Con cinque vittorie e un pareggio nelle prime otto partite, il Siviglia di Pablo Machin è momentaneamente in testa alla classifica della Liga, a un punto di distanza da Barcellona e Atletico Madrid e a due da Real Madrid, Espanyol e Alaves. Machin è arrivato sulla panchina dei Rojiblancos dopo l’ottima annata di esordio in prima divisione a Girona, chiusa al decimo posto con una salvezza tranquilla, impreziosita da un gioco gradevole e iperverticale per gli standard del campionato spagnolo, in grado di valorizzare i giocatori di maggior talento e dare equilibrio tra produzione offensiva e rischi difensivi.
Machin ha trasferito in Andalusia il suo sistema di gioco basato principalmente su un 3-5-2 che ha come priorità quella di garantire una costruzione bassa ordinata, con molti uomini per assicurare la superiorità numerica, che cerchi repentinamente la verticalizzazione appena si crea uno spazio tra le linee o qualche giocatore offensivo si smarca in profondità. Un gioco che, come il modulo suggerisce, sfrutta molto l’ampiezza e la mobilità delle due punte, capaci anche di venire incontro.
Dopo la vittoria col Madrid (3-0) dello scorso settembre, Machin prende la parola in uno spogliatoio euforico ed esalta la coesione di gruppo, l’importanza dell’applicazione dentro e fuori dal campo. Poi, riporta tutti con i piedi per terra pensando alla partita successiva contro l’Eibar, che si concluderà con altre tre reti e altrettanti punti portati a casa.
La formazione titolare vede quasi sempre lo stesso asse centrale, formato da Kjaer al centro della difesa, i tre centrocampisti Vazquez-Banega-Sarabia e André Silva e Ben Yedder come riferimenti avanzati. Oltre al portiere Vaclik, gli altri elementi più o meno imprenscindibili sono Jesus Navas, sulla fascia destra, e su quella sinistra il 21enne Guilherme Arana (con Escudero e Aleix Vidal come alternative). In difesa, ai fianchi dell’ex giocatore di Palermo e Roma, ci sono Sergi Gómez a sinistra e Carriço, il capitano, a destra (alternato con Mercado).
Manuale del gioco di Machin
Così come il Girona lo scorso anno, anche il Siviglia di Machin cerca un’elevata densità sia nelle fasi di costruzione che in quelle di non possesso, ma sempre senza perdere l’equilibrio. Nella vittoria per 3-0 contro il Real Madrid di Lopetegui c’è un compendio di tutte le caratteristiche tattiche principali del Siviglia e del suo allenatore. Contro una formazione più qualitativa, la squadra di Machin ha accettato volentieri un approccio prudente in entrambe le fasi, senza forzare né la verticalizzazione in possesso né il recupero in non possesso.
La costruzione bassa è volutamente a basso ritmo. L’obiettivo è aumentare la densità di uomini in zona palla per attirare il pressing degli avversari e liberare spazi in avanti.
Il sistema di Machin favorisce una spontanea superiorità numerica nella zona centrale quando si tratta di avviare la manovra, ma diventa fondamentale la puntualità nelle rotazioni e negli scambi di posizione, in modo da consentire che la stessa superiorità si preservi mentre la squadra avanza con il pallone.
Ad esempio, con la palla su una delle due fasce, considerando che c’è solo un esterno per parte, è importante che la mezz’ala si tenga sempre pronta a dare ampiezza.
Grazie alle sue caratteristiche tecniche, Jesus Navas non ha alcuna difficoltà a stringere verso l’interno, sfruttando il taglio interno-esterno della mezzala Sarabia. Ben Yedder e André Silva, poi, sono molto rapidi nel fornire due ulteriori soluzioni smarcandosi simultaneamente in appoggio e in profondità. Successivamente, Silva riceverà il pallone e lo giocherà sull’accorrente Vazquez, che troverà il cambio gioco per Arana isolato in 1 contro 1.
Uno dei temi principali di questo Siviglia è proprio la risalita del campo sulle fasce, resa agevole dalla grande qualità dei cinque giocatori schierati sulla linea di centrocampo, e dalle doti associative dei due attaccanti.
