaksehir non ha ovviamente l’esplosività sui primi passi dell’egiziano, e nemmeno la sua velocità sovrannaturale nel lungo, ma ha un tempismo altrettanto intelligente nell’innescare i tagli alle spalle della difesa avversaria, una caratteristica che a Di Francesco farà sicuramente piacere.

 

Questa azione, ad esempio, è un piccolo bignami su cos’è Ünder oggi: prima si muove in profondità, creando lo spazio tra le linee; si libera dell’avversario alle spalle fintando con il corpo; si associa nello stretto per andare in verticale; ed infine tenta il tunnel per entrare in area ma viene fermato.



L’ala turca ha una forte attrazione per la profondità e spesso in stagione si avventurava talmente in alto che ha finito per agire molte volte da seconda punta di fatto accanto a Adebayor, con cui ha sviluppato un’intesa tecnicamente efficace. Di lui, l’attaccante togolese ha parlato

, anche se non è arrivato all’elogio di Emre Belozoglu che ha

«la sua visione della vita».

 

Il proporsi così spesso in area, unito ad una grande convinzione nell’attaccare la porta, spiegano perché Ünder ha una vena realizzativa così spiccata (quest’anno ha segnato 9 gol in tutte le competizioni), nonostante l’impegno fisico a volte

sotto porta.

 

Ünder sa muoversi molto bene incontro al pallone, negli spazi di mezzo e tra le linee, ed ha anche un ottimo gioco spalle alla porta nonostante il fisico minuto non lo aiuti (173 centimetri per circa 65 chili).

 

È il modo in cui utilizza il corpo, soprattutto per nascondere il pallone, forse il pregio maggiore di Ünder, la caratteristica che già lo avvicina all’eccellenza. 

Ünder riesce a far barcollare il suo avversario come un ubriaco con il semplice movimento del corpo. Poi mette una palla in profondità per l’inserimento del terzino dolce come un cioccolatino.

 

Avendo una buona tecnica anche sul piede debole, il destro, può minacciare gli avversari da entrambi i lati, spostandoli con il semplice movimento del corpo. È uno di quei giocatori che riescono ad ingannare gli avversari sempre con lo stesso tipo di finta: minacciando la profondità per poi rientrare verso l’interno, di solito sul sinistro.

 

Ünder, ha un controllo orientato eccezionale, che gli permette a volte di preparare il tiro o superare il diretto avversario con un unico tocco. I casi in cui riesce ad abbinare il controllo orientato agli altri suoi punti di forza, come il tiro dalla distanza, sono quelli in cui il suo talento splende con maggiore forza.

 

Ma è il suo rapporto col pallone che deve aver catturato l’occhio di Monchi. Ünder ha un primo controllo col sinistro al velcro, e una visione di gioco abbinata ad una sensibilità tecnica che gli permette di servire i compagni praticamente in qualsiasi modo. La sua creatività sembra avere dei grandi margini di miglioramento, visto che le sue statistiche sui passaggi chiave sono per adesso abbastanza pallide (1.2 ogni 90 minuti). Ma le potenzialità sono

. E



 

 



 

Ünder ha una fiducia nei propri mezzi tecnici quasi illimitata ed è costantemente attratto dalla giocata più complessa. Ad esempio, tira molto spesso dalla lunga distanza anche con il piede debole, anche se la sua tecnica di tiro con il destro è ancora piuttosto rudimentale.

 

Anche uno dei suoi gol che sono circolati di più una volta che il suo nome è stato abbinato alla Roma, nato da una parabola lunga a cercare il palo lontano a partire dal suo destro, è più vicino ad un tiro lungo da golf a cercare il green, che ad una vera traiettoria a giro. Tecnicamente non è perfetto, ma non c’è niente di male se alla fine la palla entra (

c’è un

di come il suo destro possa essere efficace senza essere pulitissimo)



 

L’ambizione è al tempo stesso il suo più grande vantaggio e il suo più grande limite, ciò che lo rende così spettacolare ma anche così acerbo. Ünder non ha ancora 20 anni e giustamente pensa di poter piegare la realtà a suo piacimento: non è un giocatore egoista ma la ricerca continua della giocata più complessa lo rende ancora rischioso in un calcio di altissimo livello, dove anche le scelte che sembrano banali possono fare la differenza.

 

Per questo desiderio di imporsi sulla realtà forza spesso il tunnel, o altre soluzioni difficili per superare l’avversario che

in zone di campo molto pericolose per la sua squadra.

 

Ma è più in generale il suo sistema di scelte a dover essere migliorato: capire cosa fare e quando farlo è una delle qualità più intangibili di questo sport, ma alla fine è ciò che fa la differenza tra un circense e un grande campione.

 

Esempio: imbottigliarsi sulla fascia provando a saltare due giocatori, o tornare indietro e provare ad avanzare con i compagni? La risposta al momento

.

 

Il suo processo di maturazione è appena cominciato, ovviamente, ma non sappiamo come il suo talento si adatterà ad un campionato così ossessionato dal pragmatismo.

 

Nel frattempo, possiamo dire che Monchi è riuscito ad accaparrarsi un altro giocatore con un rapporto speciale col pallone e una grande capacità di creare gioco. E dopo gli acquisti di Karsdorp, Moreno e Gonalons, sembra proprio che sia il potere creativo e decisionale - al di là dell’età, del curriculum o del livello atletico - la possibilità di influenzare il gioco in maniera personale ad ogni tocco, garantita dalle capacità tecniche a disposizione, il filo rosso che indirizza le scelte di mercato della Roma. In fondo le squadre ambiziose sono composte da giocatori ambiziosi…

 

 

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