Non è affatto comune vedere un triangolo di centrocampo composto da un regista come Banega e due mezzali atipiche come Franco Vazquez e Sarabia: un trio estremamente volto al palleggio e al dribbling, che garantisce però pochi strappi palla al piede e poca interdizione. Lo spagnolo è un giocatore essenziale ma elegante, che eccelle nello smarcamento e nella visione di gioco grazie ad un passato da trequartista e play. Il bagaglio di posizioni coperte in carriera è ampio, ed ha ben figurato anche con Montella e Sampaoli nella posizione di esterno facendo valere sempre la sua peculiarità principale, ossia la pulizia nella circolazione, ma difendendosi bene anche negli uno contro uno offensivi. Certo, mostra un po’ il fianco dal punto di vista difensivo, ed anche per questo la scelta di questo centrocampo è sorprendente. Va però riconosciuto che l’amalgama di Machin al momento sembra funzionare a dovere, anche grazie alla sistematica ricerca del cambio di gioco sul lato debole, con cui il Siviglia elude le scalate verso la palla delle squadre avversarie.
Machin compensa la predisposizione estremamente offensiva del suo undici titolare aggiungendo alcune sfumature più precauzionali al suo gioco: in fase di non possesso, ad esempio, il Siviglia si dispone con un 5-3-2 abbastanza nitido che accetta persino di concedere spazio ai fianchi dei centrocampisti, contando sulle uscite di difensori centrali destro e sinistro. È una squadra che affronta pazientemente le fasi passive, consapevole poi di avere buone qualità nelle letture delle transizioni offensive, anche se mostra ancora qualche margine di miglioramento di pulizia nella difesa posizionale prolungata (sono parecchi i falli commessi sulla propria trequarti).
Con un baricentro che spesso è molto basso e una linea difensiva sfalsata, con Kjaer che dà spesso priorità alla copertura della profondità, il Siviglia utilizza poco il fuorigioco (in media 3 a partita) e finisce frequentemente schiacciato dentro la propria area di rigore, con tutti i rischi del caso.
Tipica disposizione senza palla del Siviglia. La squadra si muove con riferimento al pallone, attivando il pressing sul portatore principalmente a palla laterale sulla trequarti, sganciando i propri esterni. Questo dispositivo è poco attaccabile sull’ampiezza, ma concede ancora qualcosa di troppo alle spalle dei mediani, per le caratteristiche degli stessi e gli spazi liberi negli spazi di mezzo.
In generale il Siviglia sta sfruttando al meglio le qualità dei propri migliori giocatori senza il bisogno di imporre il proprio contesto sulla gara. È una squadra che ama avere la palla tra i piedi, ovviamente, ma che non si specchia in un palleggio difensivo, che supera le linee di pressione avversarie appena ne ha l’occasione e che cerca di arrivare in area il più velocemente possibile, pur non avendo veri e propri fenomeni in transizione. Anche se è un aspetto che spesso si dà per scontato negli allenatori di prima fascia, il talento di Pablo Machin sta anche nel nascondere i difetti dei propri giocatori in una struttura equilibrata e composta, che poi ne libera le parti migliori in fase offensiva. In questo senso è eloquente l’adattamento di Vazquez nella posizione di mezz’ala, per fornire un maggiore supporto alla circolazione grazie alle sue indiscutibili doti tecniche sia nella trasmissione che nella protezione del pallone, garantendo sia una risalita pulita sia un’ulteriore arma in rifinitura, senza al momento pagare alcun dazio dal punto di vista difensivo.
Se per ora il Siviglia non ha mai affrontato un momento di calo, in cui la squadra si è spezzata in due, quasi sicuramente dovrà succedere prima della fine della stagione: a quel punto vedremo anche se Machin avrà la capacità di trasformarsi, ancora una volta, aggiustando il proprio ideale di Siviglia sulle difficoltà che via via gli si presenteranno.
Dove può arrivare il Siviglia?
Machin sta dimostrando di essere particolarmente bravo nel trasferire i suoi concetti anche in una squadra dalle caratteristiche di rosa differenti rispetto al Girona. Basti pensare a quanto sono diversi i due attacchi: se un anno fa Machin allenava un 3-4-2-1 dove il tridente era composto dal possente Stuani e due trequartisti, uno più palleggiatore, Borja Garcia, uno dinamico, Portu; quest’anno ha a disposizione una coppia “leggera” e parecchio mobile come Ben Yedder–André Silva, che richiede un diverso modo di portare a termine le azioni offensive.
Era necessario che il numero di giocatori coinvolti negli attacchi aumentasse, cosa che Machin ha ottenuto grazie alla rapidità con cui i suoi centrocampisti formano i rombi per risalire il campo e attaccare in verticale. La continua produzione di soluzioni di passaggio consente al portatore di palla di poter diversificare le scelte, pescando la profondità su una delle due punte, o giocando sul corto scegliendo lo smarcamento migliore di un compagno.
Il Siviglia ha avuto un inizio di stagione difficile da immaginare, prima, e stanno giocando tutti bene, ma quello che sta esaltando le sue qualità più degli altri è André Silva, che a fine stagione potrebbe essere riscattato dal Milan.
Dopo un esordio esplosivo tra i professionisti al Porto, il giovane portoghese ha attraversato una stagione difficile nella squadra di Montella e Gattuso, soffrendo la concorrenza di Cutrone e Kalinic per un posto da riferimento avanzato. André Silva ha deciso di ripartire da Siviglia e il contesto sembra adatto alle sue caratteristiche: si tratta di un giocatore completo, che quando è psicologicamente in fiducia dà l’idea di poter fare tutto, dalla protezione della palla spalle alla porta alle progressioni in campo aperto, sa dribblare e finalizzare in maniera pulita, e ha dimostrato anche una sensibilità non banale nel seguire le traiettorie del pallone per smarcarsi al meglio.
In una squadra che può alternare fasi offensive di contropiede ad altre di attacco posizionale la sua versatilità risplende, forte anche della partnership con un giocatore brevilineo ed imprevedibile come Ben Yedder. I due sono perfetti per le esigenze di diversificazione della manovra, e si muovono con grande intesa e tempismo in appoggio o profondità.
Con una coppia così mobile, che riesce a depistare i marcamenti avversari, diventano fondamentali le doti associative delle mezzali e degli esterni d’attacco, non solo quando si tratta di gestire il palleggio per risalire il campo, ma anche quando si deve concludere l’azione.
In questo fantastico gol del Mudo Vazquez possiamo notare l’importanza di entrambe le mezzali. Kjaer intercetta un rinvio del portiere avversario, Sarabia si trova in posizione avanzata e si smarca in ampiezza dando una soluzione a Silva, che si era abbassato in veste di collante. In questo frangente Vazquez è il giocatore più avanzato, e riempie l’area riuscendo poi a sfruttare in maniera geniale l’assist di un Navas abile nei tempi di sovrapposizione.
Il Siviglia di Machin si candida ad essere una delle squadre più interessanti da seguire quest’anno, al di là dei discorsi da alta classifica che in Spagna restano sempre legati alle condizioni di Real, Atletico e Barcellona. I mezzi a disposizione non saranno di primissimo livello, ma con dei giocatori in rampa di lancio (e rilancio) in possesso di grandi doti tecniche, Machin può quanto meno confermare il livello e l’efficacia delle sue idee di gioco, che poggiano anche sulla capacità di capire al meglio le caratteristiche dei suoi uomini, per poi metterli nelle giuste condizioni per esaltarsi.
Come accennato, in un certo senso la stagione del Siviglia deve ancora cominciare. Finora Machin e i suoi hanno sognato ad occhi aperti, e pur meritando ampiamente i risultati raggiunti, dovranno confermare già dalla prossima partita - contro il Barcellona - di essere all’altezza delle aspettative. In particolare, con una rosa che non può fare a meno di alcuni titolari senza dover cambiare per forza di cose parte del proprio gioco, Machin dovrà dimostrare di sapersi adattare velocemente alle difficoltà che lo aspettano in campionato. Per restare attaccato alle tre regine del campionato a lungo e puntare alla Champions League il prossimo anno la strada è ancora lunga, ma è importante iniziare con il piede giusto e se il Siviglia oggi è primo in classifica significa che c’è del buono nelle idee del suo allenatore.